Symbola: pubblicato il rapporto “Io sono cultura 2018”
La cultura come motore di sviluppo
E’ stato presentato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, alla presenza del Ministro Alberto Bonisoli, “Io Sono Cultura – 2018. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” realizzato da Fondazione Symbola e da Unioncamere, giunto all’ottava edizione. Il rapporto analizza annualmente, partendo dalla visione economica, gli andamenti, l’evoluzione, le prospettive del Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano.
Scarica la ricerca
Scarica le slide di presentazione
Lo studio, presentato dai presidenti di Symbola e di Unioncamere Ermete Realacci e Ivan Lo Bello, e dal segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, coordinati dal segretario generale di Symbola Fabio Renzi, disegna complessivamente una realtà in crescita. Premesso che i dati si basano sui conti nazionali e sulle serie relative a province e regioni pubblicate dall’Istat e dalle altre banche che fanno capo al Sistema Statistico Nazionale, i risultati riferiti al 2017 indicano che il Sistema Produttivo Culturale e Creativo – comprendendo imprese, PA e no profit – realizza il 6,1% del valore aggiunto prodotto in Italia, pari a oltre 92 miliardi di euro. Al contempo genera un effetto moltiplicatore sul resto dell’economia pari all’ 1,8. I settori culturali e creativi, nella tassonomia adottata) afferiscono a due macroaree: “Core cultura” comprendente industrie creative, industrie culturali, performing arts e patrimonio storico artistico, e “Creative Driven”, stimabile grazie all’incrocio dei settori con la perimetrazione delle professioni culturali e creative. Tale sistema occupa 1,5 milioni di persone, pari al 6,1% del totale degli occupati in Italia.
Partendo dallo scenario complessivo entriamo nel merito dello spettacolo dal vivo – ovvero delle performing arts (secondo la terminologia del rapporto) – che apporta all’economia nazionale un valore aggiunto pari a 7.933 milioni di Euro, corrispondente allo 0,5% del dato complessivo e dà occupazione a 141 mila lavoratori.
Si tratta del settore che nell’ambito della componente “Core” ha fatto registrare i maggiori tassi di crescita rispetto all’anno precedente; il valore aggiunto generato è cresciuto del 9,5% , il numero degli occupati dell’8,7%. Le imprese, in cui conteggio rileva un +4,0%, sono in totale 12.827 (di cui 2.812 a conduzione femminile) e sono concentrate in Lombardia (2.420), Lazio (1.918) ed Emilia-Romagna (1.144).
Tornando alla presentazione del rapporto, una certa attesa era riservata alle dichiarazioni del Ministro Bonisoli, da poco insediato, intervenuto alla fine dell’incontro. Il Ministro, citando Lord Kelvin («per gestire devi misurare»), ha sottolineato il bisogno di elementi di conoscenza per svolgere l’azione pubblica, si è soffermato su tre punti. E’ partito dal lavoro, evidenziando le potenzialità dei settori culturali e creativi in una prospettiva futura e l’importanza di acquisire una qualificazione di tipo universitario (dal rapporto emerge l’alto livello di istruzione degli occupati), nonostante il disallineamento che spesso si riscontra tra il sistema universitario e il mondo produttivo. Tali settori potranno infatti avere, secondo le migliori previsioni, un’espansione esponenziale grazie alla valorizzazione delle risorse umane, che non saranno contrapposte a quelle tecnologiche. Affrontando il versante delle risorse, ha affermato la necessità di sviluppare approfondimenti sul tema, citando come esempio la pur contenuta ripresa economica del paese dovuta all’export di prodotti che trovano origine in buona parte proprio nelle industrie culturali e creative. Infine ha affrontato la qualità della vita (motivo ricorrente nel rapporto) collegandola appunto allo sviluppo della cultura, delle sue imprese e dunque anche alla creazione di posti di lavoro.
A margine della presentazione il Ministro è tornato sulle risorse, indicando il loro incremento tra le priorità . Le finalità e gli auspici legati alla realizzazione del rapporto si possono sintetizzare in una dichiarazione di Realacci: “Cultura e creatività sono la chiave di volta in tutti i settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia”