TourFest2024 | Perdersi nel labirinto mistico della musica
06.11.24 | LOST Music Festival a Fontanellato
Da Cnosso a Harry Potter, passando per i Miserabili e Il nome della rosa, il labirinto è un topos che attraversa tutta la storia della letteratura. Scrittori, pittori e registi si sono divertiti a inventare luoghi in cui i personaggi si potessero perdere. Però, finché il labirinto rimane uno spazio immaginario, tra il magico e l’enigmistico come certe opere di Escher, per tutti è molto chiaro che tipo di ambiente sia, ma solo poche persone hanno l’occasione di visitarne uno vero. Anche a voi sarà capitato di perdere l’orientamento in una città sconosciuta, ma è molto difficile, oltre che inutile, provare a perdersi volontariamente. Ci limitiamo qui a un concetto di perdita fisica, perché si potrebbe obiettare che i social non sono altro che un labirinto telematico in cui tutti ci immergiamo quotidianamente per fuggire anche solo per qualche minuto dalla realtà (e navigare nella iper realtà – qualche esperto di media potrebbe obiettare).
Con lo stesso concetto evasione nasce LOST (Labyrinth Original Sound Track) Music Festival, festival di musica elettronica all’interno di uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, il Labirinto della Masone a Fontanellato, provincia di Parma. Si entra in uno spazio chiuso e si vive al proprio interno per tre giorni, passando la giornata ad ascoltare musica e rilassarsi in mezzo al verde. La prima cosa che colpisce è l’isolamento del luogo, raggiungibile solo via auto e circondato dalla campagna emiliana. È stata pensata anche un’area in cui campeggiare, che si è subito riempita di tende, amache e tavolini. Oltre il cancello che separa il campeggio dalla musica, ci sono un museo, cortili con tavoli e panche, un grande distributore di acqua potabile e Sua Maestà il Labirinto.
Voluto da Franco Maria Ricci, il Labirinto della Masone è il più grande del mondo composto interamente da bambù. Al suo interno, per l’edizione 2024 – dal 5 al 7 luglio – sono stati allestiti quattro palchi diversi su cui sono stati eseguiti 25 concerti tra live e dj-set di artisti sia italiani sia internazionali.
L’altra protagonista dell’evento è la musica nonstop: dalla mattina fino alla mattina del giorno dopo c’è un costante tappeto sonoro che avvolge tutto l’ambiente. Il ritmo però non è frenetico, non è necessario ascoltare tutto o essere davanti al palco per fruire dello spettacolo. Non è raro trovare ragazze e ragazzi che si godono la musica in un prato vicino o mentre mangiano in campeggio. Per i più pigri c’è anche la possibilità di percepire la musica in tenda, mentre si dorme e venire cullati dal ritmo ripetitivo e costante della techno berlinese.
Anche la musica proposta è molto varia. Sabato 6 luglio è iniziato con atmosfere più leggere, come il dj-set di Neo Geodesia, che ha portato una commistione tra la musica elettronica europea e quella popolare cambogiana, o il concerto live di Damsel Elysium che, per la prima volta in Italia, ha presentato la propria arte dissonante e legata alla natura. Attraverso la propria voce, una console e un contrabbasso suonato in maniera non convenzionale, ricreava suoni stridenti che armonizzavano con delle registrazioni prese sul campo.
Nel pomeriggio, è stata aperta l’installazione-concerto di Riccardo La Foresta e James Ginzburg all’interno della collezione permanente del museo. Uno strumento simile a un dulcimer elettrico, le cui corde venivano fatte vibrare da un martelletto, e un Drummophone, ovvero una serie di tamburi fatti vibrare dall’aria compressa, creavano un tappeto sonoro che aggiungeva intensità alle opere esposte.
La collezione del museo è ricca di opere significative e sorprendenti. come i due quadri di Ligabue, una stanza interamente dedicata alla scultura di Adolfo Wildt e una Wunderkammer con opere di vari periodi storici. Vi è inoltre la possibilità di consultare l’intera collana di libri editi dalla casa editrice FMR – Franco Maria Ricci e di ammirare un esemplare della leggendaria Jaguar E-Type, un’icona per stile e innovazione tecnica: un esemplare è esposto al MoMA di New York.
La sera, nei due palchi più centrali, la musica è esplosa in tutto il suo splendore. Prima Funeral Fork, progetto di Maria W. Horn & Sara Parkman, poi il sound dark-tecno di Ziur, dominato da urla e un senso di orrido, e poi il celeberrimo nel settore Varg²™ che ha presentato la Nordic Flora Series: un pezzo che esplora gli angoli più oscuri della mente umana e denuncia la devastazione delle foreste. La notte poi si è ballata la tecno hardcore di Gabber Eleganza e di Cortex of Light.
Per far risaltare lo spazio e il suono, e aumentare il senso di smarrimento, la componente organizzativa è molto ben nascosta, ma sempre pronta a intervenire. Un grande punto di forza del festival è che i ragazzi dello staff si mimetizzano tra il pubblico, e gli elementi più legati alla logistica o alla produzione, quali mappe o cartelloni, sono composti da un design essenziale e minimal. Non si ha però la percezione di essere abbandonati a sé stessi: c’è infatti il “punto di cura” dove si può trovare ristoro e conforto se ci si sente spaesati, alcol-test e personale specializzato ad agire in caso di molestie o abuso di sostanze stupefacenti.
Concedersi del tempo per perdersi al Lost Music Festival è un lusso, ma è anche un obbligo se si è appassionati di musica elettronica e si vuole entrare in un piccolo mondo parallelo per qualche giorno. Alla fine, è proprio questo il senso della musica: creare un ambiente mistico in cui si possano avere altre priorità. Una su tutte, non preoccuparsi e ballare.
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