TourFest2024 | Tra locale e globale, una pluralità di linguaggi per rilanciare il festival

Primavera dei Teatri a Castrovillari

Pubblicato il 30/07/2024 / di and / ateatro n. 197 | TourFest 2024

Si apre giovedì 23 maggio 2024 la XXIV edizione di Primavera dei Teatri, festival di teatro, danza e performance, che anima Castrovillari. Il borgo calabrese diventa la scena di cinquantacinque spettacoli che trascinano, in questo angolo d’Italia, ospiti provenienti da tutto il mondo. Le vie del paese vengono calcate da personalità diverse: la “vita lenta” del Sud Italia si mescola all’euforia e al fremito globale rendendo Castrovillari una realtà cosmopolita.
I direttori artistici del festival Settimio Pisano, Saverio La Ruina e Dario De Luca, tramite Primavera dei Teatri e la compagnia teatrale Scena Verticale, si impegnano a portare il teatro e le arti performative in un territorio ai margini della vita culturale italiana. Stupisce la risposta attiva della comunità locale che, con grande entusiasmo, accoglie le proposte teatrali, anche quelle più innovative, riempiendo le platee dei teatri. Tale connessione tra locale e globale è uno dei principali punti di forza del festival.

«Un festival che prova a rilanciarsi»

Quest’anno, con un nuovo slancio, il festival si apre alla danza: dal 23 al 27 maggio “Prima”, una rassegna dedicata alle performance fisiche e coreografiche apre l’edizione 2024. Per la prima volta, i palcoscenici di Castrovillari vengono calcati da performer e coreografi attirando quindi un pubblico nuovo.

Quest’anno abbiamo ospiti che vengono dall’altra parte del mondo, il progetto che stiamo facendo è attrattivo. “Prima” è una piattaforma dentro la quale ospiteremo tanti programmatori stranieri e daremo modo ai giovani artisti italiani di esibirsi davanti a loro.

Settimio Pisano commenta così il nuovo progetto di Primavera dei Teatri, sottolineando l’esigenza da parte del festival di mutare la propria identità ed enfatizzando uno dei principali obiettivi della linea direttiva di Scena Verticale: portare davanti a occhi internazionali artisti locali e italiani. Primavera dei Teatri si colora di una nuova sfumatura, ospitando progetti di residenza e di studio. Dopo anni di studio all’estero, il giovane castrovillarese Leo Schifino torna a casa con Until our words coincide again: never, una composizione di un corpo che si muove ambiguo tra scelta, errore e imprevisto. Sulla stessa scia, Maria Luigia Gioffrè in After Party esplora estetiche al confine tra linguaggio figurativo, performance e prosa, e Mauro Lamanna 7 o 77 esplora il legame tra identità e luogo. Il nucleo tematico di questi lavori e dei progetti di residenza è il teatro inteso come una possibile risposta al cambiamento sociale e comunitario, capace di mutare le coscienze e proiettarle al futuro offrendo agli occhi degli spettatori la realtà senza filtri.
Prima accoglie anche performer già affermati, come Chiara Bersani che porta nella prima giornata del festival il suo ultimo lavoro Sottobosco, indagando come un gruppo di persone con disabilità possa trasformarsi in comunità temporanea interagendo direttamente sul palco con gli artisti. L’interazione dello spettatore diventa centrale in Landscape di Elena Antoniou: la struttura architettonica del teatro si rovescia, la platea si trasforma in palcoscenico al cui centro si staglia il corpo dell’artista che si dona, come un paesaggio, allo sguardo di un pubblico lasciato libero di muoversi, camminare, sedersi e fotografare.

Landscape

Primavera dei Teatri accoglie anche le arti figurative con “Oltre” dedicata a laboratori, talk, mostre, installazioni e proiezioni. Presso il Castello Aragonese, nel centro storico del borgo, riprendono vita le illustrazioni di Massimiliano De Luca, ballerino e coreografo castrovillarese, con la passione per l’arte del disegno. I portici del Protoconvento francescano, una delle location più vive del festival in quanto spazio temporaneo degli uffici dello staff, si aprono al pubblico, impreziosendosi della mostra fotografica Lo sguardo di Tommaso Le Pera sul teatro di Saverio La Ruina, che accoglie dentro ogni scatto l’energia vitale degli spettacoli di uno dei direttori del festival. L’elemento vivo di questa sezione è R.A.C.Cordi!… A primavera!, format laboratoriale a cura di R.A.C. (Regist_ A Confronto). Il workshop propone un corso di formazione e confronto fra registi affermati e un gruppo di quindici attori e attrici, che dialogano sulla rappresentazione scenica del testo narrativo La fine del Titanic di Hans Magnus Enzensberger, in un progetto comune che si anima di punti di vista del tutto differenti.

Primavera in prosa

Il cuore pulsante del festival rimane la sezione dedicata alla nuova drammaturgia, con alcuni tra gli spettacoli più innovativi del panorama teatrale nazionale.
Con il suo ultimo lavoro Affogo, Dino Lopardo narra una storia di desideri e insicurezze: il protagonista è Nicholas (interpretato da Mario Russo), un ragazzo che sogna di diventare un campione di nuoto nonostante la paura dell’acqua. Il centro della scena è occupato da una vasca da bagno nella quale Nicholas rievoca i ricordi di un’infanzia segnata dalla presenza opprimente di due vecchi zii e dai loro comportamenti discutibili; sullo sfondo, una piscina, teatro di un evento traumatico che segnerà per sempre la vita del ragazzo. La messinscena di tematiche come la solitudine, il bullismo e la violenza è accompagnata da un umorismo spiazzante, con una lingua diretta (colorita, a tratti, dal dialetto calabrese), che provoca il riso amaro degli spettatori.

Affogo

Play di Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani, prima assoluta nazionale, diventa voce del tema sociale delle violenze psicologiche sul posto di lavoro. Al centro il racconto di una giovane attrice, vittima dell’abuso di potere da parte del regista con cui si confronta. Davanti a tre telecamere, la protagonista è costretta a esibire la propria intimità di fronte alle domande sempre più invadenti del proprio carnefice, in un dialogo in cui il piano della realtà si mescola con quello dei ricordi e dell’immaginazione.
Con I 4 desideri di Santu Martinu. Favolazzo osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti, presentato da uno dei direttori di Primavera dei Teatri, Dario de Luca, la programmazione del festival si colora di un tono goliardico. E’ la riscrittura in dialetto calabrese di alcuni fabliaux anonimi medievali e scardina il tema, troppo spesso censurato, della libera sessualità.

I 4 desideri di Santu Martinu. Favolazzo osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti

Come sottolinea lo stesso De Luca, il fulcro del lavoro è la musicalità della parola enfatizzata dal dialetto che dona autenticità ai suoni. Così I 4 desideri di Santu Martinu sono una vera e propria dedica alla comunità di Castrovillari, che ha ricambiato con una calorosa partecipazione allo spettacolo.
La molteplicità di linguaggi rispecchia quella delle possibilità di rappresentazione.

Primavera e noi

A Primavera dei Teatri non siamo solo semplici spettatrici, il legame è più profondo. Quando Saverio La Ruina ci ha proposto di collaborare all’organizzazione del festival, abbiamo accettato senza esitazione ma inconsapevoli di tutto quello che avrebbe comportato. Ci siamo messe alla prova in settori e ambiti diversi: dalla comunicazione social alla produzione degli spettacoli, dall’allestimento degli spazi al servizio di biglietteria. Primavera dei Teatri ci ha trascinate con la sua potenza in un vortice di attività, insegnandoci l’importanza del gioco di squadra e donandoci istanti impressi nel cuore.




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