Il “Bando Periferie” 2023: l’evoluzione del progetto

Come le 14 Città Metropolitane hanno speso i 10,5 milioni di euro per le attività di spettacolo nelle periferie | Data di pubblicazione: 9 settembre 2024

Il “Bando Periferie” lanciato da Dario Franceschini l’11 febbraio 2022 prevedeva un sostegno anche per il 2023, pari a 10,5 milioni di euro, una somma quasi dimezzata rispetto ai 22,2 milioni di euro assegnati per il 2022.

Il “Bando Periferie” per il 2023

L’impostazione del provvedimento è stata confermata dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con il D.M. 412 21/11/2022 (“Criteri di riparto e modalità di utilizzo delle risorse destinate al sostegno di attività di spettacolo dal vivo nelle aree periferiche dei Comuni capoluogo delle città metropolitane e maggiori risorse disponibili a valere sul Fondo Unico per lo Spettacolo”), che ha provveduto alla ripartizione dei fondi disponibili tra le 14 Città Metropolitane, delegando come nel 2022 la selezione dei progetti da finanziare ai bandi pubblici predisposti da ciascuna Città Metropolitana in accordo con il Ministero.
Dopo l’analisi relativa al “Bando Periferie” del 2022, può essere utile proseguire l’analisi, anche mettendo a confronto le due annualità.
Una prima notazione riguarda tuttavia la difficoltà a reperire i dati sui siti delle diverse amministrazioni, sia perché rimossi o di fatto irreperibili sia perché a volte i fondi del “Bandi Periferie” vengono assegnati all’interno di una progettualità più ampia e dunque diventa difficile ricollegare la provenienza e la destinazione dei fondi.
Come nel 2022, il requisito trasversale e necessario richiesto dal Ministero è che i soggetti vincitori e finanziati siano ammessi al FUS oppure (per soggetti extra FUS) che abbiano almeno 3 anni di contributi ENPALS. La scelta è sostenere solamente strutture professionali e non neo-costituite.
A partire da queste linee guida, ogni Città Metropolitana ha potuto strutturare il bando secondo i propri criteri.
Abbiamo dunque proseguito l’analisi degli elementi su cui ci eravamo concentrati nel 2022, cercando di cogliere eventuali evoluzioni nelle scelte delle diverse amministrazioni.

IL LINK
Dove vanno i 22,2 milioni di euro dei bandi “Periferie”? Una prima analisi del fondo FUS (con la mappa dei progetti finanziati nelle 14 città metropolitane nel 2022)
(Vedi anche Oliviero Ponte di Pino, Il “Bando Periferie” per lo spettacolo dal vivo: un test per le politiche delle Città Metropolitane, in Marina Caporale, Daniele Donati, Mimma Gallina, Fabrizio Panozzo (a cura di), Le politiche per lo spettacolo dal vivo tra Stato e Regioni, FrancoAngeli, Milano, 2023)

Quanto e dove (La ripartizione tra le 14 Città Metropolitane)

Dei 10,5 milioni di euro da distribuire nel 2023, una quota, pari a 5.250.000,00 euro, è stata ripartita in egual misura tra i Comuni capoluogo delle 14 Città Metropolitane, mentre la quota restante, pari a 5.250.000,00 euro, è stata suddivisa in proporzione alla popolazione residente nel Comune capoluogo della Città Metropolitana.
Resta dunque aperto il nodo del rapporto tra il Comune capoluogo e gli altri Comuni della Città Metropolitana. Considerando la Città Metropolitana nella sua interezza, sarebbe più corretto considerare “periferia” anche i Comuni diversi dal capoluogo, che fanno parte a tutti gli effetti della Città Metropolitana. Ma ci sono situazioni molto diversificate: dall’intensa urbanizzazione della gran parte della ex Provincia di Milano alle campagne che circondano di fatto diverse altre Città Metropolitane (per non parlare delle zone appenniniche tra Bologna e Firenze). Vi è poi il caso anomalo di Venezia, con il centro storico in laguna, l’agglomerato urbano di Mestre e gli altri Comuni della Città Metropolitana.

Dove (Il Centro e le Periferie)

Come sappiamo, anche i Comuni capoluogo delle 14 Città Metropolitane sono molto differenti fra loro a livello urbanistico e dunque anche il concetto di “periferia” non è applicabile a ognuno di essi allo stesso modo. La definizione da dizionario, “zona marginale di un’area geograficamente o topograficamente determinata”, si può facilmente applicare in una città monocentrica e compatta come Milano. In altri casi, per esempio a Bari, Napoli o Palermo, si può parlare di “periferie interne”, ovvero quartieri geograficamente centrali ma con le caratteristiche socio-demografiche tipiche delle periferie. Anche a partire da queste differenze, ogni Città Metropolitana ha potuto decidere autonomamente le indicazioni da inserire nel bando.
Per quanto riguarda le zone in cui realizzare gli interventi, Bari e Catania non hanno dato alcuna indicazione, concedendo contributi a progetti pianificati in qualsiasi zona. Diverse amministrazioni (Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Torino e Venezia) hanno invece espressamente escluso i centri storici dalle possibili aree di attivazione dei progetti. Firenze ha escluso dagli interventi il suo Centro Storico menzionando la sua iscrizione nella Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale.

Altri capoluoghi, come Cagliari e Messina, hanno dato indicazioni più precise, definendo le aree di intervento in maniera più dettagliata, mappando precisi luoghi-bersaglio da attivare (come Cagliari, con 11 “aree di pertinenza”, e Messina, con 15 “lotti”). Il Comune di Roma ha disegnato una mappa che segmenta i diversi Municipi, per la sua estensione, ma anche per le caratteristiche dei diversi Municipi, che al loro interno hanno quartieri con caratteristiche socio-economiche (e culturali) diversificate.
Solo Bologna e Palermo hanno dato la possibilità di presentare progetti che interessassero l’intera Città Metropolitana e quindi anche gli altri Comuni oltre al capoluogo.
Nel 2022 Torino aveva cercato di pianificare gli interventi, distribuendoli nei diversi quartieri, anche se poi le proposte ricevute non avevano soddisfatto questa distribuzione (vedi l’analisi sul 2022): infatti nel Bando Periferie 2023 questa indicazione non è più presente.
Nel 2023 Milano ha invece scelto di distribuire gli otto interventi principali negli otto Municipi che circondano il centro storico (la Zona 1, esclusa dal bando), forzando a volte i soggetti vincitori a “traslocare” in un altro quartiere, a prescindere dal radicamento e dalle attività di ogni soggetto nel suo territorio di riferimento.

Quando (L’estate, l’autunno, Natale?)

L’analisi dei bandi delle diverse Città Metropolitane evidenzia scelte diverse anche rispetto alle tempistiche di svolgimento delle attività e al loro collocamento all’interno di programmazioni culturali cittadine preesistenti. Va tenuto presente che i bandi sono stati pubblicati a partire dalla tarda primavera, e dunque le attività si sono necessariamente svolte solo nella seconda metà dell’anno.

Cagliari, Catania, Genova, Reggio Calabria e Torino hanno semplicemente fissato la scadenza per la realizzazione delle attività sostenute al 31 dicembre 2023, lasciando dunque ai soggetti finanziati totale libertà di scelta.
Bari, Bologna, Milano, Napoli e Palermo hanno concesso il finanziamento a progetti di spettacolo dal vivo da programmare durante i mesi estivi, fissando il termine ultimo per la realizzazione della attività a fine settembre o, al massimo, a fine ottobre (eventualmente collegandosi ad altre attività, vedi il caso di “Bologna Estate”).
A Firenze le risorse sono state indirizzate verso la rassegna “Autunno Fiorentino”, finanziando progetti da realizzare tra fine settembre e fine novembre. Anche il bando emanato dalla Città di Roma ha richiesto progetti da calendarizzare nello stesso periodo.
Peculiare la scelta di Messina, che ha espressamente chiesto di “valorizzare il tema del Natale”.

Chi (la selezione, il ricambio)

Un primo dato che si evince dai provvedimenti di assegnazione riguarda il numero di progetti finanziati rispetto al numero di soggetti pervenuti, con esiti molto differenti. Firenze e Catania, rispettivamente con il 68,4% e il 65,5% dei soggetti ammessi rispetto a quelli pervenuti, sono le città con il tasso più alto di progetti finanziati: il capoluogo toscano ha finanziato 13 progetti su un totale di 19 pervenuti; a Catania sono stati finanziati 19 progetti su 29. Bari registra invece la percentuale più bassa: a fronte di 27 istanze pervenute, ne sono state finanziate soltanto 7, ovvero il 25,9%. Fa caso a sé Venezia, dove di fatto il bando era costruito su misura per un unico soggetto, Arteven (il Circuito Teatrale Regionale del Veneto), che ha gestito l’intera dotazione.

Un secondo dato significativo emerge dal raffronto tra i soggetti vincitori dei bandi 2022 e 2023: è il “tasso di ricambio” tra un anno e l’altro.
A Reggio Calabria, sia nel 2022 sia nel 2023 sono stati finanziati 11 progetti: 8 dei progetti finanziati nel 2023 sono stati presentati da soggetti che avevano ricevuto un finanziamento l’anno precedente, con solo 3 nuovi accessi. Anche Genova e Torino hanno finanziato molti soggetti già sostenuti in passato: dei 12 progetti finanziati dal capoluogo ligure, 8 sono stati presentati da soggetti finanziati l’anno precedente (ma con diverse esclusioni significative); dei 13 progetti selezionati a Torino, 9 sono stati presentati da soggetti finanziati anche nel 2022. Maggiore ricambio a Cagliari (solo 2 soggetti rifinanziati nel 2023 su 9 totali) e Palermo (solo 13 soggetti già finanziati nel 2022 su un totale di 35 progetti).

Quanti (e quanto)

A fronte di un dimezzamento dello stanziamento complessivo, era possibile agire su due leve: diminuire il numero di soggetti finanziati e ridurre il finanziamento medio a soggetto.
Accantonando i casi di Venezia (per la particolare articolazione del bando) e quelli dove non sono disponibili alcuni dati (Catania per il 2022, Messina e Palermo per il 2023), la tendenza generale è stata ridurre sia il numero di soggetti finanziati sia il finanziamento medio a progetto. In controtendenza Cagliari e Palermo, dove è aumentato il numero di soggetti finanziati; e Bologna, dove i soggetti finanziati sono passati da 28 a 19 e il sostegno medio a soggetto è aumentato. Va tuttavia notato che a Bologna un unico soggetto – con un bando apposito – ha assorbito quasi la metà del contributo (289.000 euro), mentre gli altri 18 soggetti si sono ripartiti, attraverso un altro bando, i restanti 303.500 euro (con una media di 16.681 euro ciascuno).

La distribuzione delle risorse dipende ovviamente anche dalle caratteristiche dei soggetti e dal tipo di attività che svolgono, dalla loro capacità progettuale e dalla loro forza finanziaria.
Già nel 2022 alcune Città Metropolitane avevano adottato un sistema “a fasce”, con alcuni soggetti (presumibilmente di maggiori dimensioni) che potevano concorrere per una cifra più elevata, e realtà minori a cui erano riservati contributi di minore entità.
Nel 2023 diverse Città Metropolitane (Bari, Firenze, Messina, Palermo, Roma e Torino) hanno previsto un’unica fascia, con massimale mediamente attorno ai 50.000 euro. Cagliari, Catania, Milano e Napoli hanno previsto due fasce: una per progetti di minori dimensioni e dunque meno onerosi, un’altra per progettualità più complesse e strutturate, quindi più costose. Genova è l’unica città che ha predisposto tre fasce per progetti da massimo 10.000, 40.000 e 80.000 euro.

Da un lato c’è la spinta a sostenere una galassia di piccole realtà attive nei territori. Dall’altro la spinta a concentrare le risorse su progetti che possano ottenere maggiore visibilità e impatto, oppure rivolgersi a isituzioni che si ritengono meglio attrezzate per distribuire le risorse ai soggetti attivi nel territorio (come nel caso di Artven).
I 22 soggetti più finanziati dal “Bando Periferie” assorbono quasi 2,5 milioni di euro, ovvero circa un quarto del totale.

Con chi (il co-finanziamento)

Quasi tutte le Città Metropolitane hanno richiesto nel bando una quota di cofinanziamento dei progetti. L’unica eccezione è Bari, che ha finanziato il 100% dei costi del progetto senza richiedere l’attivazione di altre risorse.
Genova (per gli eventi senza sbigliettamento) e Roma richiedono un co-finanziamento del 10%, Cagliari del 15%, Catania, Firenze, Milano, Napoli e Torino poco di più, ovvero del 20%, Reggio Calabria commisura la quota di co-finanziamento in base al punteggio raggiunto dalla proposta progettuale, con una quota variabile tra il 20% e il 40%.

Conclusioni

Il “Bando Periferie” è stato in questi anni un’importante occasione di sperimentazione, vista anche l’incertezza sulle competenze delle Città Metropolitane in materia culturale.
In ogni caso il progetto ha rappresentato un segnale d’attenzione e un significativo sostegno all’attività culturale nelle aree metropolitane. Infatti il 15 febbraio 2024 i sindaci delle Città Metropolitane, attraverso l’ANCI, hano inviato una lettera al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, chiedendo che “il Fondo per lo Spettacolo dal Vivo nelle periferie delle Città Metropolitane, attualmente previsto per le annualità 2022-2024, possa essere programmato anche per gli anni successivi, a garanzia di continuità delle politiche culturali finora intraprese dai Comuni”. E infatti il progetto è proseguito anche nel 2024.
Non deve sorprendere che tra il 2022 e il 2023 ci siano stati aggiustamenti e cambiamenti di rotta più o menio radicali (vedi i casi, in direzioni molto diverse, di Milano, Cagliari e Venezia). Sarebbe opportuno un confronto tra gli amministratori sulle ragioni e sugli effetti di queste scelte, e sulle motivazioni delle modifiche dei bandi. E sarebbe opportuno valorizzare e dare maggiore visibilità ai risultati di centinaia e centinaia di progetti, spesso nati dal basso.
Ferma restando la differenza dei contesti e delle situazioni territoriali (anche a partire dalla diversa offerta culturale e progettuale dei vari territori), potrebbe essere utile anche uno scambio di esperienze e di Buone Pratiche tra le diverse Città Metropolitane, sia nella stesura del bandi e nella valutazione delle proposte, sia per valorizzare e diffondere i progetti più interessanti.

La lettera al ministro Gennaro Sangiuliano dei sindaci delle 14 Città Metropolitane (15 febbraio 2024)

IL LINK
Una prima parte di questa ricerca sui “Bandi Periferie” 2023 è stata presentata nell’ambito del convegno “Ai margini accadono cose”, FringeMi Festival, 6 giugno 2024.




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