Scadenza avviso prorogata al 4 maggio! | La direzione tecnica e di produzione nello spettacolo dal vivo: il parere di festival e compagnie
Gli obiettivi del percorso di perfezionamento professionale orientato alla direzione tecnica e di produzione
L’Associazione Culturale Ateatro ETS, con un gruppo di amici e in collaborazione con Asti Teatro, Compagnia Mauri Sturno, Mittelfest, Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e Teatro Stabile di Torino, ha lanciato un Avviso per l’assegnazione di un sostegno a un percorso di perfezionamento professionale orientato alla direzione tecnica e di produzione alla Direzione tecnica e di produzione nello spettacolo dal vivo, in ricordo di Graziano Pugnetti (Attenzione!!! Scadenza il 30 aprile 2022!)
Il “premio”, rivolto a un/una giovane under 28, consiste in un sostegno di 2.500 euro e nell’opportunità di svolgere alcune esperienze lavorative. Lo scopo è:
stimolare la riflessione sulla funzione, le competenze e la formazione dei direttori tecnici e di produzione di teatri, compagnie, festival. Si tratta di una professionalità ibrida, preziosa e in costante trasformazione, per cui non esistono precisi percorsi di formazione e che richiede curiosità, attitudini e competenze organizzative e amministrative e la conoscenza di elementi fondamentali di scenotecnica, illuminotecnica, suono, nuove tecnologie.
Ma in cosa consiste questo lavoro di preciso? Nella sua lezione, Margherita Palli ci ha raccontato molte necessità dal punto di vista dello scenografo. Ora abbiamo chiesto il loro parere ad alcuni dei partner e degli amici che sostengono il progetto.
Marco Albertano
Marco Albertano è responsabile dell’Ufficio allestimenti del Teatro Stabile di Torino (dal 2015 Teatro Nazionale). Gli abbiamo chiesto come sono organizzati nel suo teatro gli uffici tecnici e di produzione e come si relazionano fra loro.
L’attività è molto articolata, c’è la produzione, ci sono le sale da gestire, quindi anche le ospitalità, e ci sono i progetti speciali, le attività sul territorio: il nostro è un teatro di servizio.
L’Ufficio allestimenti segue tutti gli aspetti tecnici connessi a queste attività in stretto contatto con l’Ufficio produzione per quanto riguarda la realizzazione degli spettacoli, e con l’Ufficio programmazione per le sale.
In concreto il mio ufficio interpreta a partire dai bozzetti le richieste degli scenografi, elabora e recepisce i preventivi (sempre almeno 3: è uno degli aspetti più delicati, valutare i costi in rapporto alla qualità), predispone le gare se si supera una certa cifra. Ma è l’Ufficio produzione che coordina gli aspetti amministrativi, tiene il budget sotto controllo e autorizza la spesa. Noi abbiamo l’opportunità di avere un laboratorio interno che si occupa delle costruzioni e dei magazzini – è molto importante, abbiamo fatto di tutto per tenerlo attivo – ha poche persone impegnate stabilmente e scrittura macchinisti ( o scenografi o pittori ..) o li coinvolge dall’attività di gestione delle produzioni a seconda delle necessità.
Per la tua esperienza quanto è importante che i responsabili tecnici abbiano competenze organizzative-amministrative e viceversa? E come sono cambiate le competenze richiese a questi ruoli negli anni?
L’interazione fra uffici e ruoli è fondamentale, ma anche avere competenze allargate: per esempio il mio ufficio gestisce le necessità e il piano del personale tecnico, i turni, gli orari e deve tener conto delle implicazioni contrattuali.
Luci, fonica, video… si evolvono con velocità sorprendente. Ora per esempio c’è l’obiettivo del risparmio energetico: stiamo investendo nelle tecnologie LED (tanto per quanto riguarda le dotazioni dei teatri che degli spettacoli) e nelle fonti energetiche alternative con i pannelli solari. Abbiamo predisposto tre domande di contributo.
Siete intervenuti anche sulla formazione e che suggerimenti daresti a un giovane che voglia in prospettiva fare il tuo lavoro?
La formazione di certo può essere utile, ma io ho cominciato dal teatro ragazzi (quando era un settore del Teatro Stabile diretto da Franco Passatore), ho fatto il macchinista, l’attrezzista, un po’ di tutto, e ho imparato sul campo, come tutti. Nel 2006, in occasione delle Olimpiadi, in collegamento com il Progetto Domani curato da Luca Ronconi, avevamo fatto un corso molto bello e articolato, da cui sono usciti diversi professionisti: molti di loro sono stati poi assorbiti dal Teatro Regio (la lirica ha più risorse). Qualche anno dopo abbiamo organizzato un corso di formazione regionale, ma niente di recente e regolare.
Quello che noi offriremo al ragazzo selezionato dal progetto dedicato a Graziani Pugnetti è un periodo di scrittura collegato al Festival Torino Danza: sarà un’opportunità articolata e credo interessante, perché le ospitalità internazionali sono come tante produzioni, bisogna analizzare ed esaudire le richieste tecniche, capire se le richieste sono fruibili – penso alle luci, alla fonica, ma anche alla scena. Succede, soprattutto per provenienze exta-europee, di dover fornire tutto, a volte realizzare su piazza. In questo caso, c’è un ufficio dedicato al festival con cui naturalmente l’ufficio allestimenti interagisce.
Roberta Torcello
Roberta Torcello è direttore di produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.
Il confronto tra direttore di produzione e responsabile tecnico nel nostro teatro è continuo e riguarda ogni aspetto comune ai due settori: dall’organizzazione della tournée, agli allestimenti, agli orari dei tecnici. Il confronto è fondamentale non solo per ottimizzare i costi, ma anche per creare un ambiente di lavoro disteso tra chi poi effettivamente monta, allestisce o porta in giro gli spettacoli.
Ci chiedi se è importante che i responsabili tecnici abbiano competenze organizzative-amministrative e viceversa: che il direttore di produzione abbia esperienza di palcoscenico è fondamentale per evitare tagli inutili, ma anche per capire invece quando ci siano delle richieste tecniche esagerate. Parimenti il direttore tecnico dovrebbe sempre avere un occhio attento al budget di allestimento o di tournée, ma anche al piano di produzione (per esempio: sa che può contare su pochi aiuti di montaggio e quindi si preoccupa che la scena da montare non sia complessa, seguendo da vicino il laboratorio di costruzione; oppure sa che la scena deve stare in un solo bilico e andare in debutto e quindi segue in allestimento che il materiale elettrico non sia eccessivo…).
Non credo siano veramente cambiate le competenze richieste a questi ruoli negli anni, ma sicuramente l’attenzione ai budget e le dinamiche per ottimizzare i costi si sono sensibilmente affinate in questi anni , vista la necessità di dover spendere sempre meno per le produzioni
Roberto Sturno
A Roberto Sturno, della Compagnia Mauri-Sturno, partner del progetto, abbiamo chiesto che ruolo hanno la direzione tecnica e di produzione per un’impresa di produzione come la loro.
Sono due figure diverse, che operano in stretto collegamento fra loro e in autonomia e si relazionano con la direzione quando ci sono criticità, o più che di direzione parlerei piuttosto di figure artistiche e di riferimento che sono obbligate a accollarsi la responsabilità direttiva.
In generale ognuno ha le proprie competenze, che negli ultimi anni si sono complicate a causa della burocrazia sempre più condizionante. Bisogna poi tenere conto che trattandosi, nel nostro caso, di una compagnia privata (e come tale destinata a scomparire…) non abbiamo le stesse possibilità di un TRIC o di un Teatro Nazionale per investire in posizioni direttive o organizzative. Questa è la dura realtà…
Emiliano Bronzino
A Emiliano Bronzino, direttore artistico di Asti Teatro, abbiamo chiesto una riflessione su questa professionalità in rapporto alla funzione e alle caratteristiche di un festival.
Produrre uno spettacolo e proporre una rassegna di appuntamenti sono attività direttamente collegate tra loro, sia perché il risultato finale è lo stesso (la realizzazione di spettacoli per il pubblico), ma soprattutto perché i percorsi produttivi prevedono il coinvolgimento della comunità in forme complesse. Il Festival si concentra sulla presenza di debutti, e sull’offrire alle compagnie dei percorsi di prove negli spazi: le competenze organizzative e tecniche del Festival sono a disposizione degli artisti. In questa ottica le figure ibride che mescolano competenze tecniche e organizzativo-amministrative sono fondamentali: un “direttore tecnico” che conosca sia gli aspetti legati alla tecnica sia quelli legati all’organizzazione è una figura fondamentale. Aggiungerei anche la componente artistica nel mix di competenze utili, per comprendere anche gli aspetti legati ai contenuti proposti. Insomma, la realtà fluida che viviamo richiede la consapevolezza di tutti gli aspetti messi in gioco.
Giacomo Pedini
Mittelfest svolge anche attività di produzione e coproduzione. Abbiamo chiesto al direttore, Giacomo Pedini, come sono organizzati gli ambiti tecnici e organizzativi nel festival, come si relazionano fra loro, quanto è importante che i responsabili tecnici abbiano competenze organizzative/amministrative e viceversa e come sono cambiate le competenze richieste a questi ruoli negli anni.
Il lavoro di direzione tecnica oggi vede evoluzioni simili a quelle degli altri comparti dello spettacolo dal vivo, come la produzione, l’organizzazione e pure la direzione artistica. Il nostro lavoro è sempre più complesso e interdipendente, perché se il diavolo sta nei dettagli, allora viviamo un ambito che è proprio diabolico. Ci sono moltissimi aspetti che, dalla scelta di una nuova creazione a quella di ospitalità, vanno tenuti in conto. Non basta essere competenti nel ristretto del proprio mestiere, bisogna minimamente conoscere quello dei colleghi. Per cui un buon direttore tecnico deve almeno intendere, e tenere in conto, che ci sono esigenze produttive, di budget, ma pure amministrative, di procedure, altrimenti – anche se imposta un ottimo piano – quanto ha fatto prima o poi si arenerà. Inoltre la direzione è anche responsabilità di persone, comprensione di dinamiche di squadra. Tutto questo si impara perlopiù facendo, avendo l’occasione di mettere in pratica gli insegnamenti. Anche per questo il percorso voluto da Ateatro è importante, perché non propone solo momenti di insegnamento, ma una vera formazione sul campo, cosa rara, ma necessaria, affinché un mestiere non solo stia al passo con il tempo presente, ma soprattutto non si perda.
Stefano Laudato
Abbiamo rivolto la stessa domanda a Stefano Laudato, direttore tecnico di Mittelfest che fa parte del gruppo degli amici di Graziano.
La produzionem o la coproduzione, richiede figure professionali ben definite, con competenze in settori di attività pratica. Parliamo quindi della tecnica, interessata sia in fase di progettazione sia di realizzazione e sviluppo, ma anche parallelamente della parte amministrativo-organizzativa per la gestione delle risorse umane e materiali. Non è possibile lavorare per compartimenti stagni, indipendenti, perché la buona riuscita di un progetto dipende dalla compartecipazione di tutte queste figure che devono essere necessariamente in costante contatto tra loro.
Da alcuni anni la normativa italiana impone trasparenza in tutte le operazioni, siano esse transazioni di denaro, piuttosto che affidamenti di incarichi: per ogni progetto è necessario siano considerati più elementi da comparare, prima di effettuare una scelta. Se è di legge per gli Enti pubblici, è comunque buona prassi applicare questa procedura anche per strutture private, se non altro per avere una comparazione ed equità di costi.
La figura del responsabile tecnico richiede, quindi, sia tutte le competenze del ruolo, l’esperienza aiuta a scegliere le migliori soluzioni, sia una buona conoscenza della gestione di un budget, se non nel dettaglio tecnico delle operazioni, CIG, lettere di incarico, gestione della fatturazione, almeno nella ripartizione dei capitoli di spesa dei vari fornitori o dei servizi.
Sapere poi anche organizzare il lavoro della squadra che andrà a realizzare un progetto diventa elemento prezioso di collaborazione con i responsabili artistici e amministrativi e permette di ottimizzare la tempistica di costruzione, prima, e di gestione, poi, delle risorse a disposizione.
Analogamente, se le figure di confronto con il responsabile tecnico sono focalizzate e in grado di capire le dinamiche di produzione e parlare lo stesso linguaggio, il lavoro procederà in maniera più agile e veloce, avendo tutti i professionisti allineati.
Giuseppe Pizzo
Giuseppe Pizzo, direttore tecnico di compagnie, festival, eventi, del gruppo degli amici di Graziano, è autore dei capitoli di argomento tecnico dei libri Organizzare teatro e Riorganizzare teatro di Mimma Gallina.
Quanto è importante che i responsabili tecnici abbiano competenze organizzative-amministrative e viceversa?
Io penso che il lavoro in teatro sia stato e sia sempre un lavoro d’équipe, di squadra… ciascuno con i suoi ruoli e le proprie prerogative.
Ma, come in palcoscenico è stato e spero ancora sia (ma ho dei dubbi) che ciascuno “deve assolutamente”, se non capire, almeno sapere di problematiche e modus operandi delle altre professionalità, allo stesso modo produzione e direzione tecnica devono a maggior ragione avere assoluta conoscenza delle competenze dell’altra professionalità. Mi sembra che questo sia un aiuto fondamentale alla “propria” professionalità, diversamente sarebbe un mero passarsi le carte, scaricarsi le responsabilità anche all’interno del proprio ambito (“sforo perché il dir.tecn. spende troppo” vs “no se pol perché non mi danno risorse”). Quindi, per esempio, sapere cos’è un ammortamento o conoscere l’accordo Anet-Unat (non so se vale ancora) è importante quanto comprendere che spesso due persone lavorando mezza giornata producono più di una sola che lavori una giornata intera. Anche Margherita l’ha detto, tra le tante altre cose.
Il ruolo di direzione di produzione e di direzione tecnica (con particolare riferimento all’attività produttiva) possono coincidere, si possono sovrapporre?
Sì, possono sovrapporsi, più che coincidere: può emergere una professionalità data dalla somma delle due. Ma, per quello che abbiamo detto del lavoro di squadra, viene a mancare chiaramente il contraddittorio, il reciproco “controllo e verifica” che abbiamo nel caso di due professionalità distinte ma consapevoli dell’altra. Può essere un vantaggio (snellezza della catena di comando e velocità nella operatività), ma anche uno svantaggio (due teste affiatate sempre meglio di una, almeno in alcuni casi).
Dipende sempre, poi, dalle persone, dall’affiatamento, dal fine comune (se c’è), e nella mia esperienza ho visto sempre tutti aiutarsi.
Come sono cambiate le competenze richiese a questi ruoli negli anni? e sapresti suggerire a un giovane come acquisirle?
Non penso siano cambiate le competenze, piuttosto le normative e gli strumenti.
Produzione: sempre bilancio, piano di produzione, orari, rapporti contrattuali con i fornitori e i clienti. Tecnica: sempre interlocutore dei collaboratori artistici e dei fornitori, coordinatore delle maestranze, piano di lavoro, adattamento dell’allestimento, rapporti con gli omologhi nei teatri visitati
Fra le normative che cambiano, è fondamentale tutto quanto riguarda la sicurezza, il continuo aggiornamento del Codice degli appalti, le norme sulla trasparenza per i percorsi di produzione
Fra gli strumenti: il web, la digitalizzazione, la logistica (Amazon)… tTutto questo ha velocizzato ogni cosa (dalla possibilità di condividere e visualizzare in tempo reale progetti informazioni soluzioni al rintracciare reperire ottenere e porre in opera attrezzature, materiali, manufatti dall’oggi al domani),
Come acquisire certe competenze? Come sempre, con curiosità attenzione e archiviazione in qualche parte del cervello di tutto quanto accade intorno.
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