(a)teatro e storia

“ateatro” su “Teatro e storia”

Pubblicato il 19/02/2005 / di / ateatro n. 081

Il nuovo numero di “Teatro e storia” (30 euro, Bulzoni Editore) è imperdibile, per noi curiosi & maniaci.
In “Teatro e storia 25/2004” ci sono infatti due dossier ampi e importanti: il primo, curato da Renzo Guardienti, è dedicato a Teatro e iconografia: può essere insieme una prima guida a un tema di straordinario fascino e interesse, spaziando dalle “questioni di metodo” impostate da Cesare Molinari al problema dalla catalogazione delle 17000 immagini dell’ Archivio Dyonisos, e al tempo stesso offre una ampia serie di spunti di riflessione e ricerca.

Jean Fouquet, Il ratto delle Sabine.

Il secondo dossier, curato da Mirella Schino, festeggia invece i quarant’anni dell’Odin Teatret, e anche qui con una serie di contributi innovativi su un gruppo che peraltro è da sempre al centro dell’’interesse della rivista. In particolare, oltre al testo del nuovo spettacolo del gruppo, Il sogno di Andersen e ad ampie anticipazioni del prossimo (tra Amleto e Il Principe, andrà in scena a Elsinore nell’estate del 2006), raccoglie l’’ampio e sfaccettato saggio di Ferdinando Taviani su Barba scrittore (è la prefazione alle Opere scelte del regista e teorico salentino, in corso di stampa a Cuba): chiunque abbia avuto modo di leggere o ascoltare le metafore di Barba, sa che si tratta di un grande scrittore, e si chiede come ha fatto a non scoprirlo da solo. Ma ci sono anche il duetto tra Francesca Romana Rietti e lo stesso regista sulla storia della rivista edita dall’Odin, “Teatrets Teori og Teknikk”, e ancora una lettera (ancora di Barba) “sull’indeterminatezza della memoria autobiografica”. L’Odin Teatret è insieme un miracolo e un mistero, Eugenio Barba una personalità eccezionale e un artista straordinario, torturato e carismatico, il suo ruolo nel teatro, nella storia del teatro e nella storia della storia del teatro di questi anni assolutamente centrare: i materiali qui raccolti sono un omaggio, ma anche – ancora una volta – materiali di lavoro, una chiave per cercare di capire che cosa è effettivamente il teatro.
Infine, nei Parerga finali, tra saggi dedicati a Grotowski gnostico e Cacà Carvalho (di cui abbiamo parlato anche noi), al cunto di Mimmo Cuticchio e al Dernier Caravanserrail del Théâtre du Soleil (di cui abbiamo parlato e straparlato anche noi), c’è un’’ampia sezione dedicata al meglio di ateatro, di cui siamo assai felici e orgogliosi!

Redazione_ateatro

2005-02-19T00:00:00




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