TourFest 2024 | Scoprire il Terzo Teatro nello splendore della Calabria

RaMe a Melissa

Pubblicato il 31/08/2024 / di / ateatro n. 197 | TourFest 2024

Siamo al largo! In mezzo al mare, immobili nella bonaccia. Nessuna tempesta qui, né flotte con scudi e armi pronte a combattere. L’unico sollievo è l’ombra dell’ulivo: il fresco apparente e il profumo dei suoi fiori.
Ma cosa ci fa un ulivo in mezzo al mare? Come mai c’è una festa nel deserto? Un ramoscello come messaggio in bottiglia?
Questo telegramma materiale che inviamo a voi, gente di isola, montagna, terraferma o ad altri naviganti in stallo, è per dire che nelle avversità, sotto il sole cocente come nella tramontana più irsuta, tutto può iniziare da un’idea sebbene delicata e fragile.
È per dire che anche nelle condizioni più ostili attecchisce il seme del legno duro, dal frutto grasso. C’è speranza! C’è vita! Abbiate fiducia.
E se il vento non soffia, soffierà; per adesso bisogna affidarsi alle correnti sotterranee.
Benvenute alla v edizione di Rame – le radici del mediterraneo
Festival internazionale di teatro e arti performative,
Benvenutx in mare aperto!
Simone Bevilacqua

Questo è il messaggio scritto con la macchina da scrivere su una piccola pergamena infilata in una clessidra di vetro insieme a un ramo d’ulivo. Un regalo di benvenuto inserito nella borsa di tela del festival e consegnato a tutti i partecipanti di questa residenza culturale. Così viene chiamata l’esperienza vissuta dai ragazzi che decidono ogni anno di partecipare al festival RaMe – Le Radici del Mediterraneo, organizzato e diretto dalla compagnia teatrale Teatro Ebasko nel piccolo borgo di Melissa in Calabria. Si dorme tutti insieme in stanze con letti a castello, ci si sveglia e si fa colazione in compagnia, in veranda, al tiepido calore del mattino e si iniziano le attività. Pranzo e cena, invece, si svolgono in una mensa allestita all’interno di una scuola della città, momenti di condivisione che si sono ripetuti durante tutti i giorni di permanenza e hanno permesso di conoscerci meglio e creare rapporti indissolubili. Data la scarsità di acqua, vi erano spesso avvisi e richieste di non spreco e di uso parsimonioso. Uno di questi cartelli era appeso sopra i due lavabi della mensa dove ognuno di noi si lavava piatto, bicchiere e posate.
Un senso di comunità si viene a creare tra i partecipanti ma non solo, anche con gli abitanti che ogni anno accolgono il festival a braccia aperte.

RaMe è alla sua quinta edizione. Simone Bevilacqua di Teatro Ebasko è il direttore artistico. Il mare è vicino a Melissa, ma si scorge solo dai punti più alti della città, dietro una collina. Il suo odore è però percepibile e si mescola con quello degli ulivi e dei fiori che si intravedono nel paesaggio. La cittadina è su tre livelli: quello più basso, dove si trova la parte più moderna e popolata da giovani e famiglie con negozi, bar e ristoranti; poi c’è il centro storico, con i musei e i punti panoramici, mentre il livello più alto è purtroppo per gran parte disabitato: si può sentire solo il rumore del vento. Tra case con pareti di roccia, gattini e cani si incontrano per le continue salite e discese, tra il centro storico e la parte abbandonata del borgo.

Il primo giorno con il Teatro della Libellula e Fuga da Mozart

Mercoledì 25 luglio sono arrivata a Melissa e ho subito conosciuto i primi compagni, diventati ben presto amici, per una nuova tappa del progetto NEXT di Risonanze Network (leggi qua Teatro a Pedali a Piossasco). Nel primo incontro il Teatro della Libellula, specializzato in teatro di figura e burattini, ci ha mostrato alcune delle sue creazioni. La compagnia ci ha raccontato il processo di creazione, dalla ricerca dei materiali e allo studio del progetto finché l’oggetto prende vita grazie alle abili mani di Angelo Gallo. Storie di vita – racconti di come si sono approcciati e appassionati a quest’arte, dei loro maestri e dei loro spettacoli – hanno animato la piccola piazza del Popolo di Melissa: alla luce del tramonto, con in mano una brasilena, una bevanda tipica calabrese frizzante a base di caffè.

La sera la compagnia ha portato in scena Zampalesta in piazza Gramsci, nella zona più nuova e moderna della città. Il protagonista di questa favola allegra e divertente è un lupo che importuna i vari protagonisti della storia e i loro animali. Lo spettacolo, in dialetto calabrese, è stato accolto da risate, terminate solo con il fruscio di applausi finale. La scenografia era composta solamente da una cabina ricoperta da un telo di velluto rosso che serviva per accogliere e nascondere Angelo Gallo, le cui mani erano infilate nelle marionette protagoniste dello spettacolo. Tra battute, scherzetti, racconti e gesti, lo spettacolo si è concluso con grande sgomento della folla arrivata nel frattempo composta da grandi e piccini.

Zampalesta

Zampalesta

Poi ci siamo poi spostati verso la seconda location, vicino alla mensa scolastica in cui avevamo cenato. Fuga da Mozart. Divagazione di un direttore d’orchestra della compagnia Teatro a Canone parte da un testo dell’autrice austriaca Ingerborg Bachamann, Un foglio per Mozart, dove il musicista viene dipinto non più come l’essere divino e perfetto inventato dalla Germania nazista, ma come un Angelo Caduto. Lo spettacolo si apre con manichini coricati per terra in vestimenta che poi scopriamo essere i musicisti dell’orchestra. Entra in scena un personaggio cadaverico, anch’esso in abito elegante, in sottofondo le suggestive musiche del compositore. Il personaggio (l’attore Lucio Barbati), si rivela un direttore d’orchestra coinvolto nella direzione di un concerto. Si interrompe e riecheggia nell’aria la domanda: “Cos’è la musica?”. È l’avvio dello spettacolo. Oltre al direttore d’orchestra, in scena troviamo il bambino prodigio (Anna Fantozzi) e l’Angelo Caduto (Luca Vonella). Il bambino prodigio e l’Angelo Caduto sono spesso in contrasto, altre volte sembrano non notare la presenza l’uno dell’altro. Le melodie seguono l’andamento del racconto che lascia spazio alla musica, protagonista indiscussa dello spettacolo. Il bambino intreccia e incastra il proprio corpo con una striscia di pentagramma su cui c’è scritta un’intera fuga di Mozart, mentre l’Angelo Caduto si dimena e si accascia a terra. Questi tre personaggi, apparentemente slegati tra di loro, rappresentano parti di una stessa persona o entità. Tra melodie armoniose, gesti sinuosi e non, lo spettacolo termina con un grande applauso del pubblico, che si porta a casa un’immagine nuova del grande musicista.

Fuga da Mozart - Divagazione di un direttore d’orchestra

Fuga da Mozart. Divagazione di un direttore d’orchestra

A fine giornata, prima di andare a ricaricarci, non manca un bicchiere di vino al bar di Ciccio, altro punto di ritrovo del festival.

Il secondo giorno: il Teatro dell’Albero e Teatro Ebasko

La mattina di giovedì 26 luglio comincia con un laboratorio sulla drammaturgia condotto dal Teatro dell’Albero al Museo del Violino. Da una serie di esercizi di gruppo hanno dato vita a tre composizioni scritte. Il primo esercizio era l’anagramma del proprio nome per trovare nuove parole. Una volta riempito il foglio, abbiamo scelto la parola che ci risuonava di più in quel momento e l’abbiamo conservata per un secondo momento.
Il secondo esercizio consisteva nel ricercare nella nostra mente tre ricordi vividi e precisi di Melissa. Ricordi dettagliati, alcuni racconti, altre descrizioni. Abbiamo letto il risultato ad alta voce e tutti insieme con gli occhi che brillavano dalla gioia che quel posto ci aveva suscitato fin da subito.
Nel terzo esercizio bisognava mettere il nostro foglio con ricordi e quello con la parola iniziale tutti insieme, mescolarli e prendere due fogli a caso di qualcun altro. Dal foglio dei ricordi, viene selezionata una parola o una frase che ci risuona.
Ai due elementi, abbiamo aggiunto un frammento di foglio del testo di uno spettacolo della compagnia. Anche da questo dovevamo selezionare la parola che ci risuonava di più.
Questi tre elementi dovevano confluire in un titolo da noi scelto appositamente a partire dalle suggestioni di questi pensieri scritti su carta.
A questo punto si formano tre gruppi e arriva la parte più complicata ma anche più soddisfacente. I nostri titoli devono essere assemblati e creare un racconto, una poesia, una composizione scritta, qualsiasi cosa volessimo. La regola è che devono essere inclusi tutti i titoli ma che si possono omettere o aggiungere alcune parole a essi. Il risultato è qualcosa di inatteso e stupendo. I tre componimenti sono stati letti da ogni gruppo e ci siamo emozionati insieme per i risultati che abbiamo raggiunto con pochi semplici parole che riportano le sensazioni che Melissa ci ha fatto provare fin dai primi istanti. Un momento che non scorderemo mai.

Esercizio drammaturgia - Gruppo Sabrina

Esercizio drammaturgia – Gruppo Sabrina

La serata inizia con la prova aperta di Lo straniero, dal testo di Camus, spettacolo in residenza a Teatro Ebasko, in scena Mara Labriola e Giorgio Zobel. Ne abbiamo visto un piccolo estratto. Danza, recitazione e musica appositamente creata da Mimì (Domenico Pizzulo) si intrecciano. Il tutto è appena accennato, come ci raccontano gli artisti dopo la performance, sono solo all’inizio della creazione dello spettacolo, ma l’attesa e la curiosità sono molte.
La serata prosegue con Mut, una street performance acrobatica di Cie La Désarmante, un duo italo-francese accompagnato da un musicista che suonava il basso dal vivo. Il tema è la crisi ambientale e le paure che ne conseguono. Si vede chiaramente il momento in cui uno degli attori cade sconfortato ma si rialza ben presto grazie all’aiuto del secondo. Alla fine vince la speranza. Lo spettacolo comincia con i tre performer che arrivano dalle spalle del pubblico e si presentano e si posizionano sul tappeto antiscivolo dove per tutta la durata dello spettacolo si susseguono acrobazie che lasciano tutto il pubblico a bocca aperta.
Non c’è tempo da perdere, ci dirigiamo subito con la macchina verso Castel Del Gaudio, una villa-castello privata con un giardino spettacolare. Parcheggiamo in uno spiazzo. Nessun lampione, nessun cartello, solo le stelle a illuminare il sentiero costeggiato da fiori e piante. Lo spettacolo Mettimi come sigillo sul tuo cuore. Frammenti in scena del Cantico dei cantici di Teatro dell’Albero si tiene nella parte esterna dell’abitato. I tre attori in scena ripetono alcuni passi del testo sacro e lo scandiscono con movimenti ritmici del corpo, insieme a rumori di piedi e mani. Una scena surreale grazie all’armonioso legame tra il luogo, il testo, i corpi che si muovono all’unisono o intrecciandosi gli uni con gli altri.

Circe

Il terzo giorno: la riflessione sul Terzo Teatro oggi e lo spettacolo di Piccoli Idilli

Il pomeriggio successivo ci aspetta il convegno nazionale organizzato da Teatro Ebasko in collaborazione con Theatron 2.0. Si susseguono diversi interventi di studiosi, professori, operatori culturali a partire dalle riflessioni a partire dall’esperienza del Terzo Teatro e moderati dal critico Michele Pascarella. Partendo dal suo ideatore Eugenio Barba fino alla sua applicazione ai giorni nostri, ci chiediamo se di sia ancora possibile attuarlo. Gli intermezzi a queste riflessioni sono le dimostrazioni di lavoro delle compagnie andate in scena nei giorni precedenti. Alcuni scelgono di mostrare il proprio training fisico quotidiano, altri esercizi specifici per lo spettacolo presentato, altri ancora frammenti di performance.
In giornata si torna a Castel del Gaudio per la produzione di Teatro Ebasko Circe, spettacolo ispirato al mito della misteriosa Dea che indaga sé stessa attraverso relazioni, intrighi, poteri e magie. La coinvolgente Marzia D’Angeli, muovendosi sui trampoli e vestita di bianco, incanta anche i più piccini. In scena quello che sembra un altare, alcuni oggetti magici su un carretto, una marionetta e poco altro. Proiettate sul fondo alcune scenografie in movimento progettate dal gruppo L4r.

Kanu

Kanu dell’associazione Piccoli Idilli è accompagnato dal tramonto e da una vista spettacolare sui colli calabresi. In scena solo tre attori, due dei quali con strumenti musicali per accompagnare lo spettacolo con i ritmi lontani del racconto, una favola ispirata a un racconto africano che ha per protagonista una giovane e fragile sposa nata dalla cera. Un’atmosfera magica, grazie anche alla bravura di Bintou Ouattara, che arriva direttamente al cuore con la danza e la voce. Il tempo di uno spuntino e si sente in sottofondo il coro della performance itinerante Pietre care a cura di Teatro Ebasko, Teatro dell’Albero e L4r. Queste realtà hanno lavorato insieme per mesi con il coro della chiesa di Melissa per creare uno spettacolo sonoro. Anche qui ritmo, note musicali e parole si intrecciano perfettamente mentre attraversiamo tutto il borgo. Proiettate alle pareti di pietra vediamo disegni colorati che ci aiutano a comprendere e immergerci nella storia di quei luoghi. A ogni fermata, il coro intona un canto e le pareti si illuminano di colori raccogliendo gli occhi stupiti del pubblico.
Per terminare questa fantastica avventura, un dj set a cura di due ragazzi dello staff di Teatro Ebasko: grazie a Mimì e Fidelle abbiamo ballato insieme fino a notte fonda.

Pietre Care

Pietre Care

La mattina seguente il cuore scoppia di gratitudine e dagli occhi scende qualche lacrima.
Infiniti abbracci.
Sospiro guardando il paesaggio.
Sussurro: “Arrivederci Melissa. Ci rivedremo presto, promesso.”