Il videoritratto dei Marcido La nostra minima arte a Roma

Appuntamento lunedì 2 dicembre alle ore 18.00 a Numero Cromatico (Piazzale del Verano 93, Roma)

Pubblicato il 26/11/2024 / di / ateatro n. 201

La nostra minima arte

Il teatro estremista dei Marcido

videoritratto a cura di Oliviero Ponte di Pino
regia di Domenico Cuomo
produzione Ateatro 2023, durata 52’

lunedì 2 dicembre, ore 18.00
ROMA, NUMERO CROMATICO

Piazzale del Verano 93, Roma

Lunedì 2 dicembre 2024, nello spazio espositivo dell’Associazione Numero Cromatico (piazzale del Verano 93) avrà luogo la presentazione a Roma del docufilm La nostra minima arte. Il teatro estremista dei Marcido, un videoritratto che racconta la poetica e il percorso quarantennale della Compagnia.
Il video documentario – prodotto dall’Associazione Culturale Ateatro con il sostegno del Ministero della Cultura- Direzione Generale dello Spettacolo e il contributo di Fondazione Cariplo – è stato presentato in anteprima all’80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica de La Biennale di Venezia nel settembre 2023.
La proiezione sarà seguita da un incontro con i Marcido, condotto dal curatore Oliviero Ponte di Pino.

La nostra minima arte è l’incalzante videoritratto dei Marcido, ovvero Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, compagnia torinese attiva dal 1986. Esplora la storia e la poetica di una delle formazioni più coerenti, rigorose e inventive della scena italiana.
Protagonisti del documentario sono Marco Isidori, attore e poeta della Compagnia, e Daniela Dal Cin, la scenografa che ha creato i visionari sipari e i sorprendenti “ordigni” teatrali dei Marcido. Con loro, i due principali attori della Compagnia, Maria Luisa Abate e Paolo Oricco. Nelle loro parole, intrecciate alle immagini degli spettacoli e ai bozzetti di Daniela Dal Cin, esplode la forza visionaria di un teatro estremista, capace di sorprendere e affascinare gli spettatori in riscritture inventive dei classici, dalla tragedia greca a Shakespeare, da Pirandello a Beckett, da Dostoevskij e Kafka a Dickens.

La visone del film ha contribuito a fissare in modo inequivoco, attraverso l’oggettività documentaria delle immagini, la linea fondamentale dell’estetica dei Marcido: quella coniugazione di visionarietà scenografica e di vocalità particolare, che connota e definisce il teatro che abbiamo messo in opera; dico “Teatro”, in quanto la nostra tensione rappresentativa si mosse sempre verso la costruzione di un complesso artistico unitario nello stile, un prisma drammatico che sfaccettato nei singoli spettacoli, sapesse restituire la fotografia di un lavoro teatrale dove lo sforzo “comunicativo”, almeno qualche volta, riuscisse a diventare pienezza di comunione interumana, e il film: La nostra minima arte racconta bene i tormenti e i risultati di questa scelta operativa.
Marco Isidori