“Ho capito che il teatro è vivo, è vero”: le prime due tappe del progetto FOR.T.I.

Un progetto itinerante per adolescenti e preadolescenti, un’occasione di incontro e riflessione per i formatori

Pubblicato il 09/01/2025 / di / ateatro n. 190 | Focus AdoleScen[z]a

Il progetto FOR.T.I. (Formazione Teatrale Itinerante) nato all’interno del tavolo formazione di C.Re.S.Co. (Coordinamento Realtà Scena Contemporanea), ha l’intento di creare momenti di confronto tra formatori teatrali provenienti da diverse parti d’Italia e utenti di diverse generazioni e condizioni, anch’essi provenienti da territori lontani.
Nel progetto pilota il focus su cui si intende intervenire è quello dei giovani in età scolare. I ragazzi incontreranno ragazzi di pari età di altri territori e lavoreranno con formatori anch’essi di diversa provenienza geografica e artistica. La ragione di questa scelta risiede nella composizione del tavolo di formazione di C.Re.S.Co, costituito da compagnie e artisti provenienti da tutto il territorio nazionale, ma soprattutto nel bisogno, emerso prepotentemente dopo la fase pandemica, di un confronto più ampio tra artisti/formatori sulle metodologie e sul senso del proprio lavoro, e ancor più sul bisogno dei giovani, già in età scolare, di uscire dalla famiglia, dalla casa, dalla cerchia di amici e incontrare altri giovani, provenienti da contesti socio-culturali diversi per confrontarsi, raccontarsi esperienze, allargare in proprio sguardo e conoscere altri modi di fare teatro. Immaginando nei gruppi anche la possibile presenza di ragazzi stranieri si può parlare di meticciato culturale.
Qui vengono raccontate le prime due tappe del progetto, a L’Aquila e Palermo.

Il LINK
Il progetto

“A scuola è difficile essere in squadra, qui ognuno doveva contribuire. Abbiamo dovuto cercare il modo di capirci senza parlare. Ci siamo sentiti uniti.”

“Questi laboratori mi hanno aiutato a socializzare e ad avere pazienza.”

“A me è piaciuto il fatto di mangiare insieme.”

“Mi sono sentito come se già li conoscessi e come se fossi a casa.”

“A me sono piaciuti il silenzio e calma.”

“Io mi sono sentita in sintonia con gli altri.”

“A me questi laboratori sono piaciuti perché abbiamo usato tanta creatività e perché mi sono sentito libero di fare, senza essere giudicato.”

“Io a casa non ci voglio tornare, voglio restare qua.”

“È stato bello trovare qualcuno con cui parlare di teatro, senza stare a spiegare il perché della mia passione.”

Queste le parole dette da due gruppi di adolescenti provenienti da territori diversi, ma uniti nell’aver vissuto un’esperienza di formazione teatrale fuori dall’ordinario. Stiamo parlando delle prime due tappe del progetto FOR.T.I. (Formazione Teatrale Itinerante), nato all’interno del tavolo formazione di C.Re.S.Co con l’intento di creare condizioni per far incontrare realtà diverse e geograficamente distanti e metterle in comunicazione attraverso il teatro dando valore, così, alla formazione teatrale e al legame tra teatro e comunità in senso lato, con un particolare focus sulle scuole.

Il progetto FO.R.T.I. ha tra i suoi prerequisiti il fatto di non avere la pretesa di sapere come andranno le varie tappe prima di averle vissute ed elaborate. Non esiste un punto di arrivo al quale arrivare, se non quello di vivere la pienezza di un percorso teatrale condiviso con gli altri.
La fase pilota prevede 4 tappe in 4 regioni diverse: Abruzzo, Sicilia, Lombardia e Campania.
La prima tappa del progetto FO.R.T.I. si è svolta in Abruzzo il 28 e 29 settembre 2024 nello Spazio Nobelperlapace di San Demetrio (AQ) e ha visto coinvolte tre realtà formative: Arti e Spettacolo, L’Aquila – Puteca Celidonia, Napoli – Teatro Periferico, Cassano Valcuvia (VA).
I 23 partecipanti alla prima tappa, giovani provenienti da piccoli paesi del comprensorio dell’Aquila e dal quartiere Sanità di Napoli, hanno passato un’intera giornata in teatro insieme a 6 formatori di 3 diverse regioni: Abruzzo, Lombardia e Campania.

La seconda tappa si è svolta a Palermo il 31 ottobre e il 1° novembre 2024 presso il Teatro Garibaldi, all’interno di PrimaOnda Festival e ha coinvolto tre realtà formative: Comteatro, Corsico (MI) – Santa Briganti, Vittoria (RG) – Genia, Palermo.

I partecipanti alla prima e alla seconda tappa del progetto FO.R.T.I. hanno attraversato un percorso teatrale a partire dagli esercizi base del lavoro attoriale. Hanno sperimentato esercizi sulla conoscenza reciproca, sul rapporto con il ritmo e con lo spazio, sulla composizione, fino ad arrivare ad esercizi sul coro e sull’improvvisazione a coppie e a gruppi. Hanno avuto di modo di lavorare sul respiro e sulla vocalità, sull’esplorazione dello spazio, sulla creazione di un personaggio e su messe in scena di gruppo a partire da tracce scritte proposte dai formatori.
A conclusione di entrambe le tappe c’è stato un prezioso momento di confronto dal quale sono emerse le testimonianze riportate in apertura di questo articolo, che diventano racconto di un’esperienza vissuta in prima persona.
Il fatto che ai laboratori sia stato dedicato un tempo dilatato, dei luoghi dedicati, persone addette alla stesura dei report e alla realizzazione dei video, ha fatto sì che il processo di formazione teatrale potesse essere molto efficace perché si è potuto compiere nella sua pienezza, con persone concentrate su ciò che si stava facendo, in spazi che hanno consentito questa concentrazione e che sono diventati “casa”.

I ragazzi e le ragazze coinvolti sono stati insieme nel lavoro formativo e nei momenti di pausa, in una relazione che non ha avuto bisogno di “preliminari” ma si è compiuta istantaneamente e quasi magicamente con sorrisi, chiacchiere, contatto fisico, presenza, fatica e leggerezza; nell’ambito della seconda tappa hanno anche visto insieme spettacoli inseriti nel PrimaOnda Festival, e hanno avuto modo di parlarne e confrontarsi finita la rappresentazione.
In una modernità come quella che stiamo vivendo fatta di realtà virtuali, intelligenze artificiali, interconnessione senza condivisione degli spazi, spesso i giovani rischiano di perdere la capacità di percepirsi e percepire l’altro. Il lavoro di formazione teatrale durante l’età dell’adolescenza può avvicinare i ragazzi e le ragazze ad affrontare il lavoro senza giudizio, con fiducia e responsabilità verso il gruppo. La cura e la concentrazione necessarie per affrontare il lavoro in sala è una vera e propria palestra di vita, insegna ad affrontare le problematiche che sorgono in maniera collettiva, a fare il possibile con quello che si ha a disposizione, ad ascoltare e dare il giusto spazio all’altro senza mai sparire. La magia del teatro, quella caratterizzata dal “qui ed ora” e dal flusso di energia in continuo scambio tra chi fa e chi guarda, colloca le persone coinvolte in un presente attivo fatto di azioni e di reazioni.
Questo progetto prevedendo lo spostamento delle persone coinvolte da un territorio all’altro, permette ai formatori di osservare il lavoro degli altri e di creare nuove sinergie e permette ai partecipanti di allontanarsi dal contesto socio familiare dal quale provengono e di allargare i propri orizzonti e interiorizzare il fatto che esistono scenari diversi da quelli quotidiani, basta avere la possibilità di scoprirli. Vivere la formazione teatrale in questo modo permette di ricollegarsi a un teatro di necessità, un teatro che si interroga su temi che riguardano da sempre la condizione umana e l’energia generata dalla relazione.
Troppo spesso si parla dei giovani e delle loro problematiche senza la curiosità di mettersi in ascolto dei diretti interessati e senza riconoscere che dalla relazione con loro cresciamo anche noi. È per rispondere a questo bisogno che durante la prima tappa è stato realizzato un laboratorio con 15 insegnanti della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di San Demetrio ne’ Vestini.
Il laboratorio aveva lo scopo di offrire alle insegnanti un’esperienza sulle metodiche del teatro che potrebbero essere loro utili anche per il lavoro didattico in quanto aumentano la consapevolezza, alzano il livello di energia, pongono l’accento sulla comunicazione non verbale, allargano lo sguardo e migliorano l’ascolto.
Queste le parole delle insegnanti partecipanti al laboratorio:

“Ho capito che abbiamo potenzialità enormi non sfruttate.”

“Ho capito che con il corpo comunichiamo molto più di quello che pensiamo.”

“Per me è stato importante condividere anche questo spazio, fuori dal contesto usuale in cui ci incontriamo, ovvero quello scolastico e lavorativo. Oggi abbiamo potuto sperimentare un tipo di contatto diverso tra noi.”

“Durante i corsi di teatro tenuti a scuola, qualche volta ho alzato la voce se un bambino o una bambina non riuscivano a seguire le indicazioni delle formatrici. Oggi ho capito che sommare i livelli del lavoro attoriale è molto complesso e richiede grande concentrazione. Ho capito che a volte siamo rigidi con i bambini. È stato importante mettermi nei loro panni.”

“Ho capito che devo liberare il corpo da una rigidità condizionata che è anche una rigidità mentale.”

“Ho capito l’importanza dell’essere qui e ora.”

“Ho capito che parliamo troppo a volte.”

“Ho capito che il teatro è vivo, è vero.”

Con la collaborazione di:
Sara Maddalena Cocuzzi per i testi
Salvatore L. De Fazio per il video Tappa 1
Mirella Giummarra per il video Tappa 2

VIDEO TAPPA 1: https://youtu.be/4Ddco2bNrh4?si=KN9p7GnKYVVzQBG3

VIDEO TAPPA 2: https://youtu.be/ASeNRGKJmX4?si=nEBkKyka_CxDCtfa