#Eliseo2020 | Altri 12 milioni di euro extra FUS per il Teatro Eliseo?
Nel silenzio del teatro italiano l'emendamento al Milleproroghe verso l'approvazione
Che in Italia la cultura sia sostenuta in una maniera inadeguata, anche rispetto ad altri paesi europei, è inutile ripetercelo. Che il teatro debba godere di un maggiore sostegno pubblico per svolgere la propria funzione, anche questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Come è chiaro a Luca Barbareschi.
Ma dovrebbe essere chiaro che a godere di un maggiore sostegno dovrebbe essere il teatro italiano in generale, il sistema teatrale nella sue varie articolazioni. Non un unico teatro, tra i 300 soggetti (circa) finanziati dal FUS e le centinaia di realtà che al FUS non hanno accesso.
Un paio di anni fa, buona parte del teatro italiano si era indignata per gli 8 milioni di euro assegnati nel 2017 al Teatro Eliseo con il “Milleproroghe”, al di fuori di ogni regola ministeriale e grazie a un provvidenziale emendamento ad theatrum. All’epoca non erano mancate prese di posizione pubbliche: Se 8 milioni vi sembran pochi.
Ma le proteste erano state inutili e non avevano fermato l’emendamento al Milleproroghe. Un emendamento bipartisan, naturalmente.
Insomma, quei denari pubblici sono serviti – pare – a un privato per acquistare l’immobile che ospita il teatro.
Per quella vicenda era scattata anche un’indagine della magistratura: Fondi all’Eliseo: Barbareschi indagato.
Vale ovviamente il principio di innocenza, ma dovrebbe valere anche un principio di precauzione, o di opportunità.
Invece la vicenda rischia di ripetersi. Questa volta i milioni sono 12 (in tre anni): Gli emendamenti per dare 12 milioni al Teatro Eliseo/.
L’AGIS aveva espresso la propria contrarietà con un comunicato in gennaio, poi silenzio.
Il 7 febbraio 2020, dopo l’apparizione del direttore del teatro a La7, il Teatro Eliseo ha diffuso un comunicato, che preannuncia “una buona notizia”:
Desidero condividere con voi la solidarietà ed il sostegno che ho ricevuto pubblicamente dagli altri ospiti della trasmissione.
Sono tante le testimonianze di solidarietà che continuiamo a ricevere, voglio sperare con tutto il cuore di poter dare presto una buona notizia a tutti coloro che tengono alle sorti del Teatro Eliseo.
Luca Barbareschi
Se nessuno dice nulla, se non ci sono energiche obiezioni e prese di posizione pubbliche da parte del mondo del teatro italiano, vuol dire che il teatro italiano considera questo provvedimento giusto o almeno accettabile.
Se il teatro italiano non parla, anche le forze politiche tacciono: quei 12 milioni rappresentano un’ottima merce di scambio, tra corridoi e manine.
Se le cose andranno così, vuol dire che il “metodo Barbareschi” resta quello privilegiato dal nostro sistema teatrale. Il rapporto diretto con chi detiene il potere (e distribuisce il denaro pubblico) è meglio di un sistema di regole trasparenti. I progetti speciali discrezionali (e spesso clientelari) sono meglio dell’algoritmo. La trattativa personale è meglio del Codice dello Spettacolo e della legge sul teatro che tutti invocano: perché tutti si lamentano che non c’è, ma in fondo è meglio così.
Chi si lamenta e protesta non ha capito come funziona il mondo, o almeno quel pezzettino di mondo chiamato Italia.
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