TourFest 2024 | Il valore della restanza

Da grande sarò un festival a Miglionico

Pubblicato il 16/10/2024 / di / ateatro n. 197 | TourFest 2024

Restanza: atteggiamento di chi, nonostante le difficoltà e sulla spinta del desiderio, resta nella propria terra d’origine, con intenti propositivi e iniziative di rinnovamento (dal dizionario online dell’Accademia della Crusca)

Pucundria settembrina

Settembre non è un mese facile per chi vive nei piccoli paesi lucani: il fermento estivo si spegne, le piazze piene di giovani lavoratori e studenti fuorisede tornati per le vacanze si svuotano, gli eventi culturali diventano sempre più rari. C’è un termine dialettale che esprime perfettamente questo tipo di nostalgia che caratterizza la fine dell’estate: pucundria. È la parola che più sentireste pronunciare dai cittadini se passeggiaste nelle vie che collegano la piazza principale al castello del Malconsiglio di Miglionico, il piccolo paese in provincia di Matera in cui sono cresciuta. Quest’anno, però, la pucundria settembrina è stata attenuata da un evento completamente nuovo, che Miglionico non aveva mai visto e vissuto: un festival di teatro.
Da grande sarò un festival ha ravvivato i primi giorni di settembre (dal 2 al 6), accogliendo i cittadini miglionichesi in piazza San Nicola, a due passi dalla chiesa principale della città. Il programma del festival prevedeva una serie di spettacoli teatrali, principalmente per bambini, ma anche incontri ed esibizioni musicali.

Fare Festival

Fare Festival è stata la sezione dedicata alla formazione. Nadia Casamassima e Andrea Santantonio, direttori artistici di IAC – Centro Arti Integrate e curatori del festival, hanno incontrato nelle ultime settimane di agosto alcuni giovani del posto: abbiamo ragionato insieme sulle componenti necessarie per la buona riuscita del festival (collaborazione, coordinazione, comunicazione), creando un gruppo di venti giovani volontari pronti a occupare il loro tempo alla costruzione dell’evento, con il presupposto e l’obiettivo che, in futuro, il festival venga gestito direttamente dai giovani della comunità.
I volontari sono stati il cuore del festival, il suo punto di forza: ognuno ha contribuito alla creazione di una rete di lavoro efficiente nell’allestimento degli spazi, nell’accoglienza del pubblico e degli artisti e nella realizzazione di foto e video per i contenuti social. Per un piccolo paese come Miglionico, però, la comunicazione social non basta; durante le ore che precedevano gli spettacoli, infatti, una Panda blu girava per le strade del paese: Graziana, Gianni e Roberta, tre dei volontari, invitavano i cittadini e le cittadine a partecipare al festival, annunciando al megafono il programma della giornata.
L’evento è stato amato e apprezzato dalla comunità miglionichese anche e soprattutto per questo: la popolazione ha ringraziato più volte gli organizzatori e l’amministrazione comunale per aver creato in quei giorni un’atmosfera di allegria, gioco e cultura. Questo, d’altronde, l’obiettivo che IAC ha previsto, perseguito e raggiunto, evidente dalle parole dei direttori artistici: “Crediamo fortemente che le proposte culturali possano essere occasioni per riscoprire il senso del vivere nella propria terra, per coltivare un possibile legame che non prevede necessariamente un allontanamento definitivo e per creare un’alternativa alla vita nelle grandi città.” Come viene sottolineato nel titolo, Da grande sarò un festival – Il festival di teatro di Miglionico è dedicato a chi cresce e chi crede nella propria terra.

La programmazione

La prima giornata del festival, lunedì 2 settembre, ha ospitato alle 18.30 l’incontro inaugurale, in cui noi volontari abbiamo dialogato con i direttori artistici, gli amministratori e i cittadini di Miglionico. Bellissime le parole del consigliere Vincenzo Scolletta sul tema della restanza: il desiderio di restare o tornare nella propria terra d’origine costruendovi il proprio futuro e valorizzando i propri luoghi attraverso l’arte e la cultura è un sentimento sempre più diffuso fra i giovani meridionali, e questo festival ne è la prova.

La più grande tragedia dell’umanità

La più grande tragedia dell’umanità

Subito dopo è andato in scena il primo spettacolo del festival La più grande tragedia dell’umanità, scritto e diretto da Jacopo Giacomoni e prodotto da Malmadur Teatro. Una toccante e disarmante rappresentazione della spettacolarizzazione mediatica del dolore e delle tragedie umane. Gli attori (Jacopo Giacomoni e Yoko Yamada), alla maniera di due conduttori televisivi, giocano con il pubblico che deve scegliere, per alzata di mano, fra due tragedie: quella che raccoglie più voti rimane in gioco e si confronta con una nuova tragedia, l’altra viene scartata, e così via.
L’entità drammatica delle tragedie “in gara” cresce sempre di più: dal confronto fra una colite improvvisa in treno e la perdita di un cellulare si passa precipitosamente allo scontro fra l’invenzione della bomba atomica e il femminicidio. Quella che rimane per ultima viene eletta come la più tragedia grande dell’umanità. A Miglionico a vincere è stata la perdita della libertà. La modalità partecipativa e le tematiche dello spettacolo hanno segnato fortemente gli spettatori, che, spiazzati ed emotivamente provati, hanno continuato a confrontarsi sull’argomento anche dopo la fine della rappresentazione.

Sola con un cane

Sola con un cane

Mercoledì 4 settembre, alle 20.30, è andato in scena Sola con un cane, di e con Rita Felicetti insieme alla sua cagnolina Mou, in uno spettacolo che racconta con ironia la vita quotidiana di una donna di mezza età, mostrandone tutte le fragilità.

In conclusione

Nei giorni di festival piazza San Nicola era piena di persone diverse per età, genere, esperienze di vita, ma una cosa fondamentale accomunava tutti noi, a prescindere dal ruolo che in quel momento stavamo svolgendo: un forte senso di appartenenza alle proprie radici. Il sindaco Giulio Traietta, parlando del festival, ha ripetuto spesso: “Il paese appartiene a chi lo costruisce”. Miglionico è stato, in quei momenti, di ogni spettatore, di ogni volontario, di ogni organizzatore. I luoghi riescono a sopravvivere ai cambiamenti del tempo solo se c’è qualcuno che se ne prende cura, e Da grande sarò un festival è stata una delle maggiori testimonianze di cura, amore e rispetto che una piccola realtà come Miglionico abbia mai avuto.