La prima assoluta di Not in My Name di Filippo Del Corno
A Milano l'11 aprile
Prima assoluta del nuovo lavoro di
FILIPPO DEL CORNO
NOT IN MY NAME
Concerto per pianoforte e orchestra da camera
in quattro movimenti (durata: 20)
12 APRILE 2007, ORE 21
TEATRO DAL VERME, MILANO
FONDAZIONE I POMERIGGI MUSICALI
(REPLICHE: 13 APRILE, VIGEVANO; 14 APRILE, MILANO)
Orchestra I Pomeriggi Musicali
James MacMillan, direttore
Emanuele Arciuli, pianoforte
La prima assoluta del nuovo lavoro di Filippo Del Corno (Milano, 1970) si inserisce in un periodo di particolare vivacità creativa per il compositore milanese che conferma il proprio impegno ad affrontare il rapporto complesso e contraddittorio che esiste tra lespressione artistica contemporanea e la società che la circonda, attraverso la creazione musicale così come nellideazione e nella progettazione delle stagioni dell’ensemble SENTIERI SELVAGGI, fondato nel 1997 con Carlo Boccadoro e Angelo Miotto.
Not In My Name è un concerto dove non esiste la figura del solista accompagnato dall’orchestra, o il tradizionale rapporto solo/tutti, e neppure il disegno di un’orchestra che commenta, amplifica, rispecchia gli elementi musicali proposti dal pianoforte. Not In My Name è invece un confronto aspro, serrato, un fronteggiarsi tra lindividualità del solista e la collettività dell’orchestra, in una lotta che conosce anche violenza, sopraffazione, disparità.
Il concerto è in quattro movimenti, ciascuno dei quali reca in epigrafe una delle quattro parole che costituiscono il titolo: Not In My Name, ossia lo slogan lanciato dall’organizzazione denominata The September Eleven Families for Peace for Tomorrow, il gruppo dei familiari delle vittime dellattentato contro le Twin Towers che ha fortemente protestato contro le guerre scatenate dal governo degli Stati Uniti in nome e per conto degli americani uccisi dai terroristi.
Not In My Name è il secondo capitolo della trilogia Confront Reality che, insieme a Critical Mass per orchestra darchi e Shock and Awe per grande orchestra, vuole affrontare il rapporto complesso e contraddittorio che esiste tra lespressione artistica contemporanea e la società che la circonda, rispondendo così alla sfida lanciata dal compositore inglese Steve Martland per unarte che non rifletta la realtà, ma la affronti; una musica che sia una protesta per i valori umani e una profezia di cambiamento; e che dia la possibilità, per quanto remota, di un’affermazione.
(Filippo Del Corno)
Filippo_Del_Corno
2007-04-09T00:00:00
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