In Francia si mobilitano i lavoratori della cultura e dello spettacolo

Il 20 marzo presidi e manifestazioni nelle principali città del paese

Pubblicato il 19/03/2025 / di / ateatro n. 203

La mobilitazione dei lavoratori della cultura e dello spettacolo per il 20 marzo 2025

La mobilitazione dei lavoratori della cultura e dello spettacolo per il 20 marzo 2025

I pesanti tagli al bilancio annunciati in Francia colpiscono duramente la cultura e lo spettacolo. Sono misure che, come abbiamo visto, interessano tutta Europa. I recenti sviluppi geopolitici, con il prevedibile incremento dell’investimento in armi, porterà probabilmente a politiche di bilancio assai restrittive in tutta Europa. Ateatro ne ha parlato a inizio anno.

IL LINK
Quale cultura per il 2025 | Le politiche per la cultura e lo spettacolo a livello globale, europeo e nazionale

Il primo ministro francese François Bayrou punta a limitare il deficit di bilancio al 5,4% del Pil. I musei e il patrimonio culturale rischiano di essere le principali vittime dei tagli: il Ministero della Cultura ha perso 150 milioni di euro di finanziamenti statali.
Tagli pesanti anche per gli enti locali: nel bilancio 2025 i Comuni hanno perso 2,2 miliardi di euro di sovvenzioni statali. Diversi consigli regionali hanno ridotto il sostegno alle arti e alla cultura, con tagli dall’8% fino a quasi il 70%, come nella Valle della Loira. Secondo i sindacati, i soli tagli dei Comuni porteranno a 1.500 licenziamenti.
I lavoratori della cultura e dello spettacolo, di fronte a questa situazione, hanno deciso di mobilitarsi. La petizione lanciata su Change.org ha raccolto decine di migliaia di adesioni. E il 20 marzo 2025 sono stati organizzati presidi e manifestazioni in molte città.

DEBOUT POUR LA CULTURE ! DEBOUT POUR LE SERVICE PUBLIC ! . PER LA CULTURA! PER IL SERVIZIO PUBBLICO!
Les coupes budgétaires de l’Etat et des collectivités plongent le service public de l’art et de la culture dans une situation alarmante.
Chaque fois qu’une coupe budgétaire de 20.000 euros est annoncée, c’est l’équivalent d’un emploi permanent dans une structure culturelle ou d’un emploi artistique, technique ou administratif intermittent, qui est menacé de disparition.
A chaque perte d’emploi, c’est l’accès à l’art et à la culture qui recule pour toute la population française, dans les villes, dans les villages ruraux, dans les banlieues. C’est moins de créations, moins de représentations, moins d’éducation artistique dans les établissements scolaires, moins d’interventions culturelles dans les hôpitaux ou ailleurs.
A chaque perte d’emploi, les risques augmentent de cessation d’activité des équipes artistiques et des lieux qui nous permettent de nous réunir et de faire débat.
Le contexte d’austérité budgétaire ne peut pas occulter les menaces qui planent sur notre démocratie. C’est pourquoi nous disons que sacrifier les services publics, dont celui de l’art et de la culture, est un calcul dangereux au regard des grands bénéfices sociétaux qui en
découlent. Que l’État consacre 0,8 % de son budget à cette politique publique est déjà largement insuffisant pour répondre aux besoins exprimés par la population et par les professionnels.
Aussi, nous toutes et tous, bénéficiaires du service public de l’art et de la culture, publics, artistes, technicien.ne.s, salarié.e.s, directeur.ices de lieux, nous nous tenons debout, ensemble, pour affirmer notre besoin d’une culture vivante qui stimule les imaginaires, partage les savoirs, reflète notre diversité et favorise le bien vivre ensemble.
Ensemble, nous nous tenons debout pour défendre notre service public, ses emplois et les revendications portées unitairement par les syndicats d’employeurs et de salariés.
. I tagli di bilancio da parte dello Stato e degli enti locali gettano il servizio pubblico dell’arte e della cultura in una situazione allarmante.
Ogni volta che viene annunciato un taglio di bilancio di 20.000 euro, questo equivale a un posto di lavoro fisso in una struttura culturale o a un lavoro artistico, tecnico o amministrativo intermittente, che rischia di scomparire.
A ogni posto di lavoro perso, l’accesso all’arte e alla cultura diminuisce per l’intera popolazione francese, nelle città, nei villaggi rurali, nelle periferie. Ci sono meno creazioni, meno performance, meno educazione artistica nelle scuole, meno interventi culturali negli ospedali o altrove.
A ogni posto di lavoro perso, aumentano i rischi di chiusira per gruppi artistici e per spazi dove incontrarsi e discutere.
Il contesto di austerità di bilancio non può nascondere le minacce che incombono sulla nostra democrazia. Per questo affermiamo che sacrificare i servizi pubblici, compreso quelli dell’arte e della cultura, è un calcolo pericoloso visti i grandi benefici sociali che ne derivano. Lo Stato dedica solo lo 0,8% del suo bilancio alle politiche culturali: questo è già ampiamente insufficiente per soddisfare le esigenze espresse dalla popolazione e dai professionisti.
Tutti noi, beneficiari del servizio pubblico dell’arte e della cultura, pubblico, artisti, tecnici, dipendenti, direttori artistici e curatori, restiamo uniti, per affermare il nostro bisogno di una cultura viva che stimoli l’immaginazione, condivida la conoscenza, rifletta la nostra diversità e promuova la pacifica convivenza.
Insieme, ci alziamo per difendere il servizio pubblico, i suoi posti di lavoro e le rivendicazioni portate avanti congiuntamente dai sindacati dei datori di lavoro e dei dipendenti.

LES PREMIERS SIGNATAIRES

Parmi les 40 000 premiers signataires, on trouve notamment :

.

I PRIMI FIRMATARI

Tra i primi 40.000 firmatari troviamo in particolare:

Laure Calamy / François Morel / Marina Foïs / Vincent Dedienne / Camille Cottin / Ludivine Sagnier / Denis Podalydes / Adèle Haenel / Jeanne Added / Pascal Legitimus / Emily Loizeau / Joey Starr / Nancy Huston / Vincent Macaigne / Julie Gayet / Philippe Torreton / Jeanne Balibar / Swann Arlaud / Corinne Masiero / Wajdi Mouawad / Agnès Jaoui / Bruno Solo / Nicole Garcia / Louis Garrel / Marie Ndiaye / Judith Henry / Cyril Dion / Juliette Binoche / Barbara Schulz / Emmanuel Mouret / Anouk Grinberg / Yann-Arthus Bertrand / Leonore Confino / Denis de Montgolfier / Robin Renucci / Romane Bohringer / Caroline Guiela Nguyen / Mathilda May / Julien Gosselin / India Hair / Stanislas Nordey / Leslie Kaplan / Julie Delpy / Jacques Gamblin / Clara Ysé / Charles Berling / Gisèle Vienne / Philippe Quesne / Irène Jacob / François Schuiten / Maguy Marin / Benoît Delepine / Ariane Ascaride / Mathias Malzieu / Claire Nebout / Yves Pagès / Isabelle Carré / Albin de La Simone / Charlelie Couture / Régine Chopinot / Boris Charmatz . Dominique Blanc / Antoine Wauters / Rosemary Standley / Benoît Peeters / Anna Mouglalis / Olivier Saladin / Barbara Carlotti / Xavier Duringer / Alice Zeniter / Gaël Morel / Olivier Cadiot / Emmanuelle Huynh / Jean Bellorini / Claudine Galea / Jean-Loup Hubert / Sonia Rolland / Rafi Pitts / Emilie Dequenne / Camille Besse / Kader Attou / Gisèle Vienne / Adama Diop / Julie Brochen / Jean-Charles Massera / Mariana Otero / Jerôme Bel / Julie Bertuccelli / Jean-Louis Martinelli / Valérie Dréville / David Bobée / Anne Alvaro / Sylvain Creuzevault / Phia Ménard / Mohamed El Khatib / Jil Caplan / Jean-François Sivadier / Irène Bonnaud / Stéphane Braunschweig / Eva Darlan / Céline Sallette / Pascal Rabaté / Françoise Breut / Boubacar Sangaré / Gaelle Bourges / Michel Lussault / Véronique Vella / Gaëtan Châtaignier / Marie Morelle / Koya Kamura / Nadia Beugré / Thierry Thieu Niang / Chloé Moglia / Jean-François Zygel / Julie Deliquet / Vincent Dieutre / Valerie Bonneton / Martin Page / La Ribot…



Tag: Francia (2), lavoro (74)