La ricerca al tempo del copiaincolla
ovvero come incrementare l'impact factor di www.ateatro.it (grazie!!!)
centone componimento letterario formato con versi di autori famosi, raccolti a volte con intento parodistico (Enciclopedia della Letteratura, s.v.)
Metodologia della ricerca
Abbiamo preso in esame un saggio (qui scaricabile in versione pdf), pubblicato da una autorevole rivista universitaria, Acting Archives, e abbiamo cercato di ricostruire il metodo che è stato seguito nella sua composizione.
Nella Parte prima della nostra ricerca, abbiamo dissezionato il testo, cercando di evidenziare la sua struttura.
Nella Parte seconda della ricerca, abbiamo effettuato una valutazione quantitativa dei vari tipi di scrittura presenti nel testo sotto esame (senza dimenticare che ci sono citazioni anche nelle note).
Nella Parte terza della ricerca, a partire da questa analisi, abbiamo cercato di dedurre le modalità compositive seguite dall’autore, che ringraziamo di cuore: infatti le numerosissime citazioni da www.ateatro.it hanno dato un notevole impulso all’impact factor della nostra rivista.
Speriamo di ricambiare il favore, fiduciosi che questo articolo possa dare una spintarella anche all’impact factor dell’aurtore e della rivista che l’ha pubblicato, grazie a una ampia citazione (pari a circa il 100% del testo), effettuata naturalmente per motivi di studio.
Parte prima
Nella tabella che segue, nella colonna di sinistra, abbiamo riprodotto il corpo del saggio, mettendo in risalto:
1. Le citazioni con virgolette (in rosso).
2. Le citazioni di citazioni con virgolette (in arancione).
3. Le citazioni camuffate (in verde).
4. Il testo originale (in nero).
Ovviamente è possibile che qualche citazione (palese o mascherata) ci sia sfuggita: vi saremo grati se ce la voleste segnalare.
Nella colonna di destra, abbiamo inserito:
1. Le nostre annotazioni (in grassetto).
2. Le note originali, precedute dal [numero di nota tra parentesi quadre].
Il compito ci è stato facilitato dalla consuetudine della nostra webzine con Robert Lepage, al quale abbiamo dedicato numerosi saggi, consultabili s.v. nella ate@tropedia.
Attore e macchina scenica nel teatro di Robert Lepage | Attore-specchio-macchina |
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Il rapporto tra tecnologia e teatro rappresenta una questione nodale nellopera di Robert Lepage. Partendo da tale rapporto, spesso percepito da molta critica come sbilanciato sul versante della tecnologia, il regista ha sviluppato e affinato nel corso di oltre un ventennio una personale poetica scenica polivisuale e policronica(1), | [1] B. Picon-Vallin, Hybridation spatiale, registres de présence, in Les écrans sur la scène, a cura di B. Picon-Vallin, Lausanne, Editions LAge dHomme, 1998, p. 33. |
combinando la purezza dellarte performativa allautomazione postindustriale(2). | [2] Cfr.: C. Innes, Machines of the Mind, http://moderndrama.ca/articles/machines_mind |
Ogni suo spettacolo può infatti essere definito come unopera ipertestuale, un vero e proprio testo multimediale. Come evidenziato da Thais Flores Nogueira Diniza, | . |
Combinando diverse strategie visive, verbali, linguistiche e musicali con le nuove tecnologie che arricchiscono lesperienza teatrale, Lepage ha creato un teatro intermediale i cui effetti dipendono dai rimandi intertestuali e dai continui passaggi multimediali (3) | [3] T. Flores Nogueira Diniz, Intermediality in the Theatre of Robert Lepage, pp. 1-15: 2, http://www.letras.ufmg.br/nucleos/intermidia/dados/arquivos/SIM3_Diniz_proof.pdf |
Inebriante e seducente fantasmagoria di luci colorate, proiezioni, scritte luminose, suoni e musica (4), | [4] R. Giambrone, Robert Lepage: il teatro ad orologeria, «The Rope», n. 2-3, marzo-ottobre 2008, pp. 101-110: 102, http://www.falsopiano.com/TheRope2-3.pdf |
quello di Lepage è un magico teatro di superfici, dove limmagine si fa racconto e seduzione pura(5), | [5] Ivi. |
nel quale si fa largo uso di azioni fisiche, prospettive multiple, giochi di luci e di ombre, mentre la drammaturgia procede rapsodicamente per ellissi e flashback, in una scrittura di impianto cinematografico (6). | [6] Ivi, pp. 101-110: 101. |
Ibridazione e ipertestualità, sperimentazione video, ricerca sul suono digitale sono alcuni degli elementi fondanti la scrittura scenica messa a punto spettacolo dopo spettacolo, a partire da La Trilogie des dragons (1985). | Ibridazione e intertestualità sono le cifre di questo nuovissimo teatro giovane (Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage). |
Nonostante il regista si definisca un formalista in quanto per lui lutilizzo della tecnologia permette di creare nuove forme | Lepage in unintervista a Radio Québec risponde alle accuse definendosi un formalista: “La tecnologia implica chiaramente una forma, e io mi sono sempre definito un formalista ( ). La tecnologia è interessante perché modifica la forma. Inventa nuove forme Gli scultori diranno che si fa una scultura con la pasta da modellare, si fa una scultura con il gesso, si fa una scultura con il marmo; è chiaro che è la materia che vi informa su come fare la vostra scultura, come raccontare quello che avete da raccontare. Trovo che le tecnologie siano proprio questo, cioè che i nuovi strumenti, le risorse che ci sono oggi pongono una sfida su come raccontare le cose”. |
– va precisato che la tecnologia nel teatro di Lepage non è mai fine a se stessa>(7). | [7] Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage, Pisa, BFS Edizioni, 2004, p. 83. |
I supporti tecnologici rappresentano, infatti, per lartista i moderni strumenti che ha a disposizione per sperimentare nuove possibilità di comunicazione, nuove strutture narrative:
la tecnologia afferma- è interessante perché inventa nuove forme. Gli scultori diranno che si fa una scultura con la pasta da modellare, si fa una scultura con il gesso, si fa una scultura con il marmo; è chiaro che è la materia che vi informa su come fare la vostra scultura, come raccontare quello che avete da raccontare. Trovo che le tecnologie siano proprio questo, cioè che i nuovi strumenti, le risorse che ci sono oggi pongano una sfida su come raccontare le cose (8) |
Per Lepage le tecnologie sono i nuovi mezzi a disposizione dellartista contemporaneo, un po come un nuovo strumento ( ) (Anna Maria Monteverdi; citazione da Lepage, traduzione di Anna Maria Monteverdi). [8] Citato in A. Balzola, Anna Maria Monteverdi, Le arti multimediali digitali, Milano, Garzanti, 2004, p. 494. |
Non è affatto in discussione limpianto teatrale nel suo complesso (rappresentazione, recitazione, racconto), quanto le ricadute sul piano drammaturgico-narrativo prodotte dalluso delle tecnologie a teatro. Siamo di fronte infatti a una tecnologia che non intende stupire o spiazzare lo spettatore ma al contrario rassicurarlo (9).
Afferma Lepage: |
La tecnologia nel teatro di Lepage non mette affatto in discussione limpianto teatrale nel suo complesso (il concetto di rappresentazione, la funzione dellattore, la narrazione) (Anna Maria Monteverdi, Attore specchio macchina, www.ateatro.it n.46.8). La tecnologia scenica di Lepage non vuole suscitare meraviglia. Non vuole stupire lo spettatore ma al contrario rassicurarlo (Anna Maria Monteverdi, Il teatro di R. Lepage). [9] Cfr.: Anna Maria Monteverdi, Metamorphosis of the stage. Robert Lepage and La face cachée de la lune, http://www.digitalperformance.it/?p=1539 |
Sono accusato di imprigionare me stesso con la tecnologia, ma la tecnologia è uno strumento che mi permette di esplorare le cose. Oggi abbiamo a che fare con un pubblico che ha un vocabolario narrativo molto sofisticato. Non sto dicendo che stiamo diventando più cinematici o più televisivi ma che abbiamo trovato un modo per invitare quel pubblico a teatro (10) | Citazione e traduzione di Anna Maria Monteverdi
[10] Anna Maria Monteverdi, Il laboratorio teatrale delle avanguardie, in A. Balzola, Anna Maria Monteverdi, Le arti multimediali digitali, cit., p. 84. |
Vale la pena soffermarci sui riferimenti al cinema e alla televisione fatti in questo passaggio, per approfondire successivamente le questioni più squisitamente legate alluso drammaturgico-espressivo della tecnologia. | . |
Il cinema è un riferimento fondamentale per Robert Lepage. Oltre a sottolineare linfluenza da lui spesso dichiarata della cultura audiovisiva, cinematografica e televisiva sul suo teatro, va ricordato che Lepage è anche attore e regista cinematografico (11). | Il cinema è un riferimento fondamentale per Robert Lepage, il quale spesso ha dichiarato che la cultura audiovisiva, cinematografica e televisiva ha da sempre influenzato il suo teatro portandolo a réinventer le vocabulaire narratif (Anna Maria Monteverdi, Attore specchio macchina, www.ateatro.it n. 46.8). [11] Il suo primo film è lhitchcockiano Le Confessional (1995) le cui eco riverberano in Les sept branches de la rivière Ota. Segue Le Polygraphe (1996), tratto dallomonimo spettacolo teatrale. Il 1997 è la volta di Nô ispirato a Les sept branches de la rivière Ota. Possible Worlds (2000) è tratto invece da un dramma di John Mighton. Nel 2003 gira La face cachée de la lune, adattamento cinematografico dellomonimo spettacolo del 2000. |
Rovesciando i termini utilizzati da Jean-François Caron nel suo Robert Lepage cinéaste: vers une nouvelle écriture, si può tranquillamente affermare che non è possibile analizzare il teatro di Lepage senza tenere conto delle sue produzioni cinematografice. (12). | [12] «Il semble impossible danalyser ses films sens tenir compte de ses productions théâtrales qui lui on valu une renommée internationale» (J. F. Caron, Robert Lepage cinéaste: vers une nouvelle écriture, in Le cinéma au Québec, a cura di S. A. Boulais, Québec, Fides, 2006, p. 141). |
Al di là del medium impiegato le due esperienze condividono, infatti, immaginario, temi, stile e scrittura nel segno di una pratica artistica originale e multidisciplinare. (13) | [13] Cfr.: Ivi. |
Per il regista il cinema (come la televisione) è innanzitutto un modello drammaturgico oltreché narrativo: | . |
In Québec non c’è tradizione letteraria. Il nostro Molière è ancora in vita, ha cinquant’anni e si chiama Michel Tremblay. La tradizione letteraria non è presente come in Europa. La nostra tecnica di scrittura deriva effettivamente dalla televisione o dal cinema. Il teatro non è ufficializzato dalla scrittura: non si parla di scrittura teatrale ma piuttosto di uno spazio di scrittura cinematografica affiliata al teatro. Per quanto mi riguarda trovo la scrittura cinematografica più teatrale del teatro, risponde veramente alle regole della tragedia greca: le sceneggiature sono strutturate, sono dei sistemi shakespeariani. Mi stupisco dunque molto che la gente di teatro rifiuti questa scrittura. Con lo zapping, ciascuno può seguire una storia senza che venga raccontata in maniera lineare. Davanti al suo televisore uno spettatore può guardare contemporaneamente il calcio e un dibattito. E finisce per trovare il filo di ciò che guarda. E’ come a teatro, è in grado di trovare il filo tutto da solo, sa che questo è un flashback (…) Troppa gente considera il teatro qualcosa di superato (14). | Citato e tradotto da Anna Maria Monteverdi [14] Citato in Anna Maria Monteverdi, Robert Lepage tra cinema e teatro, http://www.digitalperformance.it/?p=1529 |
Oltre ad essere un modello drammaturgico privilegiato, il cinema è spesso anche fonte di ispirazione tematico-narrativa. Ad esempio: | . |
In Les sept branches de la riviére Ota unequipe di cineasti americani sta filmando un documentario su Hiroschima; in Les aiguille set lopium il protagonista è a Parigi er un lavoro di postproduzione di un film, in Le Polygraphe la protagonista è unattrice che dopo molti provini è stata scelta per girare un film . (15) | [15] Anna Maria Monteverdi, Integrazione tecnoespressiva e métissage artistico nel teatro di Robert Lepage, www.ateatro.it 87.50, http://www.ateatro.org/mostranew.asp?num=87&ord=50 |
Le qualità di sintesi, scarto e il ritmo di stampo cinematografico scandiscono limpianto drammaturgico spettacolare costruito dal regista, facendo ricorso in chiave teatrale allimmaginario tecnico del grande schermo: flashback, primo piano, carrelli. Il racconto scenico è diviso in vere e proprie sequenze in cui spazio e tempo diversi e lontani vengono rappresentati in maniera fluida grazie a un montaggio parallelo di azioni e situazioni (16). |
[16] Cfr.: J. F. Caron, Robert Lepage cinéaste: vers une nouvelle écriture, in Le cinéma au Québec, cit., p. 144. |
Suddiviso in ventidue brevi sequenze, Le Polygraphe fa esplicito riferimento al linguaggio dello specifico cinematografico portando in scena dissolvenze, flashback, primi piani, proiezioni, slow motion, accelerazioni, alternates scene. (17). | (Le Polygraphe) suddiviso in ventidue brevi sequenze con soluzioni di vera cineficazione: dissolvenze, flashback, primi piani, proiezioni, slow motion, accelerazioni, alternate scenes, con richiami espliciti al linguaggio cinematografico (Anna Maria Monteverdi, Integrazione
.ateatro n 87). [17] «Alla fine degli anni Ottanta Robert Lepage portava in teatro con Le Polygraphe un vero e proprio “spettacolo cinematografico”: simulazioni di riprese, punti di vista insoliti come fossero inquadrature di una macchina da presa, applicazione del montaggio alternato alla drammaturgia, uso frequente del flashback e del flashforward» (Anna Maria Monteverdi, Nuovi media, nuovo teatro?, www.ateatro.it 101.12, http://www.ateatro.org/mostranew.asp?num=101&ord=12). |
La narrazione Costituita da una successione di quadri (alcuni dei quali esclusivamente visivi) solo apparentemente slegati tra loro e aventi continui spostamenti di tempi e di luoghi, mette il pubblico teatrale nella condizione di dover indagare il senso, ricostruendo lenigmatica vicenda (18) |
[18] Anna Maria Monteverdi, Integrazione tecnoespressiva e métissage artistico nel teatro di Robert Lepage, www.ateatro.it 87.50, http://www.ateatro.org/mostranew.asp?num=87&ord=50 |
In Le Polygraphe il regista realizza una scena integrata dove cultura e linguaggio visivo dei media si fondono perfettamente nella pratica teatrale. | Con Le Polygraphe si preannuncia linteresse di Lepage verso una scena integrata, che attinga con disinvoltura al linguaggio e alla cultura dei vari media (Anna Maria Monteverdi, Integrazione tecno espressiva www.ateatro.it n. 87) |
Come evidenziato dalla Monteverdi Il teatro di Robert Lepage
maschera un universo cinematografico che influenza narrazione interpretazione e scenografia, prendendone a prestito, al di là dei limiti dei generi e dei linguaggi, forme e modalità. (19). |
[19] Anna Maria Monteverdi, Attore-specchio-macchina, www.ateatro.it 46.8, |
Il cinema funge addirittura da fonte di ispirazione per scrivere il teatro con la luce e con le ombre (20). E il caso di Les sept branches de la riviére Ota (1994) nel quale | [20] O. Ponte di Pino, Una tecnica del destino, in Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage, cit, p. 8. |
Lepage porta con disinvoltura sulla scena teatrale un montaggio parallelo di tipo cinematografico grazie anche allintroduzione del video: la scenografia, che ad un primo livello ricostruisce la tipica casa giapponese formata da porte scorrevoli semi-trasparenti è composta in realtà da sette pannelli di spandex che oltre ad inquadrare i personaggi, isolandoli dal resto dellazione, fungono da schermi di proiezione. (21). |
[21] S. Russo, La confessione cinematografica di un fan di Alfred Hitchcock, www.ateatro.it 86.48, http://www.trax.it/olivieropdp/mostranew.asp?num=86&ord=48 |
Oltre ad ispirarsi ai tagli, alle inquadrature, allimpostazione visiva del cinema nel suo complesso, il regista struttura la scena stessa come se fosse un grande schermo (22): | [22] Anna Maria Monteverdi, Attore-specchio-macchina, www.ateatro.it 46.8, http://www.ateatro.org/mostranew.asp?num=46&ord=8 |
i sette pannelli che compongono la casa giapponese in Le sept branches de la riviére Ota, il muro in Le Polygraphe, la parete scorrevole in La face cachée de la lune, lenorme cornice televisiva in Apasionada (23). | [23] Anna Maria Monteverdi, Integrazione tecnoespressiva e métissage artistico nel teatro di Robert Lepage, www.ateatro.it 87.50, http://www.ateatro.org/mostranew.asp?num=87&ord=50 |
In tutti questi spettacoli
La trama è spesso suddivisa in sequenze e quadri che ritagliano e isolano la scena letteralmente incorniciandola, ricreando vere e proprie inquadrature e movimenti della macchina da presa, mentre la storia procede attraverso originali raccordi imitando le modalità e le tecniche del film secondo un procedimento narrativo non linare, con distorsioni temporali in forma di analessi (flashback) e prolessi (flashforward) che mettono in crisi la cronologia stessa del racconto (24). |
[24] Ivi.
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Nellimpianto scenico-spettacolare predisposto da Lepage un ruolo fondamentale è affidato agli schermi ( di diversa forma e dimensioni). Su di essi (plasma, lcd, spandex) vengono proiettati video (registrati e live) diapositive, istantanee fotografiche, sequenze cinematografiche, immagini 3d generate al computer, effetti cromatici e giochi di ombre. |
La scena di Lepage è costellata da una vera polifonia di linguaggi e di immagini: video (live o registrate), diapositive, istantanee fotografiche, immagini in 3 D generate al computer, o semplici luci colorate o effetti creati con la tecnica delle ombre. (Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage) |
Come acutamente sottolineato da Anna Maria Monteverdi, tali immagini assolvono una funzione drammaturgica ben precisa: | Nel teatro di Lepage le immagini assolvono una funzione drammaturgica ben precisa (Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage): |
evidenziano scrive- un sottotesto, creano un contesto e latmosfera emotiva, mostrano linteriorità o la memoria del protagonista, diventando suo deuteragonista immateriale (soprattutto negli spettacoli solo) o specchio autoriflessivo; le immagini rivelano nel senso fotografico (dunque chimico) del termine, cioè fanno venire alla luce (25) |
[25] Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage, cit., p. 97. |
Vale la pena soffermarsi su questo punto ricostruendo limpianto scenico di alcuni spettacoli di Lepage. In La face cachée de la lune (2000) la scena progettata da Carl Fillon |
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Costituita da semplici pannelli scorrevoli su binari, può aprirsi e scoprire il suo lato interno nascosto ed è attraversata dallattore grazie a unapertura circolare che in base alle esigenze narrative, diventa oblò della lavatrice, astronave o apparecchio per la TAC; quando il corpo dellattore è nella parte nascosta della scena, viene ripreso da telecamere invisibili e le immagini vengono restituite in diretta, ma con effetto rallentato, sulla parete frontale, dando limpressione di un cosmonauta che viaggia nello spazio in assenza di gravità (26). |
[26] Anna Maria Monteverdi, Attore-specchio-macchina, www.ateatro.it 46.8, http://www.ateatro.org/mostranew.asp?num=46&ord=8 |
La proiezione mostra, concretandola in immagine, lesperienza interiore del personaggio, permettendo allautore di mostrare linvisibile. | Il teatro in questo senso produce un nuovo sguardo, un’inedita “esperienza” visiva, sollecitando lo spettatore a guardare come normalmente non si guarda, perché il teatro mostra l’invisibile (Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage) |
Effetti di straniamento prodotti da un processo di frammentazione e moltiplicazione dellimmagine vengono letteralmente incarnati dalla scena sempre ideata da Fillon- in Elseneur (1995). Qua come ricordato dalla Monteverdi | . |
Un enorme pianale metallico quadrato può alzarsi in verticale a 180°, sollevarsi parallelamente al palco, diventando indistintamente muro, soffitto o parete. Il dispositivo (detto la macchina) contiene, invisibile, un disco circolare, che permette, solidale con la parete o autonomamente, ulteriori rotazioni, lente o veloci; quest’ultimo dispositivo circolare ricorda l’enciclema, la piattaforma rotante che nel teatro greco veniva usata per mostrare quanto avveniva all’interno di un ambiente. Esattamente collocato al centro del disco, un varco rettangolare usato come una porta, finestra o tomba. Alla struttura furono aggiunti due schermi laterali e un fondale. La scena, oltre alla struttura mobile, era così costituita da tre enormi pareti modulari; quelle che affiancavano la scena furono ricoperte di spandex e servivano per proiettare le immagini (in movimento e fisse) in diretta, raddoppiando Amleto, ingigantendolo o sezionandone una porzione del volto, producendo l’effetto di una visione stereoscopica (la visione contemporanea ma separata dei due occhi).(27) |
[27] Ivi (Anna Maria Monteverdi, n.d.r.). Vedi anche: A. Lavander, Hamlet in pieces, New York, Continuum, 2001, pp. 93-150. |
Lo spettacolo è strutturato come una solo performance con un unico attore (Lepage stesso nella prima edizione) ad interpretare tutti i ruoli. In questottica le proiezioni video hanno una funzione fondamentale in quando agiscono come personaggi virtuali in rapporto con lattore in carne ed ossa. | . |
Emblematico il quadro in cui Amleto incontra Rosencratz e Guilderstein. Immerso in un blu soffuso il protagonista è al centro della scena. Alternativamente indirizza la sua recitazione alla destra e alla sinistra del palco dove sono posizionate due microcamere. Le immagini che queste catturano proiettandole sulle pareti laterali sono in pratica i primi piani alternati di Rosencrantz e Guilderstein che dialogano con Amleto in scena. | Di particolare intensità la scena dellincontro con Rosencratz e Guilderstein che altro non sono che la parte destra e la parte sinistra del suo volto ripreso in diretta da due microcamere. (Anna Maria Monteverdi, attore specchio macchina, www.ateatro.it 46) |
Allo stesso modo il duello finale tra Laerte e Amleto è reso attraverso un gioco di soggettive, alternativamente proiettate sulla scena, riprese da una piccola telecamera montata alla base dellimpugnatura della spada (28). | Nel duello finale, una microcamera posizionata sull’elsa della spada di Laerte e di Amleto, riprende alternativamente quello che nel gergo televisivo si definisce il campo e il controcampo (Anna Maria Monteverdi, Il teatro di Robert Lepage) [28] Cfr.: C. Innes, Gordon Craig in the multi-media postmodern world: from the Art of the Theatre to Ex Machina, http://www.moderndrama.ca/articles/ gordon_craig_multimedia_postmodern_world_art_theatre_ex_machina_christopher_innes |
Gli apparati elettronici, pannelli, schermi, sono sempre -in Lepage- Metafora di uno sguardo, interno o multiplo, e intervengono per mostrare il rimosso, il lato nascosto dealla realtà, esattamente come i personaggi, storici o immaginari, che hanno il ruolo di testimoni-antagonisti, non sono altro che proiezioni (specchi o riflessi) di un interno di sé, manifestamente diviso e letteralmente spezzato in due, che reclama la propria esistenza. (29). |
[29] Anna Maria Monteverdi, Metamorphosis of the stage. Robert Lepage and La face cachée de la lune, |
Come suggerito da Cristopher Innes, gli schermi sono fondamentali per le performance multimediali del regista così come lo sono gli screens nel teatro di Gordon Craig: (30) | [30] Cfr.: C. Innes, Gordon Craig in the multi-media postmodern world: from the Art of the Theatre to Ex Machina,
Perfida_de_Perfidis 2011-05-21T00:00:00
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