Tourfest 2024 | Tra coltura e cultura, tra teatro, danza e musica il paradiso può attendere

Terreni Creativi ad Albenga

Pubblicato il 20/09/2024 / di / ateatro n. 197 | TourFest 2024

“Il paradiso può attendere” è il titolo dell’edizione di quest’anno del festival di teatro (e non solo) Terreni Creativi, organizzato da Kronoteatro, che si è svolto dall’1 al 4 agosto ad Albenga, sulla costa ponente ligure.
Questa edizione è stata tanto sperata quanto incerta. Dopo che il Ministero aveva negato i finanziamenti per l’edizione 2024, il futuro del festival era insicuro, ma fortunatamente grazie alla vittoria di un bando Compagnia di San Paolo è stato possobile realizzarlo.

Un format innovativo per valorizzare il territorio

La caratteristica principale di Terreni Creativi e di molti altri festival è quella di portare il teatro in luoghi non teatrali, in questo caso in alcune delle numerose aziende agricole che circondano Albenga, per valorizzare il territorio e far conoscere al pubblico alcune di queste piccole realtà non solo come spazi di coltura ma anche come luoghi di cultura: da qui il nome Terreni Creativi. La quindicesima edizione si è svolta interamente presso la Cooperativa l’Ortofrutticola, uno spazio dove piante aromatiche, fiori, frutta e verdura vengono venduti e spediti in tutto il mondo.
A organizzare il festival è l’Associazione Culturale Kronoteatro (Maurizio Sguotti, Tommaso Bianco e Alex Nesti), affiancati per la prima volta da una direzione artistica condivisa: Francesca Sarteanesi si è occupata della sezione teatro, Francesca Foscarini della sezione danza e Angela Giorgi della programmazione musicale.
Teatro, danza e musica si intrecciano e si alternano. Ogni serata è strutturata quasi come una maratona, rappresentazione, aperitivo quasi cena sulla terrazza dell’Ortofrutticola, e dopo altri due spettacoli la serata si conclude con un gelato, con un gusto pensato ad hoc per ogni serata, e un dj-set dove ballare in compagnia degli artisti, del pubblico e dei volontari.

aperitivo quasi cena

Aperitivo quasi cena

Questo ritmo incalzante porta il pubblico a scoprire attraverso arti e artisti anche molto diversi fra loro, territori giocosi e terreni poetici e immaginifici, dove la parola e il corpo sono capaci di creare mondi inaspettati.

Danio Manfredini e Scimone-Sframeli, ma anche i govani artisti

“Il teatro deve tener conto di quello che abbiamo già visto (…) Abbiamo tutti ancora molto da imparare”: da questo principio parte Francesca Sarteanesi per la programmazione del teatro. Nel corso delle serate si alternano artisti del calibro di Danio Manfredini con Divine, ispirato al romanzo di Jean Genet Nostra Signora dei Fiori, o la Compagnia Scimone Sframeli con lo storico spettacolo Il cortile, vincitore del Premio Ubu 2004 miglior testo italiano, scritto da Spiro Scimone, con Spiro Scimone, Francesco Sframeli e Gianluca Cesale, e diretto da Valerio Binasco. Un testo surreale, ambientato in uno spazio grottesco e decadente che attraverso le brevi battute dei protagonisti e i loro gesti quotidiani porta il pubblico a ridere ma che lascia anche dell’amaro in bocca.

Il Cortile

Scimone-Sframeli, Il cortile

Grazie alla rinnovata collaborazione con il Premio Scenario, c’è anche la possibilità di scoprire artisti emergenti, a partoire dal Collettivo Lunazione con La misura, vincitore del Premio Scenario Periferie 2019. Eduardo Di Pietro dirige Mariachiara Falcone e Marco Montecatino nella vicenda di Italo, un anziano signore che dopo la scomparsa della moglie si iscrive a filosofia sperando di dare risposta ad alcune domande fondamentali sulla vita: l’anima sopravvive? che cos’è l’anima? esiste? Questa vicenda ispira Marco Montecatino a raccontare anche sé stesso e il suo dolore.

La misura

La misura

Un altro giovane artista giovane, il ventiquattrenne anni Pietro Giannini, attraverso il linguaggio metaforico e da favola che solo un bambino sa usare racconta la storia di una famiglia che piano piano si sfalda. La Costanza della mia vita (segnalazione Speciale Premio Scenario 2023) inizialmente lascia confusi per il linguaggio utilizzato ma alla fine colpisce e fa tornare brutalmente alla realtà.

La Costanza della mia vita

La Costanza della mia vita

Anche Tre voci, studio scenico per un radiodramma in versi di Sylvia Plath di Tilia Auser ha ricevuto una segnalazione speciale al Premio Scenario nel 2023. Tre personaggi femminili intrecciano le loro voci e i loro sussurri nel reparto maternità dove sono ricoverate: la prima per dare alla luce un bambino, la seconda condotta da un aborto spontaneo, la terza per liberarsi della gravidanza indesiderata.
Una sola voce le anima e si fa carico delle tre prospettive, attraverso un linguaggio poetico e un gioco di luci e riflessi che evocano l’ambiente ospedaliero. La parola si mescola e si confonde a un sussurro a un canto creando una dimensione onirica ed evocativa.

Non solo teatro

Agli spettacoli di teatro si alternano poi spettacoli di danza, interattivi e giocosi come quello di Appreciation Society di Giuliana Majo che dialoga con gli spettatori e propone dei veri e propri esercizi per diventare i migliori spettatori possibili, silenziosi ma reattivi e rispettosi dell’artista e dei vicini di sedia.
Ma il palco composto da cassette della frutta accoglie anche spettacoli di respiro internazionale, come Victory Boogie Woogie. SOLO o meglio DUO con musicista di Charles Pas con le musiche dal vivo di Willem Lenaerts e Rint Mennes. La prima impressione che si ha di Charles Pas, giovane artista ventiseienne di Amsterdam, è che venga trascinato da qualcosa nei suoi movimenti e che non sia davvero libero di muoversi. Ripete gli stessi gesti, casa, lavoro, cena, quasi trascinato da una forza che non gli appartiene. Questi gesti incastrati nella routine vengono accompagnati da un tappeto sonoro che ne enfatizza la ciclicità e riempie lo spazio diventando assordante.

Victory Boogie Woogie. SOLO o meglio DUO con musicista

Victory Boogie Woogie. SOLO o meglio DUO con musicista

A conclusione delle serate la musica si fa luogo di incontro, di influenze diverse e diversi generi ma anche dialogo con il pubblico e con i volontari del festival. Si balla e si chiacchiera. Terreni Creativi non è solo un festival dove vedere spettacoli, ma per le persone del territorio è un appuntamento fisso e per i vari volontari un’occasione per tornare a casa. Per me è stata l’occasione di scoprire un luogo vivo pieno non solo di coltura ma anche cultura. Spero di essere la migliore spettatrice possibile e che il paradiso mi attenda un’altra volta.




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