#specialeRoma. Cinque o sei cose che dobbiamo sapere sul Valle Occupato
Facilitatori e difficilitatori tra utopia, realismo e pensiero unico
In queste ultime settimane, la discussione sul Teatro Valle Occupato ha ripreso vigore. Da un lato ci sono coloro che continuano a guardare con interesse a questa esperienza, non solo in Italia (vedi l’ECF Princess Margriet Award assegnato dalla European Cultural Foundation). Dall’altro c’è chi non sopporta che nel cuore di Roma, a pochi metri dal Senato, si consumi una pratica “illegale”, con un’alta capacità di mobilitazione popolare.
Il Valle Occupato non è certo la causa del degrado della situazione culturale della capitale: è semmai il sintomo dell’incapacità dei poteri pubblici di elaborare una politica credibile nel settore della cultura e del teatro a Roma. I tre anni di occupazione – un periodo lunghissimo, per un esperimento utopico, forse velleitario, magari confuso ma certo vitale – hanno offerto e continuano a offrire spunti di riflessioni e indicazioni pratiche.
Negli ultimi giorni, la Corte dei Conti ha duramente bacchettato il Comune di Roma per aver pagato alcune utenze (a cominciare dalla bolletta della luce) del Teatro Valle: una responsabilità dei funzionari o dirigenti del Comune, anche se evidentemente con un avallo politico dal Campidoglio.
Il sindaco Ignazio Marino oggi si trova in evidente difficoltà, vista la sua incapacità di trovare un sostituto all’Assessore alla Cultura Flavia Barca, “dimissionata” a fine maggio (l’appello che chiede di nominare un nuovo assessore ha raccolto migliaia di adesioni), e in generale a causa dell’impossibilità a definire una linea culturale per “Roma Capitale”. Additare il Valle Occupato come bersaglio, e causa di ogni male, è una facile scappatoia per eludere il problema.
Per risolvere la situazione, il sindaco ha espresso la necessità di ascoltare la città e i suoi operatori culturali: una buona idea, infatti era proprio quello che aveva fatto, su incarico dell’Assessore Barca, il gruppo dei “facilitatori”, che in conclusione avevano elaborato alcune possibili linee d’azione. Il documento finale del “facilitatori” è stato messo online di recente dal “Fatto Quotidiano”.
Accanto ai “facilitatori”, ci sono anche i “difficilitatori”, ovvero coloro che spingono verso la prova di forza contro gli occupanti. E’ del tutto legittimo avere opinioni diverse di fronte a una situazione così complessa e alle sua innovative proposte. Tuttavia è altrettanto importante che la discussione parta da una base reale, e non da incomprensioni (e a volte palesi bugie). Abbiamo provato, con l’aiuto degli stessi occupanti, a chiarire alcuni dei temi in discussione, a partire dalle posizioni espresso sulla stampa. Criticare l’esperienza del Valle è ovviamente del tutto legittimo, e utile. L’importante è farlo con argomenti solidi e fondati, e non in nome di un “pensiero unico” che distorce o falsifica i fatti, e rischia di rendere impossibile qualunque soluzione al “problema Valle”.
Leggi il pezzo di Teatro&Critica sugli errori di Repubblica e l’Estate Romana.
Leggi l’articolo del “Fatto Quotidiano” sulla situazione del Valle con il link al documento dei “facilitatori”.
Leggi l’articolo di Ilenia Carrone sul futuro del Valle Occupato.
Il video: Manca l’assessore alla Cultura di Roma, Marino: pagano poco.
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