Il crocifisso, la poltrona e la querela | Un’inchiesta sulla politica culturale della destra al governo
Seconda puntata (gennaio-giugno 2023)
01_01_23 | Niente Reddito di Cittadinanza per i giovani tra i 18 e il 29 anni che non hanno completato l’obbligo di legge e non frequentano la scuola
Grazie a un emendamento del gruppo Lega approvato ieri in Commissione Bilancio alla Camera, dal 1° gennaio 2023 per percepire il Reddito di Cittadinanza (o l’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà) i giovani compresi nella fascia tra i 18 e i 29 anni dovranno iscriversi a scuola per completare l’obbligo di legge. (…)
Questa proposta è ispirata ad alcuni principi che ritengo imprescindibili per la formazione dei nostri giovani. Prima di ricorrere a una misura meramente assistenziale è necessario restituire a questi ragazzi il diritto allo studio che per i motivi più diversi è stato loro negato. Oggi in Italia sono circa 140mila i giovani sotto i 30 anni che percepiscono il reddito di cittadinanza e che hanno solo la licenza di scuola elementare (o nemmeno questa) o la licenza di scuola media. Molti di loro non hanno completato l’obbligo scolastico: è una situazione di illegalità che priva queste persone degli strumenti idonei a garantire loro un’autentica realizzazione personale e professionale. Dal 1° gennaio, chi richiede il RDC dovrà svolgere un percorso di formazione.
(Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, Reddito di cittadinanza, approvato emendamento Lega. Valditara: “Promessa mantenuta, grande gioco di squadra”, Ministero dell’Istruzione e del Merito, 21 dicembre 2022, alla pagina https://www.miur.gov.it/-/reddito-di-cittadinanza-approvato-emendamento-lega-valditara-promessa-mantenuta-grande-gioco-di-squadra-)
“La scuola italiana ha docenti e dirigenti di assoluto valore e che con stipendi modesti svolgono un eccellente lavoro. Non generalizziamo giudizi estemporanei. Lavoriamo insieme per migliorare sempre più il nostro sistema scolastico, a iniziare dalla valorizzazione del ruolo dei docenti”. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, prende posizione in modo netto commentando la lettera aperta scritta da una famiglia finlandese sulla scuola italiana, una lettera di forte critica.
Dopo appena due mesi la famiglia, marito moglie e quattro figli, ha fatto i bagagli e ha deciso di lasciare Siracusa per trasferirsi in Spagna. Elin Mattsson, pittrice finlandese di 42 anni, ha spiegato ad un giornale locale on line che avrebbe voluto per i suoi figli un sistema di istruzione migliore rispetto a quello che ha trovato nell’Isola. Lei ed il marito, che lavora per una azienda di informatica da remoto, avevano deciso di stabilirsi a Siracusa per godere del clima e della bellezza dei luoghi.
La decisione di dire addio alla Trinacria è arrivata per colpa della scuola che la donna reputa insoddisfacente. (…)
A rispondere alla pittrice finlandese è, tra gli altri, anche una insegnante italiana, Nicoletta Tancredi, che insegna latino e greco alle superiori a Salerno. “Nella scuola italiana, quella da cui sei scappata”, scrive nel suo blog, “io ci lavoro. Così pure mio marito. E a volte vorrei scappare anch’io. Ed anche lui. Poi ci resto. E ci restiamo. A lottare contro i mulini a vento. Finché pazienza non ci abbandonerà. E ti dico: hai ragione! Sono anni che le riforme italiane non tengono conto della didattica. Non mettono al centro il discente. Troppo tempo che non si investe per rinnovare le strutture”.
(Valentina Roncati, Valditara alla famiglia finlandese, “qui prof di valore”, “ANSA”, 10 gennaio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/01/10/valditara-docenti-di-assoluto-valore-stop-giudizi-estemporanei_7f7443e9-52be-4637-8d52-cdadefd94f96.html)
Interveniamo, come avevo promesso, sul tema dell’integrazione scolastica degli alunni stranieri, partiamo da un presupposto: il 30% dei ragazzi stranieri si disperde, il 22% non ha competenze adeguate alla lingua italiana. Ci concentriamo su quegli studenti stranieri di prima immigrazione che non conoscono la lingua italiana. Le scuole quindi saranno obbligate a verificare, ad accertare la conoscenza della lingua italiana per studenti di prima immigrazione. (…)
Poi ha specificato: che il potenziamento dell’insegnamento dell’italiano in classe
non è una iniziativa spot, ma una grande iniziativa con risorse significative per formare docenti che insegneranno l’italiano a ragazzi che non hanno alcuna conoscenza della nostra lingua, non sanno dire neanche ‘buongiorno’ e ‘buonasera’ e sono quelli maggiormente fragili,
ha spiegato il ministro rivendicando una
norma di civiltà, molto inclusiva, che non discrimina, perché vengono messi in classe insieme agli altri ma avranno corsi italiano potenziato.
Riguardo alla chiusura delle scuole in occasione delle feste religiose, Valditara ha spiegato che questa non favorisce l’integrazione (…)
Riteniamo che chiudere le scuole non serve all’integrazione. Riteniamo anche che se ogni appartenenza religiosa dovesse essere motivo per consentire la chiusura di una scuola rischieremmo di avere il caos nel nostro sistema scolastico, con un’esplosione di chiusure di scuole: la legge parla chiaro e dice che solo per motivi didattici si può derogare dal calendario scolastico regionale, valuteremo se la legge sarà disattesa e se ci saranno iniziative che nulla avranno a che vedere con l’esigenza della didattica interverremo perché la legge vada fatta rispettare. (…)
(Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, in Studenti stranieri, Valditara: le scuole dovranno accertare la conoscenza dell’italiano, “RaiNews”, 24 maggio 2024, alla pagina https://www.rainews.it/articoli/2024/05/studenti-stranieri-valditara-le-scuole-dovranno-accertare-la-conoscenza-dellitaliano-3e423873-2947-447a-a5d0-0f7748879113.html)
Durante il comizio di chiusura della campagna elettorale della Lega a Roma, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso la sua posizione riguardo all’integrazione degli studenti stranieri nel sistema scolastico italiano. Dal palco di piazza Santi Apostoli, Valditara ha dichiarato:
Tutti gli studenti stranieri devono conoscere la lingua italiana e la Costituzione italiana e la cultura.
(Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara: “Tutti gli studenti stranieri devono conoscere lingua, costituzione e cultura italiana”, “Orizzonte Scuola”, 6 giugno 2024, alla pagina https://www.orizzontescuola.it/valditara-tutti-gli-studenti-stranieri-devono-conoscere-lingua-costituzione-e-cultura-italiana/)
13_01_23 | Far cassa con la cultura: verso un tariffario unico nazionale per spazi e immagini
(L'”Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche da realizzarsi nell’anno 2023 e per il triennio 2023-2025″ del 13 gennaio 2023)
Al paragrafo dedicato a Il contesto nazionale, il ministro premette che la sua priorità è “la tutela e la valorizzazione, anche economica, del patrimonio culturale, materiale e immateriale”, con l’obiettivo di “incrementare la capacità di automantenimento dei diversi istituti e luoghi della cultura, in modo da ridurre il fabbisogno di finanziamento pubblico”, anche attraverso “forme di concessione d’uso a terzi”, che possono essere soggetti sia pubblici sia privati (2. Il contesto nazionale). In sintesi dobbiamo accrescere “la capacità degli istituti e luoghi della cultura di autofinanziarsi” (3.2).
Le modalità per raggiungere questo obiettivo sono diverse. Per cominciare, si tratta di “ridurre i casi di concessione a titolo gratuito degli spazi e delle immagini relative ai beni culturali e garantire un’adeguata remuneratività degli stessi, anche attraverso la definizione di un tariffario unico nazionale”. Il concetto viene ribadito poco dopo, nello stesso paragrafo: si tratta di “adottare un tariffario unico ministeriale, volto a determinare il corrispettivo da esigere (si prevede anche l’utilizzo delle moderne tecnologie (NFT, blockchain, ecc.)” (3.3). Per avere un tariffario unico è però necessario “centralizzare l’attività di concessione delle immagini del patrimonio culturale statale, anche mediante la definizione di corrispettivi minimi uniformi” (Priorità II.8).
Per “incrementare la redditività economica degli istituti e luoghi della cultura” (Priorità V.1), si prevedono misure come la “revisione del costo pagato dai visitatori per l’ingresso negli istituti e nei luoghi della cultura” (3.3) (ovviamente al rialzo: l’ingresso ai musei costerà più caro, visto che a visitarlo secondo il ministro sono soprattutto i ricchi turisti stranieri), “il prestito a titolo oneroso delle opere d’arte[…] al fine di reperire risorse economiche aggiuntive» (Priorità II.2), l’incremento delle «tipologie di servizi vendibili a terzi» (Priorità II.5). I siti UNESCO devono essere oggetto di una “attività di salvaguardia, monitoraggio e assistenza”, ovviamente al fine di “monitorarne i dati statistici in termini di visitatori e ricavi economici” (Priorità III.4).
Nel progetto del ministro Sangiuliano, la digitalizzazione non ha come obiettivo l’informazione e la diffusione della cultura tra i cittadini o la promozione del nostro patrimonio all’estero. Il “piano di digitalizzazione” serve prima di tutto a “mettere a reddito il patrimonio di immagini […] mediante la concessione a terzi a titolo oneroso” (Priorità II.3). Questa “banca dati statistica, aperta e aggiornata costantemente”, deve avere come criterio di ordinamento “tutte le possibili tipologie di introiti degli istituti e luoghi della cultura” (Priorità V.3). La “banca dati contenente l’elenco dei beni culturali, materiali e immateriali, dei visitatori e della svariate tipologie di introiti degli istituti e luoghi della cultura” serve anche a “prevenire il rischio corruttivo dell’Amministrazione” (3.1), perché qualcuno deve aver pensato che tutto questo giro di “denaro potenziale” rischia di suscitare appetiti illeciti.
La digitalizzazione dovrebbe inoltre favorire le partnership pubblico-privato, grazie alla “creazione di un portale informatico in cui evidenziare e spiegare ogni diversa forma di sostegno privato alla cura del patrimonio culturale di appartenenza pubblica, anche con evidenziazione degli effetti fi nanziati di tale cooperazione pubblico-privata” (Priorità II.10). Ciliegina sulla torta, la “razionalizzazione delle disposizioni fiscali” (Priorità V.4): tuttavia, conoscendo la complessità delle politiche fiscali nel nostro paese, pare un obiettivo difficilmente raggiungibile (forse arriverà qualche incentivo).
Aveva detto con molta nettezza il presidente Carlo Azeglio Ciampi: “La tutela va concepita non in senso di passiva protezione, ma in senso attivo, e cioè in funzione della cultura dei cittadini, deve rendere questo patrimonio fruibile da tutti. […] La doverosa economicità della gestione dei beni culturali, la sua efficienza, non sono l’obiettivo della promozione della cultura, ma un mezzo utile per la loro conservazione e diffusione” (Carlo Azeglio Ciampi, Intervento del presidente della Repubblica in occasione della consegna delle medaglie d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, Palazzo del Quirinale, 5 maggio 2003, alla pagina https://archivio.quirinale.it/aspr/
discorsi/HIST-004-002534/presidente/carlo-azeglio-ciampi/consegnamedaglie-d-oro-ai-benemeriti-della-cultura-e-arte#n).
Considerata l’attenzione pressoché esclusiva del ministro per la riduzione delle spese del suo dicastero, gli altri possibili obiettivi di una politica culturale passano in secondo piano. In pratica nell’Atto di indirizzo resta spazio solo per ricordare che la cultura è l’elemento fondante di una comunità. Curiosamente a essere privilegiato non è l’orizzonte nazionale, ma quello locale, o localistico, con uno sguardo autocelebrativo e rivolto al passato: “Verrà rafforzato il profilo identitario delle città italiane anche attraverso la promozione del territorio, potenziando la partecipazione ai comitati costituiti per la celebrazione dei centenari e degli anniversari di figure storiche importanti per la cultura nazionale” (concetto ribadito in Il contesto nazionale e in 3.2). In dettaglio, si spiega che “il cinema e l’audiovisivo sono strumenti formidabili per la rappresentazione e la conservazione dell’identità culturale del nostro popolo e del territorio” (Il contesto nazionale), che si favorirà “la visione in sala di film italiani” (3.4) (è l’unico caso in cui il ministro pensa a una riduzione del costo del biglietto), e che sarà necessario “migliorare e affinare ulteriormente le strategie di promozione del cinema e dell’audiovisivo italiani sui mercati internazionali” (Priorità I.9). Si dovranno inoltre “ridefinire i criteri del Fondo nazionale per lo spettacolo […] mediante […] il coinvolgimento di artisti italiani” (Priorità IV.2, con una indicazione che si suppone valida soprattutto per le Fondazioni Lirico-Sinfoniche), nonché “studiare meccanismi di tutela per gli artisti italiani e per le etichette indipendenti” (Priorità IV.4) in campo musicale. (…)
In questa visione, il passato è un giacimento di opere da cui estrarre di volta in volta (magari approfittando di centenari e di anniversari, oltre che sulla base degli obiettivi politici del momento) gli elementi che si ritengono utili per giustificare la nostra unicità (e magari superiorità), per valorizzare il territorio e le sue risorse (e per attrarre turisti), per sostenere all’estero la produzione nazionale, per far capire ai ‘nuovi arrivati’ su quale riva sono approdati, in modo che si adeguino ai nostri usi, costumi e consumi.
È una visione che pone diversi problemi. In primo luogo, qual è il territorio su cui si fonda questa identità? Dove affonda le radici la nostra identità? Nella nazione? Nella Regione? Nel Comune? Qualcuno, non molto tempo fa, si è inventato un’inesistente “identità padana”… È una visione utile a costruire un ‘noi’ in contrapposizione agli ‘altri’: ma questo è un altro dei paradossi della cultura, perché l’‘io’ si può definire solo per differenza, dato he nasce dallo scambio e dalla relazione con l’‘altro’, e non nell’arroccamento. (…)
In secondo luogo, l’identità è in costante evoluzione, per una pluralità di motivi. La fedeltà a un passato irrecuperabile è all’origine di quella che Eric Hobsbawm ha definito l’”invenzione della tradizione” (Vedi T. Ranger – E.J. Hobsbawm (a cura di), L’invenzione della tradizione [1983], Torino, Einaudi, 2002), foriera di ricostruzioni e rievocazioni storiche che, ormai astratte dal loro contesto originario, si trovano spesso ridotte a Disneyland campagnole, quando non servono a pretesto per una propaganda politica reazionaria.
La nostra identità collettiva evolve perché evolvono il nostro sguardo e il nostro modo di essere, con la storia, con le trasformazioni della società e il succedersi delle generazioni, con lo sviluppo della comunicazione e dei media. Non ha senso imbalsamare il passato in un quadro che risulterebbe inevitabilmente Kitsch. Si tratta ogni volta di ridefinire e di ricostruire, più o meno consapevolmente, la nostra identità. Giorno per giorno.
Nemmeno la nostra identità personale è chiusa, immutabile. Anche se non esistono più i riti di passaggio delle società tradizionali, continua a cambiare ed evolvere nell’arco della nostra vita. La sfida non è asserragliarsi in un fortino che si pensa immutabile e che invece è fragile e mutevole. L’identità non è un fatto, un dato ‘naturale’, ma un processo.
(Oliviero Ponte di Pino, Cultura. Un patrimonio per la democrazia, Vita & Pensiero, 2023, pp. 135-141)
15_01_23 | Per Gennaro Sangiuliano Dante è “il fondatore del pensiero di destra italiano”
“Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla. Quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra. Ma io ritengo che non non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, a un’altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, intervistato da Pietro Senaldi nel corso della kermesse milanese di FdI “Pronti, candidati al via”, “ANSA”, 15 gennaio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/01/14/sangiuliano-dante-il-fondatore-del-pensiero-di-destra-italiano_9e3f3628-22ab-47d0-9b47-751c99b0860d.html)
Il suo Dante ha fatto commuovere 1.000 studenti di Citanova appena venerdì scorso in una delle decine di proiezioni scolastiche con cui il film di Pupi Avati prolunga la sua vita oltre la proiezione in sala.
Il regista, che si è documentato per mesi diventando ancora più di prima un grande appassionato del Sommo Poeta, interpellato dall’ANSA sulle dichiarazioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano giudica l’uscita,
sia detto senza alcuna polemica, un po’ pretestuosa. Nel senso che il valore di Dante, il motivo per il quale è sopravvissuto fino ad oggi e oltre oggi è la sua dismisura poetica, immensa, misteriosa, non certo la sua posizione politica.
(Pupi Avati, in Alessandra Magliaro, Pupi Avati su Dante, suo valore è poesia non politica. Il regista, “rispetto il ministro, ma è un po’ pretestuoso”, ANSA, 15 gennaio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2023/01/14/pupi-avati-su-dante-suo-valore-e-poesia-non-politica_19b8176a-fcab-4461-9f22-a4c3e11bcbf2.html)
Ma come si fa? Dante è un rivoluzionario, un eretico, un uomo contro tutti. Dante è esule nei confronti di qualsiasi casa politica consolidata del suo tempo, a cominciare dalla teologia politica ufficiale. Può essere di destra tutto questo? Può essere di destra il fatto che un intellettuale all’inizio del XIV secolo scriva un libro come il Convivio in volgare perché la quintessenza di una filosofia possa essere compresa anche da chi non sa il latino? Si tratta di un’operazione contraria a ogni spirito di conservazione. E prendiamo il De vulgari eloquentia, considerato il primo trattato di linguistica: un testo rivoluzionario dedicato a come si costruiscono le lingue può essere letto in chiave conservatrice? Ma scherziamo… (…) Farei una legge che gli impedisca di parlare di Dante e di Leopardi.
Sangiuliano dice di no, ma sembrerebbe un tentativo di scalzare l’egemonia culturale di sinistra.
Ma quale egemonia? Ci sono grandissimi personaggi che sono appartenuti alla destra: hanno il più grande filosofo italiano del Novecento, Giovanni Gentile, e nel mondo cattolico un personaggio come Augusto Del Noce. Hanno Gianfranco Miglio, un grande politologo. Perché invece di dire queste puttanate non citano le pagine bellissime di Gentile su Dante?
(Massimo Cacciari, in Raffaella De Santis, “Dante di destra? Sangiuliano ridicolo”, “la Repubblica”, 15 gennaio 2023)
All’egemonia culturale della sinistra non ho mai creduto, perché c’è sempre stata una profonda e forte vena popolare che è riuscita a emergere nonostante l’ostracismo degli ottimati. Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa ha venduto milioni di copie mentre Vittorini che l’aveva rifiutato è relegato nei dipartimenti di italianistica. Lo stesso è successo a Giovanni Guareschi, o a Burri nell’arte contemporanea. Il fatto è che in Italia continua a esserci una classe di 10.000 milionari da ZTL, di professoresse con il cerchietto, di spettatori di La7, che si sente depositaria del Bene e della legittimazione culturale. Una chiesa. Che adesso teme di essere scalzata via.
(Marcello Veneziani, in Michele Gravino, Egemonia canaglia, “il venerdì di Repubblica”, 12 maggio 2023)
08_02_23 | Sanremo | Fedez strappa la foto di Galeazzo Bignami vestito da nazista, la destra all’assalto della RAI
Boom, Fedez porta la (critica) politica a Sanremo. E lo fa con un testo che, ha spiegato lui stesso poco dopo, “non era stato enunciato alla Rai, non lo conoscevano, me ne assumo tutta la responsabilità“. Dal palco della nave crociera Costa Smeralda, vestito in giacca di pelle, quando mancava poco alla mezzanotte Fedez si è esibito in un “freestyle” a sorpresa in cui ha attaccato due esponenti del Governo: da un lato il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, di cui poi ha anche stracciato la foto che lo ritraeva vestito da nazista durante la sua festa di laurea (foto già emersa pubblicamente e fonte di molte polemiche poco dopo la nomina a viceministro), e poi la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, additata dal cantante per la recente frase “purtroppo l’aborto è un diritto“, che nelle scorse settimane aveva sollevato un polverone di polemiche.
Con l’attacco a Bignami Fedez risponde alla polemica sul gender fluid sollevata da Fratelli d’Italia nei giorni scorsi criticando la partecipazione a Sanremo di Rosa Chemical: a portare avanti questa linea in Aula alla Camera, arrivando a chiedere alla RAI di ripensarci e di non fare esibire il cantante sul palco dell’Ariston, è stata la deputata Maddalena Morgante. “Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite. Forse meglio il viceministro vestito da Hitler“, canta Fedez mostrando la foto di Bignami (che dopo strapperà). E subito dopo: “Purtroppo, l’aborto è un diritto. Non l’ho detto io, l’ha detto un ministro”. Aggiunge poi il rapper: “A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto”, e qui ironizza, citando un Jovanotti d’annata, sulla guerra legale che da alcuni anni lo vede ‘nemico’ giurato del Codacons: “Ciao Codacons guarda come mi diverto”.
(Marcella Piretti, Sanremo, Fedez strappa la foto del viceministro Bignami vestito da nazista, “DiRe”, 9 maggiop 2024, alla pagina https://www.dire.it/09-02-2023/870773-sanremo-fedez-strappa-la-foto-galeazzo-bignami-vestito-da-nazista-testo/)
La linea ufficiale del partito – andare all’assalto dei vertici RAI – era stata studiata da giorni. I parlamentari di Fratelli d’Italia lo avevano già capito venerdì leggendo “Ore 8”, il volantino stile “Mattinale” di Paolo Bonaiuti che viene mandato ogni mattina a deputati e senatori meloniani per impartire la linea. A proposito dell’episodio di Fedez che a Sanremo aveva mostrato una foto del sottosegretario Galeazzo Bignami vestito da nazista per poi strapparla, l’ordine di scuderia del partito era questo: “Utilizzare il palco di Sanremo e la RAI a fini politici, soprattutto se questi istigano alla violenza, è inopportuno ancor più in questo momento storico già delicato”. Una critica a Fedez ma, per interposta persona, anche ai piani alti di viale Mazzini.
Poi, ieri mattina, dopo la provocazione di venerdì sera sulla cannabis (“Giorgia legalizzala” ha cantato Fedez) e quando “La Verità” ha rivelato che i dirigenti di viale Mazzini sapevano tutto dello show del rapper perché aveva fatto le prove, i meloniani non si sono lasciati sfuggire l’occasione: “Dobbiamo attaccare i piani alti della RAI”. E così è partita l’offensiva, spinta da Palazzo Chigi. Il grimaldello che serve a Giorgia Meloni per cambiare velocemente i vertici della televisione pubblica. Non solo, quindi, i direttori dei Tg ma soprattutto il pezzo grosso, la poltrona che più scotta: quella dell’amministratore delegato Carlo Fuortes.
Dopo una tregua armata con l’ad in quota PD – favorita anche dai tanti dossier sul tavolo della premier e dal Festival alle porte – a far accelerare l’idea di un cambio ai vertici Rai è stata proprio la gestione generale di Sanremo. Prima la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di cui erano all’oscuro anche i vertici Rai, poi il caso Zelensky che ha rinunciato al video-messaggio (“se ci fossero stati i nostri, questa pagliacciata non sarebbe successa”, dice una fonte vicina alla premier) e ora lo show di Fedez. Polemiche che hanno convinto Meloni: ora si cambia.
La giornata è un susseguirsi di dichiarazioni contro i vertici. Il primo colpo arriva dal capogruppo Tommaso Foti: “Il palco dell’Ariston si è trasformato, con il consenso e beneplacito della Rai, in una tribuna elettorale. Chi sapeva dello show di Fedez deve dimettersi”. A ruota tutti i parlamentari di FdI, con Manlio Messina che parla di “killeraggio politico” di cui i vertici RAI “erano consapevoli”. Daniela Santanchè definisce Sanremo “un po’ comunista, ma chi se ne frega”. Il direttore dell’Intrattenimento Stefano Coletta conferma in conferenza stampa che lui non sapeva niente. Anzi aveva chiesto a tutti di non fare politica, ma “non si possono fermare gli artisti in diretta”: “Facciamo il 60% di share e si parla solo di Fedez, l’omesso controllo è incivile”. Il Pd parla di “Minculpop”, la Lega di “tagliare il canone”. Ieri Fedez era in prima fila all’Ariston: una risposta a FdI.
Il caso potrebbe limitarsi al rapper. Ma non è così. Si capisce subito che l’esibizione del rapper serva solo da escamotage per andare all’assalto dei vertici della Rai. E infatti la dichiarazione che fa più rumore è quella di Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura: “Penso che li cambieremo. È giusto cambiare la narrazione del paese”. È la stessa idea di Palazzo Chigi. La prima mossa sarà sostituire il direttore del Tg1: da Monica Maggioni a Gianmarco Chiocci, oggi direttore dell’AdnKronos. In questo modo, FdI metterà le mani sui principali telegiornali, dopo la nomina di Nicola Rao al Tg2. Poi arriverà il momento di sostituire i vertici. E se dentro FdI si invoca un cambio immediato, la premier sa che per sostituire Fuortes con il suo fedelissimo Giampaolo Rossi serva cambiare la legge: quest’ultimo è già stato membro del CdA della RAI e se dovesse prendere oggi il posto dell’ad, il suo mandato durerebbe solo per un anno, fino a giugno 2024. Così a Palazzo Chigi si sta studiando una norma “sblocca Rossi”: una leggina che eliminerebbe il tetto dei due mandati per i consiglieri di amministrazione.
(Giacomo Salvini, Fedez, FdI all’assalto della RAI: Meloni vuol cacciare l’ad Fuortes, “Il Fatto Quotidiano”, 12 febbraio 2023, alla pagina https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/02/12/fedez-fdi-allassalto-della-rai-meloni-vuol-cacciare-lad-fuortes/7062208/)
09_02_23 | Fermo e Ascoli Piceno | Niente Traviata transgender per gli studenti
Una Traviata che diventa transgender non è cosa per le scuole ed è stata vietata agli studenti; i Comuni di Fermo e di Ascoli Piceno hanno deciso di censurare un’opera premiata per la sua capacità di parlare ai ragazzi. Una scelta retrograda e incomprensibile: in un mondo in cui i giovani vedono e parlano di tutto, li si priva della possibilità di riflettere sulla realtà che li circonda, abbattendo il muro dei pregiudizi e degli stereotipi.
(Irene Manzi (PD), Polemica per Traviata transgender a Fermo e Ascoli, “ANSA”, 6 febbraio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2023/02/06/polemica-per-traviata-transgender-a-fermo-e-ascoli_a70188c2-3d16-4d9d-b9d5-c0cda9bfcb53.html)
Non si fermano le polemiche sulla Traviata definita “transgender” della rete lirica della Marche.
Sei componenti della Commissione Pari Opportunità di Fermo, compresa la presidente Gaia Capponi, si sono dimesse a seguito della vicenda della Traviata censurata. L’opera, presentata a Fano in versione integrale, è andata in scena al teatro dell’Aquila di Fermo il 9 febbraio scorso, in forma di concerto per gli under 30. “Ho visto l’opera e mi sono commossa”, ha dichiarato la Capponi, “estremamente poetica. I giovani sono stati privati di una possibilità di crescita”.
(Il caso Traviata, “Rainews”, 19 febbraio 2023, alla pagina https://www.rainews.it/tgr/marche/articoli/2023/02/il-caso-traviata-4d2f5046-1fee-4480-b395-cb8c37c0189f.html)
09_02_23 | Sanremo | Il bacio di Rosa Chemical a Fedez
Desta sconcerto la notizia che Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical, in gara alla prossima edizione del Festival di Sanremo, porterà, come da lui stesso affermato – e chiedo scusa finora dei termini che utilizzerò – il sesso l’amore poligamo e il porno su Only Fans. (…) La rivoluzione fluida era iniziata da tempo al teatro Ariston. Ma trasformare un appuntamento che ogni anno tiene incollato allo schermo famiglie e bambini, emblema della tv tradizionale convenzionale, nell’appuntamento più gender fluid di sempre, è del tutto inopportuno.
Non contenta, Maddalena Morgante ha chiesto che Rosa Chemical venga estromesso dal Festival di Sanremo, al fine di “proteggere i nostri bambini”. Ma da cosa, esattamente?
Il Festival rischia di diventare l’ennesimo spot del gender e della sessualità fluida, temi sensibilissimi e che da sempre Fratelli d’Italia contrasta. È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non solo nella tv di Stato, che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio, e non soltanto con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto di fronte ai tantissimi bambini che guarderanno la televisione per una serata in famiglia. Il Festival, soprattutto negli ultimi anni, si è trasformato in un vero condensato della peggior ideologia, che mina l’identità dell’uomo e della donna, e che porta alla dissacrazione, in modo del tutto irrispettoso, dei simboli più importanti della religione.
(Maddalena Morgante, FdI, in “Spot in favore del gender”: FdI contro Rosa Chemical a Sanremo, “Libero Magazine”, 2 febbraio 2023, alla pagina https://www.libero.it/magazine/news/rosa-chemical-sanremo-maddalena-morgante-fratelli-ditalia-80266)
Rosa Chemical finendo il suo Made in Italy ha simulato un atto sessuale con Fedez, seduto in platea, prima di trascinarlo sul palco e baciarlo sulla bocca. “Lo so, mi è scappato. Ma questo è il Festival dell’amore e mi è venuto all’improvviso”: così si è poi giustificato davanti a un esterrefatto Amadeus. Altrettanto stupita Chiara Ferragni: “Sono senza parole”. “È meglio”, ha chiosato Amadeus sorridendo prima di lanciare la pubblicità.
Durante la conferenza stampa, il cantante Rosa Chemical era tornato sul tema del gender fluid trattato dalla sua canzone riferendosi chiaramente all’onorevole Maddalena Morgante: “Sono sicuro che staranno ballando il mio brano anche l’onorevole Morgante e i suoi figli. Spero si sia ricreduta su di me. C’era tanto amore nella mia canzone, non mi sento di aver fatto male”.
(Scandalo Rosa Chemical: simula un atto sessuale con Fedez, lo porta sul palco e lo bacia sulla bocca, RaiNews”, 12 febbraio 2023)
La Lega di Matteo Salvini ha presento “un esposto all’Agcom per lo spettacolo andato in onda sul servizio pubblico durante il festival di Sanremo”. Lo hanno annunciato i parlamentari leghisti Elena Maccanti e Giorgio Maria Bergesio. È l’ennesimo atto di accusa da parte della maggioranza di centrodestra contro la RAI e il festival di Sanremo: erano iniziati già prima della kermesse canora e sono aumentati enormemente durante e dopo il festival, con i rappresentanti del governo Meloni che ne hanno approfittato per mettere in dubbio il futuro dei vertici RAI (…) l’esposto della Lega si concentra su due punti.
Il primo è che diverse parti del festival hanno mostrato uno spettacolo “non decoroso né rispettoso nei confronti di tutti gli italiani che pagano il canone”. Infatti, hanno sottolineato i parlamentari in un comunicato, “dalle 7 alle 23, come è noto, si deve tener conto del fatto che davanti alla Tv ci potrebbero essere i più piccoli”.
Per un pubblico composto potenzialmente anche da bambini, “scene come quelle di Blanco che prende a calci con veemenza i fiori”, oppure “Rosa Chemical con Fedez che mimano un atto sessuale tra il pubblico lasciano a dir poco sconcertati”, hanno detto i leghisti. Ieri, l’ex ministro Carlo Giovanardi ha presentato un esposto alla Procura di Sanremo insieme all’associazione Pro Vita & Famiglia, denunciando Fedez e Rosa Chemical per atti osceni in luogo pubblico.
L’altra parte dell’esposto all’Agcom, l’Autorità pubblica per le garanzie nelle comunicazioni, riguarda invece un aspetto economico e commerciale. “Anche il comportamento della nota influencer Ferragni, che più volte ha menzionato il gruppo Meta e pubblicizzato il profilo Instagram del conduttore Amadeus, desta molte perplessità. Serve al più presto una risposta”, hanno detto Maccanti e Bergesio.
Il caso di Chiara Ferragni e del ripetuto utilizzo di Instagram è stato sollevato anche dal Consiglio di amministrazione RAI: pochi giorni fa i membri del CdA hanno chiesto spiegazioni rispetto alle scelte fatte. Il dubbio è che si sia trattato di pubblicità occulta, tanto che alla prossima riunione del CdA, fissata per il 3 marzo, l’amministratore delegato Carlo Fuortes mostrerà i contratti di Chiara Ferragni e Fedez, per dimostrare che la presenza di Instagram non ha portato guadagni ulteriori ai due. In due occasioni, sia Amadeus e il direttore dell’intrattenimento primetime Stefano Coletta, sia la stessa società Meta che gestisce Instagram hanno confermato a Fanpage.it che non c’erano accordi preesistenti tra le due aziende.
(Luca Pons, La Lega fa un esposto contro Sanremo: “Fedez e Rosa Chemical indecorosi, bisogna pensare ai bambini”, “Fanpage”, 18 febbraio 2023, https://www.fanpage.it/politica/la-lega-fa-un-esposto-contro-sanremo-fedez-e-rosa-chemical-indecorosi-bisogna-pensare-ai-bambini/)
12_02_23 | Il nuovo Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha firmato il decreto per il rinnovo del Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici, dopo aver acquisito le designazioni della Conferenza Unificata e vista la proclamazione degli eletti dal personale del Ministero, nominando componenti le seguenti personalità: Simonetta Bartolini, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea, e Letterature comparate e Letteratura italiana per l’editoria; Angela Filipponio Tatarella, già professore ordinario di Filosofia del diritto; Gherardo Marenghi, professore ordinario di Diritto Amministrativo; Salvatore Sfrecola, già presidente di sezione della Corte dei Conti; Gerardo Villanacci, professore ordinario di Diritto Privato, che presiederà l’organo consultivo del ministro.
(MiC: rinnovato il Consiglio Superiore Beni culturali e paesaggistici, presidente il professor Villanacci, dal sito del MiC, 12 febbraio 2023, alla pagina https://cultura.gov.it/comunicato/24160)
I concerti rock negli spazi archeologici?
Nessun pregiudizio verso un concerto rock in un complesso monumentale. Ma occorre valutare, su basi tecniche oggettive, se c’è compatibilità tra conservazione ed evento.
Un’altra questione: i diritti di riproduzione delle immagini.
Il sostantivo “patrimonio”, e la consolidata normativa europea, confermano che la riproduzione e l’utilizzo dei beni culturali, se avvengono a scopi commerciali, devono essere pagati con importi anche molto rilevanti, che è giusto destinare allo sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e dei beni, o dello stesso monumento coinvolto. Ferma restando ovviamente la gratuità per motivi di studio, di ricerca scientifica, di promozione. (…)
Dobbiamo aspettarci un allentamento dei vincoli paesaggistici?
Assolutamente no. Ma dobbiamo fare i conti con un surplus normativo che travolge anche la regolamentazione dei beni culturali e paesaggistici. La chiave di volta non può essere soltanto legislativa. Occorre dotarsi di solide competenze professionali che consentano una corretta interpretazione delle regole che vanno contestualizzate al momento della loro applicazione.
In che senso, presidente?
Il tempo modifica i contesti, le esigenze e le ragioni per le quali una certa norma era stata promulgata. (…)
Il sistema dei vincoli è spesso sotto accusa da parte di enti locali e imprenditori. Lei cosa ne pensa?
La riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, la prima riforma organica della Carta, ha senza dubbio modificato l’impostazione delle istituzioni e spinto sul pluralismo istituzionale innovando il principio di sussidiarietà e il riparto di competenze. Ma ha anche ispirato il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004. Un’indiscussa intuizione che però, a distanza di vent’anni, merita di essere riesaminata per coglierne l’attualità emendando alcuni passaggi lagati a un’eccessiva burocratizzazione. Un altro necessario passo avanti dopo quello avvenuto con l’ultima modifica costituzionale degli articoli 9 e 41 del febbraio 2022, che ha confermato il valore primario dell’ambiente e della salute.
(Gerardo Villanacci, presidente del Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici, in Paolo Conti, “Beni culturali e paesaggistici: il Codice va aggiornato”, “Corriere della Sera”, 22 0ttobre 2023)
23_02_23 | Mogol consigliere per la cultura popolare del ministro Gennaro Sangiuliano
“È un onore avere in squadra un personaggio del valore e del rilievo artistico di Giulio Mogol. Sono sicuro che ci darà un contributo importante in termini di idee e progetti”, ha dichiarato il Ministro Sangiuliano.
L’incarico è a titolo gratuito e non dà diritto a compensi, tengono a chiarire dal Ministero, non specificando però in cosa consisterà fattivamente il suo lavoro. Sarà una nomina “onorifica”? Di certo le prime dichiarazioni rilasciate a commento per la sua nuova carica sono tutt’altro che neutrali. (…)
Prima un endorsement a Giorgia Meloni, della quale ha elogiato la preparazione e la caparbietà: “Anche per le donne avere una donna capace come presidente è importante. Se una persona che fa parte di un partitino piccolo poi arriva a prendere tanti voti, è un buon segno”. Dichiaratosi sempre apolitico, nonostante negli anni Sessanta e Settanta gli fossero state attribuite simpatie per la destra, Mogol ha ribadito la sua posizione: “Non credo ai partiti ma alle persone, alle persone che dimostrano di essere fattive”.
E poi a ruota libera sul campo che dovrebbe essere più confacente, la musica, con un affondo sul Festival di Sanremo. “Non l’ho visto, però da quel che ho sentito non mi è sembrato ci fosse grande qualità”, ha commentato Mogol, 86 anni, che ha specificato come l’attenzione si sia spostata verso la spettacolarizzazione, a scapito di una non meglio precisata “positività per favorire l’evoluzione delle persone”.
“I baci in bocca fra uomini? Non ce l’ho con gli omosessuali anzi, ma con questa promozione dell’omosessualità”, ha continuato Mogol. “Non voglio urtare la sensibilità di nessuno ma quello è un palco che promuove la musica, non effetti che cercano l’Auditel dimenticando la promozione della cultura popolare”.
(Giulio Mogol consigliere per la Cultura al Ministero. Ma le prime dichiarazioni fanno discutere, “exibart”, 23 febbraio 2023, appa pagina https://www.exibart.com/attualita/giulio-mogol-consigliere-per-la-cultura-ma-le-prime-dichiarazioni-fanno-discutere/)
24_02_23 | Firenze | Per Giuseppe Valditara impropria la lettera della preside dopo l’aggressione neofascista contro gli studenti del Liceo Leonardo da Vinci: “Non c’è alcun pericolo fascista”
Una “lettera del tutto impropria” perché “non compete a una preside lanciare messaggi di questo tipo” e perché in “Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista”.
Così il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha criticato la comunicazione inviata dalla preside del liceo Leonardo da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, dopo l’aggressione di membri di Azione studentesca ai danni di alcuni studenti.
La presa di posizione della dirigente, sul fascismo nato dalla violenza e dall’indifferenza, per il ministro è stata un’iniziativa “strumentale” che denota “una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole. Se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”. (…)
Dalla Lega Rossano Sasso dice “basta fare politica nelle scuole”. Mentre Roberto Marti definisce la lettera di Savino “palesemente strumentale: non è suo compito lanciare messaggi del genere che, oltretutto, sono distanti dalla realtà. È ridicolo pensare che oggi ci sia il rischio di un ritorno del fascismo”.
Mentre sul fronte politico i toni diventavano sempre più accesi, a Firenze, il Liceo da Vinci ha fatto i conti con uno striscione attaccato davanti la scuola: “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare”, firmato ‘Blocco studentesco’, movimento di estrema destra.
(Paola Catani e Marta Panicucci, Valditara: “Impropria” la lettera della preside sul fascismo. Insorge l’opposizione, critiche dall’Anpi, “ANSA”, 24 febbraio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/02/23/valditara-impropria-la-lettera-della-preside-sul-fascismo.-insorge-lopposizione-critiche-dallanpi_d5d7f3c3-2ab3-441e-be7a-2c801f5b447f.html)
I toni sono pacati ma il messaggio è chiaro e forte, là dove la preside ricorda ai suoi ragazzi che il fascismo è stato anche frutto della indifferenza verso simili “azioni” criminali.
Il ministro Valditara non la prende bene e reagisce con maschia energia. Contesta alla preside di aver fatto indebitamente “politica”. Come non bastasse, le lancia una fatwa in burocratese con le parole “se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”.
Anche questa volta l’uscita del ministro suscita una bufera di critiche e polemiche che lo inducono a precisare. (…)
Alle accuse di aver minacciato sanzioni alla preside risponde che di ”sanzioni” non ha proprio parlato. Mentre al netto del burocratese “misure” è sinonimo di “sanzioni”.
Del resto una sanzione il ministro l’ha già inflitta alla preside. In sostanza le ha detto che se sbagliasse ancora lui dovrebbe necessariamente intervenire. Ora, l’art. 21 della Costituzione stabilisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con le parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Dove le parole “diritto” e “liberamente” non lasciano spazi a interpretazioni di tipo orwelliano o peggio. Per cui privare un cittadino di un suo diritto costituzionalmente garantito è appunto – di fatto – una sanzione. Comunque la si voglia definire.
(Giancarlo Caselli, Valditara parlava di ‘umiliazione’: un lapsus. Ma dopo l’episodio della preside parlerei di coazione a ripetere, “Il Fatto Quotidiano”, 1 marzo 2023, alla pagina https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/01/valditara-parlava-di-umiliazione-un-lapsus-ma-dopo-lepisodio-della-preside-parlerei-di-coazione-a-ripetere/7080768/
01_03_23 | Torino | Elena Loewenthal confermata alla direzione del Circolo dei Lettori
La nomina giunge pochi giorni dopo la vicenda della mancata nomina del nuovo direttore del Salone del Libro di Torino, con l’ipotesi tandem della direzione di Paolo Giordano e della vicepresidenza di Elena Loewenthal. Sfumata l’ipotesi, la scelta del nuovo direttore è stata rimanda a giugno.
(Conferma per Loewenthal, “Corriere della Sera”, 2 marzo 2023)
Nella mia ingenuità penso che apprezzassero il mio lavoro. Per la tradizione ebraica da cui provengo la cultura è sempre confronto di idee, nulla di più lontano dallo scontro militare per l’egemonia.
(Elena Loewenthal, direttrice dei Circolo dei Lettori di Torino, in Michele Gravino, Egemonia canaglia, “il Venerdì di Repubblica”, 12 maggio 2023)
04_03_23 | Milano | Al Liceo Carducci appeso uno striscione con Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara a testa in giù
Al Liceo classico Carducci di Meloni (sic, n.d.r.) è stato appeso uno striscione con le immagini della premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara a testa in giù. Accanto, la scritta “Ma quale merito la vostra è solo violenza”, accompagnata da simboli anarchici.
L’episodio è stato commentato dal presidente della Camera Lorenzo Fontana: “Esprimo ferma condanna per lo striscione. Desidero rivolgere al presidente del Consiglio, Giorgia e Meloni, e al ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, l’espressione della più sentita solidarietà e vicinanza. Auspico che i responsabili di questa iniziativa vengano individuati al più presto”.
“Questa mattina i soliti centri sociali hanno appeso dei manifesti davanti al Liceo Carducci raffiguranti il Ministro dell’Istruzione Valditara e il Premier Meloni a testa in giù”. Così Alessandro Verri, capogruppo della Lega in consiglio comunale e responsabile dei giovani della Lega della Lombardia. “Un gesto indegno che deve assolutamente essere punito. Mentre i centri sociali pensano solo a minacciare noi siamo al lavoro per riportare al centro dell’agenda politica il nostro futuro a partire dalla scuola”.
Dura la condanna da parte di Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia ed ex vicesindaco di Milano “Trovo il fatto molto grave”, afferma in una nota, “ancor più grave perché si tratta di una struttura che dovrebbe essere educativa: non capisco bene quale educazione fornisca agli studenti. Non vorrei che la formazione fosse quella dell’odio politico verso l’avversario che riporterebbe l’Italia indietro di qualche decennio”.
“Quanto accaduto oggi al Liceo Carducci di Milano è molto grave”, aggiunge la ministra del Turismo Daniela Santanchè. “Stiamo assistendo ad un’escalation di episodi che non fanno altro che alimentare la cultura dell’odio per giunta all’interno delle scuole, luoghi che dovrebbero essere non solo presidi di educazione ma anche di confronto civile e democratico. È inaccettabile e da condannare fermamente da tutte le forze politiche. Tutta la mia solidarietà al Premier Meloni e al collega Valditara”.
(Lo striscione al Carducci con Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara a testa in giù, “Il Giorno”, 4 marzo 2023, alla pagina https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/striscione-meloni-valditara-testa-giu-amlum7gq)
Dieci giorni di sospensione, 18 ore tra educazione civica e attività socialmente utili, 2 giorni di assenza da scuola. Sono le sanzioni comminate agli studenti del Liceo Carducci di Milano che si sono autodenunciati per avere esposto davanti alla sede, il 4 marzo, (…): un gesto che aveva fatto molto scalpore e aveva avuto risonanza nazionale.
Le sanzioni sono state avviate effettivamente il 20 marzo. E ora, dopo alcuni giorni, il collettivo degli studenti del Carducci, Mille Papaveri Rossi, ha preso una dura posizione su come vengono trattati gli studenti durante le cosiddette attività utili. Il collettivo ricorda di essersi dissociato dal gesto degli studenti ma, al contempo, li difende rispetto a quanto starebbe avvenendo ora.
In particolare, viene citato quanto avvenuto il 22 marzo: una studentessa è stata “costretta a trasportare a mano, per due rampe di scale e una discesa, in uno scatolone, più di un centinaio di componenti di vecchi computer”, poi vecchie mattonelle dentro i secchi per una discesa non asfaltata, infine alcuni sacchi di spazzatura. Il collettivo riferisce che, secondo il personale non docente che sorvegliava la studentessa, si trattava di mansioni da tempo posticipate.
Il 24 marzo un altro episodio che ha messo in allarme il collettivo: alcuni studenti dovevano dipingere di bianco i muri paralleli alla sede dell’istituto, coprendo scritte e disegni accumulati negli anni. La vernice, però, non era abbastanza opaca, dunque si è trattato di un lavoro sostanzialmente poco utile. Ma, più grave, secondo il collettivo, i docenti di passaggio si sono messi a fare commenti in modo derisorio e hanno assecondato i passanti che, invece, “insultavano apertamente i responsabili”. Ciò viene definito senza mezzi termini un “clima di umiliazione”.
Nel frattempo non è mai stato possibile visionare i verbali amministrativi dei consigli di classe straordinari, durante i quali sono state discusse le sanzioni da comminare agli studenti. “Non abbiamo intenzione di propinare una posizione ideologica sui fatti accaduti il 4 marzo”, scrive il collettivo: “Vogliamo ricordare che i protagonisti di tutto questo sono studenti e studentesse del nostro istituto. Hanno diritto alla stessa dignità di tutti gli altri studenti, nonostante ci si consideri favorevoli o meno al loro gesto”.
Passa qualche ora e gli studenti del collettivo del Carducci decidono di togliere completamente il comunicato dai social network. La vicenda si tinge di giallo. Il collettivo specifica poi di avere commesso l’errore di diffonderlo urbi et orbi, mentre nelle intenzioni iniziali sarebbe dovuto rimanere un testo ‘interno’. Dalla presidenza nessun commento ufficiale, dato che si tratta di un comunicato “anonimo”, ma trapela l’incredulità per quelle che vengono definite “bugie”.
(Massimiliano Melley, Studenti puniti per Meloni e Valditara a testa in giù: sospesi per 10 giorni e lavori “umilianti”, “Milano Today”, 29 marzo 2023, alla pagina https://www.milanotoday.it/cronaca/punizione-studenti-carducci-striscioni-meloni.html)
14_03_23 | Firenze | Onofrio Cutaia commissario straordinario del Maggio Musicale
In appena quattro mesi di attività, tre se escludiamo il tempo necessario alla costituzione del gabinetto ministeriale, mi sono misurato ogni giorno con le criticità del Maggio Fiorentino, una grande e prestigiosa istituzione in una capitale culturale italiana come Firenze, che merita una gestione accorta e salda. La situazione finanziaria, che il commissario Onofrio Cutaia appurerà nelle esatte dimensioni, si è prodotta evidentemente negli ultimi anni. Ci sarà tempo per capire cosa sia successo. Ora il Ministero mette a disposizione un dirigente di comprovata qualità per voltare pagina. La prima cosa sarà tutelare i lavoratori. Ringrazio il sindaco di Firenze Dario Nardella, con il quale abbiamo lavorato in concordia, per aver compreso che questa era la strada per una rapida soluzione.
(Gennaro Sangiuliano, ministro dello Spettacolo, in Maggio Fiorentino, Ministro Sangiuliano firma il decreto: Onofrio Cutaia nominato Commissario Straordinario, Ministero della Cultura, 14 marzo 2023, alla pagina https://cultura.gov.it/comunicato/24305)
25_03_23 | Londra | La vita di Silvio Berlusconi diventa un musical al Southwark Theatre
Il tono del musical è scherzoso, come suggerisce una delle frasi che gli vengono messe in bocca nello spettacolo: “Sono il Gesù Cristo della politica” e le canzoni che scandiscono le tappe, come Il mio fine settimana con Vladimir (Putin). C’è dietro una ricerca approfondita delle vicende giudiziarie e personali del Cavaliere. La sua storia viene narrata da tre donne: la magistrata Ilda Bocazzini, l’ex moglie Veronica Lario e una giornalista ispirata a una persona reale. “L’idea era di mettere una feroice lente femminista sui suoi trascorsi pubblici e privati. I testi dei brani, che riprendono slogan e scandali di Silvio, sono di Ricky Simmonds e Simon Vaughan.
(Enrico Franceschini, A Londra la vita di Berlusconi diventa un musical, “la Repubblica”, 27 marzo 2023)
Non sentiamo mai il pungiglione della satira, né impariamo a conoscere questi personaggi. Con una durata di oltre due ore, è un peccato che un’idea così illuminante si riveli così banale e interminabile.
(Arifa Akbar, Berlusconi: A New Musical review – bunga bunga banality, “The Guardian”, 30 marzo 2023, alla pagina https://www.theguardian.com/stage/2023/mar/30/berlusconi-a-new-musical-review)
11_04_23 | Un tariffario per la cultura
(Il D.M. 161/2023 “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali” dell’11 aprile 2023)
Il testo del D.M. 161/2023
Un tariffario come per i taxi, o qualsiasi altro servizio pubblico. Con la differenza che qui, oltre ai soldi dovuti (giustamente) per le fotocopie o l’affitto degli spazi, è prevista anche una tassa. Avete capito bene. Una tassa di concessione sulle immagini pubbliche nell’era di Internet, della globalizzazione o dell’intelligenza artificiale. (…) Il bello è che questo capolavoro non è neppure farina del sacco del ministro. Il genio della lampada è Antonio Leo Tarasco, capo del suo ufficio legislativo. Classe 1975, è dirigente del Ministero dal 2010. Durante l’evanescente gestione del ministro Alberto Bonisoli, primo governo Conte, si distingue per il bando della Certosa di Trisulti concessa in uso ai sodali dell’ex ideologo sovranista di Donald Trump, Steve Bannon. Assegnazione poi revocata da Dario Franceschini, con conseguente congelamento degli incarichi di Tarasco. Il quale, tuttavia, non si dà per vinto e trasloca alla corte della ministra del Sud, Mara Carfagna. In attesa della rinascita con lo sbarco di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e l’invasione sovranista dei ministeri.
Eccolo dunque di nuovo al Collegio Romano. Capo di gabinetto di Sangiuliano è infatti il giovane consigliere del Senato Francesco Gilioli. Che di Tarasco, vuole il caso, è socio. Insieme hanno messo su, in piena pandemia, la Società Italiana per l’Ingegneria Culturale. Tarasco è il presidente e Gilioli il suo vice. E’ una “associazione di studiosi, esperti ed appassionati di patrimonio culturale”. Però non ha un sito, né una sede, né si sa chi siano gli altri adepti della coppia che ha in mano le redini del Ministero. C’è solo una pagina Fecebook con 529 followers. Ma almeno l’obiettivo è chiaro. Chi usa le immagini dei beni culturali deve pagare. Tarasco lo dice in ogni documento pubblico. Perfino in un’audizione al Senato. E ora, dal ponte di comando del Collegio Romano, quella tesi diventa legge. Con un colpo di spugna sul piano nazionale di digitalizzazione di Franceschini che aveva stabilito la gratuità delle immagini per l’intera editoria.
E qui si configura una singolare forma di conflitto d’interessi. Può un burocrate poubblico, il quale dovrebbe eseguire direttive spettanti solo alla politica, utilizzare il ruolo istituzionale rivestito per fare una legge modellata sulle proprie idee personali? (…)
Il tariffario Tarasco ha provocato una rivolta nel mondo della cultura. Ha già raccolto 6.000 firme un appello promosso da società di storici e associazioni di operatori ed esperti, con il quale si chiede al Ministero di fare marcia indietro. Anche perché il decreto non risparmia dai balzelli neppure le pubblicazioni scientifiche.
Non bastasse, proteste si sono levate dal quotidiano dei vescovi: “Le opere nei musei italiani rientrano nella categoria del pubblico dominio”, si è inalberato “Avvenire”. E perfino dalla Treccani che è dello Stato. Gli ha risposto Tarasco in una lettera dai toni perentori: ho solo applicato la lagge. E per quanto possa sembrare assurdo, è vero.
(Sergio Rizzo, Monumenti e opere d’arte a tassametro, “l’Espresso”, 28 maggio 2023)
E’ l’impostazione a essere sbagliata. La mission principale dei MiC non dovrebbe essere guadagnare ma diffondere il sapere. Sono dei cialtroni. Sono riusciti a creare un marchingegno pasticciato che complica la vita di tutti, soprattutto chi lavora nella pubblica amministrazione e dovrebbe finire a fare il cane da guardia, con un aggravio inutile e dispendioso di burocrazia
(Enrico Parlato, presidente di CUNSTA (Consulta Universitaria Nazionale di Storia dell’Arte), in Raffaella De Santis, Studiosi in rivolta contro il tariffario di Sangiuliano, “la Repubblica”, 13 maggio 2023)
Una parte dello Stato (gli Istituti dei Beni Culturali) si troverà a confliggere con un’altra (le università e il mondo della ricerca).
(Massimiliano Rossi, presidente della SISCA (Società Italiana di Storia della Critica d’Arte-Consulta Universitaria), in Raffaella De Santis, Studiosi in rivolta contro il tariffario di Sangiuliano, “la Repubblica”, 13 maggio 2023)
20_04_23 | Parigi | L’Italia ospite d’onore al Festival du Livre
L’incontro e il dialogo tra culture offre l’opportunità di conoscersi al di fuori di consolidati stereotipi e crea nel confronto le condizioni per superare la fragilità di un’interpretazione dell’identità basata sulla chiusura, il rifiuto dell’altro. Il rispecchiarsi in uno spazio largo è ciò che ha consentito il crescere delle civiltà. Il sapere si è affermato come un valore democratico, anzi come condizione della stessa vita democratica. Non a caso l’accesso all’istruzione è divenuto uno dei diritti contemporanei. Un bagaglio di studi limitato è una barriera che, oltre a creare divari, genera incomprensioni e dunque conflittualità e soprattutto ci impedisce di progettare il futuro con chiavi interpretative adeguate a comprendere la complessità del nostro vivere contemporaneo. Il libro, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza. (…)
E’ bello pensare che l’Italia non è solo il suo passato, ma uno scrigno permanentemente arricchito. L’industria culturale italiana è una forza trainante del nostro modello produttivo che permette di mettere in valore le creazioni dell’ingegno. L’esperienza di “Passioni Italiane”, che unisce teatro, cinema, fotografia, editoria, mi pare significativa. Mi piace pensare che Parigi e Francoforte significhino anche un riconoscimento all’impegno e alle attività della nostra industria dell’editoria che, lo dimostra questa duplice presenza, è affatto provinciale bensì proiettata a pieno titolo nel dialogo della cultura internazionale. Il libro è un veicolo straordinario che richiama l’attenzione sul Bel Paese.
(Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, in Marzio Breda, “Per un Rinascimento europeo partiamo dalla cultura”, “Corriere della Sera”, 21 aprile 2023)
21 anni fa ero al Festival del Libro di Parigi. Allora il governo si ritirò dal salone in seguito alle contestazioni contro il governo di Silvio Berlusconi. Ci fu un’aggressione dei centri sociali. Fummo aggrediti come fascisti. Ma non siamo e non fummo mai un governo fascista. Essere qui oggi è per me una sorta di vendetta, sono l’unico sopravvissuto di quel governo… I governi vengono eletti dai popoli. I popoli scelgono magari anche sbagliando ma hanno scelto e noi siamo ancora qui. In realtà quella rissa con il ministro della Cultura dell’epoca, Catherine Tasca, portò ad un gran successo. Vendemmo il 30% di libri in più: spero che quest’anno riusciremo a venderne altrettanti anche senza fare la guerra.
(Vittorio Sgarbi, in Sangiuliano al Festival di Parigi, Sgarbi polemico: 21 anni fa ci aggredirono, oggi siamo ancora qui, “Il Secolo d’Italia”, 21 aprile 2023, alla pagina https://www.secoloditalia.it/2023/04/sangiuliano-al-festival-di-parigi-sgarbi-polemico-21-anni-fa-ci-aggredirono-oggi-siamo-ancora-qui/)
20_04_23 | Milano | Il nastro adesivo sui vasi di Guerrino Tramonti in mostra a Palazzo Pirelli
Nessuno vuol parlare del nastro adesivo di carta usato per nascondere le frasi ingiuriose sui due vasi del ceramista Guerrino Tramonti nella mostra a lui dedicata a Palazzo Pirelli. (…) Ma in serata una nota della giunta prende le distanze da quanto è avvenuto e spiega: “In fase di allestimento si è verificata una valutazione affrettata da parte dei tecnici che non corrisponde né alla volontà, né alla linea di governo della giunta regionale”. La nota conclude di aver già chiesto agli organizzatori di ripristinare lo stato originale dei vasi, su cui da oggi si sono tornate a leggere le due frasi incriminate: “Navighiamo in un mare di merda” e “I politici sono peggio delle puttane”.
(Nicola Baroni, La Regione ci ripensa verrà tolto lo scotch sui vasi censurati, “la Repubblica”, 7 aprile 2023)
20_04_23 | Roma | “Pensare l’immaginario italiano”: un convegno per dare l’assalto alla cultura
Il più applaudito è Pingitore. Il più ascoltato il ministro Gennaro Sangiuliano. Ma i più sono venuti per farsi vedere da Giampaolo Rossi, il prossimo direttore generale della RAI. Hotel Quirinale, Via Nazionale. “Pensare l’immaginario italiano” si chiama il raduno della destra che tenta l’assalto al cielo della cultura. L’hanno pensato in tre: Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura e consigliere per le politiche giovanili del ministro della Cultura; Emanuele Merlino, il capo della segreteria del ministro, figlio di Mario Merlino, l’esponente di Avanguardia Nazionale; il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese. Sala stracolma. Belle signore. Nuove leve incravattate. Il professor Zecchi. Molto TG2. Biglietti da visita che passano di mano. E poi spunta pure Pippo Franco.
Ma cosa si intende per immaginario italiano? Se la prende con “la dittatura del politicamente corretto”, Sangiuliano. Con “i giornalisti poliziotti che danno la caccia all’eretico”. E con il ’68, l’inizio della fine. Dice che bisogna stare con i piedi piantati nella tradizione, ma slanciandosi nel futuro come gli atleti del salto in lungo. “E adesso facciamo un applauso a Giorgia Meloni”, propone. Il rovello è sempre quello, come ribaltare l’egemonia culturale. E infatti il più citato è Gramsci. “Liberare la cultura da decenni di egemonia di sinistra”, precisa Federico Mollicone, il presidente della Commissione Cultura. “Ma non dobbiamo fare l’errore di contrapporne una nuova. La nostra parola chiave e sintesi”. Poi, virgola con meno poesia, dice che per i fondi allo spettacolo “ci saranno nuove valutazioni, nuove regole: non è più possibile che vince il centrodestra, ma sembra sempre che governi la sinistra”. Boato.
(Concetto Vecchio, Col Bagaglino e Osho la destra va alla conquista di Festival cinema e RAI, “la Repubblica”, 7 aprile 2023)
20_04_23 | “Open to Meraviglia” rappresenta l’Italia nel mondo (ma dura meno di una stagione)
Una testimonial all’altezza di rappresentare l’Italia nel mondo. Qualcuno di molto moderno, ma con una grande storia alle spalle. È la Venere di Sandro Botticelli, una delle donne più conosciute al mondo, la protagonista della nuova campagna internazionale di promozione turistica del Ministero del Turismo ed ENIT, realizzata con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio.
Riconoscibile da tutti attraverso lo sguardo e il segno inconfondibile dei suoi capelli, questa nuova Venere, in veste di virtual influencer, viaggerà lungo tutto lo Stivale presentando al mondo la “meraviglia” dell’italianità, raccontandone i paesaggi, le mete iconiche delle città d’arte così come i piccoli borghi, le tipicità enogastronomiche e le tante declinazioni dell’offerta turistica ricca e variopinta che rendono così unico il patrimonio dell’Italia.
“Open to Meraviglia” è proprio il claim pensato per questa campagna multisoggetto – nata da un’idea del Gruppo Armando Testa –, che si compone di un video promozionale e di una campagna affissione ambientata geograficamente tra scorci fortemente rappresentativi delle bellezze del Sud, del Centro e del Nord Italia, ma che via via si comporrà di nuove tappe, proposte e itinerari, sulla base delle visite che la Venere compirà nei Comuni e nelle Regioni che decideranno di aderire alla campagna digitale, che vivrà nel profilo Instagram venereitalia23, nel sito Italia.it e nelle altre piattaforme social.
(Il claim della nuova campagna promozionale del Ministero del Turismo ed Enit, che avrà un’ambasciatrice d’eccezione, dal sito ministeroturismo.gov, 20 aprile 2024, alla pagina https://www.ministeroturismo.gov.it/italia-open-to-meraviglia/)
Le piace la nuova campagna del Ministero del Turismo?
No, decisamente no. (…)
Cominciamo dal target: a chi vuole parlare questa campagna?
Ai turisti stranieri, che vanno convinti a venire qui e non altrove. Ma bisogna capire che è un target che spesso conosce poco l’Italia, che probabilmente ha perfino difficoltà a identificarlo sulla cartina: per gli americani spesso l’Europa è un unico grande paese. Per cui scegliere come testimonial/influencer la Venere di Botticelli suona come un errore: per quanto sia un quadro famosissimo, in quanti all’estero lo conoscono e sono in grado di identificarlo se tirato fuori dal suo contesto? È una cosa che parla a pochissimi, ed è facile che quei pochissimi, appassionati di arte, siano indignati per l’abuso della figura.
E i giovani? A loro piacerà l’idea di un’influencer moderna, no?
Citando il titolo di una celebre trasmissione radiofonica, direi che dobbiamo smetterla di fare le cose “Per voi giovani”: non basta aprire un profilo TikTok per entrare in contatto con i linguaggi giovanili, con le loro estetiche. Questa è la classica operazione un po’ da boomer che si vuole dare un tono giovane, e non funziona. Non puoi prendere un classico, incollarlo su un corpo giovane e pensare che quello risuoni nel loro immaginario: loro, semplicemente, non hanno quell’immaginario lì. È un tentativo grossolano di modernizzare qualcosa che non va modernizzato: non puoi farmi il Colosseo high tech per vendermi il Colosseo.
Quindi anche la trovata dell’influencer è da bocciare?
Un’influencer è una figura che si presuppone abbia un seguito, una personalità, un pubblico che si fida e segue i suoi consigli sulla base delle cose che ha già fatto prima: tutte caratteristiche che questa Venere23 non ha, perché nasce ora. E non funziona neanche come testimonial, e cioè come figura che dovrebbe proiettare i suoi valori sul prodotto che pubblicizza: cosa riflette sui luoghi turistici italiani questo pasticcio nato dal pezzo scontornato di un quadro? La classicità? L’Italianità? Tutte cose che questi posti hanno già da soli. Insomma, Venere non aggiunge nulla, e ci si chiede perché sia lì. Ma c’è un problema ancora più grande a monte. (…)
Questa campagna è respingente dal punto di vista del pensiero cognitivo. Questa Venere è una specie di ibrido tra un quadro e un personaggio reale, e genera un po’ di ansia, perché alla fine è una sorta di mostro. Ci mette a disagio come fanno le real doll, le bambole che sembrano bambini veri, o i cartoni animati fantasy iperrealistici: tecnicamente, siamo nel campo dell’Uncanny Valley, la regione delle emozioni negative che ci suscitano queste figure a metà strada tra il reale e il figurato, che alla fine nella maggior parte dei casi risultano grottesche.
Parliamo del claim: quello funziona?
No, e non solo perché non significa molto in inglese (chi è “open”? Noi? O è il turista che si deve aprire?) ma anche perché è di nuovo ambiguo. Un po’ italiano un po’ inglese: non ce la facciamo né a parlare la lingua universale né a usare quelle cinque/dieci parole italiane che all’estero capiscono tutti. Ma non è un problema di questa campagna: prima di questa c’era Franceschini con “VeryBello”: non usciamo di lì. Ma davvero dobbiamo continuare a parlare come Dean Martin e il suo That’s Amore? (…)
C’è qualcosa da salvare, in definitiva?
Se c’è una cosa che funziona, è che almeno dietro c’è un’idea. Può piacere o non piacere, ma c’è. E poi c’è di positivo il tentativo di utilizzare mezzi un po’ diversi da quelli della solita comunicazione turistica, soprattutto quelli digitali. Infine, salvo anche il fatto che se uno riesce a guardare oltre all’influencer che impalla la foto, dietro di lei l’Italia si vede. Seppure di sfondo, ci sono una serie di immagini del meglio dell’Italia. Che poi forse è il quid della campagna: vuoi vendere l’Italia all’estero? Falla vedere, l’Italia è così bella che parla da sola, è eloquente a sufficienza.
Sì, ma poi è venuto fuori che non tutte le immagini usate sono italiane: la cantina, per esempio, è in Slovenia
Professionalmente difendo la scelta di usare immagini di stock. È una cosa che si fa, anche quando si realizzano grandi campagne internazionali, e non c’è nulla di male: se hai bisogno di un’immagine del Colosseo sarebbe un enorme spreco di tempo, di risorse ambientali e di soldi pubblici prendere una troupe e realizzarle ex novo, quando ce ne sono già moltissime.
Quanto ai soldi pubblici, la spesa di nove milioni di euro è a suo parere adeguata?
Attenzione, perché contrariamente a quello che molti credono la campagna non è costata nove milioni di euro. Quella cifra comprende l’investimento in tutti gli spazi media: certo, sono un bel po’ di soldi, ma è tutto sommato una spesa ragionevole se messa in relazione alla diffusione di questa campagna.
Lei cosa avrebbe cambiato, se avesse lavorato alla campagna?
La verità è che l’Italia è un posto talmente bello che non ha bisogno di un intermediario per passare. È proprio sbagliata la strategia: credo che il miglior testimonial della qualità turistica dell’Italia sia l’Italia stessa. Piuttosto andava fatta un’operazione diversa, per uscire dalle solite immagini da cartolina, almeno in proporzione: esiste un’Italia bella anche al di là del Colosseo, di queste cose un po’ già viste, ed è quella su cui si dovrebbe puntare. Soprattutto per parlare alle nuove generazioni, che cercano l’outdoor, i posti autentici, l’under tourism. Perché quella cartolina lì, quella del Colosseo e di piazza San Marco, parla a un turista vecchio, pallido, con i pantaloncini e la macchina fotografica al collo. E a proposito: vogliamo parlare dei sapori dell’Italia? Non se n’è visto uno, a parte la pizza, e questo è un grande peccato, perché quello sì è un grande motore turistico di questo paese.
(Enrico Sola, in Valentina Dirindin, “Open to Meraviglia”: un pubblicitario spiega tutto quello che non funziona nella campagna della Venere/influencer, “Vanity Fair”, 25 aprile 2023, alla pagina https://www.vanityfair.it/venere-botticelli-influencer-cosa-non-funziona-pubblicitario-open-to-meraviglia)
A questo si aggiunge una serie di infortuni che nell’ecosistema digitale di oggi vengono individuati dagli utenti in men che non si dica, e che si pagano a caro prezzo: il nickname della campagna (@venereitalia23), che peraltro facendo riferimento all’anno in corso invecchierà inevitabilmente con tempo, che nel video promozionale viene lanciato come handle della comunicazione su tutti i social media, e che non viene registrato per esempio su Twitter e Pinterest e persino su Facebook, per non parlare di OnlyFans, con conseguente appropriazione da parte di altri utenti (eh sì, il nickname andrebbe registrato anche sui social che non si intende utilizzare, proprio per evitare questo tipo di incursioni opportunistiche). Allo stesso modo il dominio del claim #opentomeraviglia non registrato e quindi a sua volta appropriato da altri (…) Un clip siulla degustazione di vino italiano filmato in Slovenia, con vino sloveno. Le foto della modella che presta il corpo non scattate per l’occasione ma prese da immagini stock. Un sito disponibile in sole quattro lingue, senza nemmeno il francese, per non parlare del cinese, del giapponese, del coreano e dell’arabo (come riferimento, il sito istituzionale spagnolo ne ha 11 e quello francese ne ha 20). E, in più, traduzioni automatiche non ben supervisionate che portano ad esempio a trasformare le città di Camerino in Garderobe o di Brindisi in Toast. (…)
C’è chi obietterà che però, alla fine l’importante è che se ne parli, e non c’è dubbio che di questa campagna si stia parlando, e tanto, prima ancora che la comunicazione vera e propria sia partita. (…) Una amplificazione con un sentiment fortemente negativo è problematica, anche perché riguarda un messaggio netto, senza sfumature, che se associato a una disapprovazione generale finisce per perdere forza e credibilià.
(Pierluigi Sacco, L’autogol firmato Venere: tutti gli errori (e orrori) di una campagna sbagliata, “Il Sole-24 Ore”, 26 aprile 2023)
Talmente stupefacente da essere scomparsa. La campagna “Open to Meraviglia”, fortemente voluta dalla ministra del Turismo Daniela Santanché e presentata in pompa magna prima dell’estate, sembra essere durata una stagione, anzi meno. Sui social network l’ultima traccia dei contenuti pubblicati risale a fine giugno – il profilo Instagram ufficiale è venereitalia23 – mentre il video di presentazione pubblicato a maggio, composto anche con immagini di stock, peraltro non ambientate in Italia, e che era costato 138.000 euro (giusto 2.000 euro sotto della soglia oltre la quale è necessaria la gara d’appalto pubblica) è stato rimosso dall’indicizzazione di Youtube ma è comunque visibile sul profilo del Ministero del Turismo, contando poco più di 1500 visualizzazioni. È rimasto invece il post pubblicato dal profilo di Santanché il 3 maggio 2023, con il quale la ministra – attualmente già alle prese con le grane della società editrice Visibilia – enumerava i grandi successi di comunicazione della campagna pubblicitaria a favore del turismo italiano con il volto della Venere di Botticelli trasformata in influencer. Questo a proposito dei sempre attuali “commenti invecchiati male”. Ma oltre la beffa, pare esserci anche il danno, nello specifico erariale: la procura della Corte dei Conti del Lazio avrebbe avviato un’indagine sulla campagna commissionata all’Agenzia Armando Testa.
Il Ministero potrebbe essere colpevole di aver sprecato denaro pubblico, avendo investito grandi somme in un progetto di comunicazione che avrebbe dovuto proseguire sia online che in cartaceo ma che invece è partito a singhiozzo e si è interrotto proprio nella stagione calda.
(“Open to Meraviglia” chiude e la Corte dei Conti indaga per danno erariale, “exibart”, 23 agosto 2023, alla pagina https://www.exibart.com/attualita/open-to-meraviglia-chiude-e-la-corte-dei-conti-indaga-per-danno-erariale/)
24_04_23 | Torino | La magistrata Marzia Sabella non può presentare il suo libro Lo sputo al Salone del Libro
Al CSM non piace che una scrittrice, che è anche magistrata, vada ad incontrare nelle scuole gli studenti per invogliarli alla lettura e alla scrittura. La Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura che si occupa delle “incompatibilità” blocca, votando all’unanimità, l’autrice di romanzi e testi di saggistica, Marzia Sabella, che è anche procuratrice aggiunta a Palermo, perché questo “incarico”, secondo la burocrazia di Palazzo dei Marescialli, “non può essere autorizzato”. Per l’organo di autogoverno non può andare a parlare nelle scuole nell’ambito del progetto “Adotta uno scrittore” curato dal Salone Internazionale del Libro di Torino, perché “il soggetto conferente”, scrive il CSM nella delibera riferendosi al Salone, “quale Fondazione di partecipazione configurante ‘modello atipico di persona giuridica privata’, non ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente l’attività formativa o scientifica in ambito giuridico”. In buona sostanza, ed escludendo il burocratese, se fosse una casa editrice che pubblica testi o giuridici o organizza corsi di formazione giuridica – e la Commissione ne ha deliberate tante – Allora la richiesta potrebbe essere accolta, appunto. Ma siccome è il Salone Internazionale del Libro, per la Prima Commissione non si può dare corso. E’ la restrizione della democrazia, un impedimento alla libertà di espressione di una scrittrice che anche magistrata. (…)
L’incarico che è stato chiesto di svolgere a Marzia Sabella non è dunque una docenza, né stabile né episodica, e i suoi incontri nelle scuole non vertono sull’insegnamento di una qualsiasi dottrina, ma si basano sul dialogo, sulle “esperienze, sensibilità, passioni” che si racchiudono nella produzione letteraria dell’autrice, al fine di “mostrare il lato vivo e dinamico dei libri”.
(Lirio Abbate, La magistrata scrittrice fermata dal CSM, niente tour nelle scuole per parlare di libri, “la Repubblica”, 24 aprile 2023)
30_04_23 | Mosca | Pupo al festival Road to Yalta
Road to Yalta è il festival della canzone patriottica del Cremlino, che ha tra i suoi propositi dichiarati anche quello di restituire e “rafforzare la vera immagine del soldato-liberatore sovietico”. Parole facilmente consultabili sul sito della manifestazione. (…) Su quello stesso sito campeggia il ritratto di Enzo Ghinazzi, anche là conosciuto come Pupo, annunciato come ospite speciale della serata finale della kermesse, prevista per il 2 maggio. (…) Secondo Denis Maydanov (vicepresidente del Comitato Cultura della Duma, n.d.r.), “i concorrenti condividono i nostri valori. Dobbiamo nutrire di ideologia la guerra patriottica”.
(Chiara Maffioletti, Bufera su Pupo: canterà al Cremlino per il Festival del soldato-liberatore, “Corriere della Sera”, 30 aprile 2023)
E’ successo l’imprevedibile, l’impossibile intorno alla mia partecipazione a Road to Yalta. In virtù di riflessioni e assorto nei miei pensieri nel viaggio che sto facendo da Lugano verso la città di Spa, in Belgio, dove mi fermerò per qualche giorno a riposare e ancora a riflettere, ho deciso di non partire per Mosca.
(Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, vocale a “Dagospia”, in Laura Zangarini, Pupo rinuncia al festival del Cremlino “E’ successo l’impossibile, ora riposo”, in “Corriere della Sera”, 1 maggio 2023)
01_05_23 | Roma | Al Concertone del Primo Maggio Carlo Rovelli critica il ministro della Difesa Crosetto
In Italia il Ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, presidente della federazione dei costruttori di armi, il Ministero della difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte. Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra. E il Governo italiano sta decidendo di mandare una portaerei a fare i galletti davanti alla Cina, queste sono le scelte che rischiano di distruggere le nostre vite. (…)
Questo non è il mondo che ci piace: il mondo non è dei signori della guerra, ma vostro, perché siete tantissimi e il mondo potete cambiarlo, insieme, potete fermare la distruzione del Paese, potete fermare i signori della guerra, costruire un mondo lavorando assieme per risolvere i problemi. Sognate un mondo migliore e costruitelo, non vivete nell’attesa di sogni irrealizzati. Non abbiate paura di imbrattare i muri, cambiate questo mondo.
(Carlo Rovelli dal palco del Concertone del Primo Maggio, in Concertone, l’unica polemica viene da Carlo Rovelli: “Il Governo rischia di distruggerci la vita”, “Fanpage”, 1 maggio 2023, alla pagina https://www.fanpage.it/spettacolo/eventi/concertone-lunica-polemica-viene-da-carlo-rovelli-il-governo-rischia-di-distruggerci-la-vita/)
Volevamo dire una cosa: qua non c’è censura, quando invitiamo i nostri ospiti lasciamo loro la libertà di esprimere la loro opinione. Perché è importante ed è un atto che riguarda noi e quello che ogni anno facciamo qui in piazza. Quello che dispiace è che non essendo un dibattito politico, nel caso del professor Rovelli, quando si attacca una persona precisa ci dovrebbe essere un contraddittorio, diamo a tutti la possibilità di parlare ma anche a tutti la possibilità di rispondere e questa risposta è mancata. Era giusto dirlo, è un’opinione del professor Rovelli e se avessimo potuto avremmo anche dato la possibilità di avere un contraddittorio, non lo sapevamo e non è successo. Questo è quello che è mancato.
(Ambra Angiolini e Biggio, conduttori del Concertone del Primo Maggio, in Concerto Primo Maggio a Roma: si chiude con la polemica per le parole di Rovelli contro il Governo, “Fanpage”, 1 maggio 2023, alla pagina https://www.fanpage.it/spettacolo/live/la-scaletta-del-concerto-del-1-maggio-2023-in-tv-lordine-delle-canzoni-e-i-cantanti-sul-palco-a-roma/)
02_05_23 | “Galoppino di Cosentino”: Roberto Saviano vince la causa contro Gennaro Sangiuliano
Le draconiane leggi italiane sulla diffamazione sono state a lungo sfruttate dai potenti per intimidire e mettere a tacere le voci scomode. Ogni anno vengono avviati migliaia di procedimenti contro giornalisti d’inchiesta e la Corte Costituzionale del paese ha sollecitato una riforma necessaria per proteggere la libertà di espressione e l’indipendenza della stampa. L’oltraggioso bullismo ai danni di Roberto Saviano, uno dei più noti scrittori italiani, illustra il motivo per cui tale azione è attesa da tempo. Saviano è appena stato processato e rischia una condanna al carcere, dopo la denuncia penale per diffamazione dal nuovo primo ministro italiano, Giorgia Meloni. (…)
Come ha detto il presidente del Pen International, Burhan Sonmez, in una dichiarazione di sostegno a Roberto Saviano: “Le querele sfiniscono le loro vittime: rubano il loro tempo, il loro denaro, la loro energia vitale”.
(“The Guardian” view on the trial of Roberto Saviano: call off the dogs, “The Guardian”, 20 novembre 2022, alla pagina https://www.theguardian.com/commentisfree/2022/nov/20/the-guardian-view-on-the-trial-of-roberto-saviano-call-off-the-dogs)
Il giornalista Roberto Saviano ha vinto in tribunale contro il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo scrittore aveva dato al ministro nel 2018 del “galoppino di Cosentino”, collegando la sua ascesa in RAI all’ex sottosegretario del governo Berlusconi condannato in via definitiva come referente della Camorra. Sangiuliano gli ha chiesto di risarcirgli i danni, ma per il tribunale di Roma “non può considerarsi un fatto falso” e rientra nel diritto di critica. Inoltre, si legge nella sentenza della giudice Silvia Albano, il danno che avrebbe patito Sangiuliano non è chiaro, visto che quattro anni dopo è diventato pure ministro.
Tutto parte da due post del 2018, che Saviano ha scritto quando Sangiuliano è stato promosso direttore del Tg2. Il primo su Twitter: “Sangiuliano direttore del Tg2! Peggio non si poteva. Vicedirettore del Tg1 con Berlusconi, galoppino di Mario Landolfi, Italo Bocchino, Nicola Cosentino, Amedeo Laboccetta. E ora la promozione: con il Governo del Cambiamento (ovvero giallo-verde, n.d.r.), al sud, la società incivile non perde posizioni, anzi”.
Il secondo, versione estesa del primo, è andato su Facebook: “Tutto questo è ammissibile solo in un’ottica di spartizione, non certo di alleanza, né di applicazione del contratto di governo. Solo in una spartizione si può giungere a un tale livello di cinismo. E adesso Sangiuliano diventa addirittura direttore del Tg2, direttore in quota Lega. E a chi dice che la Lega non è più antimeridionale rispondo: ma non vedete come, con l’avallo del M5S, continua la triste tradizione di valorizzare il peggio della cultura, della politica?” (…)
Il tono di Saviano, concede la giudice, era oggettivamente aspro, quindi ognuno pagherà le sue spese.
(Vanessa Ricciardi, Saviano vince in tribunale contro il ministro Sangiuliano, “Il Domani”, 2 maggio 2023, alla pagina https://www.editorialedomani.it/politica/italia/saviano-vince-in-tribunale-contro-il-ministro-sangiuliano-py7wha43)
08_05_23 | RAI | L’amministratore delegato Carlo Fuortes costretto alle dimissioni
Da decenni lavoro nell’amministrazione pubblica e ho sempre agito nell’interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte.
Nel primo anno di lavoro del nuovo Consiglio di Amministrazione con il governo Draghi il CdA ha raggiunto grandi risultati per l’Azienda. Per citarne solo alcuni: nuovi programmi e palinsesti che hanno portato tra l’altro a un evidente rilancio di Rai2, la trasformazione organizzativa per Generi, un Piano immobiliare strategico che si attendeva da decenni, un rilevante potenziamento di RaiPlay e dell’offerta digitale. Dall’inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la RAI e il Servizio pubblico.
Allo stesso tempo ho registrato all’interno del Consiglio di amministrazione della RAI il venir meno dell’atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana. Ciò minaccia di fatto di paralizzarla, non mettendola in grado di rispondere agli obblighi e alle scadenze della programmazione aziendale con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro della Rai.
Il Consiglio di Amministrazione deve deliberare, nelle prossime settimane, i programmi dei nuovi palinsesti ed è un dato di fatto che non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021.
Non posso, pur di arrivare all’approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti – sebbene ovviamente legittimi – di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica.
Il mio futuro professionale – di cui si è molto discusso sui giornali in questi giorni, non sempre a proposito – è di nessuna importanza di fronte a queste ragioni e non può costituire oggetto di trattativa.Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato. Nell’interesse dell’Azienda, ho comunicato le mie dimissioni al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
(Carlo Fuortes, in Rai: Carlo Fuortes, “Nell’interesse dell’Azienda rimetto il mandato. Mancano le condizioni per continuare nell’incarico”, Rai.it, 8 maggio 2024, alla pagina https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2023/05/-Rai-Carlo-Fuortes-Nellinteresse-dellAzienda-rimetto-il-mandato-Mancano-le-condizioni-per-continuare-nellincarico-23017544-e4f6-4a2c-b1b6-1e6feb15665e-ssi.html)
09_05_23 | Il nuovo Consiglio Superiore dello Spettacolo
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha nominato i componenti del Cosiglio Superiore dello Spettacolo, che “svolge compiti di consulenza e supporto nell’elaborazione ed attuazione delle politiche di settore nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività dello spettacolo”. E’ dunque un ruolo specificamente tecnico, anche in vista degli impegni che dovrà affrontare il ministro, dai Decreti Attuativi del Codice dello Spettacolo ai provvedimenti sul lavoro, per non parlare dell’annunciata riforma del FNSV aka FUS. I componenti del Consiglio superiore dello spettacolo restano in carica per tre anni.
Questa la nuova squadra, con qualche punta pop, che assisterà il ministro Sangiuliano:
# Eleonora Abbagnato, in qualità di Presidente;
# Isabella Ambrosini;
# Edoardo Bennato;
# Maria Rosaria Gianni;
# Federico Rampini;
# Davide Rondoni;
# Enrico Ruggeri;
# Uto Ughi;
# Vittorio Poma, componente designato dalla Conferenza Unificata;
# Francesca Rossini, componente designato dalla Conferenza Unificata;
# Renato Tortarolo, componente designato dalla Conferenza Unificata;
# Domenico Barbuto, componente proposto dalle associazioni di categoria;
# Elisa Guzzo Vaccarino, componente proposto dalle associazioni di categoria;
# Franco Oss Noser, componente proposto dalle associazioni di categoria;
# Vanda Braghetta componente proposto dagli enti del terzo settore di cui alla legge 6 giugno
2016, n. 106.
Come si misurano i consumi culturali? Con le copie vendute, i biglietti staccati, il numero di follower? Attenzione al fascismo del numero, diceva Pasolini. I quattro milioni di persone che assitono alla festa di Sant’Agata di Catania, non sono forse consumatori di cultura?
(Davide Rondoni, in Michele Gravino, Egemonia canaglia, “il venerdì di Repubblica”, 12 maggio 2023)
09_05_23 | L’Ordine dei Giornalisti annuncia una procedura contro Natangelo per la vignetta su Arianna Meloni
Mario Natangelo, che si firma spesso solo Natangelo o Nat, giornalista del “Fatto Quotidiano”, si prepara a difendersi. Poche settimane fa ha disegnato una vignetta in cui Arianna Meloni, la sorella della presidente, è a letto con un uomo nero.
Alla domanda dove sia suo marito, ovvero il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, risponde: “Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica”. Una battuta che riprende l’allarme espresso pubblicamente dal ministro, un teorema coltivato dai complottisti e per cui il ministro si era giustificato definendosi semplicemente ignorante in materia.
L’ordine ha deciso di avviare una procedura che potrebbe portare a una sanzione disciplinare, perché, si legge nella convocazione, Natangelo avrebbe violato l’articolo 2 del Codice Deontologico, che in realtà tutela le banche dati dei giornalisti. Una procedura sbagliata nei termini e nei fatti, molto più probabile che volessero scrivere l’articolo 2 del Testo Unico, che fa riferimento a tutti i fondamenti deontologici, ma il vignettista dovrà comunque difendersi. (…)
Tutto è partito dalla presidente del Consiglio che ha deciso di fare un post: “Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella”, ha scritto su Facebook. “Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un Governo considerato nemico».
A lei si sono unite nel generale biasimo più voci della politica, fino alla deputata di Italia viva Maria Elena Boschi. Pochissime le difese di personaggi pubblici, soprattutto giornalisti e disegnatori, qualche intellettuale. Di parere diverso i lettori, che hanno risposto (solo su Instagram) con 5.710 cuori alla prima vignetta, e con 7.601 a quella di risposta all’uscita di Meloni.
(Vanessa Ricciardi, L’Ordine dei giornalisti si schiera con Giorgia Meloni e se la prende col vignettista Natangelo, “Domani”, 9 maggio 2023, alla pagina https://www.editorialedomani.it/politica/italia/ordine-giornalisti-giorgia-meloni-vignettista-natangelo-bkauvizn)
09_05_23 | Per Luca Barbareschi le attrici che denunciano molestie cercano solo pubblicità
Alcune di queste non sono state molestate, o sono state approcciate in maniera blanda. Altre andrebbero denunciate per quando si son presentate sedendo a gambe larghe: “Ciao che film è questo?”. Non ho mai avuto bisogno di fare trucchi per scopare, ho detto: “Amore chiudi le gambe, interessante, ma ora parliamo di lavoro”. Succede anche questo. E secondo me Amleta dovrebbe riguardare un campo più largo. Il problema delle molestie è generale, riguarda la commessa del negozio che deve subire per non perdere il posto. Deve cambiare. Ho quattro figli e voglio che siano liberi e non subiscano mai. Sono stato un bambino molestato, da otto a undici anni. I preti gesuiti, a Milano, mi chiudevano in una stanza, uno mi teneva fermo e l’altro mi violentava.
(Luca Barbareschi, in Arianna Finos, Le denunce per molestie? Buone per farli pubblicità”, “la Repubblica”, 9 maggio 2023)
Due consiglieri di amministrazione, Francesca Bria (area PD) e Riccardo Laganà (dipendente RAI), hanno chiesto di cancellare la seconda edizione del programma condotto da Luca Barbareschi, In barba a tutto, che sarebbe previsto dai piani di produzione e trasmissione 2023 del genere cultura. Il motivo? E l’imprevista l’intervista recente in cui il conduttore dichiarava che “le attrici che denunciano molestie cercano pubblicità”.
“Riteniamo oltremodo gravi le parole del signor Barbareschi”, scrivono ,”e chiediamo a chi, alla luce delle policy di valorizzazione e tutela delle donne volute e sostenute con fermezza da questo CdA, nonché per evitare danni di immagini e ulteriori polemiche per il servizio pubblico, se ha valutato dagli attuali vertici la cancellazione del programma in oggetto “. Non solo, Bria e Laganà suggeriscono provocatoriamente di utilizzare il budget previsto per “un programma di approfondimento sul tema la violenza sulle donne ” (…)
Barbareschi ha replicato subito: “Momenti comici in RAI. Io non ho nessun contratto e quindi censura preventiva sulla base di un mio legittimo pensiero, tra l’altro assolutamente rispettoso delle donne. Il mio programma televisivo è in palinsesto anche se non è stato ancora firmato il contratto… Se questo accadesse, dovrei fare causa ai consiglieri per il danno arrecato all’azienda, visto che la precedente edizione del programma ha avuto ottimi risultati. “,.. Poi un lungo attacco a Fabio Fazio e Lucia Annunziata. E a Bria: “Ricordo che se avessi militato nel PD avrei avuto più onorificenze di lei… Mi auguro che non faccia parte della nuova Cancel culture woke, perché se questo fa di lei una delle 50 donne più potenti del pianeta in campo digitale, ho ragione di temere per i miei figli”.
(Antonella Baccaro, Rai, scoppia il caso Barbareschi. “Frasi gravi sulle donne, fermatelo”, “Corriere della Sera”, 28 maggio 2023)
13_05_23 | Francoforte | Ricardo Franco Levi: “Stop a Rovelli alla Buchmesse”, poi ci ripensa
Il ritiro dell’invito era arrivato a Rovelli in una lettera di Levi, che è anche presidente dell’Associazione Italiana Editori, in cui veniva sottolineato che dopo l’intervento al Concertone del Primo Maggio a Roma in cui il fisico aveva parlato di una possibile escalation nella guerra in Ucraina attaccando, pur senza nominarlo, il ministro della Difesa Guido Crosetto, la sua partecipazione a Francoforte avrebbe fatto “rivivere polemiche e attacchi”.
Immediata l’alzata di scudi in difesa di Rovelli, la piena solidarietà del mondo della cultura, la richiesta di un ripensamento e la contrarietà alla censura espressa da molti intellettuali ed esponenti del governo, a partire dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
“In generale, avendo subito censure, sono contrario ad infliggerle ad altri. Magari a quella del professor Rovelli aggiungerei qualche altra voce, quella di Pierangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo, Marcello Veneziani o altri in omaggio al pluralismo”, sottolinea Sangiuliano. Al ministro Crosetto “dispiace deludere gli esperti dei complotti all’italiana, sempre in servizio, che parlano già di ‘censura o pressioni”, in merito alla decisione di Levi e spiega: “Non l’ho mai sentito in vita mia” e “sono il primo ad auspicare un ripensamento della decisione presa”.
E lo stesso Levi conferma: “Ho espresso le mie scelte nella qualità di commissario straordinario, senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione e per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale che mi è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica”.
(Stop a Rovelli alla Buchmesse, poi Levi ci ripensa, “ANSA”, 13 maggio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2023/05/13/stop-a-rovelli-alla-buchmesse-poi-levi-ci-ripensa_5b350476-3b1f-4a7a-b1ef-adeed0bfd324.html)
13_05_23 | Gennaro Sangiuliano sui direttori stranieri dei musei italiani
La conoscenza della lingua italiana, oltre che della lingua inglese, è un requisito previsto anche dai bandi dei miei predecessori. Ai professionisti del ricamo giornalistico è sfuggito. Del resto agli italiani che vogliono lavorare nelle istituzioni culturali di molti Stati europei è richiesta la conoscenza della lingua locale. Ho più volte chiarito di non avere alcun pregiudizio nei confronti degli stranieri. In questi mesi ho avuto modo di collaborare con professionisti eccellenti come il direttore degli Uffizi Elke Schmidt e quello del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. Tuttavia trovo singolare, il segno di un certo provincialismo, il fatto che le prime dieci istituzioni culturali italiane siano guidate da stranieri. Come se nella nazione che vanta riconosciute università nel campo dei beni culturali, della storia dell’arte, non ci fossero profili capaci. È bene ricordare che il bando per il posto del direttore del Reina Sofia di Madrid, importante museo spagnolo, al punto 5.1 recita: “Tener la nacionalidad española” (avere la nazionalità spagnola).
(Gennaro Sangiuliano, in Paolo Conti, “Il vincolo dell’italiano non è contro gli stranieri”, “Corriere della Sera”, 13 maggio 2023)
15_05_23 | Firenze | Per il tribunale “vietato svilire e umiliare l’immagine del David“
Nel paese inondato di grembiulini, tazze, ventagli e souvenir d’ogni genere con l’immagine di celebri opere d’arte, è potenzialmente rivoluzionaria la sentenza del Tribunale di Firenze che condanna una casa editrice a pagare alla Galleria dell’Accademia – il museo del David – il risarcimento per la mancata autorizzazione all’uso della riproduzione. Ma anche per il danno d’immagine legato a un uso non rispettoso di ciò che il David rappresenta.
(Elisabetta Berti, Il giudice: “Vietato svilire e umiliare l’immagine del David”, “la Repubblica”, 16 maggio 2023)
“Non si possono scimmiottare così i nostri capolavori. Banalizzare così le nostre opere d’arte è un oltraggio alla nostra storia e alla nostra tradizione” dice Aldo Cursano, presidente Confcommercio Firenze e portavoce delle botteghe di San Lorenzo.
Lui abita nel rione dagli anni Novanta quando tutto era diverso. “Il core business era incentrato proprio sulla fiorentinità”, racconta. “Le nostre strade erano vivaci, popolate, frequentate da giovani a caccia di novità”. Più di una decina d’anni fa l’allora sindaco Matteo Renzi bacchettava a buon diritto quelli che vendevano gelati che parevano gonfiati a elio e pizze gommose. E lo stesso sindaco Nardella più volte ha rincarato la dose: “Basta paccottiglia”. Oggi però, anche se in misura diversa e ridotta, tra i mercati del centro e alcune vetrine continuano a dare spettacolo souvenir di cattivo gusto che scimmiottano la storia della città. “Cinque euro, il grembiule o gli slip” è l’offerta di un venditore straniero mentre mostra gli articoli all’interno dei quali non è indicata la composizione del materiale, né l’azienda produttrice con solo un “Made in Cina”. Un business che, ci raccontano alcuni ambulanti, parte proprio dalla Cina, arriva nei capannoni della periferia nord della città per poi finire tra i banchi. “Da 25 anni continuo a vendere cappelli di paglia, anche se è meno redditizio”, sottolinea Roberto Calamai, portavoce dei Sopravvissuti del San Lorenzo. “Quei grembiuli sono davvero di cattivo gusto”.
(Rossella Conte, Il David di Michelangelo? È finito sugli slip. “Un oltraggio alla storia”,, “La Nazione, 20 maggio 2023, alla pagina https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/david-michelangelo-58463b0e)
Apprezzo la sentenza del Tribunale di Firenze sul David di Michelangelo, che riconosce il principio di un diritto all’immagine per i beni culturali. In generale, senza entrare nei dettagli del dispositivo che non conosco, si deve affermare che l’utilizzo a fini commerciali per i beni culturali va pagato mentre deve essere gratuito per le immagini a fini didattici e di studio. Conforta che i giudici la pensino come il Ministero della cultura.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Firenze, Sangiuliano: “Su diritto all’immagine sentenza conferma posizione MiC”, 15 maggio 2023, alla pagina https://cultura.gov.it/comunicato/24661)
Una nuova conferma sul fatto che l’immagine del David di Michelangelo non possa essere usata in maniera abusiva per scopi commerciali. La nuova pronuncia del Tribunale di Firenze dà ragione alla Galleria dell’Accademia e condanna due società, chiamate in causa dal Ministero della Cultura per aver utilizzato una riproduzione in scala naturale del capolavoro per fini commerciali e in assenza delle prescritte autorizzazioni.
L’immagine del capolavoro di Michelangelo, scrive nella nuova sentenza il Tribunale, “è stata gravemente alterata e mortificata. L’opera del genio michelangiolesco è, pertanto, volgarmente asservita a finalità pubblicitarie e commerciali. In tal modo, si umilia e si svilisce, fino ad annichilirlo, l’altissimo valore artistico e culturale dell’opera di cui si discute”.
Viene riconosciuto, inoltre, il punto focale della tutela del patrimonio nella “fruizione culturalmente qualificata e gratuita da parte dell’intera collettività secondo modalità orientate allo sviluppo della cultura ed alla promozione della conoscenza, da parte del pubblico, del patrimonio storico e artistico della nazione”.
(“Alteravano l’immagine del David”. Il tribunale condanna altre due società, “La Nazione”, 19 settmbre 2023, alla pagina https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/david-michelangelo-tribunale-kedt7vtj)
15_05_23 | RAI | Roberto Sergio amministratore delegato e Giampaolo Rossi direttore generale
La crisi in cui si sta avvitando la RAI e il tentativo politico di occuparla sta tutta nel voto espresso dal CdA di oggi dove la nomina del nuovo AD Roberto Sergio è passata solo a maggioranza con due astenuti e un voto contrario. Così la nomina da parte del nuovo AD di Giampaolo Rossi come direttore generale fa parte di un copione già scritto che lo vede in questo ruolo solo perché se fosse diventato ad avrebbe dovuto lasciare alla scadenza di questo CdA.
Se così fosse saremmo davanti a un gioco assurdo che non tiene conto degli interessi dell’azienda, ma del singolo. Chissà se Giampaolo Rossi ha cambiato idea sul presidente Mattarella, attaccato varie volte sui social e sul suo blog, pubblicato da “il Giornale” e se, ora che la presidente Meloni ha rinnovato l’appoggio a Zelensky, ha abbandonato le sue posizioni apertamente filoputiniane. In caso contrario, secondo l’AD Sergio è questo il profilo adeguato per ricoprire il ruolo di direttore generale della più grande azienda culturale del paese?
(Comunicato Usigrai, RAI. Il CdA nomina Roberto Sergio amministratore delegato, 15 maggio 2024, alla pagina https://www.fnsi.it/rai-il-cda-nomina-roberto-sergio-amministratore-delegato)
Prima l’azienda non dialogava con il governo, mentre ora sì in quanto non si può non parlare con la politica.
(Roberto Sergio, amministratore delegato della RAI, in CEOforLIFE Awards 2023: intervista esclusiva a Roberto Sergio, Amministratore Delegato RAI, 11 ottorbe 2023, alla pagina https://www.ceoforlifeawards.com/it/blog/ceoforlife-awards-2023-intervista-esclusiva-a-roberto-sergio-amministratore-delegato-rai/)
Il Consiglio di Amministrazione della RAI, riunito oggi a Roma sotto la presidenza di Marinella Soldi, ha deliberato l’aggiornamento dell’assetto organizzativo aziendale e ha formulato il parere di competenza relativamente alle nomine dei Direttori di Generi e di Testata, proposte dall’Amministratore Delegato Roberto Sergio.
L’assetto organizzativo illustrato dall’AD, unitamente alla indicazione dei responsabili dell’area Corporate, introduce nuove aree organizzative, tra cui la Direzione Coordinamento iniziative strategiche quale punto di riferimento strutturato e di coordinamento delle attività riferite in particolare al Piano Industriale, al Piano di Sostenibilità e al Contratto di Servizio; nell’area editoriale radiofonica è stata creata una nuova Direzione denominata Radio digitali specializzate e podcast.
Per quanto riguarda le Testate giornalistiche, Gian Marco Chiocci sarà il nuovo direttore del Tg1; al Tg2 va Antonio Preziosi, che lascia RAI Parlamento, dove si insedia Giuseppe Carboni; a guidare il Giornale Radio e Radio1 arriva Francesco Pionati, mentre Jacopo Volpi diventa Direttore di Raisport e del relativo Genere.
Per i generi Stefano Coletta lascia l’Intrattenimento Prime Time a Marcello Ciannamea e ne prende il posto alla Distribuzione. Angelo Mellone dirigerà l’Intrattenimento Day Time, Paolo Corsini l’Approfondimento; Adriano De Maio guiderà Cinema e serie Tv, Maurizio Imbriale dirigerà Contenuti Digitali.
Per i canali radio, a capo di Radio 2 va Simona Sala e Marco Lanzarone assume la responsabilità della nuova Direzione Radio digitali specializzate e podcast. Infine, Monica Maggioni si insedia alla Direzione Editoriale per l’Offerta informativa.
Nel corso della seduta, il Consiglio ha anche deliberato il rinnovo dei CdA delle società controllate, i cui organi sociali erano in scadenza: a RAI Cinema vengono confermati Paolo Del Brocco nel ruolo di amministratore delegato e Nicola Claudio come presidente; Sergio Santo è nominato amministratore delegato di RAI Com, mentre Claudia Mazzola si insedia come presidente. Andrea Vianello viene designato Direttore generale di San Marino RTV.
(RAI, dal CdA via libera al pacchetto di nomine per le direzioni di testate e generi, “RaiNews”, 25 maggio 2023, alla pagina https://www.rainews.it/articoli/2023/05/rai-dal-cda-via-libera-al-pacchetto-di-nomine-per-le-direzioni-di-testate-e-generi-f312236f-cc48-45f3-b95c-1f910eb8e8ac.html)
Le nomine di Gian Marco Chiocci al Tg1 e Antonio Preziosi al Tg2 sono passate in CdA RAI – secondo quanto si apprende – con il voto contrario della presidente Marinella Soldi, della consigliera in quota PD Francesca Bria e del consigliere eletto dai dipendenti Riccardo Laganà. Si è astenuto, invece, Alessandro Di Majo, in quota M5S. Tre i voti favorevoli, sufficienti per il via libera: quelli dell’AD Roberto Sergio e dei due consiglieri di maggioranza, Simona Agnes e Igor De Biasio.
“Sul tema della presenza della parità di genere ci sarà una forte inversione di tendenza e un giudizio complessivo si potrà dare solo quando il quadro complessivo delle nomine sarà definito, soprattutto dopo l’individuazione delle vicedirezioni. I percorsi si costruiscono e non s’improvvisano. Questa governance è al lavoro da soltanto una settimana”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, l’amministratore delegato della RAI, Roberto Sergio, nel corso del CdA.
(CdA RAI spaccato. Via libera ai direttori dei tg. Decisivo M5S, Soldi vota no. Lucia Annunziata si dimette,
“ANSA”, 25 maggio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/05/25/cda-rai-spaccato.-via-libera-ai-direttori-dei-tg.-decisivo-m5s-soldi-vota-no.-lucia-annunziata-si-dimette_9ae885ed-59a6-439c-8483-88612aec7af0.html)
Cari Colleghe e Colleghi, (…)
è arrivato il momento di concentrarsi su un nuovo storytelling.
(Roberto Sergio, AD RAI, lettera ai dipendenti, in Sergio ai dipendenti Rai: nomine per ripartire; priorità a piano industriale e risorse, “Prima Comunicazione”, 26 maggio 2023, alla pagina https://www.primaonline.it/2023/05/26/381020/rai-sergio-a-dipendenti-nomine-per-ripartire-priorita-piano-industriale-e-risorse/)
L’occupazione di ogni ganglio catodico come premessa per sterzare a destra il discorso pubblico. Deformando non solo l’informazione, ma in prospettiva anche gli altri prodotti: fiction, film e documentari, da ideare e realizzare secondo una logica revisionista più in sintonia con la maggiooranza politica della nazione.
Sono alcuni passaggi-chiave a svelare il progetto finale. Tutti maschi alla cloche dei telegiornali. Il ritorno di Miss Italia in prima serata su RaiUno, dove dopo un decennio di vedranno ragazze in costume da bagno a contendersi il titolo di reginetta di bellezza. La nascita di un grande polo statale di produzione dell’audiovisivo per “cucinare” in casa il meglio del repertorio sovranista.
(Giovanna Vitale, Un polo per produrre serie, film e docuRai. Così il revisionismo occupa la tv di Stato, “la Repubblica”, 28 maggio 2023)
Il sistema è sempre quello: la fedeltà è più importante del merito. E questa tornata di nomine ne è solo l’ennesima conferma. Tutti i partiti che vincono le elezioni – senza esclusione alcuna – cambiano gli assetti dei vertici di Viale Mazzini per inserire i propri uomini. Cartina di tornasole perfetta del sistema è la guida del tg dell’ammiraglia RAI. Il direttore del Tg1, da decenni, è emanazione del partito di maggioranza relativa.
(Marco Esposito, Giorgia Meloni ‘okkupa’ la Rai come hanno fatto tutti prima di lei, “Today”, 26 maggio 2023, alla pagina https://www.today.it/opinioni/meloni-rai-nomine-tg.html)
Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni.
Lo scrive Lucia Annunziata nella lettera inviata ai vertici della RAI, in cui annuncia le
dimissioni irrevocabili.
Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla RAI. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestare a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque.
(Lucia Annunziata, in Lucia Annunziata si dimette dalla RAI, “ANSA”, 25 maggio 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2023/05/25/lucia-annunziata-si-dimette-dalla-rai_4575a564-2299-4fa6-bb40-172b6fdee8fb.html)
Non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere. Voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere, in cui non potevi lavorare se non ti dichiaravi di una certa parte politica. Voglio un sistema meritocratico e plurale che rappresenti tutti, che dia spazio a tutti in base al valore che dimostrano e non alla tessera.
La linea di Giorgia Meloni è una sola: negli sfoghi privati e nelle riflessioni pubbliche. L’ultima durante il comizio per la conclusione della campagna elettorale a Catania. A poche ore dalle dimissioni di Lucia Annunziata:
Se nella RAI qualcuno deve misurarsi col merito e decide che non ce la fa e deve misurarsi con altro, non è un problema che possiamo porci noi.
(Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in Arturo Celletti, RAI. J’accuse di Meloni: voglio un’altra tv pubblica, “Avvenire”, 27 maggio 2023, alla pagina https://www.avvenire.it/attualita/pagine/rai-il-j-accuse-di-meloni)
18_05_23 | Venezia | Inaugura la Biennale Architettura
Mentre appare assai opportuna l’attenzione alla complessa realtà africana attraversata da guerre terribili e dimenticate, non s’intende la pervicace insistenza, nei campi dell’architettura e della musica, per l’esclusione di vittime di regime come sono comunque anche gli architetti russi, cui il padiglione della Biennale è precluso.
Proprio la complessità delle problematiche che investono il continente africano nel “Laboratorio del futuro”, impone che anche le esperienze attuali legate al regime putiniano siano conosciute e discusse. Ogni discriminazione rispetto alla creatività è ingiusta, e opprime, con motivazioni politicamente corrette, non meno del potere oppressivo del regime. Aggiungo che non vi è stata alcuna interlocuzione con il Governo, che investa il Ministero della Cultura, per portare a questa scelta discriminatoria che dovrebbe essere decisa o condivisa dal Governo, e non dalla presidenza della Biennale.
(Vittorio Sgarbi, in Simona Antonucci, Sgarbi: “Discriminata”. La replica: “Mosca non ha fatto richiesta”, “Il Messaggero”, 21 febbraio 2023, alla pagina https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/cultura/biennale_architettura_sgarbi_russia_polemica-7245025.html)
“La Biennale di Venezia”, è la replica alla critica del sottosegretario Vittorio Sgarbi, “tiene a precisare che le partecipazioni nazionali sono iniziativa autonoma e indipendente dei paesi, richieste direttamente alla Biennale dalle autorità governative competenti dei rispettivi paesi. L’anno scorso la Russia ha deciso di ritirarsi autonomamente dalla Biennale Arte 2022 mentre quest’anno, a oggi, non ha fatto richiesta né comunicato di prendere parte alla Biennale Architettura all’interno del proprio padiglione ai Giardini”. E ribadisce: la Biennale “rimane il luogo di incontro fra i popoli attraverso le arti e la cultura”.
(Simona Antonucci, Sgarbi: «Discriminata». La replica: «Mosca non ha fatto richiesta», “Il Messaggero”, 21 febbraio 2023, alla pagina https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/cultura/biennale_architettura_sgarbi_russia_polemica-7245025.html)
Di questo progetto mi sono innamorato perché ho visto il futuro, l’avanguardia di chi guarda oltre, come dice Benedetto Croce nel saggio sull’estetica, l’uomo esce dalla caverna e guarda alla luce attraverso la tecnologia e quindi la cultura. (…)
Sangiuliano (…) ha poi ricordato che questa Biennale
guarda all’Africa e ciò piace, perché è il futuro del mondo e non a caso il governo Meloni guarda a questo continente.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in Simona Antonucci, Biennale Architettura, il ministro Sangiuliano inaugura il Padiglione Italia: “Innamorato di questo progetto”, “Il Messaggero”, 19 maggio 2023, alla pagina https://www.ilmessaggero.it/spettacoli/eventi/il_ministro_sangiuliano_alla_biennale_ha_inaugurato_il_padiglione_italia_sabato_al_via_la_mostra_di_architettura_e_la_consegna_dei_leoni_d_oro-7412061.html?refresh_ce)
“Ho messo insieme (e raccolto fondi) affinché quattro team lavorassero alla Biennale, ad Accra, Dublino, Johannesburg e Londra. Ogni squadra è stata centrale per la mostra”, ha detto Lokko. “Il fotografo del mio staff, un giovane e talentuoso ghanese, ha contribuito con fotografie sia alla mostra che al catalogo, in tutte le sue sezioni. Ma gli è stato negato il visto dal governo italiano, e in particolare dall’ambasciatrice italiana in Ghana, che mi ha accusato di aver tentato di portare in Europa ‘giovani uomini non essenziali'”. Il visto serviva loro per arrivare in Italia in vista dei vernissage che si terranno a Venezia prima dell’apertura della Biennale, giovedì 18 maggio.
Lokko ha spiegato che la direzione della Biennale ha fatto tutto il possibile per aiutare, ma invano, e ha definito l’ambasciatrice italiana in Ghana “un’ambiziosa diplomatica in carriera che vuole fare bella figura con il governo di destra in carica”. Lokko ha detto anche che continuerà ad evidenziare “l’assurdità e l’ipocrisia di una mostra sull’Africa a cui è negato l’accesso agli africani che hanno contribuito a costruirla” durante la conferenza stampa di apertura della Biennale.
I tre uomini che non hanno ottenuto il visto “sono tutti giovani ghanesi istruiti e con un buon lavoro, che lavorano per l’African Futures Institute. Tutte le loro spese sono coperte e hanno con loro un regolare invito da parte della Biennale”, ha precisato Lokko.
Rispondendo alle accuse, d’Orlandi ha detto di essersi limitata ad applicare le leggi che regolano l’entrata di persone straniere nell’area Schengen, di cui l’Italia fa parte insieme ad altri 26 paesi europei. D’Orlandi ha spiegato al “Post” che “la nostra ambasciata non risparmia sforzi per facilitare la partecipazione di artisti ghanesi a importanti mostre d’arte o eventi in programma in Italia. Solo per fare qualche esempio: all’edizione di quest’anno della Biennale sono presenti altri 7 ghanesi, tra cui l’importante artista Ibrahim Mahama; i visti sono stati concessi anche ai partecipanti ghanesi all’edizione 2022 della Biennale e alla Triennale di Milano nel giugno del 2022”.
E ha aggiunto: “Credo che sarebbe limitante soffermarsi solo su alcuni dinieghi di visto, che derivano dall’applicazione di una normativa che l’Italia e gli altri paesi Schengen sono tenuti a osservare”. Secondo l’ambasciatrice i tre collaboratori di Lokko non erano infatti in possesso dei requisiti necessari per poter entrare legalmente in Italia. Non ha specificato quali fossero, spiegando di non poterlo fare per motivi di privacy. “Pur comprendendo le loro ragioni, la normativa Schengen impone di valutare non la finalità del viaggio o l’affidabilità degli invitanti, ma il possesso dei requisiti previsti da parte di ciascun richiedente, e che, qualora questi non siano soddisfatti, la Sede è purtroppo impossibilitata al rilascio del visto”. Tre altri collaboratori di Lokko che hanno richiesto un visto alla stessa ambasciata, ad Accra, l’hanno ottenuto.
Un portavoce della Biennale di Venezia intervistato da “Building Design” si è detto dispiaciuto di quanto accaduto, dato che poter presenziare all’apertura sarebbe stato “un momento importante, che conclude un lavoro a cui si sono dedicati con grande passione per vari mesi” i giovani ghanesi.
(Il caso dei tre artisti africani della Biennale di Venezia a cui è stato negato il visto, “Il Post”, 17 maggio 2023, alla pagina https://www.ilpost.it/2023/05/17/visti-ghana-biennale-architettura/)
Il Presidente (della Biennale, n.d.r.) Cicutto si è espresso in termini di “spiacevole episodio, retaggio forse di una visione non aggiornata delle relazioni anche culturali fra Europa e Africa”.
(Valentina Silvestrini, Biennale Architettura 2023: negati i visti a tre membri del team curatoriale, in “artribune”, 19 maggio 2023)
19_05_23 | Torino | Annalena Benini direttore editoriale del Salone del Libro 2024-2026
Annalena Benini nasce a Ferrara nel 1975, nuora di Vittorio Feltri e nipote di Daria Bignardi, dopo gli studi superiori si laurea in giurisprudenza e dal 2001 scrive di cultura per “Il Foglio”.
Nel corso della sua carriera ha fondato e curato l’inserto settimanale “Il Figlio”, oltre alla rivista culturale “Review”.
Ha inoltre pubblicato diversi libri, tra cui: La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura nel 2018″, poi l’anno successivo ha curato l’antologia I racconti delle donne, fino all’ultimo libro, un romanzo uscito nel 2023 dal titolo Annalena.
(dalla photogallery Chi è Annalena Benini, direttrice del Salone del Libro di Torino, “Sky Tg24”, 19 maggio 2023, alla pagina https://tg24.sky.it/lifestyle/2023/05/19/annalena-benini-direttore-salone-libro-torino)
“Lei è stata la dismisura in tutto, ma la vita è anche mancare qualcosa, non riuscire in qualcosa, non colmare la misura fino all’orlo”. Annalena Tonelli, capelli al vento, sfreccia in bicicletta all’alba per le strade di Forlì: corre dai bisognosi, dagli ultimi. Lo farà per tutta la vita. Fino a fondare una missione in Africa, a rinunciare a tutto, fino a venire uccisa perché donna, bianca, senza un uomo a fianco, e senza paura. Annalena Benini la conosce da sempre questa storia, fa parte della sua famiglia. Ma adesso qualcosa è successo e quel nome identico al suo la insegue come una domanda, come un pungolo: può arrivare a capire tutto di quella donna così estrema, libera, coraggiosa?
(dal risvolto di copertina di Annalena Benini, Annalena, Einaudi, 2023)
24_05_23 | Chiara Francini a Cartabianca contro i “sinistri” e i “mancini”
I sinistri sono persone nate ricche e borghesi che vorrebbero essere nate povere per sembrare intelligenti. A loro interessa solo stare dalla parte giusta. (…)
In poche, sapide righe, traccia un profilo sociologico di una figura tipica del teatro della politica nazionale che da giorni (dall’intervento martedì a Cartabianca su Rai3) infiamma le discussioni sui social.
Ho visto tanti benestanti fingersi poveri o dimessi, nel modo di vivere come di vestirsi, per conquistarsi un riconoscimento sociale e culturale. Perché sei qualcuno solo se dici di essere di sinistra.
La considera una forma di ipocrisia?
Senza dubbio. E’ evidente che c’è distonia tra la propria condizione e la rappresentazione che si dà all’esterno. E quando indico i “sinistri” non mi rifìerisco solo a chi è di sinistra. Voglio puntare l’attenzione su una categoria sociale perché colgo molta opacità, molti tentativi di confondere le acque per poter essere sempre dalla parte giista. (…)
Nel suo libro mette alla berlina i “sinistri” ma se la prende pure con i “mancini”. Che differenza c’è?
A costoro non interessa apparire poveri o colti, non gliene frega nulla. Basta che facciano un film o una serie tv di successo per ritenersi intellettuali di riferimento. Sono più cinici e disincantati degli altri.
Nessun punto in comune?
Sì, sono accomunati da una concezione straordinariamente stilnovistica della donna come gingillo che deve stare lì a farsi guardare e basta. Per engtrambi la donna non può avere un pensiero proprio.
(Chiara Francini, in Cesare Zapperi, “Le mie parole sui sinistri? Accuso chi si finge ciò che non è”, “Corriere della Sera”, 28 maggio 2023)
Forte e Chiara, lo show di Chiara Francini in onda il mercoledì su Rai1, chiude. (…) Ascolti troppo bassi, la disaffezione del pubblico è apparsa forte e chiara dal debutto, la decisione drastica è stata presa dalla Direzione Prime Time. (…) Per la RAI, che ha collezionato svariati flop (da Avanti popolo! a Petrolio che martedì si è fermato all’1,6% di share) un altro smacco. (…) In un lungo post su Instagram, Francini saluta con ironia:
Signore, signori e tutto quello che sta nel mezzo non ci siamo andati piano. Scusateci se siamo stati troppo forti come un gin tonic senza tonic. Con Forte e chiara abbiamo provato a mettere assieme in uno stesso show cardinali e inviati di guerra, cliché sulle donne e pornostar, balletti con le piume e storie di bambini in un campo di concentramento, canzoni dei cartoni animati e drag queen. Forse ho esagerato.
(Chiara Francini, in Silvia Fumarosa, Chiude Forte e Chiara Rai1 perde colpi anche con il varietà, “la Repubblica”, 20 aorile 2024)
26_05_23 | Francoforte | Ricardo Franco Levi si dimette da commissario del Governo per l’Italia ospite d’onore alla Buchmesse 2024
Ricardo Franco Levi, commissario del Governo per la Fiera del Libro di Francoforte del 2024, in cui l’Italia è ospite d’onore, ha inviato una lettera di dimissioni al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Franco Levi, già nelle scorse settimane al centro di una polemica sul ritiro dell’invito al fisico divulgatore Carlo Rovelli per le sue parole contro il ministro Guido Crosetto, seguito da scuse e un nuovo invito, è protagonista di un altro caso aperto da un articolo di “Libero” in cui si sostiene che avrebbe assegnato la comunicazione per l’Italia alla Buchmesse a una società belga, la Ifc Next, in cui lavora il figlio.
Dopo appena 24 ore dalla lettera con cui ha comunicato a Carlo Rovelli la cancellazione del suo intervento alla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, Ricardo Franco Levi era tornato sui suoi passi rinnovando l’invito allo scienziato a partecipare alla kermesse di inaugurazione. In una nota, il commissario straordinario del Governo aveva spiegato anzitutto di avere scritto quella lettera “senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione” e di averlo fatto “per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale che mi è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica”.
Era stato lo stesso professore a spiegare i motivi della iniziale cancellazione. “L’Italia mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura ma siccome ho osato criticare il ministro della Difesa il mio intervento è stato cancellato”.
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in una nota conferma di aver ricevuto una lettera da Ricardo Franco Levi “nella quale si dice pronto a mettere a disposizione l’incarico di commissario straordinario del governo per l’Italia, ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte 2024”.
“Preciso di non essere il soggetto istituzionalmente abilitato ad accettare tali dimissioni, pur condividendo la necessità di dare discontinuità a questo incarico dopo le recenti polemiche – aggiunge – informerò il governo per concordare eventualmente la nomina di un nuun nuovo commissario. Ringrazio Levi per la sensibilità dimostrata e il lavoro svolto finora”.
(Fiera di Francoforte, Levi si dimette dopo le polemiche sul figlio e Rovelli, “AGI”, 26 maggio 2023, alla pagina https://www.agi.it/cultura/news/2023-05-26/fiera_francoforte_levi_dimissioni_polemiche_figlio_rovelli-21565219/)
26_05_23 | Giorgia Meloni e Matteo Salvini vogliono liberare la cultura (e la RAI) dall’egemonia della sinistra
Io non voglio sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere. Io voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere, nel quale non potevi lavorare se non appartenevi a una forza politica. Quella della sinistra non era egemonia culturale ma egemonia di potere e oggi c’è nervosismo. Se nella RAI qualcuno deve misurarsi col merito e decide che non ce la fa e deve misurarsi con altro, non è un problema che possiamo porci noi.
(Giorgia Meloni, in Alice Castagneri, Meloni, l’affondo sulla RAI: “Voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere. Se qualcuno vuole andare non ci riguarda”, “La Stampa”, 26 maggio 2023, alla pagina https://www.lastampa.it/politica/2023/05/26/news/meloni_laffondo_sulla_rai_voglio_liberare_la_cultura_italiana_da_un_intollerante_sistema_di_potere-12827024/)
Noi non siamo superiori, ma qua a sinistra si ritengono moralmente e culturalmente superiori, quindi non puoi fare arte, non puoi fare poesia, non puoi fare cultura, non puoi fare teatro, non puoi fare cinema, non puoi fare televisione se non sei di sinistra. Io penso che l’Italia sopravviverà anche se qualche strapagato conduttore RAI non verrà più pagato dal denaro pubblico degli italiani, io penso che i nostri ragazzi cresceranno bene e se ne faranno una ragione anche perché, chapeau, c’è qualche vittima di queste destre che stanno occupando tutto che se ne va e prenderà dieci milioni di euro. Nella prossima vita lo faccio anch’io. Però prima do una mano all’Italia a tornare a essere il grande paese che l’Italia merita di essere per rispetto dei nostri nonni e per dovere nei confronti dei nostri figli.
(Matteo Salvini, in Alice Castagneri, Meloni, l’affondo sulla RAI: “Voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere. Se qualcuno vuole andare non ci riguarda”, “La Stampa”, 26 maggio 2023, alla pagina https://www.lastampa.it/politica/2023/05/26/news/meloni_laffondo_sulla_rai_voglio_liberare_la_cultura_italiana_da_un_intollerante_sistema_di_potere-12827024/)
06_06_23 | Chiavari | Al Festival della Parola Simone Pillon lancia lo “etero pride”
Democrazia, dibattito, confronto, cultura, discussione, approfondimento.
Tutte parole meravigliose che la sinistra LGBT usa quando a insegnare il pensiero unico, preferibilmentr senza contraddittorio, siano solo i loro beniamini, tipo Guadagno, Saviano, Fazio, Littizzetto, Annunziata & C.
Quando però si osa dare spazio anche a chi come me non si allinea alla vulgata ideologica, apriti cielo.
Pillon diventa “alfiere dell’odio e della propaganda omobilesbotransfobica (?)”.
Cari amici di Arci, Anpi, PD, e delle varie sigle LGBTQWERTY, dopo centinaia di anni ancora vi lamentate della censura clericale che metteva i libri all’indice, e poi fate lo stesso, se non peggio…
I libri si leggono prima di confutarli, e le idee si approfondiscono prima di contestarle.
Mi confronterò volentieri con il mio interlocutore Ivan Cattaneo, e con chiunque tra i partecipanti voglia dialogare e discutere.
Si chiama libertà.
Anche perchè se andiamo avanti così dovremo davvero pensare di istituire un “etero pride”, perchè ad essere discriminati ormai siamo noi sostenitori della famiglia.
Per questo confermo che domani sera 4 giugno alle 19 a Dio piacendo sarò a Chiavari al Festival della Parola.
Colgo l’occasione per ringraziare il coraggio degli organizzatori e di chi, come gli esponenti della Lega, hanno pubblicamente sostenuto la mia presenza.
(Simone Pillon, in Festival della Parola, è il giorno di Pillon: “Serve un etero pride”, “Prima il Levante”, 6 giugno 2023, alla pagina https://primaillevante.it/tempo-libero/eventi/festival-della-parola-e-il-giorno-di-pillon-serve-un-etero-pride/)
05_06_23 | Mondadori ripubblica Giuseppe Prezzolini. L’anarchico conservatore
di Gennaro Sangiuliano
“La Voce” fu “la serra calda del fascismo e dell’antifascismo”. Basterebbe questa definizione di Curzio Malaparte per suscitare curiosità intonro alla vita e alle opere di Giuseppe Prezzolini, il padre della rivista che agli inizi del Novecento guidò l’attacco al positivismo e la rivolta morale contro i mali endemici dell’Italia: burocratismo, clientelismo, accademismo, malagiustizia… (…) Il complesso e affascinante itineraio di Prezzolini è ripercorso con precisione di studioso e piglio brillante nella biografia che gli ha dedicato Gennaro Sangiuliano. Giuseppe Prezzolini. L’anarchico conservatore, opera già edita nel 2008 da Mursia e ora riproposta negli Oscar Mondadori con una prefazione di Francesco Perfetti, una spassosa prefazione di Vittorio Feltri e una dedica a Giorgia Meloni.
(Dino Messina, Il Novecento di Prezzolini, “Corriere della Sera”, 5 giugno 2023)
Prezzolini affrontava la vita con ironia e anticonformismo, che è uno dei tratti del conservatorismo.
Per noi conservatori resta del suo insegnamento l’ansia di cambiamento, ma anche un’altra cosa: Prezzolini intraprende un percorso con Gobetti, promuovendo La società degli altri, che rappresenta “coloro i quali non se la bevono”. (…) Per questo io seguo il metodo hegeliano: tesi, antitesi, sintesi. Andare nel merito delle questioni e affrontarle.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in Sangiuliano, Prezzolini maestro di anticonformismo, “ANSA”, 20 marzo 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/approfondimenti/2024/03/20/sangiuliano-prezzolini-maestro-di-anticonformismo_0dfda60b-6b4c-45a4-80b1-4e444b3f5425.html)
Prezzolini non ha mai accettato il politically correct, era scorretto per vocazione e convinzione fino all’autolesionismo, sempre con grande ironia e autoironia che era per lui la normalità.
(Ignazio La Russa, presidente del Senato, in Sangiuliano, Prezzolini maestro di anticonformismo, “ANSA”, 20 marzo 2024, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/approfondimenti/2024/03/20/sangiuliano-prezzolini-maestro-di-anticonformismo_0dfda60b-6b4c-45a4-80b1-4e444b3f5425.html)
13_06_23 | Arcore | Vittorio Sgarbi racconta le 24.000 opere d’arte collezionate da Silvio Berlusconi
E’ la pagina meno nota della vita del Cavaliere, ricca quanto contraddittoria: piena di dipinti di Madonne e immagini vivide di donne nude, di scorci delle città amate (Parigi, Napoli, Venezia), di autoritratti (sic, n.d.r.) su tela e busti in marmo che lo raffigurano impettito. Venticinquemila opere custodite in un grande magazzino, in un hangar di 4.500 metri quadri a ridosso della tenuta di Arcore. (…) Vittorio Sgarbi lancia la sua proposta:
Si potrebbe creare un percorso all’interno e nei pressi della Villa, che passi dall’edificio principale e dal mausoleo di Cascella – nel quale per ragioni legali Berlusconi non ha potuto essere sepolto – per arrivare appunto al capannone dove sono conservate le opere che ha voluto raccogliere nell’ultimo tratto della sua esistenza. Immagino una vista guidata con un prezzo simbolico, dieci o venti euro: non credo, d’altronde, che la famiglia abbia bisogno di soldi.
(Vittorio Sgarbi, in Emanuele Lauria, Il collezionista, “la Repubblica”, 30 luglio 2023)
15_06_23 | Francoforte | Mauro Mazza commissario del Governo per l’Italia ospite d’onore alla Buchmesse 2024
Mi piacerebbe titolare il nostro programma Cultura italiana, radici nel futuro. (…)
Di recente diversi esponenti della destra hanno parlato di un’egemonia culturale della sinistra, lamentando una mancanza di pluralismo. Dall’altra parte si denuncia una sistematica occupazione di posti da parte della destra. (…)
L’idea di egemonia culturale della sinistra mi pare inattuale. Gramsci non abita più qui, da tempo. Trovo più calzante l’espresione coniata da Fulvio Abbate “amichettismo”, che rende meglio l’idea di un club, una consorteria che si autoleggittima, monopolizza programmi tv e radio, manifestazioni e premi letterari. Il club gestisce tuttora incarichi e presidenze. Non potrà più essere così. Lo spettro si comincia ad allargare, l’orizzonte si va schiarendo. Hai visto mai che diventiamo un paese normale anche culturalmente? Un paese in cui la cultura sia un terreno di confronto, con censure e cesure bandite per sempre. (…)
Vede possibili criticità nel rapporto, d’ora in avanti, con il mondo culturale italiano che sarà coinvolto nella Buchmesse: editori, scrittori, traduttori…?
Non intravedo nessuna criticità. D’intesa con il nuovo commissario – mi fa ancora un certo effetto definirmi così -, l’AIE ha scritto a tutti gli editori chiedendo di indicare gli autori che intendono portare a Francoforte. Gli editori cureranno i momenti di presentazione e di confronto. Nelle arene del Padiglione Italia sarà mio compito organizzare le cinque giornate: incontri, dibattiti, letture.
(Mauro Mazza, commissario del Governo per l’Italia ospite d’onore alla Buchmesse 2024, in Alessia Rastelli, “Il mio palinsesto per la Fiera”, “Corriere della Sera”, 30 giugno 2023)
21_06_23 | Roma | Lo show sessista di Vittorio Sgarbi alla serata d’apertura del MAXXI
Il capo della Fondazione (Alessandro Giuli) si era subito accorto delle esondazioni triviali dei suoi ospiti e delle spiacevoli conseguenze che avrebbero potuto provocare.
“Hai letto più libri? O fatto l’amore con più donne? Qual è il tuo record?” era stata la domanda-miccia di Morgan, che aveva subito acceso il sottosegretario: “Houellebecq sostiene che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il caz… è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione. Serve a capire”, insiste Sgarbi mentre Giuli tenta di arginarlo: “Sta citando Moravia, non è una cosa volgare”.
Ma il critico prosegue: “Poi, dopo i sessant’anni, scopri che ci sono anche altri organi, per esempio la prostata. A un certo punto sui 67 appare e tu devi fare i conti con questa troia puttana di merda che non hai mai incontrato in vita tua. Il caz… se ne va e arriva la prostata”. E’ l’inizio della valanga. “Quante donne hai avuto?”, l’incalza Morgan. E Sgarbi: secondo un’inchiesta giornalistica, “quello che nel mondo ha avuto un patrimonio più ampio di conoscenza femminile si chiama Warren Beatty: 12.500. Il secondo è Simenon, 10.000 ma a lui non importava se fossero libere o puttane”. Poi va avanti: “Julio Iglesias 7000, Jack Nicholson 6000” e così via. Infine “si arriva all’Italia e, dice, voi in Italia che fate? Beh, io non ho un contatore dall’uccello – replico – quindi non lo so, però posso rispondere con il mio amico Califano: tre al mese me li vuoi dare? Sono proprio una media piccola piccola.” Il totale fa “1500 donne. Ma ora ho smesso”, si schernisce Sgarbi fra le risate del pubblico. (…)
Parolacce e volgarità a go-go, in un crescendo di sessismo condito da aneddoti pesanti sulle donne, contate come pezzi da collezionare, meri strumenti di piacere in mano a maschi voraci, siano essi attori, scrittori o capi di Stato.
Intollerabile per il personale del MAXXI, in prevalenza femminile. Che decide di ribellarsi: in una “riservata personale” inviata al Presidente, 43 dipendenti (su 49 in organico) esprimono “dispiacere per i contenuti degli interventi del sottosegretario Sgarbi, che in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa Istituzione. Luogo di cultura libera, inclusiva e critica nei confronti di pregiudizi e luoghi comuni”. Invitando la governance ” a evitare per il futuro di esporre le Istituzioni a simili gravi intemperanze.”
Giuli allora si preoccupa, ma anziché riunirli per scusarsi, fa convocare i firmatari uno per uno. E a tutti, a quattr’occhi, chiede la stessa cosa: di ritrattare. Pena, è il non detto, possibili ritorsioni.”
(Giovanna Vitale, Show sessista di Sgarbi alla serata del MAXXI. Giuli nella bufera, “la Repubblica”, 2 luglio 2023)
Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le Istituzioni. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita. Per me essere conservatori significa avere una sostanza, uno stile e anche un’estetica di comportamento. La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone. Anche le forme dell’espressione non devono mai ledere la dignità altrui. Le istituzioni culturali, e so che Alessandro Giuli è d’accordo con me, devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore più alto di altri.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in Lucia Licciardi, Bufera su Sgarbi, “è sessista e volgare”. Sangiuliano: “Turpiloquio inammissibile”, “AGI”, 2 luglio 2023, alla pagina https://www.agi.it/cronaca/news/2023-07-02/sgarbi-maxxi-accuse-dipendenti-sangiuliano-22077356/)
22_06_23 | Roma | La riforma del Centro Sperimentale di Cinematografia
“Un ex allievo vi manda i saluti, è Marco Bellocchio”. Ivan Cotroneo porta la solidarietà del grande regista – e di tutti gli aderenti all’associazione 100autori – all’assemblea degli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia, convocata per chiedere il ritiro dell’emendamento al decreto legge Giubileo del 22 giugno 2023, presentato dai deputati della Lega Igor Iezzi, Simona Bordonali, Laura Ravetto e Alberto Stefani, che interviene sul decreto legislativo numero 426 del 18 novembre del 1997 – con cui il CSC divenne Fondazione -, azzerando vertice e comitato scientifico e modificando struttura e vocazione dell’Istituzione che è, insieme, scuola di cinema e Cineteca nazionale. (…) Uno striscione di protesta – “La cultura non si lottizza / il CSC non si lega” – era comparso già il 18 luglio, all’ingresso della sede di via Tuscolana. Ieri gli studenti dei corsi – regia, recitazione, montaggio, sceneggiatura, scenografia, produzione, costume – si sono riuniti in “presidio permanente ” per chiudere il ritiro dell’emendamento, raccogliendo solidarietà e appoggio. (…)
“Non vogliamo che questa protesta venga strumentalizzata”, precisano gli allievi che annunciano nuove iniziative di sensibilizzazione… Il primo obiettivo è far conoscere l’emendamento che prevede “entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione”, di azzerare l’attuale dirigenza con due anni di anticipo sulla scadenza fissata nel febbraio 2025 (presidente è la produttrice Marta Donzelli, il CdA è composto da quattro membri: Cristiana Capotondi, Valentina Geminiani, Guendalina Ponti e da Andrea Purgatori, scomparso in questi giorni) e inoltre dare vita a un comitato scientifico “nominato con decreto del Ministero della Cultura, composto dal presidente, indicato dal medesimo ministro, e da sei componenti, designati, rispettivamente, tre dal MiC, due dal Ministero dell’Istruzione emerito, e uno dal Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
(Stefania Ulivi, Scuola di cinema, presidio permanente, “Corriere della Sera”, 21 luglio 2023)
Noi siamo quei ragazzi. Questo emendamento va ritirato, ci sono i tempi per farlo, altrimenti siamo pronti alla battaglia… Non solo, il CSC è un’istituzione importante, in cui molti di noi hanno imparato un’arte, un mestiere,. Una fucina che ha garantito uno straordinario risultato occupazionale… Ma è anche un luogo simbolo simbolico per chiunque fa cinema, che ha portato molto onore a questo paese nel mondo. Perché è stato fatto bene… Non ci si mette le mani in questo modo… Il metodo è opaco, sconcertante e inaccettabile,. Infilare un emendamento a scuola chiusa, dentro un disegno di legge sul Giubileo che va a sconvolgere le vite degli studenti.
(Francesca Comencini, associazione 100autori, in Arianna Finos, ”Giù le mani dal cinema “. I registi si mobilitano per il centro sperimentale, “la Repubblica”, 22 luglio 2023)
Occupare la scuola è il modo giusto, difenderla fisicamente. Seguo la vicenda con grande apprensione perché mi sembra una storia incredibile: si tratta di un’istituzione che per tutto questo tempo è stata una delle cose più prestigiose del nostro paese… Ho diretto al Centro Sperimentale di Palermo il corso sul documentario, sono stato nel consiglio di amministrazione per anni: conosco bene quella realtà e penso che quello di oggi sia il punto più basso che la politica abbia tentato, perché molto maldestro nei modi e nella sostanza. Significa mettere un’istituzione che deve avere sempre più autonomia, sotto il gioco politico, che spesso è molto mediocre.”
Un conto, ragiona Andò, “è che la politica esprima il direttore di un festival, che può piacere o non piacere: è libera di farlo. Altro che si lavori al ribasso di un’Istituzione che ha avuto questo prestigio per tanti anni, nel mondo. Tra gli allievi c’è anche Gabriel Garcia Marquez. Mia figlia fa parte delle generazioni di registi, attori, sceneggiatori usciti da quella scuola. Rossellini fondandola aveva l’idea pionieristica di una istituzione equivalente a ciò che per la scienza è il CNR, una formula straordinaria su in cui si sperimenta e si fa scuola.
(Roberto Andò, in Arianna Finos, ”Giù le mani dal cinema”. I registi si mobilitano per il Centro sperimentale, “la Repubblica”, 22 luglio 2023)
Cari ragazzi (…) il vostro sciopero tocca un problema gravissimo, è cruciale, inspiegabilmente sottovalutato – o forse no, dato che questo status quo sembra convenire a tutti quanti. Il problema è questo: che tutta l’attività culturale del nostro paese. – cinema e teatro, soprattutto, ma anche giornali, televisione e informazioni in generale – dipendono dall’ossigeno governativo come pazienti altrimenti terminali, o diagnosticati come tali… Ci si è convinti di non guadagnare da soli la nostra sopravvivenza e non poter far altro che tendere mestamente la mano in attesa della carità. Una filosofia che ha ridotto il nostro spettacolo, la nostra informazione, la nostra arte. Essere schiavi della mano pubblica, magari anche ben provvisti (specie se si appartiene alle stesse nomenclature che governano), più spesso trattati da miserabili scocciatori e parassiti. E’ qualcosa alla quale mi viene istintivo ribellarmi, proprio come fate voi.
Penso che la vostra lotta sia importante ed esemplare, un soprassalto d’orgoglio nella generale rassegnazione…
(Marco Tullio Giordana, Cari studenti del CSC è giusto lottare e mi ribello con voi, “la Repubblica”, 24 luglio 2023)
27_06_22 | I temi della maturità
Qualcuno pensa che il Ministero della Cultura debba essere solo un erogatore di risorse, cioè un soggetto che sta lì e che in maniera ragionieristica ogni anno divide: tot per il cinema, tot per i musei, eccetera. No, il Ministero della Cultura ha, in base all’articolo 9 della Costituzione, una missione ben precisa, quella di tutelare e preservare la cultura, ma anche sviluppare, come dice espressamente il dettato costituzionale, sviluppare la cultura della nazione, non del Paese, della nazione, significato molto profondo.
Ecco perché ieri ho applaudito alla scelta di chi ha indicato fra le tracce dei temi dell’esame di maturità il riferimento a Federico Chabot, un grande storico che per inciso è stato anche un partigiano.
(Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, in Sangiuliano: il ministero deve tutelare la cultura della nazione, “libero.it”, 28 giugno 2024, alla pagina https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/02/12/fedez-fdi-allassalto-della-rai-meloni-vuol-cacciare-lad-fuortes/7062208/)
https://www.libero.it/tv/sangiuliano-il-ministero-deve-tutelare-la-cultura-della-nazione_bc6330230600112
27_06_22 | Roma | La sfida tra Elon Musk e Mark Zuckerberg al Colosseo
Un funzionario del governo italiano ha contattato Mark Zuckerberg per organizzare il match di arti marziali miste contro Elon Musk nel campo di battaglia più leggendario del mondo: il Colosseo di Roma. Questa la bomba sganciata venerdì dal portale statunitense Tmz Sports. Un’indiscrezione diventata virale nel giro di poche ore e addirittura confermata su Twitter da mister Tesla, fino alla precisazione del portavoce del dicastero della Cultura italiano: “Da parte nostra nessuna proposta di ospitare l’incontro”.
Trattata inizialmente un po’ da tutti come una boutade, la “battaglia del secolo” tra Musk e Zuckerberg sta lentamente prendendo forma. I due miliardari hanno aperto all’ipotesi e negli ultimi giorni non sono mancate le voci. Nel dibattito è intervenuto anche il presidente Ufc Dana White, disponibile a organizzare il match che potrebbe registrare il più grande record di incassi della storia, tanto da triplicare il primato di McGregor vs Mayweather. Secondo il portale statunitense, sia Musk che Zuckerberg desidererebbero che lo scontro si svolgesse al Colosseo. Il numero uno di Meta avrebbe contattato Dana White per valutare i possibili margini di realizzazione. Ma il ministero della Cultura ha ridimensionato l’entusiasmo, smentendo categoricamente ogni coinvolgimento.
“Non c’è stato alcun contatto formale da parte del Ministero ne tantomeno alcun atto scritto, anche se la notizia appare gustosa è infondata. Il Colosseo viene concesso, non da oggi, per eventi a pagamento di alto profilo quasi sempre a scopo benefico. Ogni richiesta viene valutata attentamente dalla direzione del Parco archeologico e non compete all’organo politico”, la precisazione dello staff del ministro Gennaro Sangiuliano riportata dal “Corriere della Sera”: “Se Zuckerberg e Musk volessero esibirsi nel Colosseo dovrebbero fare una sfida non violenta. Magari una sorta di certamen, un duello a colpi di versi in latino. E dovrebbero assicurare un congruo contributo economico da devolvere alla tutela del patrimonio storico italiano e magari una quota all’Emilia-Romagna”.
Tra le sette meraviglie del mondo, il Colosseo non ospita grandi eventi organizzati da centinaia di anni. Uno degli ultimi eventi risale al 2003, al concerto benefico di Paul McCartney per una platea di appena 400 persone.
(Massimo Balsamo, Elon vs Zuckerberg: “Invitati al Colosseo”. Ma il ministero smentisce, “il Giornale”, 30 giugno 2023)
Ho parlato con la premier italiana e il ministro della Cultura. Hanno concordato una location epica. Il combattimento sarà gestito dalle fondazioni mia e di Zuck. Il livestream sarà su questa piattaforma e su Meta. (…) Tutto porterà rispetto al presente e passato dell’Italia, e il ricavato andrà ai veterani.
(Elon Musk su X, in Paolo M. Alfieri, La sfida. Musk-Zuckerberg, duello a Roma. “Ma non al Colosseo”, “Avvenire”, 11 agosto 2023, alla pagina https://www.avvenire.it/economia/pagine/musk-zuckerberg-duello-a-roma-ma-non-al-colosseo)
Il sito archeologico di Pompei attira di per sé l’attenzione mondiale e negli ultimi tempi, anche grazie agli eventi di rilievo internazionale che vi si allestiscono, sta riscuotendo un interesse strepitoso. Non posso che auspicare che la scelta da parte del ministro Sangiuliano, come location del combattimento tra questi due colossi dei social ricada proprio su Pompei.
Rappresenterebbe per noi un ulteriore valore aggiunto, dopo che proprio qui l’altro giorno è stato presentato il logo della candidatura della Cucina italiana a patrimonio UNESCO. L’Anfiteatro di Pompei sarebbe proprio il luogo più adatto a questo evento straordinariamente originale, che mai avrei immaginato. E’ la prova che qui si sta lavorando bene e continueremo così.
(Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei, in Musk-Zuckerberg a Pompei? Il sindaco, sarebbe il luogo più adatto, “ANSA”, 11 agosto 2023)
Amo questo sport, sono pronto a combattere dal giorno in cui Elon mi ha sfidato. Se mai sarà d’accordo su un vero appuntamento, lo saprete da me. Fino ad allora, per favore presumete che tutto ciò che dice non sia stato concordato. Non trattengo il fiato per Elon, ma condividerò i dettagli sul mio prossimo combattimento quando sarò pronto. (…) Quando gareggio voglio farlo in un modo che metta sotto i riflettori gli atleti d’élite al vertice del gioco. Questo lo fai lavorando con organizzazioni professionali come la Ufc o One per realizzarlo bene e creare un grande programma.
(Mark Zuckerberg su Threads, in Claudio Salvalaggio, Zuckerberg frena sul match contro Musk, cresce la polemica, “ANSA”, 13 agosto 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/08/11/musk-il-combattimento-con-zuckerberg-sara-nellantica-roma_32346215-8271-4e1d-96cb-0db634325846.html)
Esclusa la città eterna dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nel toto-nomi ci sono l’Arena di Verona, Ostia Antica ma soprattutto Pompei, “il luogo più adatto” secondo il sindaco Carmine Lo Sapio. Il primo cittadino di Taormina Cateno De Luca ha proposto il teatro antico mentre il governatore della Calabria Roberto Occhiuto ha chiamato Sangiuliano per candidare ufficialmente la sua regione, “la culla dei Bronzi di Riace”.
Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale ANCI, si chiama fuori: “Non abbiamo bisogno di due miliardari che giocano a scimmiottare moderni gladiatori! Che messaggio arriverebbe alle nuove generazioni alle quali continuiamo a dire a gran voce che la scuola rappresenta l’unico ascensore sociale? Se l’idea di Musk-Zuckerberg è invece quella di sfidarsi a colpi di innovazione, tecnologia, idee per preservare e arricchire le nostre bellezze spalancheremo tutte le porte”.
Il match divide anche la politica. Tra i critici, in prima fila il leader di Azione Carlo Calenda, che chiede a Sangiuliano di non fare “il valletto di Musk e Zuckerberg: i monumenti italiani rappresentano la nostra storia e la nostra identità. Usarli per assecondare le bizzarrie di due miliardari che vogliono darsele in mondovisione (fatto di per sé già ridicolo e egomaniacale) è indecoroso e irrispettoso del nostro retaggio. Né può in alcun modo cambiare questa valutazione la promessa di una donazione”. Favorevole invece il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che replica alle reazioni negative di Calenda, Matteo Orfini e anche (tra le file della maggioranza) Maurizio Gasparri ricordando che “l’aula del Senato, con il suo altissimo valore simbolico, è stata concessa per una celebrazione a Gianni Morandi, consentendo di smontare i banchi del governo, quegli stessi dai quali Gasparri parla”. Dal mondo accademico si leva la voce dell’archeologo Andrea Carandini, docente nelle università di Siena e Roma, già presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali e del Fai: “La lotta di due miliardari a Pompei? È la pagliacciata invece della valorizzazione culturale”.
(Claudio Salvalaggio, Zuckerberg frena sul match contro Musk, cresce la polemica, “ANSA”, 13 agosto 2023, alla pagina https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/08/11/musk-il-combattimento-con-zuckerberg-sara-nellantica-roma_32346215-8271-4e1d-96cb-0db634325846.html)
Dopo le tante chiacchiere che hanno riempito i social di Elon Musk e Mark Zuckerberg e il profilo del ministro della Cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, è finalmente stato chiarito che i due miliardari non combatteranno l’uno contro l’altro, né a Roma, né mai. A farlo, dopo l’accusa di poca serietà ricevuta dal patron di Meta, è stato proprio Musk, rispondendo in italiano a un post del ministro su X, l’ex Twitter.
Voglio ringraziare il ministro Sangiuliano per la gentilezza e la disponibilità nel voler organizzare un evento di intrattenimento, culturale e di beneficenza in Italia. Volevamo promuovere la storia dell’Antica Roma con il supporto di esperti e allo stesso tempo raccogliere soldi per i veterani americani e gli ospedali pediatrici in Italia. (…) Zuckerberg ha rifiutato l’offerta perché non è interessato a questo approccio. Vuole solo combattere se è la Ufc organizzare l’incontro. Io comunque sono sempre pronto a combattere.
(Elon Musk, in Kevin Carboni, Il presunto combattimento tra Musk e Zuckerberg non si farà, “Wired”, 17 agosto 2023, alla pagina https://www.wired.it/article/musk-zuckerberg-combattimento-non-si-fa/)