TourFest2024 | Un festival per imparare a fare il proprio teatro
UTU a Urbino
«Urbino… in cima a un monte di media altezza, ma adagiantesi da ciascun lato secondo ogni piega del pendio, di modo che non ha nulla su un medesimo piano e dovunque si deve salire e scendere.»
(Michel de Montaigne, Journal de Voyage en Italie / Giornale di Viaggio in Italia, 1581)
Quel dinamismo labirintico, “così teatrale” per un olandese abituato a orizzonti lineari e piatti è la caratteristica che fece innamorare Escher dell’Italia e della città di Urbino. Il centro storico, patrimonio dell’UNESCO, pulsa di una vitalità sorprendente: la freschezza che si respira tra le strade del centro è dovuta anche al suo corposo polo universitario.
In questo contesto, nel 2016 nasce, per iniziativa di alcuni ex allievi dell’ateneo, il CTU Cesare Questa, il Centro Teatrale dell’Università di Urbino. Con il desiderio di espandersi e trovando nel format del festival la forma ideale per integrare diverse iniziative e per rivolgersi a un pubblico più ampio, nel 2018 nasce UTU – Urbino Teatro Urbano, con la direzione artistica Michele Pagliaroni, che quest’anno si è svolto nella prima settimana di luglio ed è seguito dalla rassegna diffusa #Piazze.
Fai il tuo teatro!
Nel 2020 il festival viene affiancato dal bando Fai il tuo teatro!, un percorso di alta formazione rivolto a compagnie e collettivi teatrali di under30 per approfondire organizzazione, comunicazione e allestimento insieme a professionisti del settore.
Il mio soggiorno a Urbino inizia proprio con una delle masterclass di questo percorso di formazione, dove Marina Saraceno, giornalista ed esperta di comunicazione culturale, ha tenuto una lezione su comunicazione istituzionale e ufficio stampa. Un’opportunità preziosa per giovani compagnie che spesso si trovano ad affrontare senza esperienza le richieste del mondo del lavoro. Ma insieme a un approccio teorico, la forza del progetto di Fai il tuo teatro! è la possibilità di entrare in contatto con altre compagnie nella stessa situazione.
UTU Off
Il programma ufficiale del festival è affiancato da UTU Off, performance e spettacoli liberi e gratuiti ogni giorno nella piazzetta di via Valerio, il cui portico, con colonne sormontate da capitelli ionici, presenta un soffitto ligneo dipinto a cassettoni che – come mi fa notare Michele Pagliaroni – è probabilmente l’ispirazione per il loggiato del Pretorio di Pilato nella Flagellazione di Piero della Francesca.
Amori a Urbino di Barbara Spataro rientra nella tradizione della commedia dell’arte. Il festival pone un forte accento su questa forma teatrale, dedicando particolare attenzione al teatro popolare e di piazza.
Il palco, realizzato dagli studenti durante un laboratorio con Stefano Perocco di Meduna nelle scorse edizioni del festival, riflette questa tradizione. Gli studenti hanno accesso anche a un laboratorio artigianale dedicato alla creazione delle maschere tipiche di questo genere. Aperto a tutti e senza necessità di una formazione pregressa, il corso è guidato sempre da Stefano Perocco di Meduna e Tullia Dalle Carbonare. I partecipanti vengono accompagnati attraverso il processo di realizzazione di una maschera della commedia dell’arte, utilizzando tecniche e utensili tradizionali. Il programma include elementi di storia della maschera, studi di morfologia umana e animale, scultura del legno, battitura e modellazione del cuoio.
Più tardi va in scena Retrogusto Pop del Collettivo Matrioska, che nel 2023 era stato in residenza a UTU. La vendita dell’Enciclopedia delle donne, concepita per spiegare l’universo femminile agli uomini, diventa il pretesto per una serie di situazioni grottesche e comiche che esplorano i ruoli di genere e le aspettative sociali. Come dichiara la compagnia, “parte dalle storie di donne definite nervose, insolenti, indifferenti, da figlie chiamate tarde, ribelli, ostili al matrimonio”. Scene di uno show televisivo culinario, in cui una cuoca sarda cucina la morte al patriarcato, si alternano a un gruppo di vecchie che escogita un omicidio e alla vendita dell’Enciclopedia.
La scena mi fa pensare all’apertura del film Funny Face, in cui Miss Prescott, l’editor in chief del fashion magazine “Quality”, circondata dalle sue vallette, dichiara che il nuovo colore per le donne è il rosa: “To the women everywhere: banish the black, burn the blue, and bury the beige. From now on, girls… think pink!”
Nello spettacolo, lo stile delle televendite e delle rubriche delle riviste che danno consigli alle donne su come essere perfette per i propri mariti e fidanzati, si riflette nell’atteggiamento zelante e orchestrato delle vallette, che vendono l’idea di una perfezione femminile con un sorriso smagliante e movimenti sincronizzati.
Il risultato è uno spettacolo con tempi comici serrati e con un approccio tongue-in-cheek che riesce a trattare temi femministi in modo frizzante e leggero, mantenendo un tono fresco e coinvolgente, senza risultare pedante o banale.
Alessandro Biasioli rivista la storia d’Italia
A cent’anni dall’omicidio di Giacomo Matteotti, Alessandro Biasoli ha presentato nell’ambito di UTU Off in anteprima il suo nuovo spettacolo L’avvocato di Matteotti. Il monologo, sviluppato grazie a una residenza artistica presso la Fondazione Ca’ Romanino, si concentra sul periodo del “processo farsa” voluto da Mussolini a Chieti per liquidare con discrezione l’omicidio del deputato socialista. Con un linguaggio ispirato alla Commedia dell’Arte, Blasioli rivisita con ironia i momenti cruciali di un’epoca segnata dalla dittatura fascista. Blasioli nell’occasione non ha solo presentato il lavoro in fase di preparazione, ma anche per collaudarlo con il pubblico, aprendo un confronto su come migliorare il lavoro.
Il 1° agosto nella rassegna #Piazze, Alessandro Blasioli porterà in scena Sciaboletta, un monologo dove narra la fuga del Re Vittorio Emanuele dopo l’armistizio siglato dal generale Giuseppe Castellano, a nome del generale Pietro Badoglio, e dal generale Walter Bedell Smith, a nome del generale Dwight D. Eisenhower.
Il festival nella città
Il festival UTU. Urbino Teatro Urbano si inserisce nel contesto culturale e storico della città con un programma ricco e variegato che comprende spettacoli, incontri, workshop e corsi di formazione. Un elemento caratterizzante del festival è la sua attenzione alla commedia dell’arte, una forma teatrale le cui radici risalgono al Rinascimento italiano. Questa tradizione, nota per la sua capacità di combinare improvvisazione, comicità e satira, viene reinterpretata in chiave moderna, rendendo omaggio a capolavori del passato con nuove prospettive.
Il palco nel cortile di Santa Chiara diventa il luogo simbolo di UTU, con il suo panorama sulle valli marchigiane, è significativo nel suo relazionarsi con paesaggio, città e comunità.
UTU si propone di promuovere la cultura e l’intrattenimento, offrendo opportunità ai giovani non solo nella proposta artistica, ma anche nell’organizzazione e nella gestione dell’evento, e coinvolgendo la comunità locale e il territorio.
Tag: Urbino Teatro Urbano (3)