call for papers | Corpo, rito, parola. Il teatro di Pier Paolo Pasolini

A Lecce il 5-6 dicembre 2022 il convegno di studi a cura di Francesco Ceraolo, Arianna Frattali, Maria Chiara Provenzano

Pubblicato il 12/07/2022 / di / ateatro n. 184
Orgia di Pier Paolo Pasolini - Fibre Parallele

Orgia di Pier Paolo Pasolini – Fibre Parallele

[…] qui non si vivono tragedie
con le loro meravigliose agnizioni.
Qui si vive la cronaca, che è però l’avventura
fatta di nulla della vita.
(P.P. Pasolini, Calderón)

Teatro di poesia e di parola, di idee, corpi e passioni, ma soprattutto teatro politico, scritto per la pòlis, per la comunità, poiché «non nasconde di rifarsi esplicitamente al teatro della democrazia ateniese, saltando completamente l’intera tradizione recente del teatro della borghesia, per non dire l’intera tradizione moderna del teatro rinascimentale e di Shakespeare», secondo quanto afferma lo stesso Pier Paolo Pasolini nel Manifesto per un nuovo teatro del ’68. Maturata nell’adolescenza e nutrita dagli anni friulani, la scrittura drammaturgica pasoliniana fiorisce dunque nel 1966 con la stesura di sei tragedie (Calderón, Affabulazione, Pilade, Porcile, Orgia e Bestia da stile) e con la riflessione teorica contenuta, appunto, nel Manifesto.

Calderón di Pier Paolo Pasolini, regia di Luca Ronconi, 1978 (foto di Matrcello Norberth)

Autore poliedrico e studiato da molteplici punti di vista – prevalentemente letterari, filosofici e politici –, Pasolini è stato restituito (almeno a partire dagli anni Duemila) anche al settore degli studi teatrali, sfatando quel pregiudizio critico iniziale che tendeva a leggere il suo teatro come una produzione minore, frutto di un esercizio di scrittura circoscritto e saltuario. Come pure ha pesato su questa produzione teatrale il giudizio di ‘irrappresentabilità’, che ha colpito, in passato, alcuni grandi autori letterari come Manzoni, valutando erroneamente il dispositivo tragico inattuale e macchinoso da trasporre sulla scena moderna. Nonostante questa marginalità iniziale e grazie a recenti e approfonditi studi ad esso dedicati, il teatro pasoliniano ha ormai recuperato la centralità che gli spetta in quanto espressione piena di una vocazione di lungo periodo e non certo occasionale.

Pilade di Pier Paolo Pasolini, regia di Luca Ronconi, 1993

In uno scenario contemporaneo in cui si assiste ad un progressivo depotenziamento della parola, spesso ridotta a vuoto simulacro di un referente quanto mai sfuggente o ‘fluido’, una riflessione attenta sulla sacralità della lingua teatrale all’interno del dispositivo tragico risulta quanto mai stringente, come dimostra il grande interesse per il mito e la tragedia classica, sempre più presenti sulla scena contemporanea.

La circostanza del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini rappresenta dunque l’occasione per porre nuovamente l’attenzione su un autore che ha pensato e realizzato un teatro ‘inattuale’, distante tanto da quello borghese quanto da quello neoavanguardista, capace di dialogare con il grande orizzonte delle drammaturgie europee novecentesche (Testori, Osborne) e collocarsi all’interno della riflessione teorica sul teatro e le sue forme drammatiche (da Lukács a Badiou passando per Szondi).

Motus, Come un cane senza padrone

Motus, Come un cane senza padrone

L’Università del Salento dedica alla sua produzione un convegno di studi mirato a divulgare, valorizzare e approfondire il rapporto di Pasolini con la scrittura per la scena, il teatro e la sua teoresi, le pratiche di allestimento, la traduzione dei classici greci, la riscrittura di testi tragici per il cinema, la fortuna teatrale dei testi pasoliniani. Saranno, pertanto, accolte proposte di intervento che analizzino e indaghino:
– Le drammaturgie pasoliniane;
– Il rapporto di Pasolini con i classici greci;
– L’attualità del ‘teatro di parola/teatro di poesia’;
– Pasolini teorico del teatro;
– La fortuna teatrale e gli allestimenti scenici delle opere pasoliniane;
– Le sceneggiature e i film tratti da tragedie classiche scritti e diretti da Pasolini;
– Gli adattamenti cinematografici dai drammi pasoliniani.

Affabulazione di Pier Paolo Pasoni, regia di Luca Ronconi, 1993

Le proposte, della lunghezza di circa 250 parole, corredate di una breve nota biografica, dovranno essere inviate entro e non oltre il 18 settembre 2022 all’indirizzo convegnopasolini@unisalento.it.
Gli interventi avranno la durata di 20 minuti ciascuno.
Il comitato scientifico si riserva la selezione delle proposte in base alla qualità e alla pertinenza rispetto alle tematiche del convegno. L’esito della selezione verrà comunicato entro il 25 settembre 2022.
È prevista la pubblicazione degli atti del convegno.

Affabulazione di Pier Paolo Pasolini. Regia di Vittorio Gassman, 1977. Nella foto, Vittorio Gassman.

Comitato scientifico:
Pierandrea Amato (Università di Messina), Stefano Casi (Teatri di Vita), Roberto De Gaetano (Università della Calabria), Massimo Fusillo (Università dell’Aquila), Lorenzo Mango (Università di Napoli L’Orientale), Oliviero Ponte di Pino (Ateatro.it), Stefania Rimini (Università di Catania).




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