Il crocifisso, la poltrona e la querela | Un’inchiesta sulla politica culturale della destra al governo

Quinta puntata (da luglio 2024)

L’inchiesta completa

01_07_24 | Per Vittorio Feltri, l’eurodeputata Ilaria Salis veste “come una cameriera di Catanzaro”

Vittorio Feltri, per il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, ha insultato Ilaria Salis e la città di Catanzaro. Tutto è accaduto in un reel pubblicato per “il Giornale” nel quale il direttorissimo critica il modo in cui Ilaria Salis, nella ormai celeberrima foto accompagnata con Mimmo Lucano e Carola Rackete, si è presentata al Parlamento Europeo: “È vestita come una cameriera di Catanzaro, la cosa più bassa che si possa immaginare”.

Nicola Fiorita (sindaco di Catanzaro, n.d.r.) ha ripubblicato le immagini del reel di Vittorio Feltri e ha attaccato l’ex direttore: “Vittorio Feltri, il vero volto della Padania. Lo porteremo in tribunale per le sue inaccettabili offese alla nostra città e per le sue frasi razziste. Questi sono i campioni dell’autonomia differenziata. Si vergogni e se ha un minimo di decenza chieda scusa a Catanzaro e alle donne che sgobbano nei bar e nei ristoranti con grande dignità. Sempre più deciso alla resistenza contro la prepotenza e l’arroganza dei padani.”
Anche Vittorio Feltri ha replicato al sindaco di Catanzaro, ritrattando l’affermazione precedente: “Si dà il caso che il sindaco di Catanzaro mi ha insultato. La cosa non mi disturba, ci sono abituato. È abbastanza divertente segnalare che lui si è arrabbiato con me perché io ho parlato di ‘cameriera di Catanzaro’, un po’ come quando si dice ‘casalinga di Voghera’, eppure loro non si sono mai offese. Non capisco dove sia l’offesa, non capisco il motivo polemico, come se fossi antimeridionalista. Sto per ricevere un encomio a Campobasso, che non è propriamente in Svizzera. Mi stupisce che un sindaco debba mettere il piede in una polemica furiosa per una frase innocente. Come se essere cameriera, fosse un motivo di disonore.”
(Gennaro Marco Duello, “Salis vestita come una cameriera di Catanzaro”, il sindaco della città calabrese querela Vittorio Feltri, “Fanpage”, 1 luglio 2024, alla pagina https://www.fanpage.it/spettacolo/personaggi/salis-vestita-come-una-cameriera-di-catanzaro-il-sindaco-della-citta-calabrese-querela-vittorio-feltri/)

Il primo giorno di Ilaria Salis, Mimmo Lucano e Carola Rackete al Parlamewnto Europeo

02_07_24 | La RAI assume un militante di Casa Pound e il figlio di un amico dell’amministratore delegato

Opposizioni all’attacco per due recenti assunzioni in RAI. La prima riguarda Ferdinando Colloca, esponente di Casa Pound di Ostia, già candidato alle Regionali, finito in un’inchiesta per affari con il clan Spada. Mentre la seconda sembrerebbe legata all’ad Roberto Sergio. L’accusa ha al centro una selezione svoltasi nel maggio scorso per la ricerca di sei programmisti multimediali per la direzione di Roma. (…) La seconda assunzione finita nel mirino è quella di Matteo Tarquini, del cui padre Giovanni l’ad Roberto Sergio è stato testimone di nozze nel 1990. (…)
Sulle nuove assunzioni, rispetto alle quali l’ad formalmente non ha voce in capitolo, Sergio ha attivato un audit interno “a tutela dell’azienda e del proprio ruolo”.
(Antonella Baccaro, Rai, lite sulle nuove assunzioni, Le opposizioni: è un mercato, “Corriere della Sera”, 2 luglio 2024)

02_07_24 | Milano | Guido Bertolaso al convegno “Alimentazione del bambino e dimensione sociale: la politica del fare”

L’inverno demografico è drammatico e non ci aiuta, anzi rischia di far scomparire la razza italiaca, E’ quel che dicono i nostri esperti. E la denatalità è il primo problema che si deve affrontare in Italia.
(Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Regione Lombardia, in Chiara Baldi, “La razza italica rischia di scomparire”: polemiche per la frase di Bertolaso, “Corriere della Sera”, 3 agosto 2024)

03_07_24 | I nuovi direttori dei dipartimenti del Ministero della Cultura

Alfonsina Russo, Paolo D’Angeli, Luigi La Rocca e Mario Turetta. Sono queste le figure, già ben note e con molta esperienza maturata nella gestione e amministrazione del patrimonio culturale italiano, incaricate di dirigere i quattro nuovi super dipartimenti del Ministero della Cultura.
La riorganizzazione del dicastero fa capo alla Riforma disposta da Gennaro Sangiuliano, entrata in vigore lo scorso 18 maggio e volta – tra le altre cose – alla soppressione del Segretariato Generale per preferirgli un’articolazione in quattro dipartimenti tematici:
# DIAG – Dipartimento per l’amministrazione generale con funzioni trasversali,
# DIT – Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale e del Paesaggio,
# DIVA – Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale,
# DIAC – Dipartimento per le attività culturali.
Secondo il nuovo ordinamento, ogni dipartimento coordinerà a propria volta una serie di uffici di livello dirigenziale generale. (…)
Si è preferito privilegiare il profilo tecnico degli incaricati, tutti professionisti di lungo corso e indubbie competenze. Come Alfonsina Russo, già direttrice del Parco Archeologico del Colosseo (dal 2017) e archeologa d’esperienza, impegnata in questi anni a coniugare, alla guida del polo museale più visitato d’Italia (un primato confermato anche nel 2023), azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio a vantaggio dell’accessibilità, dell’innovazione, della didattica e della ricerca. Anche con azioni contro l’abusivismo edilizio e gli scavi clandestini. Per lei c’è ora la guida del DIVA, dipartimento centrato proprio sulla valorizzazione del patrimonio culturale.
La direzione del DIT spetta invece al napoletano Luigi La Rocca, già direttore Generale Archeologia, Belle arti e Paesaggio, con funzioni di direzione della Soprintendenza Speciale per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Al DIAC, che gestirà le attività culturali, si insedia Mario Turetta, dall’aprile 2023 a capo del Segretariato Generale soppresso dalla Riforma, con funzione di braccio operativo e gestore dei fondi pubblici nazionali ed europei. In precedenza, Turetta, torinese (di Alpignano) classe 1958, era stato direttore del Consorzio delle Residenze Reali dal 2014 al 2019. Paolo D’Angeli, che dirigerà il DIAG con compiti di amministrazione generale, arriva invece dalla Direzione Generale Bilancio, di cui è stato dirigente.
(Livia Montagnoli, Chi sono i direttori dei 4 nuovi super dipartimenti del Ministero della Cultura, “artribune”, 4 luglio 2024, alla pagina https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/politica-e-pubblica-amministrazione/2024/07/direttori-4-dipartimenti-ministero-cultura-riforma-sangiuliano/)

06_07_24 | Firenze | Il futuro degli Uffizi

Uno zio cardinale, Alessandro Verde, che nello scorso secolo fu prefetto della Congregazione della Fede.

Una leggenda familiare dice che si avvicinò a un soffio dal diventare Papa. Fu lui a canonizzare Giovanna D’Arco. Ma il prozio di mio padre era Orson Welles, come dire il diavolo e l’acqua santa. Basterebbe questo per comprendere quanto la mia sia una famiglia particolare.

Le maniche della camicia bianca arrotolate sugli avambracci, la tipica cadenza romana, nonostante una vita trascorsa in giro per il mondo, compreso un ventennio a Parigi e cinque negli Emirati. Simone Verde, 48 anni, da febbraio alla guida degli Uffizi, nonostante l’età ancora giovane sembra aver vissuto più di una vita. Filosofo, storico dell’arte, museologo, negli anni degli studi giornalista e producer, ma con un unico comune denominatore: farsi custode e messaggero del bello, adesso dalla poltrona più imbottita dei musei mondiali.
Verde, quando era studente ha prodotto anche una serie sul mostro di Firenze…

Sì, mi sono mantenuto facendo un’infinità di lavori, anche il portiere di notte se è per questo, perché la mia famiglia ha sempre preteso che ce la facessi da solo. Ma ho sempre provato a fare sì che questi lavori si piegassero nel senso dei miei studi. Ho realizzato moltissimi reportage sull’ecologia, il che vuol dire sulla difesa del paesaggio e del patrimonio, ed è la ragione perché oggi sono qui: per proteggere l’arte non bisogna solo riconoscerla e studiarla, ma anche, forse soprattutto, promuoverla nella consapevolezza sociale.

Per tutto questo ha fatto anche il giornalista?

L’ho fatto per mantenermi ma ho interpretato questa bellissima professione per sostenere nel mio piccolo la coscienza collettiva a sostegno del patrimonio.

E il reportage sul Mostro?

Fu per pagarmi il dottorato e, come tante esperienze simili, mi aiutò anche a vedere il nostro paese con gli occhi dei giornalisti stranieri. Andammo di notte sui luoghi dei delitti delle coppiette e Intervistai Pierluigi Vigna. Ebbi difficoltà ad addormentarmi per qualche settimana. Con Vigna si creò una grande sintonia, mi invitò a casa e mi parlò del progetto di un libro. Gli chiesi quale fosse stata l’esperienza più forte della sua carriera di magistrato. L’acre odore della carne quando dovette entrare nel tunnel dell’Italicus, rispose.

L’ambienterebbe un noir agli Uffizi?

Sì, ma solo se fosse di altissimo livello.

Infanzia romana, giochi di bambino nei giardini Vaticani. Storico liceo Mamiani da cui sono uscito premi nobel e padri della patria da Guido Calogero a Emilio Segréè Ma a scuola c’era pure Asia Argento…

Ma come ha fatto a saperlo? Asia era simpatica eravamo compagni di classe alle medie. Ma al tempo il vero vanto pop se è per questo, era la mia professoressa di matematica, zia di Cristina D’Aveva. Una donna di grandissima classe, erano due gocce d’acqua.

Che bambino era?

Ribelle.

Zio cardinale abbiamo detto. Che rapporto ha con la Chiesa?

Mi affascina da sempre la teologia cristiana dei primi secoli e in particolare la patristica. Quella della chiesa cattolica è stata la più grande operazione spirituale e ideologica della storia. Che ancora perdura nei suoi effetti. Come ha scritto Carl Schmidt quasi totalità dei concetti della modernità derivano da principi teologici secolarizzati della cui sacralità non siamo più consapevoli. Per questo sono sostenitore, nel mio settore, di una certa risacralizzazione intellettuale delle collezioni, anche per risarcire dalla grande violenza che ha loro imposto la storia dell’arte del positivismo. La ricerca di un senso ultimo è un principio insopprimibile. E quando si fa finta di farne a meno rimane come un non detto che scava fiumi carsici nella coscienza. A quel punto si manifesta in maniera impropria, generando ideologie e totalitarismi. Si può forse fare a meno della religione ma non del sacro. E per questo, nel mio lavoro cerco di rivelare il principio ultimo ricercato dai codici estetici. È anche seguendo questa visione che dopo filosofia e storia dell’arte ho preso un dottorato in Antropologia. Ho avuto la fortuna di avere come relatore uno dei massimi conoscitori del mondo globale, Marc Abelès che fu anche allievo di Lévi-Strauss. E sempre per la stessa ragione ho voluto fortemente lavorare al Louvre di Abu Dhabi dove il confronto con il mondo islamico non poteva che portare a una verifica delle nostre pratiche nel confronto con le culture non secolarizzate del mondo globale.

Lei guida uno dei più grandi musei al mondo. Eppure non era sicuro di presentare domanda per il posto da direttore. Perché?

Lo ritenevo un atto di superbia. E infatti inizialmente avevo fatto solo domanda per Brera. Sono stato perseguitato da un’amica perché mi candidassi agli Uffizi. Una vera amica, che dice? Non senza aver chiesto prima un parere ad alcuni colleghi del Ministero, però, perché tutto avrei voluto tranne che si pensasse che mi ero montato la testa.

Un parere a Roma?

Se fosse effettivamente stato visto come un atto di presunzione. Mi risposero di no. Che era legittimo.

Dunque con il suo arrivo ci dobbiamo aspettare una rivoluzione agli Uffizi?

Abbiamo inaugurato le nuove sale con uno slogan: futuro nell’antico. Gli Uffizi del Cinquecento sono il prototipo, anche architettonico, del museo occidentale. Dentro la sua forma sta depositata l’idea che la nostra cultura ha di se stessa e del ruolo dell’uomo nel mondo. Ce lo racconta la Tribuna, spazio neoplatonico in cui l’arte sta tra la materia rappresentata dai marmi policromi del pavimento e Dio che si manifesta nella luce madreperlacea della volta. Questa visione opera ancora nel mondo contemporaneo. Musei ispirati al modello degli Uffizi si trovano in tutto il mondo, in Europa in America e persino in India. Da questa primogenitura dobbiamo rivendicare un ruolo nel ripensamento dei musei del XXI secolo e farne un laboratorio dell’identità italiana del nostro tempo.

Rigenerarci sì ma in che direzione?

I musei sono nati come strumenti di consapevolezza, di cittadinanza e hanno un impatto rilevante sui tessuti economici, anche a livello locale. Oltre a prendere parte alla comprensione di come il passato ci ha determinati, non possiamo vivere solo di turismo e di servizi. Puntando all’efficienza tecnologica i musei diventano stimolo per lo sviluppo economico, sia per gli indotti che creano con le loro necessità tecnologiche che come modello culturale. In fondo la scienza al servizio di questi istituti risponde alla promessa di vincere il degrado della materia consegnando in un tempo lungo, che ambisce all’eternità, i documenti della storia.

Eppure molti, soprattutto giovani, entrano negli Uffizi per farsi un selfie e non guardano affatto le opere…

Attenzione, non è necessariamente negativo. significa che le opere d’arte per i giovani hanno in qualche modo, anche inconsapevolmente, una loro sacralità, di cui vogliono carpire il potere. Bisogna stare attenti tuttavia che non diventino uno mera scenografia, ovvero che non vengano utilizzate senza che se ne comprenda l’alterità e l’autonomia. Altrimenti sarebbe un tradimento inconsapevole, e non una loro libera e legittima interpretazione.

Allora via tablet e telefonini?

Non proprio, quando le persone che non hanno interesse per le opere d’arte entrano in un museo è l’occasione per esercitare le nostre missioni di servizio pubblico. E se non ci riusciamo, il fallimento è nostro. Anche per questo gli Uffizi devono essere museograficamente pertinenti. Chi entra deve uscire in qualche modo interpellato dall’impatto con le collezioni ed avere voglia di approfondire razionalmente il senso di questa sollecitazione, fosse anche solo emotiva. Per questo stiamo riallestendo le sale dando ossigeno alle opere di questa collezione di qualità senza pari perché possano esercitare tutto il loro potere persuasivo senza risultare affogate o relativizzate negli spazi. E stiamo lavorando a una serie di dispositivi di mediazione, anche digitale. A mio avviso bisogna guardare al pubblico non tanto come a una massa di turisti ma in quanto composto da cittadini cui dare un servizio, questa è a mio avviso la risposta corretta all’overtourism.

Quale risposta?

L’aumento della qualità. Anche a fini per così dire egoistici: i visitatori portano poi nel mondo l’immagine che si sono fatti del nostro paese.

(…) Lei ha lavorato per il Louvre di Abu Dhabi. Sogna un progetto di Uffizi negli Emirati?

Non necessariamente nei paesi arabi, mi piacerebbe che l’Italia, già presente attraverso moltissime personalità nel panorama internazionale, lo facesse anche mettendoci la faccia. Abbiamo molto da dare e molto da prendere. All’inizio del Novecento uno storico dell’arte di fondamentale importanza, Adolfo Venturi, lamentava che la storia dell’arte italiana veniva scritta dai tedeschi e dai francesi che ci utilizzavano nella loro eterne lite tra loro. Anche oggi se non si è presenti a livello scientifico su scala globale si rischia che il proprio passato venga appunto scritto da altri. La storia non la scrivono sempre i vincitori? Aprirci al mondo, confrontandoci con le ultime innovazioni scientifiche non può che aiutarci a scongiurare questo rischio.
(Simone Verde, direttore delle Gallerie degli Uffizi, in Erika Pontini, Il nuovo direttore Verde: “Portare gli Uffizi nel futuro, questa è la mia sfida”, “Quotidiano Nazionale”, 4 agosto 2024, alla pagina https://www.quotidiano.net/cronaca/uffizi-nuovo-direttore-simone-verde-jtkztlw8)

06_07_24 | Roma | Pro Vita e FdI contro il murale per Michela Murgia a Centocelle

Il murale è l’omaggio intellettuale e militante, da svelare a 11 mesi dalla sua scomparsa, alla scrittrice e attivista nella “sua” Roma – dopo quelli nella sua Cabras, e a Milano, e a Napoli – ritratto stavolta dalla street artist Laika. Un progetto voluto dall’Arcigay locale, autorizzato dal Municipio, ma realizzato e finanziato grazie alle case editrici di Murgia – Rizzoli, Einaudi, Mondadori -, dunque a costo zero per la città. Con buona pace della destra di Fratelli d’Italia che parla di “forzatura” e avrebbe voluto “un’altra collocazione”, non istituzionale. E che dunque ora, per non prendersela con la scrittrice vincitrice del Campiello, oppone “rischi per la sicurezza dei pedoni”, “complicazioni per l’ingresso in Municipio”.
(Viola Giannoli, Il murale per Michela Murgia attaccato dalla destra, “la Repubblica”, 6 luglio 2024)

Il murale di Laika per Michela Murgia a Roma

Ai Pro Vita che parlano di “uso ideologico di un bene pubblico” cosa risponde?

L’unica propaganda ideologica è la loro: invadono spazi e servizi pubblici per imporre una dottrina medievale. Michela meriterebbe molto più di questo muro.

E invece c’è chi sostiene il contrario, dice: “Autrice divisiva”.

Può essere divisiva solo per i fascisti.

Ancora: FdI sostiene anche che il murale sia fuori contesto.

Fuori contesto sono le vie ad Almirante e altri personaggi ambigui della storia del nostro paese.

A lei invece, Laika, la chiamano “sedicente street artist”. Offesa?

Per me è una medaglia in questa lotta contro bigotti e fascisti.
(Laika, in Viola Giannoli, Laika “Nel mio murale lo sguardo di Murgia è un faro sui diritti che la destra oscura”, “la Repubblica”, 9 luglio 2024)

07_07_24 | Per RaiNews il festival di Pomezia è più importante della vittoria della sinistra alle elezioni francesi

Mentre le tv del pianeta facevano a gara per commentare in diretta l’esito delle elezioni francesi – incluse Mediaset e La7, premiata con un boom di ascolti – i tre principali canali pubblici mandavano in onda programmi già visti, commedie americane e show musicali. Neppure uno straccio di approfondimento era stato previsto per un’elezione tanto cruciale: salvo che sulla terza rete, ma alle 23.15, per far posto, prima, a una replica di Report. Oltre allo specialino di un’oretta scarsa che Rainews ha chiuso però alle 21 per occuparsi d’altro. “Forse perché disturbava Palazzo Chigi?”, la domanda del PD.
Fatto sta che decidere di aprire il tg delle 22 con il Festival di Pomezia, anziché con la Francia, ha scatenato la rivolta del sindacato interno. “Mai la nostra testata aveva toccato il fondo così, mai aveva abdicato alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento tanto importante”, l’attacco del CdR di Rainews. (…) In una serata come questa Pedrecca ritiene opportuno dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali”, l’allusione alla performance canora della fidanzata illuminata dai riflettori RAI.
(Giovanna Vitale, Il festival di Pomezia in apertura di tg. La Rai nasconde la débâcle di Le Pen, “la Repubblica”, 9 luglio 2024)

08_07_24 | Gli italiani credono alle fake news

Il 62% degli italiani nell’ultimo anno si è accorto di essere stato vittima di fake news, cioè di avere aver creduto come avere notizie poi rivelatesi false e veicolate nel web, e del 55% di essere incappato in un contenuto deep fake, cioè video manipolati in cui con l’aiuto dell’intelligenza artificiale si camuffa la voce di un personaggio pubblico, ovviamente a sua insaputa. Sempre più chiaro agli italiani è che queste operazioni hanno obiettivi politici, come dimostra il fatto che la maggioranza individua nella Russia la più probabile responsabile delle notizie “artefatte”.
E’ la principale evidenza che emerge dallo studio dell’istituto demoscopico Noto Sondaggi effettuato per “Repubblica”, che disegna uno scenario in cui le menzogne pervadono il web per manipolare l’opinione pubblica.
(Antonio Noto, Il 62% degli italiani vittima di fake news. “Colpa della Russia”, “la Repubblica”, 8 luglio 2024)

08_07_24 | Venezia | Willem Dafoe direttore della Biennale Teatro

A lungo ho lavorato in teatro. Era la mia identità. E ci lavoro ancora. Essere nominato direttore della sezione Teatro della Biennale di Venezia per me è un vero e proprio ritorno al teatro.

Qual è il suo progetto per la Biennale?

Concentrarmi sull’essenza del teatro. Sono un attore; guardo agli attori, al corpo dell’attore. Il cuore pulsante del teatro è il corpo: è questo a rendere unico il teatro. E il fatto che si recita in tempo reale, davanti a un pubblico. Immagino un teatro gremito di pubblico, persone davanti agli attori, e sento tutti quei cuori pulsanti. Ed è particolarmente importante oggi.

Perché?

Perché con le nuove tecnologie le persone sono sempre più isolate. Ritrovarsi insieme è fondamentale, a maggior ragione per questi eventi rituali. Voglio risvegliare la curiosità del pubblico. La curiosità, l’interrogarsi sono le chiavi per vivere meglio.

In effetti nel suo lavoro, anche teatrale, è molto importante il corpo, il sesso; penso anche al film di Lars von Trier, Nymphomaniac. Forse lavorare sul corpo è più facile a teatro, e sul sesso al cinema?

A teatro ci sono più opportunità, si controlla il ritmo, tutto si svolge in tempo reale, e si è presenti. Nel cinema si creano cose, si catturano momenti che poi vengono riordinati, sottoposti a un trattamento. A teatro si congiura: ogni volta, anche se si recita lo stesso copione, non è mai la stessa cosa. C’è la temporalità. Che è la sua bellezza. (…)

E del governo italiano cosa pensa?

Leggo i giornali italiani, ma salto le prime otto pagine, perché la vostra politica è complicata. Per un americano, abituato a un sistema fondato su due partiti, l’idea delle coalizioni, delle maggioranze di governo che cadono facilmente, è difficile da comprendere.
(Willem Dafoe, in Aldo Cazzullo, “Quella tra me e l’Italia è una storia d’amore. Ho imparato la lingua con le canzoni di Battiato”, “Corriere della Sera”, 9 luglio 2024)

10_07_24 | Gennaro Sangiuliano propone un “tavolo permanente” per favorire una “presa di coscienza” sui testi delle canzoni trap che “inneggiano alla violenza”

“Negli ultimi anni, nelle periferie, si è assistito a questo nuovo fenomeno della musica rap e trap”, ha spiegato, con il tono di chi la sa lunga, in audizione davanti alla Commissione per l’Infanzia e l’adolescenza della Camera. “Uno studio”, ha poi aggiunto, senza ulteriori specificazioni, “ha rivelato che metà delle canzoni contiene espressioni violente“. Per questo, anche se “non vogliamo assolutamente ingerire, vogliamo che ci sia una presa di coscienza di alcuni testi”, ha aggiunto.
(“Un tavolo contro la violenza nei testi delle canzoni trap”: l’ultima idea di Sangiuliano, in “Il Fatto Quotidiano”, 10 luglio 2024)

Emis, vero nome Emiliano Giambelli, ha attraversato la storia del rap. Anche con le polemiche. Lo scorso inverno è stato cancellato dal concerto di Capodanno a Ladispoli: al sindaco non piacevano i suoi testi machisti. Le rime del rap e i rapper come cattivi esempi: tema ricorrente su cui il governo Meloni minaccia interventi.

Agli esordi la prendevo sul personale, senza capire che ero un capro espiatorio. Oggi penso che la politica dovrebbe prendersi la responsabilità di capire da dove viene i disagio dei giovani. Quando un ragazzo fa azioni sbagliate, il suo disagio non viene dai pezzi di Emis Killa o Baby Gang. La censura non risolverebbe nulla.
(Emis Killa, in Andrea Laffranchi, Emis Killa: “No alla censura. Il rap non genera disagkio”, “Corriere della Sera”, 10 luglio 2024)

11_07_24 | Malpensa | L’aeroporto ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi

“L’aeroporto di Milano Malpensa è ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi. Lo ha stabilito l’ordinanza di ENAC, che ha effetto immediato: l’aeroporto di Milano Malpensa è intitolato alla memoria del presidente Silvio Berlusconi, con la seguente denominazione: Aeroporto internazionale Milano Malpensa – Silvio Berlusconi. La società di gestione SEA provvederà agli adempimenti di competenza connessi alla nuova denominazione”. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini esprime “grande soddisfazione”. Lo fa sapere il MIT.
(“ANSA”, 11 luglio 2024)

11_07_24 | Giuseppe Valditara vuole vietare gli smartphone in classe

Il dettaglio più eloquente – e più sintomatico – è l’applauso. Arriva a un adulto da una platea di adulti. L’adulto è il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Parla in una sala romana, nell’ambito di un convegno su istruzione e tecnologia digitale. Annuncia a chi gli è seduto davanti che, nel prossimo anno scolastico, sarà interdetto l’uso dello smartphone in classe. E’ lì che scatta l’applauso, un severo e paternalistico entusiasmo: finalmente! Era ora! Immagino gli sguardi , le occhiate assertive e complici: di adulti fra adulti, educatori presunti – pronti, un istante dopo il battimani, a tornare chini sul loro smartphone. E’ curiosa, ovvero schizofrenica, questa ossessione degli over 50 per il rapporto che i figli hanno con il telefono, o meglio con ciò che negli ultimi tre lustri è diventato il telefono. E’ curiosa e schizofrenica, perché le intemerate pubbliche e private sembrano originare da una differenza che non c’è più: c’è, tra i vostri conoscenti attempati, qualcuno che non passi ore con il collo piegato su uno schermo tattile? Dunque il paradosso logico: gli sbarcati da un’altra era, i novecenteschi che hanno scoperto tardi computer, telefonini e social, diventano i censori (inattendibili) presso la popolazione nata ieri e con la tecnologia in mano. (…)
La scuola non è un’alternativa al mondo reale. È nel mondo reale: e nel mondo reale non funziona il moralismo, non funziona il paternalismo, non funziona, in molti casi, nemmeno il divieto proclamato con occhi truci. D’altra parte, sfido parecchi genitori a dirmi quando riescono a impedire che i loro figli arrivino a tavolo col telefono fra le mani. Alla scuola si appaltano compiti in eccesso. E soprattutto le si chiede di risolvere problemi come se fossero di natura matematica. Non è così. Siamo contenti e compiaciuti che lo smartphone sia vietato in classe? Che solenne e infruttifera illusione! Intanto, siamo indietro su milioni di fronti: seria alfabetizzazione digitale, per dirne una. Si esce da una scuola superiore senza sapere impostare decentemente un documento scritto su Word.
(Paolo Di Paolo, La scuola senza smartphone si richiude, se si rifiuta di capire il mondo, “la Repubblica”, 12 luglio 2024)

12_07_24 | In Europa ritorna l’antisemitismo

Dopo il 7 ottobre la percezione dell’antisemitismo è esplosa: 12 organizzazioni ebraiche hanno segnalato un aumento del 400% degli attacchi in Europa. “Metà della popolazione ebraica preoccupata per la sicurezza sua e della famiglia, e oltre il 70% nasconde occasionalmente la propria identità ebraica”, afferma afferma Sirpa Tautio, direttrice dell’Agenzia UE per i diritti fondamentali (FRA) che monitora il fenomeno e segnala “piccoli progressi”. Ma in un quadro preoccupante: “I conflitti in Medio Oriente possono portare a picchi di incidenti. Gli ebrei sono più spaventati che mai”.
L’80% dei 7.992 ebrei ascoltati dal sondaggio della FRA ritiene che l’antisemitismo in Europa sia ulteriormente aumentato. La buona notizia è che il dato è in calo, rispetto all’ 88% del 2018: l’antisemitismo è sempre un’emergenza, ma si è raffreddato. La cattiva è che il sondaggio è stato realizzato prima del 7 ottobre , tastando la febbre antisemita percepita negli ultimi 5 anni: dopo il 7 ottobre il il termometro è schizzato verso l’alto, mostrano le appendici.
(Paolo Brera, La grande paura degli ebrei. “In Europa attacchi antisemiti sono aumentati del 400%”, “la Repubblica”, 12 luglio 2024)

12_07_24 | RAI | Condannata dal Tribunale del Lavoro: “Boicottò lo sciopero dei giornalisti”

“Il Tribunale del Lavoro di Roma ha riconosciuto che il 6 maggio sono stati messi in atto comportamenti antisindacali da parte della RAI”. Così l’Usigrai in un comunicato stampa diffuso venerdì 12 luglio 2024. “Nella foga”, proseguono i rappresentanti sindacali, “di adoperarsi attivamente a boicottare lo sciopero della larga maggioranza dei giornalisti e delle giornaliste Rai (il 75% dei presenti ha scioperato), più di uno ha fatto cose che la legge non consente, e il ricorso alla giustizia del lavoro lo ha confermato. La RAI è stata condannata a pubblicare la sentenza per due giorni consecutivi sui quotidiani “La Stampa”, “la Repubblica” e “Corriere della Sera” (edizione cartacea e online) e sui siti Rai.it e Rainews.it”.
Inoltre, l’azienda “dovrà pubblicare il comunicato sindacale Usigrai nei tg Rai dove non era stato mandato in onda, con la dicitura ‘Il presente comunicato sindacale viene letto oggi, in virtù di provvedimento giudiziale, in quanto la sua lettura era stata illegittimamente omessa nella giornata di sciopero proclamata per il 6/5/2024′”.
(Usigrai: “Rai condannata per comportamento antisindacale durante lo sciopero del 6 maggio 2024”, dal sito della FNSI, 12 luglio 2024, alla pagina https://www.fnsi.it/usigrai-rai-condannata-per-comportamento-antisindacale-durante-lo-sciopero-del-6-maggio-2024)

15_07_24 | Federica Celestini Campari presidente dell’Agenzia Italiana per la Gioventù

“Dal prossimo anno avremo un altro tipo di entrata che ci deriverà dal servizio civile. I soldi vengono dallo Stato.” A parlare, mentre viene registrata da una giornalista di Fanpage, è Flaminia Pace, astro nascente dei giovani di Fratelli d’Italia e alla guida del circolo Pinciano, il più grande di Roma Nord. Con un escamotage, soldi pubblici finirebbero così per finanziare il partito di Giorgia Meloni.
“A ogni ragazzo”, ha detto sempre la dirigente Pace, che su X si definisce una “inguaribile patriota”, “per fare questo volontariato vengono dati 500 euro al mese. Che cosa dobbiamo fare per fare il servizio civile? Nulla. Dei 500 euro si gradisce una buona offerta.
(Clemente Pistilli, Il volto segreto di Gioventù Nazionale. “E poi avremo i soldi del servizio civile”, “la Repubblica”, 15 giugno 2024)

Si chiamava Agenzia Nazionale per i Giovani, Giorgia Meloni l’ha voluta ribattezzare Agenzia Italiana per la Gioventù (quel “gioventù” che richiama direttamente alla storia e al presente di FdI: dal Fronte della Gioventù a Gioventù Nazionale) e per non sbagliarsi ci mette a capo la 41enne Federica Celestini Campanari, un curriculum contiguo all’inner circle della fiamma tricolore. (…)
Il 10 gennaio 2023 l’esecutivo la designa dg, nomina contestata dalla Corte dei Conti perché per quel ruolo da dirigente serviva una persona con la laurea magistrale. Allora con un DL del 24 febbraio 2023 per l’attuazione del PNRR il governo infila un cambio di governance dell’agenzia: si sopprime la vecchia per-i-giovani, si istituisce la nuova della-gioventù, e per essere presidente basta essere dotati di “comprovata esperienza di politiche giovanili” (è il caso di Celestini). Nel frattempo però serve un commissario et voilà, il 15 marzo arriva la nomina di Celestini. (…)
La neopresidente dell’agenzia è stata fino al 2021 alla guida di Modavi, che è un po’ la cinghia di trasmissione del mondo post-missino dell’associazionismo. Fondata nel 1986 da Gianni Alemanno, coccolata da Fabio Rampelli, Isabella Rauti e Francesco Lollobrigida, è stata beneficiata dalla vittoria di svariati bandi dal Ministero della Gioventù quando lo guidava proprio Meloni.
(Matteo Pucciarelli, FdI si prende anche l’Agenzia della gioventù, “la Repubblica”, 16 luglio 2024)

16_07_2024 | Roma | Un altro passo verso il Museo del Ricordo dedicato “alla memoria dei martiri italiani delle foibe massacrati dalla cieca violenza comunista titina”

Il voto odierno in sede deliberante della commissione Cultura del Senato è un primo, importante passo verso l’istituzione del Museo del Ricordo, che nascerà a Roma e che sarà dedicato alla memoria dei martiri italiani delle foibe massacrati dalla cieca violenza comunista titina. Una tragedia a cui è seguito l’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra. Ringrazio i senatori componenti la commissione per l’esame del testo, approvato il 31 gennaio in Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del sottoscritto, auspicando che in commissione Cultura della Camera, chiamata ora a esaminarlo, i lavori siano altrettanto rapidi.
(Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, alla pagina https://cultura.gov.it/comunicato/26595)

17_07_2024 | “Una donnetta” “alta un metro e venti”: Giulia Cortese condannata a risarcire 5.000 euro a Giorgia Meloni

La sentenza emessa oggi dal giudice della quinta sezione penale di Milano, Valerio Natale, nei confronti di Giulia Cortese, giornalista pubblicista di 36 anni, fa giustizia di una triste vicenda di body shaming e di odio politico iniziata con la pubblicazione di una foto ritoccata di Giorgia Meloni, ritratta in ambiente privato con la fotografia di Benito Mussolini alle spalle e la scritta: “Dietro c’è la sua matrice preferita”. Un tweet di Giulia Cortese a cui ne aveva fatto seguito altri. Per quel primo “simpatico” fotomontaggio, è arrivata l’assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”. La Meloni, in quella occasione, aveva scritto su X: “Reputo che questa foto falsificata, pubblicata da una giornalista iscritta all’ordine, sia di una gravità unica. Ho già dato mandato al mio avvocato per procedere legalmente contro questa ignobile mistificazione. A questo è arrivato certo giornalismo di sinistra?!”

Per altri tweet della Cortese, invece, è arrivata la condanna. La frase “la gogna mediatica che hai creato sulla tua pagina Facebook contro di me ti qualifica per quello che sei: una donnetta”, e “non mi fai paura Giorgia Meloni. Oltretutto sei alta un metro e venti. Non ti vedo neanche” sono state considerate oltraggiose. La 36enne è stata condannata, a seguito delle imputazioni formulate dalla pm Roberta Amadeo, per diffamazione ad una multa di 1.200 euro, con pena sospesa. E a risarcire la premier, parte civile con l’avvocato Luca Libra, con 5mila euro. Una somma che, se verrà confermata da una sentenza definitiva, ha chiarito il legale, Meloni “sicuramente devolverà”.
(Monica Pucci, “Sei alta un metro e venti, sei una donnetta!”. Insulti e body shaming alla Meloni, giornalista condannata, “Il Secolo d’Italia”, 17 luglio 202, alla pagina https://www.secoloditalia.it/2024/07/sei-alta-un-metro-e-venti-sei-una-donnetta-insulti-e-body-shaming-alla-meloni-giornalista-condannata/)

17_07_2024 | Manuela Cacciamani nuovo amministratore delegato di Cinecittà

Mi complimento con Manuela Cacciamani, nuovo Amministratore delegato di Cinecittà, una professionista competente della quale negli anni ho imparato a conoscere le capacità non solo lavorative ma anche umane, fondamentali per il ruolo che andrà a ricoprire in un’azienda simbolo dell’eccellenza dell’industria dell’audiovisivo italiana e internazionale. Ringrazio la Presidente uscente Chiara Sbarigia, che è stata riconfermata, per il grande lavoro svolto nello scorso mandato e le faccio un immenso in bocca al lupo per le importanti sfide che la vedranno impegnata e che ci attendono. Sono certa che svolgeranno al meglio questo avvincente, ma al contempo complesso compito.
Rivolgo infine i migliori auguri di buon lavoro agli altri nominati nel cda, Isabella Ciolfi, Giuseppe De Mita, Enrico Cavallari.
(Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura, alla pagina https://cultura.gov.it/comunicato/26601)

19_07_24 | RAI | Presentati a Napoli i palinsesti della stagione

Va bene che lo slogan scelto dalla RAI per la presentazione dei palinsesti è “Più voci, più talento”. Ma qualche voce manca. Ad esempio quella della conduttrice di Che sarà Serena Bortone, che, punita per il caso Scurati – sei giorni di sospensione – alla richiesta di fare un programma di cultura “senza politica”, che detto così fa un po’ ridere, lavorerà per Radio 2 con Simona Sala.

Nessuna censura. A Bortone, stimata collega, sono state fatte due proposte per RAI 3 e RAI 1. Non sono state ritenute giuste per la sua idea di tv, ha accettato la richiesta di fare un programma quotidiano su Radio 2, anche visual.
(Roberto Sergio, amministratore delegato RAI, in Silvia Fumarola, Nella RAI di Meloni vincono gli amici, De Martino superstar, “la Repubblica”, 20 luglio 2024)

Per il direttore marketing Stefano Coletta, De Martino è un volto chiave per svecchiare l’azienda. Lui ride.

Non è carino dirlo, la RAI è sempre stata giovane e lo dimostra ancora una volta.

Vox populi dice che abbia fatto questo upgrade, contratto di quattro anni (pare da 8 milioni di euro), in virtù dell’amicizia con Arianna Meloni.

Se fossi stato amico di Meloni avrei fatto il Festival di Sanremo cinque anni fa,

dice il ballerino promosso a conduttore di punta.

Non conosco nessuno della politica. Mi ha portato in RAI Carlo Freccero, più o meno cinque anni fa. La mia raccomandazione era ed è il pubblico. La vera spinta è stata un programma piccolo su RAI 2, Stasera tutto è possibile, che mi ha legato al pubblico e ha fatto numeri sempre più grandi. Ora spero che il pubblico mi segua anche in questa avventura.

La RAI ci crede, debutta a settembre:

Ho studiato tutti i conduttori di Affari tuoi, non vedo l’ora di iniziare. Sanremo? Lo guardo da casa molto volentieri. Se però venisse fuori la possibilità di una conduzione per una sera, per Carlo ci sono.
(Stefano De Martino in Silvia Fumarola, Nella RAI di Meloni vincono gli amici, De Martino superstar, “la Repubblica”, 20 luglio 2024)

Si intitola Che magnifica impresa il programma che Mario Sechi, ex portavoce della premier Giorgia Meloni e direttore di “Libero”, condurrà dal 26 novembre in prima serata su RAI Storia.
“Sei puntate sull’immaginario, la manifattura e l’impresa italiana. Dal Bel Paese dei mestieri a quello dell’industria”, spiega la brochure dell’offerta autunnale RAI, “per raccontare tutte le volte che ce l’abbiamo fatta. Uomini e donne, parole e immagini, suoni e silenzi dell’avventura di un Paese che produce e vende un’idea che ha conquistato e continua ad affascinare il mondo: l’Italia.”
(Nell’offerta RAI un programma per Sechi su RAI Storia, “ANSA”, 19 luglio 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2024/07/19/nellofferta-rai-un-programma-per-sechi-su-rai-storia_3b59858f-2a1c-4548-8a1b-384732a77c7b.html)

Chiedo uno sforzo per uscire da una narrazione artificiale di una RAI che censura, ideologica, staccata dalla realtà.
(Roberto Sergio, amministratore delegato RAI, in Silvia Fumarola, Nella RAI di Meloni vincono gli amici, De Martino superstar, “la Repubblica”, 20 luglio 2024)

21_07_24 | La Lega vuole vietare il “genere femminile per neologismi” negli atti pubblici e chiede fino a 5.000 euro di multa per chi scrive “sindaca” e “rettrice”
Chiede fino a 5.000 euro di multa per chi scrive “sindaca” e “rettrice”

La Lega chiede di dire basta all’uso scritto, negli atti pubblici, di parole come ‘sindaca’, ‘questora’, avvocatessa’ e anche ‘rettrice’. L’uso del femminile, chiedono dal partito guidato da Matteo Salvini, va abolito per legge: almeno nei documenti si scriva solo ‘sindaco’, ‘questore’, ‘avvocato’ e ‘rettore’. Senza tener conto dell’identità di genere di chi ricopre quel ruolo, sia un uomo o una donna. E per chi non si adegua spunta la sanzione, con una multa prevista fino a 5.000 euro. Il leghista Manfredi Potente, senatore della repubblica, ha appena presentato il suo disegno di legge (titolo: Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere) con l’obiettivo dichiarato di “preservare l’integrità della lingua italiana ed in particolare, evitare l’impropria modificazione dei titoli pubblici dai tentativi ‘simbolici’ di adattarne la loro definizione alle diverse sensibilità del tempo”.
Nel merito l’Art. 2 del testo, visionato in bozza dall’AdnKronos prevede che “in qualsiasi atto o documento emanato da Enti pubblici o da altri enti finanziati con fondi pubblici o comunque destinati alla pubblica utilità, è fatto divieto del genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato, ai gradi militari, ai titoli professionali, alle onorificenze, ed agli incarichi individuati da atti aventi forza di legge”.
(Basta con “sindaca” e “rettrice”, ddl Lega chiede stop a uso femminile, “AdnKronos”, 21 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/politica/lega-ddl-nomi-femminili-stop-sindaca-rettrice_hpe6PsgyTwS3w6UmJyEx4)

20_07_24 | Torino | Andrea Joly aggredito davanto al circolo “Asso di bastoni”

Prima l’intimazione: “Chi sei? Non scattare foto”. Quindi le minacce, infine l’aggressione di gruppo. Spinte e calci, anche mentre era a terra, che hanno costretto il cronista del quotidiano La Stampa, Andrea Joly, a fare ricorso alle cure mediche in ospedale. La “colpa”? Filmare la “Festa della Torino nera”, organizzata da militanti di estrema destra nel locale Asso di Bastoni, il “pub più odiato di Torino”, come si autodefinisce lo stesso circolo, per i sedici anni della fondazione. È avvenuto tutto sabato sera nel capoluogo piemontese. La festa dell’estrema destra va avanti da ore, alcuni residenti hanno già filmato e fotografato le scene in strada. Fumogeni, cori e canzoni di “area”. Joly passa lì per caso e capisce la notiziabilità dell’evento. Quindi tira fuori il cellulare, inizia a scattare foto e registrare alcuni video.
I militanti sono in posa davanti a una bandiera di Casapound quando si avvicinano in due e, dopo avergli chiesto se fosse “dei loro”, gli hanno prima intimato di consegnare il telefonino, poi lo hanno minacciato e infine lo hanno preso a calci mentre il cronista tentava di allontanarsi. Le immagini del pestaggio sono stato riprese da diversi abitanti della zona che hanno anche invocato di smetterla e chiamato le forze dell’ordine. Sull’accaduto la Digos ha avviato accertamenti e domenica pomeriggio ha fatto sapere di aver identificato due degli autori: si tratta di militanti di Casa Pound. Per entrambi, secondo quanto si apprende, si profila una denuncia per lesioni personali collegate all’aggravante del reato commesso “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che abbiano tra i loro scopi “la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”. A polemica esplosa, i militanti del circolo hanno provato a giustificarsi sostenendo che Joly “non si è identificato come giornalista ma, anzi, ha spintonato dei ragazzi creando un battibecco”. Quindi aggiungono: “Perché mai i nostri tesserati dovrebbero ‘aggredire’ un giornalista quando sono sempre stati invitati e ospitati, e abbiamo sempre accettato reportage di qualunque testata giornalistica?”.
(Torino, cronista pestato da estremisti di destra: identificati 2 militanti di Casapound. Meloni: ‘Inaccettabile’. Pd: ‘Sciogliere gruppi neofascisti’, “Il Fatto Quotidiano”, 21 luglio 2024, alla pagina https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/21/torino-cronista-la-stampa-pestaggio-militanti-casapound/7631082/)

È la cerimonia del Ventaglio, tradizionale saluto alla stampa prima delle ferie estive. Una prassi, quella delle domande libere, che – va detto – ha introdotto lui a Palazzo Madama. (…) La Russa vuole dimostrare di essere democratico, amichevole e anche cordialone. (…)
Ma a perdere completamente il timone è sul pestaggio di Andrea Joly, giornalista della “Stampa”. L’episodio risale a sabato notte. Joly sta documentando (è il suo lavoro) la “Festa della Torino nera” di Casa Pound davanti al pub Asso di Bastoni (il nome è tutto un programma). La Russa ha già espresso la sua solidarietà al pestato. La ribadisce.
Ma non riesce a resistere al “però”, i cronisti che le prendono in fondo se le vanno a cercare: “Ho letto che non si è mai dichiarato come giornalista”. L’idea del presidente è che se si fosse dichiarato gli energumeni (due sono già stati identificati, un terzo indagato, leghista, è stato cacciato dal suo partito) non lo avrebbero scaraventato a terra e preso a calci. Il lavoro del cronista è dunque “un’incursione”, dice, sebbene “legittima”, concede. La Russa ricorda i servizi undercover di Fanpage che hanno rivelato la presenza di antisemiti nella giovanile di FdI, per i quali la destra, da Giorgia Meloni in giù, se l’è presa con il metodo giornalistico.
E avverte: “Non vorrei che entrasse troppo nell’uso quotidiano l’inserimento di metodologie che creano reazione che non vogliamo mai avvengono”. Insomma, a fare il proprio mestiere un cronista provoca. Poi però si riprende: “Non sto giustificando niente”. Poi di nuovo qualcosa non gli torna: “Non credo che il giornalista passasse lì per caso”. Passava per caso e ha visto una cosa che era una notizia: ma se invece anche non fosse passato per caso, se avesse ricevuto una soffiata sull’appuntamento, cosa cambierebbe?
Arriva il gran finale. Gli viene chiesto se Casa Pound vada sciolta per ricostituzione del partito fascista. C’è un antefatto: la rete ha restituito un filmato in cui nel 2019 l’allora esponente di FdI è allegramente ospite di Casa Pound a Verona, perfettamente a suo agio. Oggi prova a pattinare sulla questione: “Non tocca a me decidere lo scioglimento di Casa Pound, c’è un percorso”.
È vero, ma un’opinione potrebbe essersela fatta, per aver conosciuto “i fascisti del terzo millennio” così da vicino. Invece ancora una volta non resiste alla battuta: “C’è un consigliere del PD che ha fatto male a uno della Lega, non vorrei che quelli della Lega chiedessero lo scioglimento del PD”. Gelo in sala, qualche famiglio prova a far partire la risata, ma anche i senatori di maggioranza sono imbarazzati.
Non è finita, ne ha un’altra. Di nuovo contro un giornalista: è Paolo Berizzi, cronista sotto scorta per le sue inchieste sul neofascismo, che a proposito della partita di beneficenza fra la nazionale calcio cantanti e quella politici, ha scritto sui social: “Capisco la solidarietà” ma “non è obbligatorio giocare a calcio con dei fascisti”, “alla prossima su via Rasella tiriamo fuori il pallone?” La Russa tira fuori l’argomento a freddo, nessuno glielo chiede, ma lui si è preparato un’altra battuta e vuole dirla: “Io non gioco a calcio con Berizzi”.
(Daniela Preziosi, La Russa sul cronista picchiato da CasaPound: “Si sarebbe dovuto identificare”, “Domani”, 23 luglio 2024, alla pagina https://www.editorialedomani.it/politica/italia/la-russa-ventaglio-andrea-joly-casapound-natoli-csm-berizzi-rjrtb7xn)

Perché non accetta di definirsi antifascista?

Perché non accetto di rispondere come una scimmietta ammaestrata, oltre che per il ricordo degli anni Settanta. Mi riconosco nei valori della libertà, nel rifiuto del razzismo e dell’antisemitismo. Seguo i dettami della nostra Costituzione per difendere tutti i diritti garantiti dalla nostra Carta. Sarei pronto a dare la vita. Ho servito e servono la Costituzione. Prima di essere presidente del Senato sono stato anche ministro della Difesa. E di quel periodo rammento il reciproco rispetto con l’allora capo dello Stato Napolitano, una cosa che mi onora. Quando era al governo, una volta mi disse: “Ignazio, vedo più volte te di mia moglie”.
(Ignazio La Russa, presidente del Senato, in Francesco Verderami, La Russa, da Tatarella lezione per far superare il fascismo alla destra. Difesa Napolitano mi stupì, “Corriere della Sera”, 23 luglio 2024)

Esiste un giornalismo provocatorio e provocante.

Cioè?

Non è molto normale che esista una sorta di intelligence parallela – mi riferisco al caso di Fanpage – che per un anno manda un infiltrato non in una organizzazione criminale, ma in un organismo istituzionale, come un partito per cercare chissà cosa.

Hanno cercato, ma hanno anche trovato.

Beh, se ci si muove come agente provocatore per mesi e mesi e mesi, in certi contesti lo squilibrato di turno alla fine lo si trova pure. Però logica vorrebbe che se si fa un’inchiesta su un partito ci si presenta, si fanno domande e si aspettano risposte. Non siamo in contesti di criminalità. Oltretutto diventa un boomerang.

Per chi?

Ci sono testate giornalistiche che appaiono così di parte, così a senso unico, che perdono in credibilità.Vengo portato a pensare che quel giornale mi è talmente contro che nulla di cui scrive è credibile.
(Federico Mollicone, presidente della Commissione Scienza, Ricerca, Editoria della Camera dei Deputati, in Paola Di Caro, “Discorso serio, alto. Noi di FdI contro la violenza. I media? c’è chi provoca”, “Corriere della Sera”, 25 luglio 2024)

Ogni atto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo contro la Repubblica.
(Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, in Marzio Breda, Contestazioni e intimidazioni, ecco che cosa ha spinto il capo dello Stato, “Corriere della Sera”, 25 luglio 2024)

23_07_24 | RAI | Si dimette la presidente Marinella Soldi

Non smettete di sognare e di osare. Io, da cittadina utente, continuerò a seguirvi.

Suonavano già come un commiato le parole del messaggio inviato venerdì scorso dalla presidente RAI Marinella Soldi alla presentazione dei nuovi palinsesti a Napoli. Un congedo

alla fine di un percorso impegnativo e gratificante

e insieme un richiamo alla necessità di

cambiare, (…) investire nel tanto di buono che c’è in RAI e fare autocritica costruttiva per trasformare ciò che non serve più.

(…) Una scelta legata in primo luogo al nuovo incarico, che vedrà Soldi consigliere non esecutivo del Commercial Board della BBC dal 1° settembre, dopo essere entrata nel Consiglio principale del Gruppo nel settembre 2023. (…)

Sono convinta che il ruolo di un servizio pubblico indipendente, moderno, trasparente e meritocratico sia sempre più necessario e richiesto per i cittadini. Ci credo talmente tanto che continuerò a lavorare per il servizio pubblico… anche se all’estero,

aveva spiegato ancora Soldi nel messaggio di venerdì, anticipando in qualche modo le prospettive future. (…) Dal 10 agosto le deleghe della presidente saranno affidate, come da prassi, al consigliere anziano, che è l’Ad Roberto Sergio, e il CdA RAI potrà andare avanti nelle sue funzioni. Ma l’addio di Soldi può essere letto secondo alcuni osservatori anche come un invito alla politica a stringere i tempi e prendere in mano il dossier RAI. (…) Soldi – archiviati anche gli screzi con Sergio, in particolare sulla gestione del caso Bortone-Scurati ma anche sulla copertura delle elezioni francesi – si proietta in un orizzonte europeo.
(Marinella Soldi, presidente RAI, in Angela Majoli, La presidente della RAI Marinella Soldi annuncia le dimissioni, “ANSA”, 23 luglio 2024)

23_07_24 | Roma | Intitolata ad Andrea Purgatori la sede regionale del Centro Sperimentale di Cinematografia

Il Consiglio d’Amministrazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, facendo seguito a colloqui e intese intercorsi tra il Presidente Sergio Castellitto e l’ANAC, ha deciso di intitolare la sede regionale del Centro dedicata al Reportage, ad Andrea Purgatori. A un anno dalla scomparsa, il nome e la memoria di Andrea, figura unica di giornalista d’inchiesta e autore cinematografico, ideatore di programmi di reportage giornalistici d’approfondimento e scrittore professionista per la serialità, sono stati scelti dalla governance del Centro Sperimentale come riferimento ideale dei programmi di formazione del cinema della realtà.
(Il Consiglio d’Amministrazione del Centro Sperimentale: “Dedichiamo ad Andrea Purgatori la sede regionale di formazione del cinema di reportage”, sul sito del Centro Sperimentale di Cinematografia, 23 luglio 2024, alla pagina https://www.fondazionecsc.it/il-consiglio-damministrazione-del-centro-sperimentale-dedichiamo-ad-andrea-purgatori-la-sede-regionale-di-formazione-del-cinema-di-reportage/)

24_07_24 | Il rapporto UE sullo stato di diritto: critiche all’Italia sulla libertà di stampa

In Italia lo stato di diritto non fa passi avanti – forse qualcuno indietro -, secondo l’atteso report annuale della Commissione Europea sullo sviluppo dello Stato di diritto nei Paesi membri pubblicato il 24 luglio. Nel complesso Roma ha ricevuto sei raccomandazioni da Bruxelles, e il capitolo dedicato all’Italia evidenzia diverse aree di criticità.
Alle istituzioni italiane è chiesto di impegnarsi nella digitalizzazione di tribunali penali e procure, di adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interessi, di istituire un registro operativo per le lobby, di regolamentare le informazioni sui finanziamenti a partiti e campagne elettorali, di tutelare i giornalisti e garantire l’indipedenza dei media e di creare un’Istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi Onu.
In merito alla libertà di stampa, la Commissione sottolinea che in Italia “i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell’esercizio della loro professione”, tra cui il rischio di essere minacciati o aggrediti: il report parla di 75 incidenti nei primi sei mesi dell’anno, “con una crescita di casi di intimidazione legale da parte dei politici”.
Non sono poi stati compiuti progressi “nel proseguire l’iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche”. Il report si sofferma anche sulla Rai, esortando il governo a “garantirne l’indipendenza” e a stanziare “finanziamenti adeguati”.
La Commissione Europea parla anche di uno spazio civico “ristretto”, alla luce degli “attacchi verbali da parte di alcuni media e politici contro le organizzazioni, soprattutto quelle che svolgono attività umanitarie, e di episodi di violenza contro i manifestanti da parte della polizia”.
“Esprimiamo preoccupazione per l’indipendenza e il finanziamento dei media di servizio pubblico e chiediamo alle autorità di affrontare la situazione. Sono anni che esprimiamo la necessità di tutele. Ma con i nuovi incidenti e i tagli al bilancio, questa necessità sta diventando molto urgente”, le parole, piuttosto nette, della commissaria ai Valori e alla Trasparenza Věra Jourová.
Quella della giustizia, che abroga il reato di abuso d’ufficio, limita l’ambito di applicazione del reato di traffico d’influenza e con la separazione delle carriere potrebbe incidere sull’indipendenza della magistratura. Nella sezione relativa alla lotta alla corruzione, il report sottolinea come i cambiamenti in quest’ambito potrebbero avere implicazioni per “l’individuazione e l’investigazione di frodi e corruzione”. Il documento aggiunge che “le modifiche proposte alla prescrizione potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione”.
Per quanto riguarda la riforma del premierato, invece, la Commissione europea scrive che “non sarebbe più possibile per il presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al parlamento come primo ministro”. Vengono menzionati la preoccupazione di alcuni “portatori di interesse” per le modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, e i dubbi sul fatto che la riforma “possa portare maggiore stabilità”.
L’Italia inoltre, rientra tra i Paesi in cui “le dichiarazioni pubbliche dei governi e dei politici possano influenzare la fiducia nell’indipendenza della magistratura”, e anche fra quelli in cui si nota “l’uso considerevole di procedure legislative accelerate o di decreti d’urgenza”.
(Michela Morsa & Vincenzo Genovese, Rapporto Ue sullo stato di diritto: critiche all’Italia sulla libertà di stampa, “EuroNews”, 24 luglio 2024, alla pagina https://it.euronews.com/my-europe/2024/07/24/report-ue-sullo-stato-di-diritto-critiche-allitalia-su-riforma-premierato-e-liberta-di-sta)

In Cina per una visita bilaterale con il governo di Pechino, la premier italiana Giorgia Meloni ha inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in risposta alle raccomandazioni sullo stato di diritto dei paesi del blocco. (…)

Cara Ursula, qualche giorno fa, come accade ogni anno dal 2020, la Commissione europea ha pubblicato la Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Ue e le raccomandazioni finali nei confronti dell’Italia non si discostano particolarmente da quelle degli anni precedenti, tuttavia per la prima volta il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano. Qualcuno si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto, la libertà di informazione in particolare in RAI.
Le critiche che vengono strumentalmente mosse nei confronti del Governo riguardano principalmente tre questioni: 1. il fatto che il sistema di governance della Rai non garantirebbe la piena indipendenza del servizio pubblico, che sarebbe soggetto ad un’eccessiva ingerenza politica; 2. il fatto che il cambiamento della linea editoriale della radiotelevisione pubblica avrebbe determinato le dimissioni di vari giornalisti e conduttori; 3. l’asserito mancato rispetto della par condicio durante le ultime elezioni del Parlamento europeo.

Sul primo punto Meloni ricorda che la riforma della RAI è stata ideata e realizzata nel 2015 dall’allora partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico, durante il governo di Matteo Renzi, con la contrarietà del partito di Fratelli d’Italia.

Se dunque esiste un problema di ingerenza politica dovuta alla normativa esistente, questo non può certo essere imputato a chi quella norma l’ha subita,

ha scritto Meloni ricordando poi che il governo e la maggioranza non si sono avvalsi ancora della facoltà di rinnovare la governance RAI, salvo la nomina obbligata di un nuovo Amministratore Delegato nel 2023 a seguito delle dimissioni del suo predecessore.

Non si comprende dunque come si possa imputare a questo Governo una presunta ingerenza politica nella governance della RAI. (…)
Dispiace che neppure la Relazione della Commissione sullo Stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione,

ha criticato la premier, che poi spiega perché alcuni giornalisti e conduttori hanno lasciato la RAI negli ultimi mesi:

Non è dipesa da cambio di linea editoriale, bensì da normali dinamiche di mercato.

Rispondendo poi alle polemiche sulla presunta violazione della par condicio durante la campagna delle elezioni europee, Meloni ha scritto che

durante ogni passata competizione elettorale, tutti i governi in carica hanno potuto legittimamente continuare ad informare i cittadini sulla loro attività, senza che l’informazione istituzionale rientrasse nel conteggio dei tempi della par condicio, così come previsto dalla legge vigente.

Per questo motivo, Meloni definisce “strumentale” la critica del terzo punto in base alla quale la RAI avrebbe violato le regole della par condicio in favore della maggioranza di governo durante le ultime consultazioni per l’elezione dei membri del Parlamento europeo.
Meloni ha poi scritto che si tratta di un utilizzo di
fake news che inquina il dibattito in Europa.

Da parte del Governo italiano confermo ogni sforzo per assicurare in Italia e in Europa il pieno rispetto dei valori fondanti alla base dell’Unione Europea e l’assiduo impegno a far progredire l’Italia nell’ambito della libera informazione, del contrasto alle fake news e del pluralismo del servizio pubblico radio televisivo dopo decenni di sfacciata lottizzazione politica.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, in Fortunato Pinto, Stato di diritto, la lettera di Meloni a von der Leyen: “Nessuna ingerenza”, “EuroNews”, 28 luglio 2024, alla pagina https://it.euronews.com/my-europe/2024/07/28/stato-di-diritto-la-lettera-di-meloni-a-von-der-leyen-nessuna-ingerenza)

La premier è ancora furibonda, vuole che si sappia e questa volta fa nomi e cognomi. A suo giudizio il lavoro della Commissione UE

riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, diciamo stakeholder.

Quali?

“Il Domani”, “Il Fatto Quotidiano”, “Repubblica”…

(…) L’inquilina di Palazzo Chigi (…) non pensa che la sua lettera contro

i professionisti della disinformazione e delle mistificazioni

abbia incrinato ancora di più la sua antica amicizia con la presidente UE

Non vedo ripercussioni negative per l’Italia, non ritengo che i rapporti con la Commissione stiano peggiorando.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in Monica Guerzoni, Meloni “assolve” Ursula e attacca i giornali “portatori di interesse”, “Corriere della Sera”, 31 luglio 2024)

Basta leggere il documento della Commissione e verificare punto per punto i rinvii alle “fonti” presenti in ogni pagina e a giustificazione di ogni commento. Le note del Rapporto sono illuminanti da questo punto di vista. Eppure, anche seguendo ogni punto in calce, non si coglie alcun riferimento a quotidiani o organi d’informazione del nostro paese. Ma a soggetti “terzi”, organizzazioni sindacali, istituti di ricerca italiani, Autorità di Garanzia e – a sorpresa – la presidenza del Consiglio con diversi ministeri. L’elenco è lungo e vale la pena di riportarlo. Ecco gli stakeholders citati dalla Commissione UE: AgCom (l’Autorità italiana garante per le comunicazioni), Eurobarometro (l’istituto UE per i sondaggi), Parlamento Europeo, Istituto Reuters, Osservatorio del Pluralismo dei Media, FNSI (Federazione Nazionale della Stampa), Ordine dei Giornalisti, Civil Liberties Union for Europe (ONG per i diritti civili), Ossigeno per l’Informazione, Federazione Europea dei Giornalisti, Usigrai (sindacato dei giornalisti RAI), Governo Italiano, Ministero dell’Economia (guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti), Ministero delle Imprese e del Made in Italy (guidato dall’FdI Adolfo Urso), Presidenza del Consiglio (premier Giorgia Meloni), Ministero della Giustizia (guidato da Carlo Nordio), Ministero degli Interni (guidato da Matteo Piantedosi), Consiglio d’Europa e infine Media Freedom Rapid Response. Quindi nessun quotidiano italiano o straniero.
(Claudio Tito, La critiche del rapporto UE indeboliscono l’Italia. Sfuma la delega di peso, “la Rèpubblica”, 31 luglio 2024)

Siamo a domenica scorsa, 28 luglio. Nelle chat interne, nel mattinale a uso e consumo dei comunicatori e dei parlamentari di FdI, scritto quotidianamente con la supervisione di Giovanbattista Fazzolari, cominciano a circolare due parole d’ordine: non dare in alcun modo l’idea di un contrasto con Bruxelles (in un momento in cui c’è da concludere la partita del commissario italiano) e additare la “strumentalizzazione” da parte dei “media nemici”. L’ultimo passo, sotto la regia di Fazzolari e con il contributo di Mario Sechi, ex capo dell’ufficio stampa di Meloni e ora direttore di “Libero”, è del 30 luglio. Segue la diffusione di un altro rapporto, il “Media Freedom Rapid Response”, scritto dalla federazione dei giornalisti europei, anch’esso critico sullo stato dell’informazione in Italia. In questo, e solo in questo, sono citati tra le fonti analisti di quotidiani che l’esecutivo colloca semplicemente all’opposizione. (…)
Il tentativo di depistaggio mediatico va in atto quando in Italia è l’alba. Vanno in edicola i giornali di destra – “Libero”, “il Giornale” – che screditano il rapporto “Media Freedom Rapid Response” sostenendo che sia ispirato da informatori non obiettivi, tra cui “Il Domani”, “Il Fatto”, “Repubblica”. E a Pechino alla stessa ora, Meloni risponde alla domanda di un cronista sul dossier precedente e distinto, quello sullo Stato di diritto prodotto dalla Commissione UE, mettendo in mezzo però gli stessi informatori secondo lei non obiettivi.
(Emanuele Lauria, “Attaccate i giornali” La velina di Fazzolati che aprì l’offensiva sul Rapporto dell’UE, “la Repubblica”, 1 agosto 2024)

25_07_24 | RAI | Dall’AgCom una multa di 206.580 euro per le scarpe di John Travolta a Sanremo

La Commissione per i servizi e i prodotti dell’autorità ha approvato una sanzione di 206.580 euro, pari a venti volte il minimo edittale, alla RAI per la violazione delle disposizioni relative alla corretta segnalazione dei messaggi pubblicitari durante la “74esima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo”.
La violazione accertata – spiega l’Authority – riguarda la pubblicità occulta di un noto marchio di scarpe nel corso dell’esibizione di John Travolta insieme ad Amadeus, conduttore del Festival. L’Autorità ha ritenuto di estrema gravità l’episodio, in quanto l’esposizione del prodotto è avvenuta nel corso del principale programma televisivo della RAI in termini di audience e durante l’esibizione di un ospite di chiara fama internazionale, con notevoli effetti pregiudizievoli a danno dei telespettatori.
(Sanremo: l’AgCom multa la RAI per la pubblicità occulta delle scarpe di Travolta, “AGI”, 24 luglio 2024, alla pagina https://www.agi.it/economia/news/2024-07-24/sanremo-multa-scarpe-john-travolta-27227946/)

Amadeus, John Travolta e le sue scarpe sul palcoscenico del Teatro Ariston al Festival di Sanremo 2024

26_07_24 | Parigi | I Giochi Olimpici 2024

Ho cercato a più riprese di sensibilizzare tanti amici che osteggiano lo ius soli sportivo, ma senza risultati. Vorrei far veder loro cosa succede a un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri. Fino ai 18 anni veste l’azzurro. Poi per rappresentare l’Italia deve essere cittadino italiano e inizia un inferno burocratico. Non è mia competenza parlare di ius soli, ma, senza lo ius soli sportivo, rischiamo di perdere tanti talenti sui quali abbiamo investito perché lasciano lo sport o cambiano paese.
(Giovanni Malagò, presidente del CONI, in Maria Luisa Colledani, Giovanni Malagò: “Ius soli sportivo emergenza per non perdere il talento dei nuovi italiani”, “Il Sole 24-Ore”, 21 luglio 2024)

26_07_24 | La cerimonia inaugurale

La cerimonia di apertura per le Olimpiadi di Parigi 2024

La cerimonia più bella della storia per la competizione sportiva più bella del mondo nel paese più bello del mondo!
(Bruno Le Maire, ministro dell’Economia, in Parigi 2024, da “capolavoro” a “vergogna”: polemiche sulla cerimonia di apertura, “Adnkronos”, 27 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/parigi-2024-polemiche-su-cerimonia-apertura-news_3yptL7bQp2mAo2rNeAYqwf)

Il meglio della Francia, il meglio di noi stessi. La nostra storia, le nostre lotte, la nostra energia, la nostra creatività, la nostra diversità, le nostre parole, i nostri artisti, i nostri atleti, la nostra apertura al mondo.
(Aurore Bergé, ministro per la Parità tra uomini e donne, in Parigi 2024, da “capolavoro” a “vergogna”: polemiche sulla cerimonia di apertura, “Adnkronos”, 27 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/parigi-2024-polemiche-su-cerimonia-apertura-news_3yptL7bQp2mAo2rNeAYqwf)

Questa cerimonia ha mostrato i lati negativi della nostra storia, con la decapitazione di Maria Antonietta e cercando di ridicolizzare i cristiani.
(Valérie Boyer, Les Républicains, in Parigi 2024, da “capolavoro” a “vergogna”: polemiche sulla cerimonia di apertura, “Adnkronos”, 27 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/parigi-2024-polemiche-su-cerimonia-apertura-news_3yptL7bQp2mAo2rNeAYqwf)

Ho guardato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi con i miei figli. Difficile apprezzare le scene tra le Marie-Antoinette decapitate, la folla che si bacia, le drag queen, l’umiliazione della Guardia Repubblicana costretta a ballare Aya Nakamura, la bruttezza generale dei costumi e delle coreografie. Cerchiamo disperatamente di celebrare i valori dello sport e la bellezza della Francia in mezzo a una propaganda woke così rozza.
(Marion Maréchal, Reconquete!, su X, in Parigi 2024, da “capolavoro” a “vergogna”: polemiche sulla cerimonia di apertura, “Adnkronos”, 27 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/parigi-2024-polemiche-su-cerimonia-apertura-news_3yptL7bQp2mAo2rNeAYqwf)

Il premier conservatore ungherese Viktor Orban (…) definisce lo spettacolo di ieri sera lungo la Senna una nuova dimostrazione della

debolezza e della disintegrazione dell’Occidente. (…)

Secondo Orban, la scena delle drag queen associate all’ultima cena di Gesù sono l’incarnazione del “vuoto” dell’Occidente.

Hanno gradualmente perso i loro legami metafisici con Dio, la patria e la famiglia.
(Viktor Orban, primo ministro dell’Ungheria, all’università di Baile Tusnad, in Parigi 2024, da “capolavoro” a “vergogna”: polemiche sulla cerimonia di apertura, “ADN Kronos”, 27 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/parigi-2024-polemiche-su-cerimonia-apertura-news_3yptL7bQp2mAo2rNeAYqwf)

E’ stato estremamente irrispettoso nei confronti dei cristiani.
(Elon Musk su X, in Parigi 2024, Musk boccia la cerimonia “irrispettosa dei cristiani”, “Adnkronos”, 27 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/parigi-2024-musk-boccia-la-cerimonia-irrispettosa-dei-cristiani_7bgZpt67Wm8DEoHnevj6aX#google_vignette)

Aprire l’Olimpiade, offendendo miliardi di cristiani nel mondo, è stato davvero un pessimo inizio. Chi vuole rispetto porti rispetto. Squallidi.
(Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

Dal post Facebook di Matteo Salvini sulla cerimonia d’apertura di Parigi 2024

Uno spettacolo molto discutibile e ben poco inclusivo. (…) Tanti, troppi, si sono sentiti emarginati e soprattutto non rispettati nelle rispettive sensibilità.
(Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

Minacciata dal terrorismo islamico, la Francia di Macron deride il cristianesimo.
(Daniela Santanchè, ministro del Turismo, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

In scena il tramonto dell’Occidente.
(Tommaso Toti, capogruppo FdI alla Camera, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

Mi è piaciuta molto la cerimonia del Gay Pride. Sapete quando è prevista quella dell’Olimpiade?
(Nicola Procaccini, FdI, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

Mi chiedo di cosa staremmo discutendo adesso se se all’apertura dell’Olimpiade fosse stato fatto qualcosa di analogo in riferimento alla religione islamica. (…) Sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.
(Maurizio Gasparri, Forza Italia, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

Dovremmo ritirare la nostra delegazione e lasciare Macron a correre solo verso l’abisso.
(Simone Pillon, in Cesare Zapperi, Il centrodestra attacca, show offensivo, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

Maestro Fiammingo del Cinquecento, Il banchetto degli Dei

È il giorno delle rettifiche, le smentite, le scuse per il passaggio dello show di apertura delle Olimpiadi in cui delle drag queen banchettano in una posa che molti hanno collegato al dipinto leonardesco dell’Ultima cena.

Non è stata la mia ispirazione,

ha precisato il direttore artistico dello show negando la blasfemia. L’idea, dice, era di mettere in scena

una festa pagana legata agli dei dell’Olimpo

tanto che Dioniso appare nudo.
(Thomas Jolly, direttore artistico delle Olimpiadi di Parigi 2024, in A.Gin, Le scuse degli organizzatori “Nessun intento offensivo”, “la Repubblica”, 29 luglio 2024)

Philippe Katerine è Dioniso

Philippe Katerine, l’attore cantante che praticamente nudo, dipinto di blu come un puffo, ha interpretato Dioniso che arriva alla tavola e viene accolto dalle drag queen:

Nei primi giochi olimpici in Grecia gli atleti erano nudi, se si riguardano le rappresentazioni dell’epoca… era questa l’origine dei giochi

Quanto alla protesta di Elon Musk (…) Katerine si è dimostrato entusiasta:

un grande onore per me, quando me l’hanno detto ero in estasi.
(Philippe Katerine, in S. Mon., Le scuse dopo le polemiche “Cerimonia riconciliatoria”, “Corriere della Sera”, 29 luglio 2024)

Bellissima coreografia celebrazione giusta di alcuni diritti legati alla straordinaria storia della Francia ma sono stati trascurati malamente alcuni aspetti essenziali

Quali?

Sono mancati i simboli olimpici, poco valorizzati gli atleti e non sono passate le emozioni. L’emozione te la trasmette la reazione del pubblico, ma a Parigi era troppo distante, se non c’è l’hai lì a casa non arriva, devi sentire che sta succedendo qualcosa di speciale.
(Marco Balich, in Arianna Ravelli, ”Celebrare i diritti va benissimo ma gli atleti sono stati trascurati”, “Corriere della Sera”, 28 luglio 2024)

L’ho trovata un mix tra Venezia e Versailles, fantasioso e poetico, che ha valorizzato e trasceso una città di cui sono innamorato, Parigi, la mia città.

Anche i momenti kitsch?

Li ho trovati divertenti, umoristici. Mi è sembrata una cerimonia in equilibrio tra poesia, risate e serietà. Ho pensato che da un punto di vista geopolitico, questa Francia potrebbe andare d’accordo con l’America di Kamala Harris.

E infatti molte reazioni negative arrivano dall’estrema destra in Francia, e dall’Ungheria di Orban o da altro un piano Elon Musk o dalla Russia. Che cosa pensa della loro indignazione?

Non mi sorprende affatto. Nel mio libro (La geopolitica delle serie tv, Armando Editore, n.d.r.), parlo proprio di questo. Del trionfo delle emozioni in un mondo straordinariamente polarizzato, in cui le persone aderiscono a sistemi di valori completamente diversi.Ci sono una Francia aperta e una chiusa, come esistono un’America aperta e una chiusa. E’ interessante perché entrambe si considerano nazioni eccezionali, fondate sulla ricchezza della diversità.

Diversità anche sessuale, come si è visto con le drag queen. Cerimonia woke?

A me non è sembrato, e le posso assicurare che non sono per niente woke. E’ vero, c’è stata un’enfasi sulla parità tra uomo e donna, sulla libera scelta del partner, sulla libertà sessuale. (…)

Scandalo per Philippe Katerine praticamente nudo, in quella scena che è sembrata una parodia dellUltima cena di Leonardo che invece era un banchetto dionisiaco. Comunque la lamentela diffusa a destra che solo la religione cristiana viene presa in giro con tanta leggerezza. Che cosa ne pensa?

Il fatto che i cattolici non reagiscono con la violenza è un merito di cui devono andare orgogliosi. E’ vero, non ci sono state allusioni all’islam o all’ebraismo, ma la Francia è un paese fondamentalmente cristiano, la religione cattolica al centro dell’identità francese. In uno spettacolo che ripercorre la storia di Francia nel cuore di Parigi, non avrebbe avuto senso prendere in giro l’islam.
(Dominique Moïsi, in Stefano Montefiori, “Uno show poetico. Celebrate la libertà e la Francia aperta”, “Corriere della Sera”, 29 luglio 2024)

La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per cyber-molestie, dopo la denuncia dello stesso Jolly. (…) Il presidente francese Emmanuel Macron ha preso le difese di Jolly e degli artisti da lui scelti:

Sono scandalizzato e triste. I francesi e tutto il mondo sono molto orgogliosi di questa cerimonia di apertura, che ci ha reso fieri. È stato uno show audace. (…) Nulla giustifica le minacce a un artista,

ha concluso Macron. (…) Altre due indagini – sempre per minacce di morte – sono state avviate dopo le denunce della dj francese Barbara Butch, attivista lgbqia+, e dalla drag queen Nicky Doll: entrambe sono state protagoniste della cerimonia di apertura dei Giochi.
(Emmanuel Macron, presidente della Repubblica, in Minacce di morte all’ideatore della cerimonia delle Olimpiadi, la denuncia di Thomas Jolly. Macron lo difende: “Scandaloso”, “Open”, 3 agosto 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/08/03/olimpiadi-2024-parigi-minacce-morte-ideatore-cerimonia-jolly-polemiche/)

09_08_24 | La pugile algerina Imane Khelif vince la medaglia d’oro

Martedì (30 luglio 2024, n.d.r.) il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha ammesso alle competizioni di boxe due pugili, l’algerina Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu-ting, che erano state escluse dai Mondiali femminili di boxe poco più di un anno fa perché i risultati dei loro esami medici non rispettavano i criteri per l’accesso alle categorie femminili dell’International Boxing Association (IBA), l’associazione di riferimento del pugilato professionistico.
Khelif combatterà giovedì contro l’italiana Angela Carini negli ottavi di finale dei pesi welter femminili (…)
In realtà non risulta che Khelif sia una donna trans, lei non ha mai parlato pubblicamente della sua identità sessuale e di genere, né sono pubblici esami medici che lo abbiano mai indicato. Si sa invece per certo che rispetta i criteri per l’accesso alle categorie femminili del CIO, ma non quelli dell’IBA, che inizialmente aveva detto di non voler divulgare i dettagli dell’esclusione, per proteggere la privacy di Khelif e di Yu-ting.
I media algerini avevano parlato di un livello troppo alto di testosterone, una versione che è stata confermata in questi giorni dai documenti sugli atleti messi a disposizione dei giornalisti dal CIO, citati tra gli altri dal “Guardian”, da BBC News e da “Libération”. Un comunicato della IBA pubblicato dopo le polemiche sull’ammissione di Khelif alle Olimpiadi ha negato che si trattasse di un test sul testosterone, senza però precisare di quale altro tipo fosse, per ragioni di riservatezza.
Ciononostante Khelif è stata identificata come trans da molte persone, specialmente in ambienti conservatori, per via di una cosa che aveva detto ai media russi il presidente della IBA Umar Kremlev, secondo cui “sulla base dei risultati dei test del DNA, abbiamo identificato un certo numero di atleti che hanno cercato di ingannare i loro colleghi e fingevano di essere donne. Sulla base dei risultati dei test, è stato dimostrato che avevano i cromosomi XY. Tali atleti sono stati esclusi dalla competizione”.
L’IBA però non è più una federazione affiliata al CIO, da quando fu sospesa nel 2019 per scandali amministrativi e di corruzione. Da allora Kremlev, imprenditore russo molto vicino a Vladimir Putin, ha spostato in Russia la sede dell’organizzazione, il cui sponsor principale è la società petrolifera statale russa Gazprom. CIO e IBA sono organizzazioni oggi rivali, e i loro criteri di ammissibilità per le categorie femminili sono diversi.
Se anche l’affermazione di Kremlev dovesse essere verificata, comunque, non implicherebbe necessariamente che Khelif sia trans, visto che esistono condizioni nello spettro dell’intersessualità per cui potrebbe avere quei cromosomi sessuali pur presentando dalla nascita caratteristiche fisiche prevalentemente femminili. A questo si aggiunge che in Algeria anche solo avere rapporti omosessuali è reato, per cui è decisamente improbabile che Khelif sia riuscita a fare una transizione di genere, cambiare i propri documenti e poi essere selezionata come atleta olimpica per rappresentare la nazione.
Il portavoce del CIO Mark Adams ha ribadito che “tutte coloro che gareggiano nella categoria femminile rispettano le regole di ammissibilità alla competizione”. Khelif peraltro aveva già partecipato alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, uscendo ai quarti di finale per 5 a 0.
(La polemica italiana sulla pugile algerina Imane Khelif, “Il Post”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.ilpost.it/2024/07/31/polemica-pugile-imane-khelif/)

Adesso a un uomo che ha cambiato genere è stato permesso di combattere contro una donna alle Olimpiadi. Dove la parità? Noi parliamo di parità di genere e contemporaneamente uccidiamo la boxe femminile. Quelli del CIO Thomas Bach non sono persone ma degli emarginati. Unitevi a noi per mostrargli il loro posto nel porcile.
(Umar Kremlev, presidente della IBA, in Alessandra Livi, Olimpiadi: “Iene, maiali e sodomiti” il controverso video contro il Cio e Khelif, “La7”, 2 agosto 2024, alla pagina https://tg.la7.it/sport/olimpiadi-khelif-kremlev-genere-cio-02-08-2024-219177)

Che cosa deve capitare perché questa follia si fermi? Una pugile ferita in modo devastante? O uccisa?
(J. K. Rowling, in Monica Ricci Sargentini, Da Rowling a Salvini tutti contro i pugni di Imane. La replica: è odio transfobico, in “Corriere della Sera”, 1 agosto 2024)

Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. Un’atleta messicana che l’aveva affrontata ha dichiarato “i suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini”. Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia woke!
(Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sui social, in Parigi 2024, Salvini: “Un’azzurra contro pugile trans, una follia”, “Adnkronos”, 30 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/sport/parigi-2024-salvini-unazzurra-contro-pugile-trans-una-follia_4WhBN07vvFlM3oyJUC5yFn)

Assurda la decisione del Comitato Olimpico Internazionale di ammettere Imane Khelif ai Giochi. Il pugile trans dell’Algeria era stato escluso dai Mondiali dello scorso anno per non aver superato i “test di eleggibilità di genere”. Adesso, invece, Khelif combatterà alle Olimpiadi contro la nostra azzurra Angela Carini nel match di boxe femminile. È chiaro a tutti che Khelif, per natura, ha una prestanza fisica maggiore rispetto a una donna e che, quindi, si tratta di un confronto impari che non dovrebbe essere permesso. Un cattivo esempio che va contro il codice morale dello sport.
(Roberto Marti, presidente della commissione Sport del Senato, in Parigi 2024, Salvini: “Un’azzurra contro pugile trans, una follia”, “Adnkronos”, 30 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/sport/parigi-2024-salvini-unazzurra-contro-pugile-trans-una-follia_4WhBN07vvFlM3oyJUC5yFn)
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Le Olimpiadi di Parigi non smettono di sorprenderci, in negativo. Dopo lo scempio della rappresentazione blasfema dell’Ultima cena, ora viene messa in discussione anche la scienza. Imane Khelif, nata uomo, potrà salire sul ring contro Angela Carini il 1 agosto in un incontro di puglilato. La motivazione che le permette di essere idonea, a differenza di quanto accaduto nei mondiali? Per quanto riguarda i Giochi Olimpici, la gestione del sistema di valutazione è stata affidata alla Paris 2024 Boxing Unit del CIO, che adotta regole meno rigide e segue da tempo una linea completamente diversa, orientata verso l’inclusività: la decisione del Comitato di non effettuare più la verifica del sesso. Nessun commento, solo una domanda: è giusto far combattere qualcuno che ha, per sua natura, una maggiore prestanza fisica contro una donna? Nel nome di una sedicente inclusività si è superato il limite della decenza.
(Rossano Sasso, capogruppo della Lega in commissione Cultura, in Parigi 2024, Salvini: “Un’azzurra contro pugile trans, una follia”, “Adnkronos”, 30 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/sport/parigi-2024-salvini-unazzurra-contro-pugile-trans-una-follia_4WhBN07vvFlM3oyJUC5yFn)

Mi auguro che l’incontro di pugilato di domani tra la nostra Angela Carini e l’atleta algerina Imane Khelif garantisca integrità ed equità della competizione. E’ importante infatti considerare i diversi livelli di forza che si confronteranno sul ring a tutela della sicurezza e della salute della nostra atleta.
(Orazio Schillaci, ministro della Salute, in Parigi 2024, match boxe Carini-Khelif diventa un caso. Abodi: “Non è equo”, “Adnkronos”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/sport/carini-khelif-incontro-boxe-femminile_7woBBx9jLjwVhMARHLf2Ul)

Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici…È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?
(Ignazio La Russa, presidente del Senato, in Parigi 2024, match boxe Carini-Khelif diventa un caso. Abodi: “Non è equo”, “Adnkronos”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/sport/carini-khelif-incontro-boxe-femminile_7woBBx9jLjwVhMARHLf2Ul)

“La Verità”: l’immagine che accompagna il post Facebook di Daniela Santanché contro Imane Khelif

L’italiana Angela Carini agli ottavi di finale boxe femminile sfiderà il transgender Imane Khelif. Un pugno che fa male allo sport e alle donne. Ma ormai siamo ostaggi della politica woke.
(Daniela Santanché, ministro del Turismo su Facebook, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.facebook.com/danielasantanche/photos/litaliana-angela-carini-agli-ottavi-di-finale-boxe-femminile-sfider%C3%A0-il-transgen/1034585718038715/)

Desta grande preoccupazione sapere che, durante i giochi Olimpici a Parigi, in gare di pugilato femminili siano state ammesse due persone transgender, uomini che si identificano come donne, e che, in competizioni recenti, erano state invece escluse. Sorprende che non vi siano, a livello internazionale, criteri certi, rigorosi e uniformi, e che proprio alle Olimpiadi, evento simbolo della lealtà sportiva, possa esserci il sospetto, e assai più del sospetto, di una competizione impari e persino potenzialmente rischiosa per una dei contendenti.
(Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, in Olimpiadi e transgender, ministro Roccella: preoccupano criteri variabili sugli atleti, “TgCom24”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/olimpiadi-e-transgender-roccella-preoccupano-criteri-su-atleti_85354678-202402k.shtml)

Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così.
Quello delle atlete e degli atleti transgender è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall’agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza. È del tutto evidente che la dimensione dell’identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità; non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un’interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili.
(Andrea Abodi, ministro dello Sport e dei Giovani, in Parigi 2024, match boxe Carini-Khelif diventa un caso. Abodi: “Non è equo”, “Adnkronos”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/sport/carini-khelif-incontro-boxe-femminile_7woBBx9jLjwVhMARHLf2Ul)

Il CONI si è attivato con il Comitato Olimpico Internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari.
(Comunicato del CONI, in Olimpiadi e transgender, ministro Roccella: preoccupano criteri variabili sugli atleti, “TgCom24”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/olimpiadi-e-transgender-roccella-preoccupano-criteri-su-atleti_85354678-202402k.shtml).

Una precedente avversaria dell’algerina ha dichiarato di non aver mai sofferto tali colpi in 13 anni di carriera da professionista e di sentirsi fortunata per non aver subito traumi gravi durante l’incontro.
(Fabio Rampelli, FdI, in Monica Ricci Sargentini, Da Rowling a Salvini tutti contro i pugni di Imane. La replica: è odio transfobico, in “Corriere della Sera”, 1 agosto 2024)

Ci sarebbe un cariotipo maschile – quindi la presenza di un cromosoma Y che definisce il sesso cromosomico maschile – a fronte di caratteristiche genitali femminili. La questione è molto delicata. Ci sono vari livelli di definizione del genere, non solo cromosomico. Esistono variazioni sulla costituzione genetica, ma non devono comportare l’eslcusione da una delle categorie.

All’avversaria Imane Khelif le avversarie contestano il livello alto di testosterone:

Ma è compatibile con quelle discrepanze. Se la persona a livello fisiologico produce quel livello di ormone che vogliamo fare? Un dosaggio ormonale non decide se si è maschi o femmine. Esistono variazioni genetiche, fa parte della variabilità umana. I contorni sono molto sfumati. (…)

Senza dimenticare che parliamo di sportivi, ma soprattutto di persone:

Chi ha ragione? Chi è donna? Queste sono condizioni mediche che coinvolgono la sfera emotiva di ognuno. Chiedere un test genetico per una competizione pone interrogativi etici importanti, la divulgazione dei propri dati è un tema sensibile, il CIO non può liquidare il problema così spinoso o cavarsela parlando di passaporto: tutto va affrontato e va normato. Va stabilito se il sesso è cromosomico o fenotipico. Va deciso se è necessario un test per stabilirlo, quale e chi lo deve fare. Fissare le cautele sulla privacy. Immaginate i disagi fisiologici ed emotivi che ha questa atleta, ora si trova stigmatizzata da un punto di vista sportivo: è mortificante.
(Emiliano Giardina, genetista, Università di Tor Vergata, Roma, in Silvia Scotto, “Chiedere un test sul sesso pone una questione etica”, “la Repubblica”, 1 agosto 2024)

Angela Carini sale sul ring tranquilla, almeno all’apparenza. Ma già quando incontra i guantoni di Imane Khelif nel saluto di rito, sembra turbata. Prende subito un colpo al naso. Si ferma, va verso il suo angolo, grida al c.t. “Non è giusto! Fa malissimo”. Renzini le chiede di continuare: “Chiudi almeno il primo round, poi abbiamo un minuto, per parlare”. Il pubblico non capisce, pensa che Angela abbia un problema con il caschetto o il paradenti.
Il match riprende, ma solo per dieci secondi. Dice ancora: “Non è giusto!” E si ritira. Si inginocchia, mentre la Khelif cerca invano di consolarla. Scende dal ring con rabbia.
(Aldo Cazzullo, “E’ ingiusto, fa male” Il dramma di Angela (che nega le pressioni), in “Corriere della Sera”, 2 agosto 2024)

Angela Carini nello spot di Webuild, la società incaricata di costruire il ponte sullo Stretto di Messina. “Ho sempre detto due parole. Il talento ok c’è, ma deve essere allenato anche quello”. Ma non basta, perché “bisogna avere grinta, determinazione, crederci…” Un passaggio è dedicato al fallimento: “Non fa nulla: cadi e ti rialzi. (…) L’avversario più difficile è vincere te stessa”.

Poco fa ho incontrato la presidente Meloni, si è immedesimata subito con me e mi ha accolto come una figlia, Mi ha detto non mollare, vai avanti e credi nei tuoi sogni. Questo mi ha dato grande forza.
(Angela Carini, in L’abbraccio di Meloni “Non è un match equo. Lottare ad armi pari”, in “Corriere della Sera”, 2 agosto 2024)

Da anni tento di spiegare che alcune tesi portate all’estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne. Non perché si voglia discriminare qualcuno, ma per tutelare il diritto delle atlete di poter competere ad armi pari. Quindi non ero d’accordo con la scelta del 2021, non sono d’accordo con la scelta di oggi. Ringrazio Angela Carini per come si è battuta.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in L’abbraccio di Meloni “Non è un match equo. Lottare ad armi pari”, in “Corriere della Sera”, 2 agosto 2024)

Chi siamo noi per giudicare Imane, per dire che cosa è giusto e cosa è sbagliato? Che colpa ha Imam? Nessuna.
(Angela Carini, in Giuliano Foschini, Le lacrime di Angela “Non volevano che combattessi. Arresa da guerriera”, “la Repubblica”, 2 agosto 2024)

Imane Khelif è una donna e ha fatto competizioni per sei anni a livello internazionale. Chiariremo il background scientifico (…)

Nel colloquio di ieri mattina Bach ha voluto difendere la scelta dei CIO:

E’ stato un incontro positivo, io e Giorgia Meloni abbiamo parlato anche del caso Carini. Siamo rimasti d’accordo di restare in contatto per accogliere lo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile.
(Thomas Bach, presidente del CIO, in Stefano Montefiori, Il presidente del CIO all’Italia: “Presto faremo chiarezza”, “Corriere della Sera”, 3 agosto 2024)

Sono i medici, anzi gli scienziati, che attestano i valori. E fino all’ultimo hanno confermato che eravamo all’interno dei parametri. (…) Ovviamente provo un po’ di imbarazzo istituzionale. La posizione del CONI è a tutela di Angela. Ma la pugile algerina ha un passaporto, che non devo giudicare io, che dichiara che è donna. Dieci persone che rappresentano una commissione scientifica hanno valutato e testato di recente i valori ormonali di questa atleta. Poi ognuno è libero di pensare quello che crede.
(Giovanni Malagò, presidente del CONI, in Stefano Montefiori, Il presidente del CIO all’Italia: “Presto faremo chiarezza”, “Corriere della Sera”, 3 agosto 2024)

Al di là delle reali motivazioni della pugile italiana, mi pare chiaro che siamo di fronte a un tipico “blitz disinformativo”. Si sparge questa voce, spinta dall’agenzia russa Tass, secondo cui una pugile algerina non avrebbe superato il test di femminilità della federazione di pugulato IBA. Un test di femminilità non significa nulla e la qualifica è stata decisa da una federazione che non è più riconosciuta dal CIO perché è nelle mani di Gazprom e dei russi. Ecco però riuniti tutti gli ingredienti per creare esattamente il tipo di polemica che piace ai robot russi e all’estrema destra, dentro all’obiettivo di destabilizzare questi Giochi.

Perché?

Parigi 2004 è una bestia nera per Vladimir Putin. Tutti i sistemi di disinformazione russi si sono mobilitati in questa fase. E la questione di genere è una delle loro ossessioni per radicalizzare opinioni e consentire la polarizzazione del dibattito. Abbiamo pubblicato su “Franc-Tireur” una lunga inchiesta, dimostrando che la Russia ha creato da zero siti e profili assomiglianti a normali testa informative per produrre e diffondere fake news su Parigi 2024, rilanciati poi dai bot. A dare forza a tutta l’operazione arrivano gli account ufficiali dei soliti profili dell’estrema destra filorussa. Il sostegno finanziario della Russia a questi partiti è già stato evocato in passato.

E’ così anche per la polemica sulla presunta parodia dell’Ultima cena?

Il meccanismo è lo stesso.
(Caroline Fourest, direttrice di “Franc-Tireur”, in Fourest “Dietro il battage social sulla vicenda della boxeuse italiana c’è la guerra ibrida di Mosca”, “la Repubblica”, 4 agosto 2004)

“Un premio per Angela Carini. Per noi è come se avesse conquistato l’oro”. Umar Kremlev è un navigato regista di sé stesso e quando apre la bocca sa sollevare polveroni. (…) Ieri l’ha buttata anche sul patetico: “Non sono indifferente alle lacrime dei pugili”. E sotto con i 100.000 dollari di consolazione: 50.000 all’atleta, 25.000 alla Federazione. 25.000 al tecnico. (…) La Federazione italiana (…) ha risposto con un secco no. Anche Angela, secondo quanti si è appreso, ha deciso di declinare.
(Lorenzo De Cecco e Luigi Panella, Premio filorusso a Carini ma la pugile lo rifiuta. L’imbarazzo di Meloni, “la Repubblica”. 4 agosto 2024)

“La Bella e la Bestia”: così la pugile ungherese Anna Luca Hamori presentava sui social la sfida con Imane Khetif

Sono felice e orgogliosa per questa medaglia. E’ in gioco l’onore e la dignità di tutte le donne. La federazione internazionale (IBA, n.d.r.) mi ha fatto un torto, ma Allah è con me.
(Imane Khelif, medaglia d’oro a Parigi, dopo la vittoria al quarti contro l’ungherese Anna Luca Hamori, in Stefano Montefiori, Khelif vince e piange “Sul ring per la dignità di tutte le donne” L’abbraccio con la rivale, “Corriere della Sera”, 6 agosto 2024)

Imane Khelif dentro e fuori dal ring

Sono disponibile a slacciare i pantaloni per dimostrare di essere un uomo senza problemi. Non avrei alcun problema a sottopormi a qualsiasi test genetico, a qualsiasi test visivo o tattile.
(Roberto Vannacci, eurodeputato Lega, a Zanna Bianca (Rete4), in Mi slaccerei i pantaloni per dimostrare di essere uomo, “Corriere della Sera”, 9 agosto 2024)

La magistratura francese ha aperto un’inchiesta per valutare se la campionessa olimpica algerina abbia subito atti di cyberbullismo aggravato, dopo la denuncia presentata giorni fa alla pugile in cui affermava di essere stata vittima di ripetute aggressioni, amplificate on line, riguardanti il suo genere.
L’indagine sarà condotta a Parigi dall’Ufficio centrale per la lotta ai crimini contro l’umanità e ispirati dall’odio, per appurarne la sussistenza ma l’avvocato della donna, Nabil Boudi, ha alzato il tiro, sostenendo, secondo la rivista americana “Variety”, che “i primi autori del cyberbullismo sono politici e personalità pubblici”, come Elon Musk, J. K. Rowling, ma secondo indiscrezioni potrebbe finire citato anche Donald Trump.
(Khelif accusa Musk di cyberbullismo, inchiesta a Parigi, “ANSA”, 14 agosto 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2024/08/14/la-pugile-algerina-khelif-denuncia-musk-e-rowling-per-cyberbullismo_7a4bfc94-20d0-44c8-a87e-469d23c7831d.html)

Elisa Molinarolo

Nel 2021, sono stata convocata alle Olimpiadi di Tokyo, ma senza entrare in finale. Tra una prova e l’altra c’era stato un forte acquazzone di un’ora e un giornalista scrisse che il mio fisico imponente non era adatto a saltare su una pista bagnata, motivo per cui non ero riuscita a qualificarmi, al contrario delle avversarie più snelle. Agli europei del 2022, su Facebook qualcuno criticò nuovamente il mio fisico, così diverso dalle rivali più longilinee. Ero una novellina in campo internazionale e non sapevo ancora come muovermi: adesso non voglio più lasciar correre.

È successo anche ad altre sue colleghe.

A tantissime, ragazze comuni e atlete. Ricordo quando Linda Cerruti (pluricampionessa italiana del nuoto sincronizzato, n.d.r.) nel 2022 pubblicò una foto con le medaglie vinte agli europei e venne sommersa da commenti volgari e sessisti.Quelli erano commenti pubblici a me hanno scritto in privato.

Che cosa intende fare?

Se c’è una possibilità di denunciare, lo farò e spiegherò tutte come fare in modo che ai leoni da tastiera passi la voglia di aggredire verbalmente. Ho visto tante compagne con disturbi alimentari scatenati o aggravati dalle critiche altrui.
(Elisa Molinarolo, finalista nel salto con l’asta alle Olimpiadi di Parigi, in Marianna Peluso, Io vittima di body shaming? Denuncerò i leoni da tastiera. Lo faccio anche per le altre, “Corriere della Sera”, 23 agosto 2024)

I commenti sui social alla foto di Linda Cerruti con i 6 argenti e i 2 bronzi vinti ai Campionati Europei di Roma nel 2022

11_08_24 | La nazionale italiana di pallavolo femminile vince la medaglia d’oro

Non andrà a processo Roberto Vannacci per la presunta diffamazione a Paola Egonu, per quanto scritto nel libro del militare Il mondo al contrario. Il giudice per le indagini preliminari accoglie la richiesta del pm, che aveva chiesto l’archiviazione, mentre la pallavolista si era opposta presentando una querela a Bergamo, poi trasmessa al tribunale competente di Lucca. Nel suo libro il generale, neoeletto all’Europarlamento con la Lega, scriveva:

Anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità.

Nelle due pagine con le quali il gip Alessandro Dal Torrione archivia la disputa, il giudice scrive che la frase “ben può essere valutata come impropria e inopportuna, ma non risulta tuttavia emergere un superamento del limite della continenza che possa dirsi indicativo della volontà, da parte dell’indagato, di offendere gratuitamente la reputazione di Egonu, di denigrarla, di sminuirne il valore, di portare un attacco indebito alla persona”.
“È la vittoria della libertà di opinione”, ha commentato l’avvocato Massimiliano Manzo, difensore di Vannacci.
(Massimo Ferraro, Vannacci, il giudice archivia la querela per diffamazione a Paola Egonu: “Frasi inopportune ma non denigranti”, “Open”, 17 giugno 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/06/17/vannacci-egonu-querela-diffamazione-archiviazione/)

È il momento più felice della sua vita?

E’ la giornata più bella, abbiamo vinto il torneo che tutti gli atleti sognano e avere accanto la mia famiglia, il fidanzato, gli amici che mi sostengono è stupendo. (…)

Che significa aver portato in Italia un titolo olimpico?

È qualcosa di indescrivibile che il nostro movimento italiano stia funzionando in questo modo, dobbiamo continuare così.
(Paola Egonu medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, in m. ch., Paola Egonu “E’ il giorno più bello, ci aiutiamo a vicenda, così mi sono rialzata”, “la Repubblica”, 12 agosto 2024)

Straordinaria la nazionale pallavolista femminile, complimenti a Paola Enogu (sic) e Miriam Silla, brave nere italiane, esempio di integrazione vincente.

E’ il messaggio postato su X da Bruno Vespa per celebrare la medaglia d’oro conquistata a Parigi dell’Italvolley femminile. Parole che suscitano polemiche. C’è chi evidenzia l’errore del nome di Egonu e chi sottolinea: “Sono nate in Italia, di quale integrazione parli? E poi, “nere”, proprio non ci riesci a non sottolineare il colore della pelle”, si legge tra i commenti. Le due stelle della nazionale italiana sono nate in Italia, Paola Egonu a Cittadella nel 1998. Miyriam Sylla, di tre anni più giovane, è nata a Palermo. Vespa ha replicato alle critiche via social:

So benissimo che Egonu e Sylla sono nate in Italia. Ma non basta questo a salvare dalle polemiche chi nasce con la pelle nera? Anche loro purtroppo devono integrarsi in un mondo più razzista di quanto si immagini.
(Bruno Vespa, in “Esempio di integrazione”. Un caso il post di Vespa, “Corriere della Sera”, 12 agosto 2024)

Continuo a ribadire che i tratti somatici di Egonu non rappresentano la maggioranza degli italiani, ma non ho mai messo in dubbio la sua nazionalità, la sua bravura. Sono orgoglioso che gareggi per noi, le chiederò un autografo.
(Roberto Vannacci, eurodeputato Lega, in Fabrizio Caccia, L’applauso di Mattarella e Meloni, polemiche su Vannacci, “Corriere della Sera”, 12 agosto 2024)

Non so cosa abbia detto (Vannacci) e sinceramente non mi interessa. Io ho questa medaglia al collo e ne vado fiera. (…) Noi come gruppo siamo il riflesso preciso dell’Italia di oggi. Questo siamo noi. Che lo vogliano o no, non abbiamo bisogno di aggiungere o spiegare nulla. Aver portato a casa una medaglia così importante vale più di mille parole.

Nel suo libro Tutta la forza che ho scrive: “Integrare in cosa se casa mia è questa?” Sembra che il Presidente Mattarella l’abbia ascoltata, ogni volta la chiama “la mia concittadina”.

Mi fa sorridere, ormai l’ha presa come un’abitudine. Devo dire che non mi dispiace, lui parla come è giusto che sia.
(Myriam Sylla, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, in Mattia Chiusano, Noi, le ragazze terribili che si sono prese in futuro”, “la Repubblica”, 13 agosto 2024)

Non potevano che scegliere il buio della notte per nascondere il proprio volto e la mano “armata” di una bomboletta spray. Il murale della street artist Laika, dedicato alla pallavolista italiana Paola Egonu, è stato imbrattato di rosa per coprire il colore della pelle dell’atleta medaglia d’oro alle Olimpiadi, ritratta mentre schiaccio un pallone con le scritte “Stop razzismo, odio, xenofobia, ignoranza”.
Anche queste sono state cancellate, insieme alla parola “italianità” che compariva sotto l’opera.
(Marina de Gantuz Cubbe, Vandali sbiancano il colore della pelle sul murale per Egonu “Razzisti anti-italiani”, “la Repubblica”, 14 agosto 2024)

Cara Paola, il mio abbraccio vale ancor di più oggi.
(Andrea Abodi, ministro dello Sport e dei Giovani, in Marina de Gantuz Cubbe, Vandali sbiancano il colore della pelle sul morale per Egonu “Razzisti anti-italiani”, “la Repubblica”, 14 agosto 2024)

Condanno l’atto che ha deturpato il murale perché lo considero un affronto alla realtà e condanno l’autore che è un mistificatore. (…) Riconduco l’attacco al murale, a quelle manifestazioni di chi fa interpretare il ruolo di Giulietta o della Regina d’Inghilterra ad attrici nere o chi vorrebbe modificare le fiabe e i racconti della nostra tradizione in base ad assurde teorie che riconducono tutte all’ideologia della cancellazione della cultura.
(Roberto Vannucci, eurodeputato Lega, in Marco Gasperetti, Vannacci è ancora un caso: il murale rosa? Nega la realtà, come fare Giulietta Nera, “Corriere della Sera”, 15 agosto 2024)

Paola Enogu e Myriam Sylla per me sono italianissime. Sono ragazze che hanno un progetto di vita. Infatti penso che a volte tirare in ballo i testimonial sia fuorviante. Paola e Myriam hanno chiesto loro di diventare cittadine italiane, hanno compiuto una scelta.
(Luca Zaja, presidente Regione Veneto, in Enrico Ferro, Zaia “No all’ideologia ma chi ha i requisiti diventi subito cittadino. Enogu? Italianissima”, “la Repubblica” 23 agosto 2024)

31_07_24 | Verbania | La nuova giunta cancella l’intitolazione della scuola media a Gino Strada

La nuova giunta comunale del capoluogo del Verbano – civica di orientamento di centrodestra – ha annullato la delibera del 2021 con la quale la precedente amministrazione a guida PD aveva dato parere favorevole alla proposta dell’istituto comprensivo di dedicare la scuola media di Pallanza, già intitolata a Luigi Cadorna, controverso comandante in capo dell’esercito italiano nel primo conflitto mondiale dal 1914 alla disfatta di Caporetto, alla memoria di Gino Strada, medico e fondatore di Emergency. La giunta in carica ha ritenuto “preferibile effettuare altra valutazione in ordine all’eventuale individuazione di diverso spazio o edificio pubblico che, per finalità funzionale, presenti maggior coerenza con l’impegno professionale e volontaristico profuso dal dott. Gino Strada”.
La scelta del cambiamento di nome, bollata dagli ambienti della destra verbanese come cancel culture era stata assunta dal consiglio di istituto dell’Istituto Comprensivo Rina Monti Stella di cui la scuola media fa parte ed era arrivata sul tavolo della Giunta comunale, a cui compete esprimere un parere. La delibera adottata allora sottolineava come “con questa intitolazione la scuola intende proporre la figura di Gino Strada come punto di riferimento per i giovani e per la società, come esempio di italiano e di eroe di guerra e di pace”.
(Verbania: nuova Giunta cancella l’intitolazione della scuola a Gino Strada, “AGI”, 31 luglio 2024, alla pagina https://www.agi.it/cronaca/news/2024-07-31/verbania-no-alla-scuola-intitolata-a-gino-strada-27319947/)

02_08_24 | Bologna | Il ricordo della strage alla Stazione Centrale

Le radici di quell’attentato affondano nella storia del postfascismo italiano, in quelle organizzazioni nate dal Movimento Sociale Italiano negli anni Cinquanta, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, che oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo.
(Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle Vittime della Strage del 2 agosto 1980, in Andreina Baccaro, Le tensioni sul 2 agosto. Meloni: attacchi ingiustificati, in “Corriere della Sera”, 3 agosto 2024)

Sostenere che le “radici di quell’attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo”, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave. (…) Ed è pericoloso, anche per l’incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione. Credo che, in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in Tommaso Romanin, Strage di Bologna, scontro tra Meloni e i familiari delle vittime, “ANSA”, 3 agosto 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/08/02/strage-bologna-meloni-ingiustificati-attacchi-a-me-e-governo_6296744f-d41b-4a3e-bb7c-b29c61d663c2.html)

Pensavo che oggi fosse una giornata tranquilla e pacifica. Il ministro Piantedosi è venuto e ha riconosciuto ampiamente la matrice neofascista della strage e ci ha dato delle rassicurazioni sui ristori, ma Meloni l’anno scorso, in occasione del quarantatreesimo anniversario della strage, parlò di terrorismo, di vigliaccheria e di ferocia. Non l’ho mai sentita dire apertamente che la matrice della strage è fascista. Tutto quello che ho detto sul palco è nelle sentenze, quindi invito la presidente del Consiglio a studiare le sentenze e a rileggere il Piano di rinascita democratica non ho tirato fuori una cosa nuova.
(Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle Vittime della Strage del 2 agosto 1980, in Daniela Corneo, “Ciò che ho detto dal palco è tutto nelle sentenze. E le vittime siamo noi”, “Corriere della Sera”, 3 agosto 2024)

La presidente del Consiglio ha detto una cosa ovvia: le sentenze hanno rilevato la matrice neofascista (…) ma bisogna capire se le sentenze hanno rispettato le garanzie processuali. Qualsiasi tecnico superpartes lo confermerebbe. Era chiaro dall’inizio del processo a Bellini, criminale conclamato e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai ha avuto a che vedere con noi, che l’obiettivo di parte della magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli USA, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il MSI avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana. Si cerca di creare un teorema come è accaduto a Berlusconi per decenni facendolo diventare addirittura il referente della mafia. (…) Non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia. (…)
Chiederemo a Nordio, con un’interrogazione parlamentare, di verificare ciò che sto denunciando.
(Federico Mollicone, presidente Commissione Cultura della Camera, in Francesco Olivo, Federico Mollicone: “Le sentenze su Bologna sono un teorema politico per colpire la destra”, “La Stampa”, 4 agosto 2024, alla pagina https://www.lastampa.it/politica/2024/08/04/news/federico_mollicone_intervista_strage_bologna-14531163/)

Il tentativo di mettere in discussione la verità storica e giudiziaria delle stragi di matrice neofascista da parte della destra che governa questo paese è palese, è dichiarato, è programmatico e soprattutto gravissimo. Sia nel metodo che nel merito. (…) Quando un ceto politico di governo pretende di riscrivere i fatti a suo vantaggio, quel metodo non potrà mai dirsi democratico. Quanto al merito, l’ho detto spesso insieme ad altri, mi pare che il gruppo dirigente che governa in questo momento abbia il neofascismo nella sua biografia politica. E non credo che faccia nulla per nasconderlo, anzi.

Cosa avrebbe dovuto fare la destra subito dopo aver conquistato il potere?

Aveva davanti a sé due strade. La prima era un processo pubblico di revisione della propria storia politica, recidendo un legame con il passato neofascista. E’ quello che la democrazia richiede a chi si propone come nuova classe dirigente alla guida di un paese. La seconda strada era quella di riscrivere la storia occultando le proprie colpe. E mi pare che è quello che sta accadendo.

E dunque, secondo lei, cosa dovrebbe fare la destra per liberarsi di un passato così ingrombrante?

Anzitutto dovrebbe avere voglia di liberarsene. E quindi, con coraggio, dovrebbe prima riconoscerlo per poi, finalmente, estirpare quelle radici. Mi pare che non faccia né l’uno né l’altro. Non ci riesce proprio. Probabilmente perché i leader di quell’area politica sentono di provenire da quella storia. La rivendicano. Anche per questo cercano di emendarla, quasi di purificarla, arrivando addirittura a negare la matrice neofascista della strage di Bologna, le sentenze dei giudici, l’evidenza dei fatti. Perché per molti esponenti di quel partito è ancora valido il motto missino di Almirante: “Non rinnegare non restaurare”.
(Antonio Scurati, in Lucio Luca, Scurati “L’obiettivo è palese vogliono riscrivere la storia per cancellare le loro colpe”, “la Repubblica”, 5 agosto 2024)

03_08_24 | La riforma delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche

Oltre un quinto del valore dei biglietti venduti nel 2022 in Italia per gli spettacoli dal vivo arriva dalla lirica, 84,5 milioni di euro su 384 incassati. A comprarli 1,7 milioni di spettatori, il 165% in più rispetto all’anno precedente, che Ancora risentiva dell’impatto della pandemia. I bilanci dei teatri sono tornati da diversi anni in attivo, dai 694.000 euro di utile della Scala ai 194.000 dell’Opera di Roma, anche se i contributi pubblici giocano ancora un ruolo importante: per il 2022 ammontano a 324 milioni. Ma non sono a fondo perduto: (…), c’è un effetto moltiplicatore che ha impatti positivi sull’economia delle città in cui hanno sede i teatri. Alcuni studi hanno anche cercato di misurarlo.

Ogni euro investito nella lirica restituisce alla collettività tra i 2 e i 2,5 euro,

sintetizza Francesco Giambrone. (…)
La sfida è dunque.quella di produrre cultura ma anche ricchezza per il paese.

Quella dei teatri lirici come istituzioni con i conti cronicamente in rosso, è una rappresentazione superata. Adesso ci può essere ancora qualcuno un po’ in affanno, ma la dimensione reale è quella di bilanci in ordine e di un grande aumento della produttività.
(Francesco Giambrone, presidente dell’Agis e sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, in Rosaria Amato, La lirica fa bene al PIL, ora i teatri del bel canto puntano alla genZ, “la Repubblica Affari & Finanza”, 15 gennaio 2024)

Alla vigilia del grande risiko che attende i templi della lirica italiana, metà dei quali dovranno rinnovare la governance entro il 2025 – dalla Fenice di Venezia all’Opera di Roma, passando per il Massimo di Palermo, il San Carlo di Napoli e il Petruzzelli di Bari – Sangiuliano ha pensato bene di confezionare un decreto legislativo all’interno del nuovo Codice dello Spettacolo che stravolge gli organismi di gestione, depotenzia i sovrintendenti e consente agli incaricati ministeriali di pesare molto di più: di mettere becco in maniera decisiva nella programmazione e persino nelle scelte artistiche. Sottraendo autonomia e indipendenza agli stabili di antica tradizione. La cui libertà è sempre stata sinonimo di qualità e innovazione.
E dire che dal 1985, anno in cui venne istituito il Fondo Unico dello Spettacolo, di riforma in questo campo ce ne sono state diverse. Tuttavia nessuna aveva mai messo in dubbio il ruolo del sindaco, che delle fondazioni liriche è presidente, né quello dominante del sovrintendente, individuato su proposta del Consiglio di Indirizzo. Soppresso e sostituito nel disegno sangiulianesco, da un Consiglio di Amministrazione (abolito negli anni Novanta per manifesta inefficienza) che decide tutto in maniera collegiale. E siccome il governo raddoppia i delegati, a scapito dell’amministrazione comunale, ecco che influenzare la vita nel teatro del teatro sarà più facile grazie alla golden share attribuita al dicastero della cultura. Mentre il sovrintendente, sin qui organo unico di gestione, perde le sue prerogative principali, diventando una sorta di passacarte del CdA. Un ritorno al passato capace di spazzare via gli immani sforzi fatti negli ultimi trent’anni per risanare i conti e rendere più attrattivi i teatri.
A parte rare eccezioni, i Consigli di Indirizzo sono difatti composti, per la parte politica, da due delegati del primo cittadino, uno del Ministero, uno della Regione. Con la riforma in cantiere, nei CdA composte da 5 a 7 membri (variabili in in base al numero dei soci privati), gli equilibri di potere si spostano sul governo centrale. A decidere chi sarà il sovrintendente o il direttore generale, quali opere cantare o il direttore d’orchestra da chiamare, sarà dunque il titolare della cultura per interposti consiglieri d’amministrazione, dal medesimo nominato.
A tenere in mano il dossier è il sottosegretario Gianmario Mazzi, che nei giorni scorsi lo ha illustrato alle varie associazioni di settore. (…) Terrorizzato dalla fuga di notizie, il testo del Decreto non è stato consegnato a nessuno e a tutti è stata imposta la massima riservatezza.
(Giovanna Vitale, Così il governo mette le mani sulla lirica, “la Repubblica”, 23 luglio 2024)

Abbiamo appreso dagli organi di stampa che, all’interno della più complessiva ridefinizione del quadro legislativo riguardante lo Spettacolo dal Vivo, sarebbe in avanzato stato di definizione anche una significativa riforma delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, la cui rilevanza è storicamente strategica per le Città dove operano, in quanto rappresentano istituzioni culturali identitarie e di decisiva importanza per la cultura italiana e per i territori su cui insistono. Dato l’assoluto protagonismo dei nostri Comuni nella gestione e valorizzazione delle Fondazioni, anche in considerazione del gravoso impegno economico che questo comporta, siamo a chiedere un incontro urgente per affrontare in maniera condivisa criticità e potenzialità inerenti al settore, nonché per conoscere gli intendimenti del Governo.
(I sindaci delle citta sedi di Fondazioni Lirico-Sinfoniche Vito Leccese (Bari), Matteo Lepore (Bologna), Massimo Zedda (Cagliari), Sara Funaro (Firenze), Marco Bucci (Genova), Giuseppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Roberto Gualtieri (Roma Capitale), Stefano Lo Russo (Torino) e Damiano Tommasi (Verona), lettera al ministro della Cultura Gennaro Sangiuano, Sindaci città sedi Fondazioni a ministro, “riforma sbagliata”, “Ansa”, 3 agosto 2024, alla pagina https://www.ansa.it/amp/campania/notizie/2024/08/03/sindaci-citta-sedi-fondazioni-a-ministro-riforma-sbagliata_d17094b2-9059-4082-a339-033f9a1d7e9f.html)

Nella giornata di venerdì 2 agosto, alcuni sindaci di città sede di Fondazioni lirico-sinfoniche hanno inviato al ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, e al sottoscritto, una richiesta d’incontro per confrontarsi su “criticità e potenzialità” di tali Fondazioni. Tutto corretto, questo incontro era già nel nostro programma di lavoro. (…) Sabato 3 agosto, leggo sulle agenzie di stampa una dichiarazione ulteriore non espressa nella lettera, secondo cui verrebbe definita “sbagliata’” la riforma in questione. Mi chiedo: ma si può bollare come “sbagliata” una proposta di riforma, dettata da una legge-delega del Parlamento, senza conoscere nemmeno una riga del suo contenuto? Come dire, morale doppia: collaborativi nei rapporti istituzionali, polemici e prevenuti nella comunicazione pubblica. Tutto ciò suona male.
(Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla cultura, in Lirica, il sottosegretario alla cultura Mazzi respinge le critiche: “Sindaci definiscono sbagliata una riforma che neanche conoscono”, “Veronasera”, 4 agosto 2024, alla pagina https://www.veronasera.it/politica/mazzi-riforma-fondazione-enti-lirici-4-agosto-2024.html

05_08_24 | Latina | 6,6 milioni di euro per le celebrazioni del centesimo anno di fondazione della città

Oggi è una grande giornata per la rivoluzione delle camicie nere, è una giornata fausta per l’Agro pontino, è una giornata gloriosa nella storia della nazione. Quello che fu invano tentato durante il passato di 25 secoli oggi noi stiamo traducendo in una realtà vivente.
Sarebbe questo il momento per essere orgogliosi, no noi siamo soltanto un poco commossi. Coloro che hanno vissuto le grandi e tragiche giornate della guerra vittoriosa, passando davanti ai nomi che ricordano il Grappa, il Carso, l’Isonzo, il Piave, sentivano nel loro cuore tumultuare i vecchi ricordi e le grandi nostalgie.
Noi oggi con l’inaugurazione ufficiale del nuovo Comune di Littoria, consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino (applausi), abbiamo cioè vinto la nostra prima battaglia. Ma noi, noi siamo Fascisti, quindi più che guardare al passato siamo sempre intenti verso il futuro.
(Benito Mussolini, Duce del Fascismo e Fondatore dell’Impero, discorso per l’inaugurazione del Comune di Littoria, dal 7 giugno 1945 Latina, 18 ottobre 1932)

ARTICOLI 1 e 2
Le norme prevedono che la Repubblica celebri, in occasione del centesimo anno di fondazione, il Comune di Latina, quale luogo di particolare rilievo nella storia dell’architettura italiana del XX secolo (articolo 1).
A tali fini sono riconosciute meritevoli di finanziamento le iniziative da svolgere nel territorio del comune di Latina, nel periodo compreso tra l’anno 2024 e l’anno 2032, attraverso i seguenti interventi, rivolti in particolare alle generazioni più giovani:
a) la diffusione nazionale e internazionale della cultura architettonica italiana del XX secolo, con particolare riguardo all’architettura razionalista, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, fondazioni, università, scuole, associazioni culturali, teatri e mezzi di comunicazione di massa, ordini professionali, associazioni cittadine, studentesche e della terza età;
b) la definizione di un programma di offerta culturale, finalizzato allo sviluppo turistico e del territorio;
c) la valorizzazione delle Città di fondazione dell’Agro pontino, cosiddette “Città di fondazione”, nell’ambito del progetto “Sistema integrato delle Città di fondazione”;
d) la promozione dell’integrazione fra l’offerta turistico-ricettiva e la tutela ambientale attraverso il rafforzamento delle reti culturali e paesaggistiche nonché la promozione della creazione di start-up e la realizzazione di progetti;
e) la promozione dell’integrazione, del rispetto dell’altro, della crescita armoniosa, nonché dello spirito di collaborazione e di squadra attraverso la promozione dell’attività sportiva;
f) l’implementazione di moderne strategie di marketing territoriale per valorizzare il patrimonio culturale, turistico e ambientale delle Città di fondazione, anche attraverso la realizzazione di sistemi digitalizzati integrati;
g) la realizzazione di attività didattico-formative di carattere editoriale, espositivo, congressuale, seminariale, scientifico, culturale e di spettacolo;
h) l’emanazione di un bando di concorso per l’elaborazione di un logo rappresentativo del centenario;
i) l’istituzione di borse di studio per l’elaborazione di saggi storico-sociali sui temi del centenario in favore degli studenti universitari e delle scuole secondarie di secondo grado;
l) l’istituzione del “Festival delle Città del Novecento”, al fine di promuovere incontri con storici, intellettuali, artisti, architetti e scrittori;
m) la valorizzazione dei luoghi simbolici della città di Latina e dei suoi borghi, attraverso interventi strutturali di restauro e di potenziamento delle strutture esistenti;
n) la realizzazione e la promozione di eventi e di progetti caratterizzati da un’ampia collaborazione tra istituzioni e soggetti, pubblici e privati, a livello locale, provinciale, regionale, nazionale e internazionale, con particolare riferimento all’Unione europea;
o) la realizzazione di ogni altra iniziativa utile per il conseguimento delle finalità della presente legge (articolo 2).

ARTICOLI 3 e 4
Fondazione “Latina 2032”

Le norme, per le finalità di cui agli articoli 1 e 2, prevedono l’istituzione della Fondazione “Latina 2032”, ente di diritto privato costituito dal Ministero della Cultura. Alla Fondazione possono partecipare la regione Lazio, la provincia di Latina, il comune di Latina e altri soggetti pubblici e privati, ivi incluse le università. La Fondazione ha la propria sede nel comune di Latina. (…)
Alla costituzione del patrimonio della Fondazione è destinato un contributo di 200.000 euro per l’anno 2024, di 500.000 euro per l’anno 2025 e di 300.000 euro annui a decorrere dall’anno 2026 (articolo 4, comma 1).
Per le iniziative di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f), (marketing territoriale per valorizzare il patrimonio culturale, turistico e ambientale, anche attraverso la realizzazione di sistemi digitalizzati integrati), è destinata, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2032, una quota non superiore al 10 per cento del contributo straordinario di cui al comma 1 dell’articolo 4 (articolo 4, comma 2).
Per le attività di cui all’articolo 2, comma 1, lettera m) (valorizzazione dei luoghi simbolici della città di Latina e dei suoi borghi, attraverso interventi di restauro e di potenziamento delle strutture esistenti), è destinato alla Fondazione un contributo di 200.000 euro per l’anno 2026 e di 600.000 euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2032 (articolo 4, comma 3).
(Disposizioni per la celebrazione del centenario della città di Latina 1932-2032, alla pagina https://www.camera.it/leg19/126?tab=&leg=19&idDocumento=1956)

Latina, Palazzo M (dal sito Casa dell’Architettura, Istituto di Cultura Urbana, Latina)

Parliamo di 6,6 milioni. Di più: sono previste ulteriori risorse che potranno arrivare da iniziative pubbliche o private. Sapori nostalgici. A colpire è il voto favorevole della sinistra. Non quella di Elisabetta Piccolotti (AVS), unica astenuta (in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, n.d.r.) perché “scandalizzata dalla cifra spropositata”. Ma quella di Matteo Orfini, deputato PD: “Il disegno è arrivato chiuso, l’avevano corretto i colleghi dem al Senato. Poi io sono stato eletto a Latina”. Da Palazzo Madama si difende la dem Cecilia D’Elia: “Non è una celebrazione del fascismo, ovviamente. E noi abbiamo ampliato l’iniziativa, chiesto un comitato scientifico per la Fondazione (Latina 2032, n.d.r.) e ridotto la cifra”.
(Giulio Ucciero, Fondazione di Latina: 7 milioni per celebrarla, “la Repubblica”, 9 agosto 2024)

Latina, Palazzo M

07_08_2024 | Napoli | Gennaro Sangiuliano celebra i 250 anni dalla fondazione della città
Quando scopre che sono 2500, licenzia il social media manager

Napoli ha 250 o 2500 anni? Il post originale e quello corretto

Un post per celebrare due secoli e mezzo di Napoli, ma in realtà gli anni che compie la città partenopea sono 2500. E’ la gaffe apparsa sui social del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Il post viene corretto, ma l’errore non sfugge. Per il PD reagisce Sandro Ruotolo, eurodeputato di origini napoletane (come il ministro): “Tra le tra tante figuracce questa è imperdonabile”. Poi Sangiuliano chiarisce: “Errore del mio social media manager, ho accettato le sue dimissioni”.
(Napoli, gaffe sul profilo di Sangiuliano, “Corriere della Sera”, 8 agosto 2024)

07_08_2024 | Milano | L’ottantesimo anniversario dell’eccidio di piazzale Loreto

La memoria di quei fatti rimane vivida e scolpita nella coscienza collettiva della nostra città e del nostro paese: 15 uomini furono brutalmente fucilati dalle forze di occupazione straniera e i loro corpi furono esposti in questo luogo.
(Massimo Sertori, assessore agli Enti Locali della Regione Lombardia, in Zita Dazzi e Massimiliano Salvo, Eccidio di Piazzale Loreto, l’assessore non cita i fascisti, “la Repubblica”, 11 agosto 2024)

Le parole mancate dell’assessore Sertori sono gravi e confermano la pericolosa inadeguatezza della destra lombarda. Quella fu una strage fascista e non avere la forza di dirlo denota il pensiero di chi non riesce a dire questa verità storica. Siamo di fronte a un revisionismo d’accatto e a un tentativo di rimozione della storia. I fischi della piazza nei confronti dell’assessore regionale sono stati davvero un atto dovuto.
(Primo Minelli, presidente ANPI Provincia di Milano, in Zita Dazzi e Massimiliano Salvo, Eccidio di Piazzale Loreto, l’assessore non cita i fascisti, “la Repubblica”, 11 agosto 2024)

Non ho sentito i fischi, e comunque non l’ho fatto di proposito. Mi sono trovato il testo scritto così, e non avevo intravisto elementi critici o polemici. Mi spiace che la polemica ci sia stata. Non ho alcun problema a usare la parola fascisti. Come recita la storia, l’ordine delle uccisioni era partito dai nazisti. I fascisti hanno fatto quello che non dovevano fare. E che respingiamo fermamente.
(Massimo Sertori, assessore agli Enti Locali della Regione Lombardia, in Zita Dazzi e Massimiliano Salvo, Eccidio di Piazzale Loreto, l’assessore non cita i fascisti, “la Repubblica”, 11 agosto 2024)

07_08_24 | Le “Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica”

A partire dall’anno scolastico 2024/2025 entreranno in vigore le “Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica”. Il testo sostituirà le Linee guida precedenti, con l’aggiunta di ulteriori contenuti, e ridefinirà traguardi e obiettivi di apprendimento a livello nazionale. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha inviato oggi il documento al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per il prescritto parere non vincolante.
“Coerentemente con il nostro dettato costituzionale, le Nuove Linee Guida promuovono l’educazione al rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali”, dichiara Valditara, “valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale, dando valore al lavoro e all’iniziativa privata come strumento di crescita economica per creare benessere e vincere le sacche di povertà, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita”.
“Ispirandosi al concetto di ‘scuola costituzionale’, il documento conferisce centralità alla persona dello studente e punta a favorire l’inclusione, a partire dall’attenzione mirata a tutte le forme di disabilità e di marginalità sociale. Le nuove Linee guida”, prosegue Valditara, “vogliono essere uno strumento di supporto e di guida per tutti i docenti ed educatori chiamati ad affrontare, nel quotidiano lavoro di classe, le sfide e le emergenze di una società in costante evoluzione e di cui gli studenti saranno protagonisti. La scuola si conferma pilastro del futuro del nostro Paese”.

Queste le principali novità introdotte dalle “Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica”:

# è sottolineata la centralità della persona umana, soggetto fondamentale della Storia, al cui servizio si pone lo Stato. Da qui nascono la valorizzazione dei talenti di ogni studente e la cultura del rispetto verso ogni essere umano. Da qui i valori costituzionali di solidarietà e libertà e il concetto stesso di democrazia che la nostra Costituzione collega, non casualmente, alla sovranità popolare e che, per essere autentica, presuppone lo Stato di diritto. Da questo deriva anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) e il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica;
# si promuove la formazione alla coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia. Di conseguenza, viene evidenziato il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria, concetto espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Attorno al rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità nazionale, che ha nei valori costituzionali il suo riferimento, si intende anche favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Allo stesso tempo, la valorizzazione dei territori e la conoscenza delle culture e delle storie locali promuovono una più ampia e autentica consapevolezza della cultura e della storia nazionale. In questo contesto, l’appartenenza all’Unione Europea è coerente con lo spirito originario del trattato fondativo, volto a favorire la collaborazione fra Paesi che hanno valori e interessi generali comuni;
# insieme ai diritti, vengono sottolineati anche i doveri verso la collettività, che l’articolo 2 della Costituzione definisce come “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’importanza di sviluppare anche una cultura dei doveri rende necessario insegnare il rispetto per le regole che sono alla base di una società ordinata, al fine di favorire la convivenza civile, per far prevalere il diritto e non l’arbitrio. Da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale;
# promozione della cultura d’impresa che, oltre a essere espressione di un sentimento di autodeterminazione, è sempre più richiesta per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali. Parallelamente, si valorizzano per la prima volta l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale;
# educazione al contrasto di tutte le mafie e di tutte le forme di criminalità e illegalità. In particolare, il contrasto della criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati, attraverso l’apprendimento, sin dai primissimi gradi di scuola, di comportamenti individuali che possano contrastare tali fenomeni;
# è evidenziata l’importanza della crescita economica, nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini;
# educazione al rispetto per tutti i beni pubblici, a partire dalle strutture scolastiche, al decoro urbano e alla tutela del ricchissimo patrimonio culturale, artistico, monumentale dell’Italia;
# promozione della salute e di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, dall’attività sportiva e dal benessere psicofisico della persona. In tale contesto, particolare attenzione è rivolta al contrasto delle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo;
# educazione stradale, per abituare i giovani al rispetto delle regole del codice della strada che si traduce in rispetto della propria e altrui vita;
# si rafforza e si promuove la cultura del rispetto verso la donna;# promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa, dell’educazione al risparmio e alla pianificazione previdenziale, anche come momento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato;
# valorizzazione della cultura del lavoro come concetto fondamentale della nostra società da insegnare già a scuola fin dal primo ciclo di istruzione;
# educazione all’uso etico del digitale, per valutare con attenzione ciò che di sé si ‘consegna’ alla rete;
# educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici, nella consapevolezza che l’uso corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce;
# si conferma il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola secondaria di primo grado.

(Scuola: pronte le Nuove Linee Guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’insegnamento dell’Educazione civica. Valditara: “Valorizzati principi come responsabilità individuale e solidarietà”, Ministero dell’Istruzione e del Merito, 7 agosto 2024, alla pagina https://www.miur.gov.it/-/scuola-pronte-le-nuove-linee-guida-del-ministero-dell-istruzione-e-del-merito-per-l-insegnamento-dell-educazione-civica-valditara-valorizzati-principi)

Contrasto all’utilizzo di ogni tipo di droga, lotta alle dipendenze, anche tecnologiche, rispetto delle donne e soprattutto rafforzamento del primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica. Esprimiamo soddisfazione per l’adozione di questi punti all’interno delle nuove “Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica”, presentate dal ministro Valditara e che saranno in vigore già dall’anno scolastico 2024/2025 che sta per iniziare.
La volontà di contrastare ogni concezione ideologica e favorire così il sano sviluppo di ogni studente va nella stessa direzione di quanto Pro Vita & Famiglia chiede da tempo, ovvero il contrasto ad ogni tipo di progetto ideologico gender e Lgbtqia+ all’interno delle scuole e dell’illegale, pericolosa e altrettanto ideologica “Carriera Alias”, che rischia di instillare nella mente dei giovani la falsa concezione che si possa davvero “nascere nel corpo sbagliato” e per questo quindi intraprendere percorsi di transizione di genere sociale e chirurgica.
Siamo inoltre soddisfatti che il ministro Valditara abbia sottolineato l’importanza di contrastare nel mondo scolastico tutte le forme di “dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo”. Un’emergenza attuale e diffusa che colpisce i nostri giovani è infatti quella dell’iper digitalizzazione, che può anche avere derive ancora più devastanti se pensiamo ai contenuti per adulti e sessualmente espliciti che girano sul web senza nessun controllo e che vanno a colpire giovani e addirittura bambini. In tal senso ben venga la conferma del “divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola secondaria di primo grado”.
(Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, in Scuola. Bene Valditara su educazione civica, adesso stop a progetti gender e carriera alias, “Pro Vita e Famiglia”, 8 agosto 2024, alla pagina https://www.provitaefamiglia.it/blog/scuola-bene-valditara-su-educazione-civica-adesso-stop-a-progetti-gender-e-carriera-alias

Non so quanto il ministro Valditara sia consapevole della coincidenza tra l’emanazione delle “Nuove Linee guida” per l’insegnamento dell’educazione civica, obbligatorie a partire dall’anno scolastico 2024-2025, e il sessantesimo anniversario della prima ricerca su L’educazione civica nella scuola e nella vita sociale, pubblicata da Aldo Capitini nel 1964 (Editori Laterza), con contributi di Guido Calogero ed altri. (…)
L’educazione civica, scriveva Capitini, è “quella parte dell’educazione di sé e degli altri, che ha lo scopo di preparare a partecipare nel modo meglio informato e più attivo alla complessa vita della comunità e al miglioramento delle sue strutture sociali e giuridiche, sostituendo volentieri ragioni pubbliche a motivazioni esclusivamente private, e tendendo a liberare l’individuo in una sempre più autentica socialità”. Aggiungeva, inoltre, che l’educazione civica non deve essere “ridotta a semplice obbedienza all’ordine costituito e alle ‘autorità'” ma dev’essere “vista come attiva cooperazione critico-produttiva e instancabilmente informata alla vita civile ed alle sue istituzioni con continuo promovimento di maggiore giustizia e maggiore libertà”. E, concludeva, rispetto alle tendenze normalizzatrici che già allora si manifestavano: “valgano questi pensieri (…) a correggere l’idea che l’educazione civica voglia dire educazione all’obbedienza alle autorità esistenti. Ben più largo è l’orizzonte, e se educazione civica è educazione all’obbedienza allo spirito della democrazia, esso è ricerca continua, incontro con i diversi, dialogo con tutti, servizio aperto, responsabilità di portare il proprio contributo critico e costruttivo, con la costante intenzione di stare insieme”.
Già nella definizione di educazione civica si manifesta la distanza culturale con le “Linee guida” di Valditara che sono, invece, volte a enfatizzare “il nesso tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria”. Un patriottismo nazionalista sovraesteso, volto ad abbracciare l’intero Occidente: “coscienza di una comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia”. Si tratta, sostanzialmente, della preparazione delle nuove generazioni alla guerra di civiltà, al ritorno ai blocchi di appartenenza della nuova guerra fredda, che diventa ogni giorno più calda. Che Capitini indicava come criticità educativa già ai suoi tempi: “Quel che si nota è anche la tendenza ad allargare la coscienza nazionalistica alla coscienza di ‘blocco’, che dà luogo all’’europeismo’ o al ‘continentalismo’ americano”. Ma, aggiungeva fiduciosamente, “si tratta – è credibile o almeno sperabile – di una fase transitoria che sarà superata, così com’è stata superata quella tanto pericolosa del patriottismo sciovinistico negli scorsi decenni”.
Ma Aldo Capitini non aveva fatto i conti con il ritorno degli eredi del fascismo al governo del nostro paese, all’interno di una dimensione internazionale di ritorno dei blocchi contrapposti. Rispetto alla quale il filosofo della nonviolenza indicava proprio nell’educazione civica una via d’uscita: “È chiaro che un’educazione civica rettamente e largamente intesa apre all’internazionalismo ed è altresì chiaro che un internazionalismo non generico o retorico consente e promuove un approfondimento di motivi e di temi anche sul piano dell’educazione civica, che invece il nazionalismo nega. (…) Il compito della scuola per decidere di tale contrasto a favore delle posizioni più avanzate e di più larga apertura, è d’importanza fondamentale. Ma naturalmente è necessaria una scuola sempre meno evasiva e sempre più impegnata”.
Il modo in cui s’intende l’educazione civica è, dunque, cartina di tornasole del ruolo culturale che si affida alla scuola. Per Valditara essa deve veicolare i valori d’impresa, la proprietà privata, l’educazione finanziaria e la crescita economica, insomma deve essere al servizio del modello liberista fondato sul successo individuale, seppur dentro ad una logica nazionalista. Invece, sosteneva Capitini, “La scuola è connessa con ciò che è in atto, oltreché un elemento di apertura e di educazione alla pace nella conoscenza dei problemi di tutti i popoli, superando anche quella cornice di europeismo in senso nazionalistico e presuntuoso, e come diretto contro altri, come purtroppo si fa per esortazione ufficiale, e con stimoli di temi e di premi, nelle scuole di oggi”. Si tratta insomma di “impostare i rapporti con tutti in modo orizzontale, con rispetto e reciprocità. È chiaro che questo vale pienamente sul piano dell’educazione civica nella società italiana in trasformazione”.
(Pasquale Pugliese, Impresa, patria e nazionalismo. L’educazione di Valditara non è per niente civica, “Left”, 27 agosto 2024)

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi) riunito oggi in adunanza plenaria ha espresso, all’unanimità, parere negativo sullo schema di decreto ministeriale di adozione delle “Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica” (…). Sono state valutate dal massimo organo consultivo della scuola come irrispettose del lavoro dei docenti, ideologicamente tarate da privatismo, contenutisticamente venate da individualismo, formalmente – ma non sostanzialmente – coerenti con i valori della Costituzione.
Nel suo articolato e dettagliato parere, infatti, il Cspi mette in rilievo come le precedenti Linee guida ormai assunte dalle scuole e oggetto di approfondita attività di formazione, non richiedessero particolari revisioni, eccetto le necessarie sistemazioni in riferimento a specifiche novità normative intervenute.
Il Cspi, inoltre, ha rilevato nell’impianto generale e nell’impostazione di dettaglio numerosi e significativi elementi di criticità a partire dal mancato riconoscimento del grande e importante lavoro pedagogico e culturale che le scuole, nel quadriennio 2020-2024, hanno già sviluppato per strutturare percorsi curricolari coerenti e interdisciplinari.
In particolare, per quanto riguarda la Carta Costituzionale, è stata sottolineata la mancanza di un riferimento alla relazione sociale tra individuo e collettività per sostituirlo, di fatto, con un approccio “personalistico” e fortemente individualista. Così come l’Educazione finanziaria viene ricondotta a mero strumento di valorizzazione e tutela del patrimonio privato quando il suo scopo dovrebbe essere quello di incrementare conoscenze e competenze di cittadinanza economica intesa come funzionale allo sviluppo e al benessere della collettività. E tra le tante educazioni proposte manca un riferimento esplicito all’educazione contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere. Viste le tante criticità, il Consiglio ha espresso un giudizio drasticamente negativo sul provvedimento invitando il ministro a rivedere interamente il testo.
(Il Cspi riunito oggi in adunanza plenaria ha espresso, all’unanimità, parere negativo sullo schema di decreto ministeriale per l’insegnamento della materia, “Il Sole-24 Ore”, 28 agosto 2024, alla pagina https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AFa3OZaD)

12_08_2024 | Sant’Anna di Stazzema | Ottant’anni dall’eccidio nazifascista

Sono «crimini imprescrittibili», scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quelli compiuti ottanta anni fa – il 12 agosto 1944 – a Sant’Anna di Stazzema da quattro reparti dell’esercito tedesco, coadiuvati da gruppi di fascisti locali: senza alcun rigurgito di pietà in tre ore trucidarono 560 persone, di cui 120 bambini e 250 donne, otto delle quali in stato di gravidanza. «Ai discendenti e alle genti di Stazzema, che rinnovano oggi il dolore della propria comunità per lo sterminio dei propri cari, va il sentimento commosso dell’intera Nazione», scrive ancora Mattarella nel suo messaggio a Sant’Anna, in occasione delle celebrazioni, ieri, tra la piazza della Chiesa e il Sacrario che custodisce i resti delle vittime.
Ma il governo non c’è: è il grande assente di una giornata che rimarrà storica, per l’onore della memoria, il rispetto delle vittime, per il messaggio universale che “non ci sia una nuova Sant’Anna”. “Nie wieder Sant’Anna”: la frase, sulla bandiera del Parco della Pace, è scritta anche in tedesco.

Chi ha ruoli importanti oggi aveva il dovere di essere qui, a Sant’Anna, di accogliere l’invito, di guardare negli occhi i nostri superstiti, abbracciarli, chiedere scusa dell’oblio di Stato sui fatti del 12 agosto del ’44 e ringraziarli per quello che fanno con molto dolore ma con altrettanta tenacia. Oggi qualcuno è assente . Ringrazio il prefetto di Lucca Giuseppa Scaduto, i tanti sindaci venuti a dare forte testimonianza che lo Stato non è assente.

Ci ha provato in tutti i modi e per settimane il sindaco Verona, con tutto il suo ufficio, a invitare a Sant’Anna autorevoli rappresentanti del governo.

Prima abbiamo chiesto al ministro Antonio Tajani,

spiega dopo l’intervento pubblico.

Alla fine ha declinato l’invito per impegni precedenti. Poi abbiamo preso contatto con l’ufficio personale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: da lei non abbiamo ricevuto nemmeno una risposta, nemmeno per dire che non sarebbe potuta venire.
(Maurizio Verona, sindaco di Stazzema, in Barbara Antoni, Sant’Anna di Stazzema, il giorno dello sdegno: “Grave l’assenza del governo”, “Il Tirreno”, 13 agosto 2024, alla pagina https://www.iltirreno.it/toscana/2024/08/13/news/sant-anna-il-giorno-dello-sdegno-grave-l-assenza-del-governo-1.100568416)

Non vedo la presidente del consiglio, non vedo ministri né sottosegretari. Sinceramente è una cosa grave e mi sarei aspettato ben altro per ricordare gli ottanta anni di Sant’Anna, che vedono in una giornata come questa la presenza dei sindaci, delle associazioni e dell’anima vera della Toscana. Lascia amarezza e un profondo dispiacere questa assenza, che ha segnato anche la cerimonia per la Liberazione di Firenze. Mi auguro – sottolinea – che vi sia consapevolezza che la nostra Repubblica nasce da qui, da Sant’Anna, dalla Resistenza e dall’opposizione al fascismo».
(Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, in Barbara Antoni, Sant’Anna di Stazzema, il giorno dello sdegno: “Grave l’assenza del governo”, “Il Tirreno”, 13 agosto 2024, alla pagina https://www.iltirreno.it/toscana/2024/08/13/news/sant-anna-il-giorno-dello-sdegno-grave-l-assenza-del-governo-1.100568416)

Le parole di Verona e Giani rimbalzano ovunque a tutta velocità. Il caso a Sant’Anna è esploso; arrivano dichiarazioni “riparatorie” da esponenti del governo: di cordoglio e vicinanza, non di condanna.
“L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema”, fa sapere Lorenzo Fontana, presidente della Camera, “è stato uno dei crimini più brutali commessi dai nazifascisti in Italia. Fu un’azione premeditata per sterminare la popolazione civile, senza risparmiare donne, anziani, bambini. Rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la nostra vicinanza a chi ha pianto familiari barbaramente uccisi. La memoria è un dovere da coltivare per costruire un futuro di pace”.
“A Sant’Anna di Stazzema si consumò un massacro di vite innocenti. Un eccidio che ci ricorda, oggi più che mai, il valore della pace e della giustizia”, le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto.
“Ricordiamo con profonda commozione la strage di Sant’Anna di Stazzema”, dichiara Elisabetta Casellati, ministro per le Riforme Istituzionali. “Anche a ottanta anni di distanza, questa tragedia rimane una ferita profonda nella nostra storia e un monito per tutti noi”.
E il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Una ferita indelebile, mai più nella storia”.
(Barbara Antoni, Sant’Anna di Stazzema, il giorno dello sdegno: “Grave l’assenza del governo”, “Il Tirreno”, 13 agosto 2024, alla pagina https://www.iltirreno.it/toscana/2024/08/13/news/sant-anna-il-giorno-dello-sdegno-grave-l-assenza-del-governo-1.100568416)

14_08_2024 | Miami | Elodie posa per il calendario Pirelli “The Cal 2025”

Oggi il mood degli artisti è “mi alzo e insulto Giorgia Meloni”. Secondo me quelli che la pensano in maniera diversa non hanno il coraggio di dirlo. Non è che lo fanno perché pensano che questa sinistra democratica poi non li fa più lavorare?
(Giorgia Meloni, FdI, in Claudio Reale, Tra Meloni e Salvini pace solo nella foto. Lite sul blocco navale, “la Repubblica”, 30 agosto 2022)

Durante la presentazione di Ti mangio il cuore, un giornalista ha chiesto ad Elodie cosa pensasse delle parole di Hillary Clinton di pochi giorni fa, quando al Lido ha commentato le prossime elezioni politiche difendendo Giorgia Meloni. La cantante romana, che debutta sul grande schermo come attrice, ha risposto attaccando nuovamente la leader di Fratelli d’Italia, descrivendola come “una donna che parla come un uomo del 1922”. Elodie pensa che “una donna, una madre, dovrebbe avere attenzione per i diritti”. Ha continuato:

Da sempre ci sono situazioni complesse dal punto di vista femminile, dall’anno in cui è nata la donna. È incredibile come sia violenta, come sia poco donna. Sembra un gioco della sorte simpatico. Gli aspetti positivi li avrà, ma ben nascosti sicuramente. Forse ce n’è uno, che è determinata, ma questo non sempre è un bene.
(Elodie, in Elodie: “Giorgia Meloni parla come un uomo del 1922, i suoi lati positivi sono ben nascosti”, “Fanpage”, 5 settembre 2022, pagina https://www.fanpage.it/spettacolo/personaggi/elodie-a-venezia-79-giorgia-meloni-parla-come-un-uomo-del-1922-violenta-e-poco-donna/)

Da settimane “Repubblica” costringe i propri lettori alle raffinate analisi politiche di Elodie, cantante sulla cresta dell’onda che ha più volte detto di essere dispiaciuta per avere lasciato la scuola dopo la terza media. Un profilo lontano da quello dei “competenti” che tanto piacciono al giornale di Molinari, eppure Elodie commenta quasi quotidianamente il programma politico di Fratelli d’Italia, il tasso di femminismo nel centrodestra, il curriculum di Giorgia Meloni.
Non è la sola, naturalmente: Chiara Ferragni, al netto di qualche aperitivo in elicottero sul ghiacciaio, ha più visibilità di un editoriale di Ezio Mauro quando fa appelli per il voto e dice che con il governo di centrodestra non si potrà più abortire in Italia (e i solitamente solerti fact-checker di Repubblica, muti). Francesca Michielin, fresca conduttrice di X-Factor, si prende la copertina di “Io Donna” per accusarci di fare docce troppo lunghe e per dire che apprezza Alessandro Zan ed è “seriamente preoccupata per quello che succederà dopo il 25 settembre. Giorgia Meloni dice cose di assoluta gravità”.
Lo stesso vale per i post di Levante (chi?) che, ci informa l’”Huffington Post”, “esprime tutto il suo disaccordo per le posizioni politiche, dai migranti a Mussolini, dalla fede alle devianze” di Giorgia Meloni, per le opinioni di Loredana Bertè, per le stories di Giorgia, e per le dichiarazioni di Marracash, da poco scopertosi sociologo e storico, su Giorgia Meloni che “è donna, ma le sue idee vanno contro la storia del femminismo”.
A corto di competenti, dato che persino Hillary Clinton e il nuovo feticcio dei liberal, Senna Marin, hanno detto di non avere nulla in contrario a un governo guidato dalla Meloni, e guidati da leader che rischiano di avere meno successo di un album della Michielin, a sinistra si buttano su chi di competenza politica non ne ha nemmeno un po’, ma dato che sta dalla parte “giusta” ottiene spazio e visibilità nonostante dica cose non troppo diverse da quelle condivise da @fragolina92 e @robsud (quest’ultimo in effetti messo in evidenza su Repubblica online per un suo tweet di apprezzamento a Elodie in versione politologa, postato appena dopo un selfie di profilo in mutande).
(Pietro Vietti, Contrordine compagni! Se i competenti non sono d’accordo con noi buttiamoci su Elodie, “Tempi”, 16 settembre 2022, alla pagina https://www.tempi.it/competenti-non-sono-daccordo-con-noi-buttiamoci-su-elodie/)

È polemica per le frasi pronunciate da Paola Ferrari durante la trasmissione La volta buona di Caterina Balivo su Elodie. Per la giornalista, la cantante “non può pubblicizzare il disco” mettendosi “in un certo modo” e “dicendo che lo fai per essere libera”, ha detto su Rai 1.

Se tu vuoi metterti in tanga, ti metti in tanga e sei libera di fare quello che vuoi e nessuno può criticarti. Che tu sia bella, che tu sia meno bella. Ma usare quella scusa per vendere e dire che lo fai per dimostrare la libertà, mi viene da ridere. Perché noi donne la nostra libertà la dobbiamo dimostrare in altri modi. Poi fai quello che vuoi, ma non usare quell’arma.
(Paola Ferrari, in Paola Ferrari contro Elodie: “Puoi metterti in tanga, ma non usare quella scusa per vendere”, “Open”, 7 maggio 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/05/07/paola-ferrari-vs-elodie-tanga-scusa-vendite-video/)

Per me l’erotismo è una vibrazione, qualcosa che si accende, una tensione che precede un’azione: uso il corpo come una performer, per manifestare le mie scelte.
(Elodie, in Michaela Proietti, “Decido io se salire sul palco svestita. Il corpo è il manifesto delle mie scelte”, “Corriere della Sera”, 14 agosto 2024)

Backstage: Elodie a Miami sul set di “The Cal 2025”

Chi sceglie di seguire la propria natura viene demonizzato. E’ l’invidia della sua esistenza. Gli omofobi sono sempre i primi attratti dal mondo della libertà. Se sei omofobo, chiediti perché, altrimenti non avresti questo interesse. Invece prevale la rabbia quando sei piccolo dentro.

Magari è il pendolo della storia.

Tornerà indietro per forza, perché l’essere umano è libero. Puoi reprimere quanto vuoi, ma è la nostra natura.

Anche in Italia con il governo Meloni?

È evidente il problema dei diritti acquisiti, ma minacciati attaccando i gay, o l’aborto, si attacca la libertà. La cosa per cui soffro di più è che sia una donna a farlo. Come può non accorgersi di lavorare per gli interessi degli uomini? E’ un atteggiamento imperdonabile. Non si può toccare la libertà di scelta. Il nostro è un paese democratico, dovremmo ricordarcelo sempre. Se poi vogliamo fare altro… Non ho simpatia per questo governo, perché per me la libertà è sinonimo di felicità.

Eppure Meloni ha consenso nel paese.

Perché c’è paura, quando non capisci il vero problema. Vengo da un quartiere di Roma dove i guai sono talmente tanti che tutto ti spaventa, perché tutto è aggressione. Nasci che sei già aggredito, non c’è un sorriso fuori da casa. E quando le persone vedono i personaggi pubblici gridare, comprensibilmente, son d’accordo con loro. Lo so perché poi è il mio linguaggio, lo conosco bene. E’ confusione. E’ paura: farti sentire perché sei terrorizzato. Ma se dall’altra parte vedi qualcuno che parla come te, pensi di essere compreso.
(Elodie, in Paolo Mastrolilli, Elodie: “Il mio corpo, un inno alla libertà, nell’Italia di Meloni i diritti sono minacciati”, “la Repubblica”, 14 agosto 2024.

A Elodie, improvvisatasi politico sulle pagine di “Repubblica” dal set di Miami, dove posa per il calendario Pirelli, rispondo che è triste che una donna attacchi in modo così violento un’altra donna solo perché è presidente del Consiglio e non la pensa come lei. Prima della libertà del corpo Elodie dovrebbe difendere la libertà di pensiero e non continuare a inveire rabbiosamente contro chi esprime idee diverse dalle sue.
(Susanna Donatella Campione, FdI, membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, in Giovanna Vitali, “Fratelli d’Italia censura Elodie “Esibisca il Corpo senza fare l’intellettuale”. Il PD insorge: “Sessismo”, “la Repubblica”, 15 agosto 2022)

16_08_24 | Pompei | I 60 anni di Madonna

Non ci sarà alcuna festa, tanto meno con 500 persone, nè un cena, bensì (…) una visita assolutamente privata, che includerà probabilmente anche un incontro con il direttore. Un evento culturale all’interno del Parco.
(Michele di Bari, prefetto di Napoli, in Dario del Porto e Paolo De Luca, Tutto blindato per Madonna a Pompei, “la Repubblica”, 14 agosto 2024)

La star arriva con oltre un’ora e mezza di ritardo con il fidanzato – l’ex calciatore giamaicano Akeem Morris – le figlie Ester e Stella, il figlio Rocco e suo padre Guy Ritchie e pochissimi altri amici. Dopo la casa di Menandro, che fu la dimora patrizia di una famiglia imparentata con Nerone, Madonna visita la Casa dei Ceii, dove ci sono tracce del culto di Iside. Quindi le botteghe della città archeologica, con una sosta al termpopolio venuto alla luce nel 2020 – una specie di fast food dell’antica Roma – e infine la via dei teatri. Citazioni “pop” in una passeggiata della città antica che hanno sempre un grandissimo appeal per i visitatori. Al temine del tour tutti nel Teatro Grande di Pompei, dove Madonna assiste all’esibizione di quaranta ragazzi dell’associazione Sogno di Volare. Ensamble di giovanissimi che lo stesso Gabriel Zuchtriegel ha coinvolto in un progetto: sono tutti minori a rischio, diventati protagonisti di allestimenti teatrali tratti da opere classiche e sognano un futuro nel mondo dello spettacolo. Dovrebbe essere proprio questa l’associazione che l’ex Material Girl sosterrà, per un anno, con il contributo offerto per la sua visita privata agli scavi.
(Anna Paola Merone, Madonna show (tra gli scavi), “Corriere della Sera”, 17 agosto 2024)

La cena al Teatro Grande di Pompei (dal profilo Instagram di Madonna)

Sicuramente è stato l’inizio di una nuova stagione. La ricostruzione del rapporto tra queste personalità e il patrimonio culturale. Non è la star che affitta un sito, ma è quella che mette al centro del proprio interesse un progetto per il bene del sito. Madonna ha finanziato con 250.000 euro Sogno di Volare, un percorso di riavvicinamento culturale che coinvolge i bambini e i ragazzi dell’area vesuviana.

C’è chi non la pensa così, Tomaso Montanari, ad esempio…

La tutela di un bene non può essere solo divieto o chiusura. C’è la tutela attiva, quella che coinvolge e crea sinergie. Con Madonna si è fatto questo.

Si è parlato di “prostituzione delle storiche pietre”…

Riparte sempre il solito disco, polemiche che fanno diventare il nostro mondo piccolo, finché non vediamo soltanto quello che crediamo di vedere già. Gli Scavi sono rimasti aperti normalmente, nulla è stato sottrato al pubblico e lo straordinario ai dipendenti per la visita notturna lo ha pagato Madonna. Una sua canzone recita You only see what you want to see.

Ma poi si è cenato nel Teatro Grande…

E’ stato un rinfresco che era stato annunciato ampiamente nel comunicato stampa di presentazione dell’evento. Meno di trenta persone. Era il suo compleanno.
(Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei, in Vincenzo Esposito, “La visita di Madonna ha fatto solo bene a Pompei. Nel teatro? Un rinfresco”, “Corriere della Sera”, 21 agosto 2024)

23_08_24 | Shengjin | Nella città dove sorgerà uno dei due centri migranti in Albania, apre la Trattoria Meloni

L’Italia che voglio rappresentare non è una Nazione che fa parlare di sé all’estero per queste cose.

Così Giorgia Meloni che con un messaggio diffuso sui social è tornata sulla vicenda del conto del ristorante non pagato da un gruppo di turisti italiani in Albania, conto saldato dalla nostra ambasciata e poi pagato personalmente dalla premier.

Mentre mi trovavo in Albania il primo ministro Rama mi racconta la storia di quattro italiani che in un ristorante del posto erano scappati senza pagare il conto. Il ristoratore, dopo che le immagini della fuga erano diventate virali, aveva detto che era comunque felice perché i nostri connazionali avevano mangiato bene ed erano rimasti contenti. Mi sono vergognata,

ha spiegato la presidente del Consiglio.

Io non ne ho neanche dato notizia. Eppure anche questo in Italia ha creato polemica, da parte di un’opposizione che evidentemente preferisce un’altra immagine dell’Italia. Me ne dispiace perché speravo che almeno su una cosa così banale si potesse essere tutti d’accordo.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in Alessandra Giannoli, Mi sono vergognata, così Giorgia Meloni sul caso degli italiani scappati senza pagare il conto del ristorante in Albania, “RTL”, 19 agosto 2023, alla pagina https://www.rtl.it/notizie/articoli/mi-sono-vergognata-cosi-giorgia-meloni-sul-caso-degli-italiani-scappati-senza-pagare-il-conto-del-ristorante-in-albania/)

La “Trattoria Meloni” a Shengjin

Spopola sui social il video di presentazione della Trattoria Meloni, un locale guidato dall’imprenditore Luca Gjergj, molto vicino al primo ministro Rama. Si trova a Shengjin, una delle due città albanesi dove sorgeranno i centri per gestire le procedure di frontiera e rimpatrio di alcuni dei migranti che arriveranno sulla nostra penisola. Fuori, sull’insegna, alcuni dei tondi con all’interno alcuni dei ritratti più iconici di Meloni. Come quello dove reagisce a una battuta dell’ex primo ministro britannico Rishi Sunak. E poi all’interno decine di quadri con l’immagine della leader di FdI, dai primi passi nella politica fino al trionfo alle elezioni del 2022. Una particolarità? Il corridoio che conduce verso i bagni ha sì dei ritratti, ma non di Meloni. Bensì di altri leader, da Barack Obama a Benjamin Netanyahu. Un accostamento che non indica di sicuro il favore del gestore verso questi politici. A chiarire il perché di tale omaggio è stato nei giorni scorsi lo stesso imprenditore: “Abbiamo dedicato questo locale a una donna straordinaria”.
(Manlio Adone Pistolesi, Albania, apre la “Trattoria Meloni” nella città dove sorgerà uno dei due centri migranti. Il proprietario: “Dedicata a una donna straordinaria”, “Open”, 22 agosto 2024)

Alcune opere all’interno della Trattoria Meloni a Shengjin

Il Tg4 ha mandato in onda un servizio leggero, di quelli tipicamente estivi, in cui mostrava simpaticamente l’apertura in Albania della Trattoria Meloni. (…) Sui social monta l’onda dell’ironia e finisce tutto qui. Invece no, perché poi viene la curiosità di scoprire qualcosa in più. Fai una ricerca, risali al nome del proprietario e ti si apre tutta una serie di articoli su di lui, pubblicati dai giornali albanesi. E non sono belle notizie: si parla di traffico di supefacenti, distrazione di fondi europei, corruzione e furti. Il suo nome è Gjergj Luca, e da quanto scrivono i quotidiani in Albania risulterebbe essere coinvolto in diversi scandali, attività losche se non criminali e oscure trame politiche in cui c’è di mezzo anche l’Italia. Il video di Trattoria Meloni è stato pubblicato anche sul sito del “Corriere” e la notizia è stata ripresa da tutti i giornali e media italiani, nessuno escluso. Tutti hanno puntato sulla curiosità del caso, sulla passione per Giorgia e sulla simpatia della notizia. E la cosa più grave non sono tanto le accuse al proprietario, ma lo stato di salute della stampa italiana. Sia nel caso in cui nessuno abbia controllato chi fosse l’oste di Trattoria Meloni, sia nel caso in cui lo abbiano fatto ma abbiano deciso di non riportare nemmeno un passaggio relativo alle polemiche sul suo conto. Altrochè TeleMeloni. Il proprietario di Trattoria Meloni comunque rigetta tutte le accuse, e da quanto si evince dalla stampa estera non risulta ufficialmente sottoposto a procedimenti nei suoi confronti, e tanto meglio.
(Jacopo Tona, in Trattoria Meloni in Albania al Tg4, ma la stampa non verifica più? Il titolare è accusato di traffico di droga, furto e distrazione di fondi europei. Lui rigetta, ma i media italiani che fanno?, “MowMag”, 25 agosto 2024, alla pagina https://mowmag.com/attualita/trattoria-meloni-in-albania-al-tg4-ma-la-stampa-non-verifica-piu-il-titolare-e-accusato-di-traffico-di-droga-furto-e-distrazione-di-fondi-europei-lui-rigetta-ma-i-media-italiani-che-fanno)

23_08_24 | Monfalcone | La giunta revoca il patrocinio a “The beat of Freedom. La Resistenza a fumetti”

Ieri la giunta comunale di Monfalcone ha revocato il patrocinio e la copertura dei costi per “The beat of Freedom. La Resistenza a fumetti”.
Sostenendo che l’iniziativa non è collegata all’interesse specifico dei residenti, ha diffidato il Comitato del rione centro dall’utilizzare il logo e il nome del comune per la promozione dell’evento.
Io e Fabio Babich, insieme ai nostri collaboratori Marco Rogante, Laura Marinelli e Jean-François Mathieu siamo pronti a rinunciare al nostro compenso purché la serata si faccia lo stesso.
Rimane la domanda più grave: come è possibile che la giunta comunale ritenga che uno spettacolo dedicato alla lotta di liberazione dal nazifascismo NON contribuisca “al complessivo miglioramento della qualità della vita dei cittadini del rione”?
Perché l’unica risposta sarebbe che quella giunta non è antifascista… o no?!!?
(Marta Cuscunà, post su facebook, 24 agosto 2024)

23_08_24 | In Italia non possiamo vedere Loro di Paolo Sorrentino

Una pellicola divisa in due parti, che ripercorre le vicende personali e politiche di Silvio Berlusconi. Il film Loro, uscito nel 2018 e diretto da Paolo Sorrentino, al momento non è disponibile su nessuna piattaforma. E non è possibile vederlo in televisione, né in chiaro né a pagamento. Non un caso, ha fatto intendere in una recente intervista l’attore napoletano Toni Servillo, che nel film interpreta il Cavaliere.
Ospite del podcast di Dario Moccia, l’attore napoletano ha prima di tutto commentato il fatto che molti spezzoni del film siano disponibili su TikTok, dove stanno collezionando migliaia e migliaia di visualizzazioni.

È un bene che ci sia almeno su TikTok perché il film non c’è in Italia. Il film si trova sul mercato tedesco, francese, inglese. Loro è stato finanziato e distribuito nelle sale da Universal mentre i diritti di antenna sono stati acquistati da Mediaset. (…)

Servillo ha poi continuato:

Evidentemente… Adesso non mi mettete in imbarazzo… Il film è stato acquistato da chi non ha interesse a distribuirlo in Italia. Non è stato trasmesso dalla RAI, non l’ha trasmesso ovviamente Mediaset, non l’ha trasmesso neppure La7 che fu l’unica a trasmettere Il Divo.
(Toni Servillo, protagonista di Loro nei panni di Silvio Berlusconi, in Giovanni Ferrari, Il film Loro, virale su TikTok, non passa in tv. Toni Servillo: “Acquistato da chi non ha interesse a distribuirlo”, “IoDonna”, 23 agosto 2024, alla pagina https://www.iodonna.it/spettacoli/cinema/2024/08/23/il-film-loro-virale-su-tiktok-non-passa-in-tv-toni-servillo-acquistato-da-chi-non-ha-interesse-a-farlo/)

Scriverò un libro sull’ipocrisia di quelli presenti nelle piazze antiberlusconiane nel frattempo che sguazzano e mangiano con il denaro di Silvio Berlusconi. Titolo: RADICAL SHIT.
(Francesca Pascale, ex compagna di SIlvio Berlusconi, commento su Instagram, in Gennaro Marco Duello, Francesca Pascale su LORO: “Scriverò un libro su quelli che sguazzano e mangiano col denaro di Berlusconi”, “Fanpage”, 21 agosto 2024, alla pagina https://www.fanpage.it/spettacolo/film/francesca-pascale-su-loro-scrivero-un-libro-su-quelli-che-sguazzano-e-mangiano-col-denaro-di-berlusconi/)

25_08_24 | Roma | “Cosa bisogna fare coi neonazisti? Picchiarli”: la Direzione Scolastica del Lazio sanziona Christian Raimo

Christian Raimo, scrittore e docente di Storia e Filosofia presso un liceo di Roma, ha ricevuto una censura disciplinare, una delle prime sanzioni che possono essere inflitte a un insegnante. Come segnala “la Repubblica” che ricostruisce la vicenda, la decisione è stata presa dalla Direzione Scolastica Regionale del Lazio, che ha ritenuto che Raimo avesse violato il codice etico dei docenti, in particolare per aver espresso opinioni sui social media che avrebbero potuto danneggiare l’immagine della scuola pubblica.
La controversia è emersa dopo la partecipazione di Raimo alla trasmissione televisiva L’aria che tira, dove ha espresso il suo pensiero riguardo ai neonazisti, affermando: “Cosa bisogna fare coi neonazisti? Per me bisogna picchiarli”. Le dichiarazioni hanno suscitato un acceso dibattito, e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha criticato il docente, sottolineando la necessità di mantenere un comportamento appropriato da parte degli insegnanti.
Raimo ha successivamente chiarito sui social che le sue affermazioni erano state fatte come scrittore e non come docente, ma ciò non ha impedito l’azione disciplinare. Il 6 aprile, il docente ha espresso la sua sorpresa per la posizione del ministro, accusando il “potere sedicente liberale” di utilizzare la gerarchia per censurare la libera espressione. Una condotta che “costituisce di per sé illecito disciplinare, tenuto conto degli obblighi sopra richiamati; nello specifico, emergono atti non conformi alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione”, si legge nella lettera recapitata a Raimo.
Raimo non è stato solo oggetto di critiche istituzionali, ma ha anche subito minacce da parte di gruppi neonazisti, che hanno affisso striscioni ingiuriosi nei suoi confronti, anche all’interno della scuola.
La censura ricevuta da Raimo rappresenta un avvertimento: se il docente dovesse ripetere comportamenti simili, potrebbe affrontare sanzioni più severe, inclusa la sospensione dal servizio e dallo stipendio. Tuttavia, Raimo ha la possibilità di ricorrere al giudice del lavoro per contestare la sanzione.
(Christian Raimo sanzionato con la censura disciplinare dall’USR Lazio: aveva tenuto comportamenti inappropriati, “Orizzonte Scuola”, 25 agosto 2024, alla pagina https://www.orizzontescuola.it/christian-raimo-sanzionato-con-la-censura-disciplinare-dallusr-lazio-aveva-criticato-sui-social-il-ministro-valditara-la-sua-replica-ritorsione-preoccupante-e-grottesca/)

27_08_24 | Maria Rosaria Boccia consulente del ministro Gennaro Sangiuliano “per i grandi eventi”?

27 agosto 2024

Maria Rosaria è una brava ragazza, la conosco dalle elementari.
(Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei, in Giulio Ucciero, Foto sui social e incarichi fantasma la consigliera imbarazza Sangiuliano, “la Repubblica”, 31 agosto 2024)

Alla festa del Comune aveva uno stand di latticini.
(Carmine Lo Sapio, in Giovanna Cavalli, Il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio: «Conosco Maria Rosaria Boccia, alla festa del Comune aveva uno stand di latticini», “Corriere della Sera”, 3 settembre 2024)

Le scelte fatte da Giorgia Meloni per formare il suo governo sono state mediocri, ma quello passava il convento.
Tra quelle scelte, Sangiuliano non era certo tra le peggiori, anzi. (…)
Non vedo nessuna strategia culturale e nessuna “sostituzione etnica” al potere, solo qualche inserimento che di solito oscilla tra due poli: o gente inadeguata, non all’altezza del compito, o qualcuno che si mimetizza e compiace il potere culturale preesistente e persistente, godendo in cambio di immunità. Strategie di sopravvivenza individuale che nulla hanno a che vedere con un progetto culturale o una visione strategica.
(Marcello Veneziani, in Federica Fantozzi, Marcello Veneziani: “Contro Sangiuliano una campagna premeditata”, “Huffington Post”, 4 settembre 2024, alla pagina https://www.huffingtonpost.it/politica/2024/09/04/news/marcello_veneziani_contro_sangiuliano_una_campagna_premeditata-16817107/)

29_08_24 | Venezia | Lucia Borgonzoni e Federico Mollicone sul tax credit per il cinema

A Venezia si è parlato di tax credit in un convegno ad hoc, coordinato da MiC e Cinecittà. La ratio della riforma, ha commentato il sottosegretario Lucia Borgonzoni è

rafforzare il sistema produttivo operando una distinzione chiara e regolamentata tra le opere pensate sul mercato e per il mercato e quelle “difficili”,

dichiara la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni;

sostenere gli artisti e le maestranze italiane, soprattutto i più giovani, tutelando il loro talento da un uso inappropriato delle nuove tecnologiche (come ad esempio l’Intelligenza artificiale), sostenendone lo slancio verso un panorama quanto più internazionale.

Per Borgonzoni, il tax credit

è stato pensato in un’ottica di crescita del comparto e le modifiche apportate vanno nella direzione di limare le storture emerse negli anni e valorizzare le nostre eccellenze per un’industria sana, da oggi ancora più forte.
(Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura Festival di Venezia, i lavoratori dello spettacolo scrivono una lettera al governo: «Il cinema è a rischio, servono misure di sostegno», “Open”, 31 agosto 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/08/31/festival-cinema-venezia-protesta-lavoratori-spettacolo-lettera-governo-misure-sostegno/)

Le critiche spesso sono mosse da singoli o da chi vuole solo sollevare polemicheL’opposizione è stata protagonista di disinformazione: i fondi saranno reindirizzati ai contributi selettivi, che premiano la qualità di una pellicola. Stiamo smantellando le truffe. Sarà un cambio di paradigma radicale. Presto saranno aperte le finestre. Le opere di qualità non hanno nulla da temere e continueranno ad essere sostenute convintamente. Auspichiamo che adesso si sblocchi la questione tecnica dell’erogazione degli automatici, che vengono assegnati anche lì su base meritocratica. Siamo certi che il ministero riuscirà a sbloccare quanto prima i film prodotti finanziati in base ai risultati ottenuti e questo non farà altro che aumentare il delta positivo.
(Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, in Mollicone, su tax credit fake news, sbloccare gli automatici, “ANSA”, 29 agosto 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2024/08/29/mollicone-su-tax-credit-fake-news-sbloccare-gli-automatici_76cf9382-e976-4556-8142-d98236f22906.html)

“Il cinema italiano, che è la nostra identità, la nostra storia, è a rischio se non verranno prese misure immediate”. È l’allarme lanciato dai lavoratori e dalle lavoratrici dello spettacolo in occasione dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Le principali associazioni italiane di professionisti del settore hanno deciso di rendere pubblica una lettera indirizzata al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla sottosegretaria Lucia Borgonzoni e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella quale esprimono il forte dissenso verso le riforme proposte dal governo, evidenziando “la preoccupante situazione di stallo che affligge l’intero comparto produttivo”. Nella missiva gli artisti e le maestranze ribadiscono “con rinnovata forza”, la richiesta “non più procrastinabile di compiere analisi puntuali per mettere in campo tutti gli strumenti necessari atti a scongiurare il crollo dell’occupazione in particolare nel settore della produzione cinematografica”.
Ciò che denunciano le associazioni è “il drastico calo della produzione domestica e la mancanza di un welfare adeguato dovuti anche al rinvio del Codice dello Spettacolo”. Fattori, questi, “che si aggiungono anche ad una forte diminuzione di produzioni straniere in Italia£, sottolineano. In particolare, stando alle parole delle maestranze del Cinema, è necessario – per evitare una forte crisi del settore – “aprire un dialogo costruttivo sui decreti relativi al tax credit”, poiché «questi, così come concepiti, renderanno pressoché impossibile, per le piccole e medie imprese, ottenere i finanziamenti indispensabili per produrre un film”. “Non permetteremo al cinema”, prosegue la lettera che si conclude citando Bertolucci, “di tornare all’Anno Zero”, si legge nel testo, che si chiude con un appello al governo affinché si faccia carico della situazione.
(Festival di Venezia, i lavoratori dello spettacolo scrivono una lettera al governo: «Il cinema è a rischio, servono misure di sostegno», “Open”, 31 agosto 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/08/31/festival-cinema-venezia-protesta-lavoratori-spettacolo-lettera-governo-misure-sostegno/)

30_08_24 | Marina di Pietrasanta | “Professionisti dell’antifascismo”: Ignazio La Russa alla Versiliana

Era arrivato a Marina di Pietrasanta alle 18, non prima di una bibita al Twiga, anche se Daniela Santanchè è in CdM a Roma. In pineta concede qualche selfie e una battuta ai cronisti.

Alessandro Tomasi candidato alle regionali? Lasciamo decidere al territorio.

Solo che fin da subito la cronista della trasmissione RAI guidata da Sigfrido Ranucci lo tampina. Lui si ferma, sfoggia lo sguardo spiritato, ma promette: risponderà dopo l’intervista col direttore del “Giornale”. Prima però pausa a tavola con il sindaco di Lucca Mario Pardini, altri dirigenti locali del partito e Giovanni Donzelli, che si è preso una sosta dall’abbronzatura beduina che sfoggia dalle vacanze al Forte.
Dal palco, niente, partono la musichetta confortante del Caffè, le domande non ruvidissime di Sallusti e La Russa veste i panni istituzionali. (…) Sallusti prosegue, con garbo chiede delle polemiche per l’assenza del governo a Sant’Anna e di chi ammorba il placido La Russa con la storia dell’antifascismo mai dichiarato. Il presidente cita Sciascia:

Lui parlava di professionisti dell’antimafia, io dico che ci sono quelli dell’antifascismo. Volevo leggere tutti i libri dell’autore di M, ma poi mi sono chiesto: se qualcuno me li trova poi mi accuserà di conservare cimeli? Allora sono tentato i leggerli velocemente e poi bruciarli prima che Report lo scopra.

Report, appunto. È ancora lì, sotto il palco. E alla fine Ignazio il calmieratore prova a sedare la trasmissione, e risponde alla domanda sul figlio (pensare che Sallusti gli aveva chiesto di fare come Marzullo, farsi una domanda e darsi una risposta).

C’era una giornalista che mi inseguiva. Voleva sapere di mio figlio che appena laureato ha fatto domanda alla fondazione Milano Cortina. Perché è stato preso? Ha fatto domanda da solo. Chi ha ricevuto la domanda ha visto il cognome e ha deciso di prenderlo per il buon curriculum. E guardate che lo ha deciso lui, è andato a guadagnare due lire. Tanto che io gli ho detto: “Ma dove vai? Abbiamo lo studio legale, sei laureato in legge, tuo fratello sta prendendo altri tre avvocati, ti paga il triplo”. Ma lui ha preferito fare un’altra scelta.

Ecco, risposta data. Ma niente, sceso dal palco, parte il rodeo. Anche se per la verità La Russa si ferma due volte, prima col cameraman rimasto solo visto che la cronista s’è un attimo persa, poi con la cronista.
“Guardi che suo figlio nella fondazione ha lavorato pochi mesi”.

Macché, per due anni e mezzo. E quando ha capito che non ne valeva la pena è venuto via, e ha pure rinunciato al Tfr.
(Ignazio La Russa, presidente del Senato, in Mario Neri, La Russa, il figlio, la lite con Report: la Versiliana diventa un rodeo, “Il Tirreno”, 31 agosto 2024, alla pagina https://www.iltirreno.it/toscana/2024/08/31/news/la-russa-il-figlio-la-lite-con-report-la-versiliana-diventa-un-rodeo-1.100575823)

Desolazione alla Versiliana il 30 agosto per il presidente del Senato Ignazio La Russa e il suo intervistatore Alessandro Sallusti. Circa 120 persone contate.
Il confronto con la serata di Vannacci dello scorso 24 agosto che ha radunato 1.000 persone, di cui molte rimaste in piedi, non è neanche possibile.
(Roberto Vannacci, in Vannacci sui social: ‘Per me folla alla Versiliana e per la La Russa desolazione’, “ANSA”, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/08/31/vannacci-per-me-folla-alla-versiliana-pochi-da-la-russa_9f5eebc4-ed67-4e23-90e1-c66ac3494b6b.html)

Alla Versiliana per Ignazio La Russa e per Roberto Vannacci

Per me la competizione con Vannacci non è mai cominciata non mi sono nemmeno accorto di averlo mai sminuito. Mi è dispiaciuto che, per colpa del suo mischiare la Decima con la campagna elettorale, i Comsubin per la prima volta non abbiano potuto gridare “Decima” alla sfilata del 2 giugno.
Alla Versiliana, col sole battente, ho anticipato di circa un’ora il mio intervento, perché alle 20,45 ci tenevo a essere a Milano per Inter-Atalanta a San Siro che, come competizione, quella sì, valeva la pena.
(Ignazio La Russa, presidente del Senato, account social, in Vannacci sui social: ‘Per me folla alla Versiliana e per la La Russa (sic, n.d.r.) desolazione’, “ANSA”, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/08/31/vannacci-per-me-folla-alla-versiliana-pochi-da-la-russa_9f5eebc4-ed67-4e23-90e1-c66ac3494b6b.html)

05_09_24 | Venezia | La serie di Joe Wright M. Il figlio del secolo dal romanzo di Antonio Scurati alla Biennale Cinema

Per fare questo lavoro onestamente devi sospendere il giudizio sui personaggi che interpreti. Farlo con lui, per i sette mesi delle riprese, da antifascista convinto, cresciuto in una famiglia antifascista, è stata una delle cose più dolorose della mia vita.
(Luca Marinelli, protagonista di M. Il figlio del secolo, in Stefania Ulivi, Marinelli: per un antifascista come me è stato un dolore interroetare il duce, “Corriere della Sera”, 6 settembre 2024)

M. Il figlio del secolo: Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini

06_09_24 | Alessandro Giuli ministro della Cultura

Con la lettera di dimissioni di Gennaro Sangiuliano.

Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano

Sul caso Sangiuliano la destra dice che c’è una regia occulta. Sono d’accordo, è la regia dei fratelli Vanzina.
(Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, su X (ex Twitter), in Sangiuliano: Patuanelli (M5s), regia occulta? Sì, quella dei fratelli Vanzina, “Agenzia NOVA”, 6 settembre 2024)

Ho una cartellina in cui raccolgo tutte le gaffe di editorialisti e commentatori, da chi ha scritto “ha” senza “h” a chi ha definito Oslo capitale della Svezia o “Tre Cani” staccato. I grillini mi attaccano, ma il loro leader Conte al master di Diritto privato alla Sapienza mi diede cento centesimi con lode.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, “Ho sbagliato ma ho una cartellina di strafalcioni altrui”, “la Repubblica”, 25 giugno 2024)

E allora sto raccogliendo tutti gli errori di giornalisti e politici per poi pubblicare un agile libretto. Il mio libro si chiamerà Le gaffe degli altri,

dice mentre attraversa il Transatlantico, ossequiato a destra e a manca dai parlamentari del centrodestra. Lo reclamano tutti. (…) Fa i nomi:

Luca Bottura ha confuso un ministro croato con quello di un altro paese. Francesco Merlo ha scambiato Polignano con Putignano e si è inventato la parola innito che non esiste, Paolo Mereghetti sul “Corriere” ha confuso Gianni Schicchi, quello dell’opera di Puccini, con Riccardo Schicchi, quello di Cicciolina. E vogliamo parlare dei libri di Renzi? Ogni dieci righe un errore: ha collocato una battaglia che si svolse a Pistoia a Firenze per licenza poetica. Il più furbo è stato Gramellini che si è consegnato e mi ha detto: è inutile che cerchi errori, te li segnalo io direttamente.

Ministro, lei è implacabile.

Ho tante fonti nei giornalisti e nelle redazioni. Conservo tutto e poi ci divertiremo.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in Simone Canettieri, La vendetta di Sangiuliano: “Scrivo un libro sugli errori dei giornalisti e dei politici. Si chiamerà Le gaffe degli altri, “Il Foglio”, 25 luglio 2024, alla pagina https://www.ilfoglio.it/politica/2024/07/25/news/la-vendetta-di-sangiuliano-scrivo-un-libro-sugli-errori-dei-giornalisti-e-dei-politici-si-chiamera-le-gaffe-degli-altri–6786911/)

Ma certo che lo deve fare, quel libro!

diceva a luglio nell’ormai celebre trasferta di Polignano a Mare di fronte a diversi testimoni.
(Maria Rosaria Boccia, in Tommaso Labate, Genny e l’opera (incompiuta) contro l’egemonia della sinistra, “Corriere della Sera”, 7 settembre 2024)

Non credo di dovermi mettere a battibeccare con questa persona, lo dico per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda come me. La mia idea su come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposta da quella di questa persona.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, al Teha Forum di Cernobbio, in Meloni difende il governo e attacca Maria Rosaria Boccia, “ANSA”, 7 settembre 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/09/07/meloni-difende-il-governo-e-attacca-maria-rosaria-boccia-_bd218f37-b5b6-4f66-9e77-71da1f98f773.html)

07_09_24 | Roma | Raffaella Docimo reggente del MAXXI

Sarà Raffaella Docimo a fare le veci di presidente della Fondazione Maxxi, ruolo rivestito finora da Alessandro Giuli nominato ministro della Cultura in sostituzione del dimissionario Gennaro Sangiuliano.
Docimo – giornalista pubblicista, membro dell’associazione Amici del Maxxi dal 2016 e docente universitaria e recentemente candidata alle elezioni europee nelle liste di Fratelli d’Italia – è la consigliera anziana del CdA della Fondazione. Sarà lei a gestire il MAXXI dopo l’uscita di Giuli almeno fino alla nomina di un nuovo presidente. E probabilmente non sarà una parentesi breve. Da quanto apprende l’Adnkronos, al MiC travolto dal caso Sangiuliano hanno sul tavolo non poche questioni. A partire dall’organizzazione dell’imminente G7 della Cultura a Napoli.
Nel frattempo negli uffici di via del Collegio Romano è già scattato il toto-nomi. Identificare una figura che abbia le caratteristiche giuste per ricoprire il ruolo di presidente della Fondazione Maxxi, lasciata scoperta dal giornalista neo ministro, non è cosa facile. Lo scenario che si prospetta può avere due direzioni. Una è quella di proseguire sulla linea di una figura di intellettuale, come quella di Giuli. Ma c’è anche la possibilità che il ministero si orienti ora su una figura più ‘manageriale’, che lasci dunque la parte culturale al direttore artistico e punti maggiormente sull’aspetto di sviluppo economico dell’istituzione museale.
(Maxxi, Raffaella Docimo farà le veci di Giuli e scatta il toto-nomi per la presidenza, “ADN Kronos”, 7 settembre 2024, alla pagina https://www.adnkronos.com/cultura/maxxi-raffaella-docimo-fara-le-veci-di-giuli-e-scatta-il-toto-nomi-per-la-presidenza_1NsIZhLXBZEpTBLdsPP6Wn)

Gennaro Sangiuliano tra Maria Rosaria Boccia e Raffaella Docimo

Raffaella Docimo, professore ordinario di Malattie Odontostomatologiche e titolare di Odontoiatria Pediatrica e Direttore della Scuola di Specializzazione in Odontoiatria Pediatrica all’Università di Roma Tor Vergata, come si legge nel suo curriculum (…) è stata candidata alle Elezioni europee per Fratelli d’Italia e dal marzo 2023 fa parte del Consiglio d’amministrazione del MAXXI. La specialista di odontoiatria ha ricevuto l’incarico nella prestigiosa istituzione culturale romana (non ci capisce per quali meriti) dalle mani dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con cui lei stessa ha raccontato di essere amica fin dai tempi del liceo. Ma Docimo è anche la persona che, a sua insaputa, avrebbe permesso a Sangiuliano di conoscere Maria Rosaria Boccia.
Lo aveva rivelato qualche giorno fa, in un’intervista a “Repubblica”, Simona Russo, una dentista che ha fatto da tramite tra i due: “(Ho conosciuto Maria Rosaria Boccia) a un evento a Pompei ad aprile, il Festival della Bellezza dove ero invitata come professionista (…). Ci saremo viste 3-4 volte. A maggio mi accompagnò a Napoli a un evento elettorale per Raffaella Docimo (docente universitario a Roma di Odontoiatria infantile), candidata alle Europee, portata da Sangiuliano. Io ci sono andata perché mio marito è collega universitario e amico di Docimo. Boccia è venuta casualmente con me e li si sono conosciuti con Gennaro”.
A confermare questo incontro è stato lo stesso Sangiuliano che, in una lettera inviata al quotidiano “La Stampa” del 3 settembre ha raccontato: “Ho conosciuto la dottoressa Boccia a metà del mese di maggio, durante la campagna per le elezioni europee”.
Poche settimane dopo, il 6 giugno, Boccia e Sangiuliano sono di nuovo insieme a un evento elettorale di Docimo. Si tratta della serata di chiusura della campagna elettorale della candidata di FdI al Gold Town Lifestyle Hotel di Napoli. Anche in quell’occasione l’ex ministro era ospite d’onore, con tanto di torta e candeline per festeggiare il compleanno, che cadeva proprio quel giorno. Secondo i racconti di chi era presente alla serata, proprio in quell’occasione Boccia avrebbe rivelato per la prima volta ad alcuni degli ospiti, che Sangiuliano aveva intenzione di nominarla consigliera per i grandi eventi.
(Marco Billeci e Francesco Raiola, Al MAXXI va Raffaella Docimo, fedelissima di Sangiuliano: ai suoi eventi gli incontri fra l’ex ministro e Boccia, “FanPage”, 7 settembre 2024, alla pagina https://www.fanpage.it/politica/al-maxxi-va-raffaella-docimo-fedelissima-di-sangiuliano-ai-suoi-eventi-gli-incontri-fra-il-ministro-e-boccia/
https://www.fanpage.it/)

07_09_24 | Monfalcone | Si può giocare a cricket, ma non dappertutto…

Quella che Monfalcone vieta il cricket è l’ennesima sparata, falsa, di una faziosa giornalista della BBC, che non ha neanche cercato la mia versione, ha voluto sollevare un problema inesistente.

L’onorevole Cisint, già sindaco di Monfalcone, rimanda al mittente le accuse di razzismo e le vere e proprie fake news diramante da certa stampa.

Si tratta dell’ennesimo bombardamento finalizzato a colpire me e la mia battaglia, che fa ancora una volta emergere l’esistenza di una volontà di zittirmi insieme a tutti i cittadini esausti di dover soggiacere alle prevaricazioni delle comunità islamiche. (…)
Nel nostro regolamento non esiste alcun divieto del gioco del cricket, semplicemente in alcune zone pubbliche, come avviene ovunque, sono vietati dei comportamenti potenzialmente capaci di danneggiare beni e far male alle persone. Così vale per il cricket, il calcio e ogni altra attività.
Tutto questo nasconde solo la volontà di gruppi di islamici di voler fare quello che vogliono, senza rispettare le regole, discriminando invece chi le segue, con la scusa del razzismo, dietro la quale falsamente si proteggono con la complicità della stampa di sinistra.
Alla BBC, invece, chiedo come mai si parli solo di un presunto divieto del cricket, ma nulla si dice delle nuove scuole costruite, del 90% del welfare del Comune assorbito dagli extracomunitari e delle politiche scellerate della grande azienda che ha fatto snaturare la nostra città, importando dal 2005 manodopera povera grazie ai subappalti selvaggi e nulla dice neanche delle donne e bambine con il volto integramente coperto sottomesse dall’Islam più radicale, di cui io invece ho parlato.
(Anna Maria Cisint, ex sindaco di Monfalcone e parlmentare europea Lega per Salvini premier, in Monfalcone vieta il cricket? “L’ennesima fake news”, “Friuli Oggi”, 7 settembre 2024, alla pagina https://www.friulioggi.it/monfalcone/monfalcone-vieta-cricket-ennesima-sparata-cisint-7-settembre-2024/)

08_09_24 | La nuova “Commissione cinema”

Prima di lasciare il collegio Romano, che ha occupato per poco meno di due anni, l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha firmato un decreto di nomina molto importante: quello della commissione che deciderà quali film potranno esser finanziati con contributi pubblici. Si tratta di 50 milioni di euro ed è rivolto a pellicole su cui si ritiene (politicamente e non) ci sia la vetrina del panorama cinematografico italiano. Sono 18 consulenti, spiegano oggi “Repubblica” e “La Stampa” che potrebbero creare non poche grane al nuovo ministro Alessandro Giuli. Tra i nomi, il condizionale è d’obbiligo perché ancora il decreto non è stato pubblicato, oltre a giornalisti d’area tra cui Francesco Specchia di “Libero”, ci sarebbe una delle donne più invise, a detta del quotidiano, da Maria Rosaria Boccia. Si tratterebbe dell’avvocata Manuela Maccaroni, da un anno presidente – a titolo gratuito – dell’Osservatorio per la parità di genere del dicastero e che ora con questa nuova nomina incasserà 15.000 euro. Venezi però non rientra nel ultimo decretone di Sangiuliano. “La Stampa” fornisce maggiori dettagli sulla commissione. L’offerta di farne parte è arrivata anche a Paolo Mereghetti, decano dei critici e firma del “Corriere della Sera”, a Valerio Caprara, Giacomo Ciammaglichella, avvocato, e ad altri tra cui Pier Luigi Manieri, Massimo Galimberti, Pasqualino Damiani, Valerio Toniolo. Infine Stefano Zecchi, intellettuale cooptato dalla destra, assessore nelle giunte di Milano e di Venezia, autore sempre per “il Giornale”.
(Amici, parenti “di” e fedelissimi: tutte le nomine di Sangiuliano prima di lasciare il ministero della Cultura
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, “Open”, 8 settembre 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/09/08/gennaro-sangiuliano-nomine-film-finanziamenti-pubblici/)

Constatata la mole di lavoro che prevede l’attività di commissione di cui ho avuto contezza solo ora che sarebbe in contrasto con le mie quotidiane mansioni di inviato, e per lasciare il posto al necessario riequilibrio di genere evocato giustamente dal nuovo ministro della Cultura Giuli, rimetto la proposta di incarico di questa commissione.
(Il giornalista Francesco Specchia rifiuta la candidatura alla Commissione cinema: “No per il riequilibrio di genere evocato dal ministro Giuli”, “Open”, 11 settembre 2024, alla pagina https://www.open.online/2024/09/11/francesco-specchia-rifiuta-commissione-cinema-motivi/)

Giovedì da Roma mi hanno informato che il ministro Sangiuliano mi aveva nominato nella cosiddetta “Commissione cinema”, il gruppo di esperti che ha il compito di decidere i finanziamenti pubblici ai film. Venerdì il ministro si è dimesso. Sabato si è saputo l’elenco dei 15 componenti della Commissione, pubblicato la domenica mattina dai giornali e al pomeriggio da alcuni siti. Alla sera ero già stufo di leggere il mio nome accanto a “giornalista di destra”, “amico del ministro”, “beneficiato dal melonismo”… Il mattino dopo ho chiamato il ministero e ho avviato la procedura per rinunciare alla nomina. Ho detto di no per evitare strumentalizzazioni politiche e polemiche lagnose. La destra sarà anche ossessionata dalla conquista del potere, ma la sinistra lo è dalla paura di perderlo. E chi ha paura si incattivisce e usa qualsiasi arma per attaccare a testa bassa. Oggi un minuto dopo che ti assegnano una carica pubblica arrivano gli spurgatori delle fogne, travestiti da cronisti, alla ricerca di un tuo vecchio post, o un video o un tatuaggio per richiederti una dignità che loro sono i primi a non avere.
Ah: sia chiaro. Non rinuncio alla carica (e al compenso) in nome di chissà quale astratto principio di libertà giornalistica e di indipendenza dalla politica, cose a cui credo molto poco e che lascio volentieri agli intellettuali di sinistra più puri di me. Ma per evitare di mettere in imbarazzo l’azienda in cui lavoro o le istituzioni culturali con le quali collaboro.
Ringrazio con convinzione l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, il quale mi ha concesso la sua fiducia: ma non voglio che il mio nome gli causi altri attacchi interessati. È già stato oggetto di una delle più oscene e calunniose campagne mediatiche che la storia italiana recente ricordi (però mi permetto di aggiungere che la sua riforma del sistema-cinema è necessaria, i tagli ai finanziamenti a pioggia doverosi, e l’elenco di nomi della Commissione è di altissimo profilo, anche se un po’ troppo di sinistra per i miei gusti).
E poi, così, evito di mettere in imbarazzo il nuovo ministro, il quale potrà scegliere liberamente come assegnare il mio posto in una Commissione che, più che un elenco di esperti, ormai sembra una lista di proscrizione.
(Luigi Mascheroni, Perché ho rinunciato all’incarico sul cinema, “il Giornale”, 10 settembre 2024, https://www.ilgiornale.it/news/cronache/perch-ho-rinunciato-allincarico-sul-cinema-2366804.html#google_vignette)

“Non mi sento affatto offeso dalle scelte fatte dell’ex ministro Sangiuliano che mi ha preceduto”, mette subito in chiaro il ministro nel suo primo intervento in Parlamento, nella sua nuova veste di ministro, dove ha risposto a una interrogazione di IV sulle nomine di Sangiuliano. Nessuno sgarbo istituzionale dice Giuli, spiegando che lui “per primo” al suo insediamento si è posto la stessa domanda degli interroganti, “traendone però conclusioni diverse”. Anticipa subito che “la commissione di cui stiamo discutendo è oggetto di una mia attenta verifica e revisione”. E la soluzione, spiega, non sarà tanto quella di mandare a monte il lavoro fatto dal suo predecessore, quanto quella di integrarlo con altri innesti.
Loda la competenza dei prescelti da Sangiuliano, 15 e non 18 come scritto nell’interrogazione, tutti “con profilo curriculare di alto livello”. (…) Accusa i “solerti interroganti” di non essersi accorti, “nella ricerca di carenze” sui profili degli esperti, che il vero problema era il “mancato rispetto dell’equilibrio di genere, questo sì reale”. E dunque, considerato che l’iter del decreto non è stato perfezionato, lui intende “arricchirlo” intervenendo con la nomina di donne esperte della materia.
(Il debutto di Giuli in Parlamento: ‘Le nomine di Sangiuliano non mi offendono’, “ANSA”, 11 setembre 2024, alla pagina https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/politica/2024/09/11/giuli-per-nulla-offeso-dallatto-di-sangiuliano-sulle-nomine_d54945a8-0f73-4f82-8997-0a2e26635a68.html)

11_09_24 | Roma | Maria Elena Bruni reggente del MAXXI

Secondo lo Statuto del MAXXI, in attesa del nuovo presidente è il consigliere anziano del Consiglio d’Amministrazione a prendere la reggenza. La consigliera anziana però sarebbe stata Raffaella Docimo, professoressa universitaria che ha come principale competenza del suo curriculum ufficiale l’igiene dentale. (…) Docimo è stata dunque giustamente consigliata a rendersi indisponibile, dunque l’incarico ancorché temporaneo è scalato a Maria Emanuela Bruni, seconda consigliera anziana della Fondazione MAXXI. Lei quanto meno storica dell’arte, ex assessora alla Cultura (nella cittadina di Frascati) e con un cursus honorum non da poco nei gangli più profondi dello stato come capo del Cerimoniale di Stato. E per finire capo ufficio stampa dell’Ordine degli Architetti di Roma. Insomma, inattaccabile a differenza di Docimo.
(Massimiliano Tonelli, Il nuovo presidente del Maxxi sarà un buon presidente se confermerà il direttore Francesco Stocchi, “Artribune”, 11 settembre 2024, alla pagina https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2024/09/maxxi-maria-emanuela-bruni-reggente-chi-sara-nuovo-presidente/)

11_09_24 | Lucca | Alberto Veronesi si dimette dal CdA della Fondazione Giacomo Puccini

Ho ricevuto le formali dimissioni del maestro Alberto Veronesi da componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Giacomo Puccini, ruolo ricoperto a titolo gratuito. Il maestro Veronesi ha motivato le sue dimissioni con l’impossibilità di conciliare i numerosi impegni lavorativi lontano da Lucca con l’esigenza della presenza assidua alle riunioni del Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Ringraziando Veronesi per il suo contributo, per la sensibilità e il gesto di responsabilità, l’ho pregato di voler comunque proseguire la collaborazione con l’amministrazione comunale, e così gli ho chiesto di rimanere – sempre in forma gratuita – come consulente grazie alla sua esperienza e delle sue competenze artistiche e professionali.
(Mario Pardini, sindaco di Lucca, in Lucca, Veronesi si dimette dal Cda della Fondazione Puccini, “Il Tirreno”, 12 settembre 2024, alla pagina https://www.iltirreno.it/lucca/cronaca/2024/09/12/news/lucca-veronesi-si-dimette-dal-cda-della-fondazione-puccini-1.100581902)

(continua…)