La lezione di Carlo Goldoni è ancora valida?

Il teatro comico di Invisibile Coillettivo all'Elfo Puccini di Milano

Pubblicato il 24/04/2025 / di / ateatro n. 203

Non ha tutti i torti Valentina Diana quando nel programma di sala, stilato per il suo originalissimo adattamento de Il teatro comico di Goldoni all’Elfo Puccini di Milano, afferma che questo sublime testo del commediografo veneziano sia un po’ trascurato dai cartelloni nazionali. Eppure, si sa che la maggior parte delle stagioni di prosa di quasi tutt’Italia per andare sul sicuro un titolo della triade Shakespeare – Goldoni – Pirandello ce l’hanno sempre in cartellone, sempre in bella vista. A onor del vero, i tre giganti forniscono ancora il destro per letture che il teatro contemporaneo assorbe e riscrive secondo le esigenze d’oggi.

Foto di Laila Pozzo

Prima di entrare nel merito della versione di Diana per Invisibile Kollettivo, bisogna rammentare una recente versione del Teatro comico servita al pubblico del Piccolo Teatro da Roberto Latini. La riflessione di Goldoni sul teatro, sul far teatro e come costruirlo, progettarlo, è ancora valida per la lezione che dà e per gli strumenti donati a chi il teatro vuol farlo seriamente, non disdegnando di percorrere soluzione inedite e percorsi non consueti. Tuttavia lo stesso testo non nasconde le difficoltà economiche e il disagio sociale che una compagnia può incontrare nel corso della sua esistenza. Ed è quello che questo adattamento tenta di mostrare, senza cadere nel patetico, ma praticando tutta una serie di trovate e lazzi che innestano modi della commedia nell’arte nel disvelamento caro al teatro contemporaneo di confondere il vero con la finzione e viceversa, pur sapendo che è come addestrare un cane che si morde la coda.
Poco importa. Ciò che conta è osservare la smaliziata (e allo stesso tempo sorvegliata) capacità interpretativa di
una piccola e disadattata compagnia che ribalta situazioni a dir poco grottesche che implicano relazioni
asimmetriche tra gli stessi attori. Il rovesciamento consente allo spettatore di vivere il dietro le quinte di uno spettacolo da farsi: ecco che Goldoni si proietta nel futuro creando Pirandello e disfacendosi in Beckett.
L’imprevedibilità della ricerca di un autore con la consapevolezza di trovarsi al margine delle cose. In tale prospettiva è straordinaria la muta presenza del manifesto di Finale di partita, appiccicato a una delle trasformistiche valigie d’attore, che spiega molto di più di qualsiasi parola qual è il destino di ognuno; per l’appunto in un verosimile teatrale che è anche vita vera. Menzione finale per l’intero Invisibile Kollettivo, totalmente al servizio del testo e della scena.

Foto di Laila Pozzo

Il teatro comico di Carlo Goldoni
di Valentina Diana
da Carlo Goldoni
regia e interpretazione Invisibile Kollettivo: Nicola Bortolotti, Lorenzo Fontana, Alessandro Mor, Franca Penone, Elena Russo Arman
luci Cesare Agoni
collaborazione alla scena Michele Sabattoli
collaborazione ai costumi Bruna Calvaresi
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro dell’Elfo
in collaborazione con Invisibile Kollettivo
con il contributo di NEXT Laboratorio delle idee per la Produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo




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