Che cosa vorrei possedere di Valentina Cortese?
Gli arredi e il guardaroba dell'Ultima Diva all'asta il 1 e 2 marzo 2022 alla Galleria Il Ponte
Lei non c’è più e io non ho niente da mettermi!
Quando ho saputo che Lei non c’era più, il 10 luglio 2019, ho sentito un grande vuoto. Una voragine interiore. Sono scoppiata a piangere.
La mia amica Cristina riassume così la sua carriera:
E’ praticamente bambina quando viene scritturata da Guido Salvini e Alessandro Blasetti. Ha fatto il varietà con Anna Magnani, di cui è amica. Frequenta Alida Valli, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Aldo Fabrizi e Federico Fellini. Ha recitato al fianco della stella nascente Alberto Sordi. E’ diventata popolarissima con Orson Welles in Cagliostro di Gregory Ratoff.
E’ ormai di casa anche in America. Lavorando con Robert Wise, ha incontrato il futuro marito, Richard Basehart, sposato nel 1951 e da cui, nello stesso anno, a Hollywood, ha avuto il figlio Jackie. A causa della gravidanza ha dovuto rinunciare al ruolo di protagonista femminile in Luci della ribalta di Charles Chaplin, che però frequenta spesso a Los Angeles, assieme a Walt Disney, Jean Renoir e Thomas Mann.
Insomma, una leggenda. Di più. “Giulietta degli spiriti nasce a casa sua, durante una seduta spiritica messa in piedi per ridere.” Eccetera.
Ma non è per la sua carriera da star che è da sempre il mio modello.
Per il suo “Bubino” (così chiamava quello che forse è stato il suo più grande amore, Giorgio Strehler), la fascinosa “Valucc” era “viziata come una gatta di razza tenuta da una vedova maniaca degli animali”. Chi di voi non vorrebbe ricevere una lettera così? Chi di voi, amiche mie, non sogna di essere quella gatta? E’ una vita che cerco di raggiungere il suo livello di perfezione, ma so che non ce la farò mai.
Per questo è sempre stata il mio modello, anche se so che era inimitabile, irripetibile, inarrivabile.
E’ per questo che ha lasciato un grande vuoto, fuori e dentro di me.
Ma cosa fa una gatta viziata (e io sono pure un po’ viziosa) quando si sente vuota? Fa shopping. Mi sono fatta un paio di week end tra Montecarlo, Gstaad e la Quinta Avenue con alcuni dei miei amanti più generosi, ho riempito un due o tre armadi di cose inutili e bellissime, ma niente. Armadio pieno, anima vuota, tristezza.
In certi casi lo shopping non basta a zittire l’angoscia. Come mi ha detto il mio amico psicanalista mentre cercava di rubarmi le mutandine di pizzo per la sua collezione, “tu non sei solo viziata e viziosa, sei anche perversa”, e citava Lacan e Zizek. “Per ritrovare l’intensità erotica del desiderio, fai come me. Non hai idea del potere del feticcio”, mi ha sussurrato.
Come sa chi mi conosce, mi è facile produrre oggetti reali che i miei fan usano come strumenti allucinatori (le mutandine, la scarpa, la fusciacca…), ma finora non mi era mai venuto in mente di ricorrere a questa pratica vagamente animistica per sostenere il mio desiderio. Di norma mi travolge un paio di volte al giorno, e lo soddisfo subito.
Invece da mesi, nel clima di terrore plumbeo in cui siamo sprofondati, zero assoluto. Non mi era mai capitato.
Finché non ho visto quell’oggetto magico. Il catalogo di un’asta che si terrà il 1 e 2 marzo alla Galleria Il Ponte, a Milano. Gli arredi e il guardaroba di una diva. E’ stata Lei a chiedere che il ricavato venga devoluto a favore dell’Istituto Mario Negri e del Piccolo Teatro di Milano. E io non vedo l’ora di sostenere queste due grandi istituzioni e di possedere alcuni degli oggetti di Lei. Il desiderio si è riacceso. Arde. Soprattutto per alcuni lotti. Chi vuole vedermi felice come una gatta viziata, adesso sa come fare. Per lui (o per lei) nella serata finale del Festival di Sanremo indosserò il Lotto 97 e canteremo insieme e sarà indimenticabile.
Il feticismo sgretola il mio cinismo. Ti farò le fusa.
Intanto il mio primo feticcio già ce l’ho. Il catalogo da cui ho scelto gli oggetti del mio desiderio. Non è un catalogo, è un mondo. Il mondo dell’ultima Diva.
In Effetto notte la scena in cui Lei irrompe sul set… Cinema oltre il cinema, diva oltre il divismo, bellezza oltre la bellezza. Mi tengo la foto con François Truffaut, quella con il papa Wojtyla ve la rivendo su eBay.
La leggerezza, la bellezza… Lei e il foulard erano sinonimi. Amava ripetere di essere una contadina e che i contadini si riparano dal sole mettendosi un foulard in testa. Blu il colore dell’anima. Mai più senza!
Il ricordo di una notte d’amore con Fantomas? E l’abito dove è finito? Il lotto più enigmatico. Forse la Polizia Scientifica può aiutarci a risolvere il mistero. Un indizio? Le scarpe sono del 44.
Una gonna con scialle stile gitana. Se li metteva Lei ed era una principessa. Me li metto io e resto una zingara. Sono più brava attrice di lei.
La vestaglietta cinese. Immancabile nel guardaroba di una vera signora.
Il caftano giallo, ed è subito tè nel deserto.
Quando Ljuba apre l’armadio della stanza dei giochi nel Giardino dei ciliegi di Strehler… Un momento indimenticabile, l’abito più iconico della storia del teatro italiano.
“Specchio, specchio delle mie brame…” Un mantello viola-blu e un abito di chiffon bianco: Lei è insieme Biancaneve e la sua Matrigna. Roberto Capucci al suo meglio.
La magnifica sedia da balia con le rotelle sulle gambe anteriori! Non mi serve, non so dove metterla, ma mi commuove.
I calici di vetro di Murano: chissà quanti aneddoti mi racconteranno.
Il samovar… Solo chi ama Cechov come lo amiamo Lei e io può capire! L’Oriente e l’Occidente si incontrano.
Per le mie notti più ardenti. La scheda dice: “Letto a baldacchino in bronzo con testata e pediera decorate da fregi con Fenice che lotta col serpente, montanti incisi a volute e decorati da fregi cesellati a foglie d’acanto. Secolo XIX.” Un altare.
Volete sapere se ci sta nel vostro bilocale a NoLo? Sono 203x239x130 centimetri.
In realtà, dopo aver consumato il catalogo a furia di sfogliarlo, ho fatto un sogno.
Arriva un Principe Azzurro che compra in blocco tutti i lotti, per creare un Museo Valentina Cortese, o almeno una Stanza tutta per lei al Piccolo Teatro. Un piccolo universo di poesia e di ricordi che custodisca la memoria dell’Ultima Diva.
Con una eccezione: il Lotto 72.
Quello lo voglio io!
Bibliografia
Valentina Cortese, il mitico guardaroba all’asta: Foulard e abiti griffati in vendita per beneficenza. L’appello dell’associazione Profumo di Milano: “Salviamo la collezione della grande diva”
La lettera: Giorgio Strehler a Valentina Cortese
Tag: Giorgio Strehler (17), PiccoloTeatro (38)