Una donna imperdonabile stanca della guerra
Elena ('H 'Eλένη) da Giannis Ritsos di e con Elena Arvigo al Teatro Out Off di Milano
In sala, mentre il pubblico si accomoda, una nube di fumo invade la scena, e una donna davanti alla scena che cammina avanti e indietro intona quella che sembra una melodia funebre.
Elena Arvigo porta nuovamente in scena, come regista e attrice, Elena, dal testo in versi di Ghiannis Ristos (‘H ‘Eλένη) tradotto da Nicola Crocetti: un monologo contenuto nella raccolta Quarta dimensione (Crocetti, 2020), ispirato a personaggi importanti e minori della mitologia greca. Lo spettacolo fa parte del progetto “Le Imperdonabili”, inaugurato nel 2013, che riflette su figure di donne, testimoni scomode mitiche e reali del loro tempo: L’atto giornalistico e l’atto poetico diventano così simbolo e testimonianza di una resistenza, prima di tutto, del pensiero.
Il monologo presenta uno dei personaggi mitologici femminili più conosciuti: Elena di Troia, la cui bellezza ha scatenato quella guerra decennale che vide uomini combattere, morire, lontani da casa, e donne sole, immortalate in quel talamo che diventa quasi una teca dalla quale essere viste e mai toccate.
L’Elena che però vediamo rappresentata appare però subito diversa: è vestita di stracci, scalza, ebbra e malata. Si libera della sua valenza mitologica, per caricarsi di un significato concreto e estremamente umano, non più etereo. La donna riflette sul tempo, raccontando delle antiche imprese, della guerra di Troia ma anche degli uomini che l’hanno combattuta, Menelao, Paride, Agamennone, come delle donne, Clitennestra, Circe, Calipso, Nusicaa. Ulisse e Penelope sono invocati solo con epiteti negativi, mai per nome. Elena è stanca della guerra, il suo racconto non canta più la gloria degli eroi, la necessità dei conflitti, delle vittorie e delle sconfitte, ma piuttosto la brutalità di ciò che accaduto e l’importanza della vita piuttosto che del combattimento.
Quante battaglie, eroismi, superbie senza senso, ambizioni e battaglie, e sconfitte, sconfitte, e ancora altre battaglie per cose che avevano deciso gli altri in nostra assenza.
Il monologo diventa un modo per parlare di sé, dei suoi dolori, delle sue paure e della sua vita dopo il cavallo di Troia, ormai abbandonato in una cantina. Per ricordare chi è morto e chi è rimasto.
L’attrice però non è sola in scena, come nel testo originale. Con lei c’è anche, una seconda presenza, sempre femminile, interpretata da Monica Santoro che accompagna con strumenti e voce il racconto di Elena: alle volte come l’ancella infedele, altre come il suo pubblico e altre ancora come fosse una sua confidente, un’amata sorella. La sua presenza è alle volte un’ombra, altre una melodia, quella che sentiamo all’inizio e alla fine, altre ancora un fantasma del passato. Sul palco infatti a fare da protagonisti sono anche la musica, un canto, una canzone senza accompagnamento, il flauto che segue la voce della donna. Ma anche i rumori diventano parte integrante della narrazione, il fruscio dei piedi sulla sabbia, il tintinnare dei bicchieri che quasi scandiscono il tempo fra una scena e un’altra.
Come è iniziata, la storia si chiude dietro a un velo di fumo. Come alla fine di una battaglia. A sottolineare l’attualità dei temi trattati, Elena Arvigo dedica la pièce ai conflitti di oggi, che come nel monologo sono efferati, mortali.
Teatro Out Off Milano
Elena (‘H ‘ Eλένη)
Di Ghiannasi Ritsos – Traduzione di Nicola Crocetti
Regia Elena Arvigo
Con Elena Arvigo
e con la partecipazione di Monica Santoro
(flauto traverso e canto)
Scene e Costumi Elena Arvigo in collaborazione con Maria Alessandra Giuri
Assistente alla regia Monica Santoro
Luci Andrea Iacopino /Victoria De Campora
Consulenze al testo Francesco Biagetti
Consulenza musicale Ariel Bertoldo
Produzione Teatro OUT OFF con Compagnia Elena Arvigo (Ass.Santarita & Jack Teatro)