Nuove storie all’Elfo Puccini | Due donne al museo per raccontare van Gogh, il revenge porn e le madri perfette

Mi manca van Gogh di e con Francesca Astrei e Monologo della buona madre di e con Lea Barletti

Pubblicato il 26/06/2024 / di and / ateatro n. 195

Ha preso il via il 21 maggio l’undicesima edizione di Nuove storie, la rassegna teatrale del Teatro Elfo Puccini quest’anno dedicata al femminile con il titolo Prima le donne. Con la direzione di Francesco Frongia, sul palcoscenico del teatro milanese si alternano sei spettacoli che mettono al centro la drammaturgia al femminile.

Mi manca van Gogh
di Martina Bruno

Buio in sala. Finalmente le luci si accendono e iniziamo a delineare i contorni del contesto attorno a noi. Ci troviamo in un museo, di cui però non conosciamo il nome e nemmeno la città in cui si trova. Poco importa, quello che è chiaro è che siamo a una mostra dedicata al grande pittore olandese, autore di quasi novecento dipinti, più di mille disegni e innumerevoli schizzi non portati a termine e appunti: Vincent van Gogh.
Siamo i visitatori della mostra. Un gruppo disordinato e indisciplinato, che si distrae facilmente, parla al cellulare, fa fotografie e addirittura mangia patatine, disturbando e mancando di rispetto alla guida turistica.
La sua reazione è prevedibile e giustificata. Davanti a noi una donna arrabbiata, infastidita e indispettita dal nostro comportamento maleducato, che sarebbe scorretto in qualsiasi museo ma che lo è ancora di più a quella specifica mostra di van Gogh di cui proprio lei è la guida.
Sì, perché per lei van Gogh non è un pittore qualunque e ben presto, tra le poltrone del Teatro Elfo Puccini, scopriamo perché. E’ lei stessa a raccontarcelo, in un flusso di coscienza in cui la ragazza ci illustra il legame tra la dolorosa vita del pittore olandese e la terribile esperienza vissuta da Michelina, la sua amata amica d’infanzia. Entrambi sono stati “suicidati dalla società”, e cioè rinnegati e rifiutati dalla comunità a tal punto da portarli al suicidio.
Lui, Vincent, un pittore incompreso, non stimato e poco apprezzato dalla società, autore di capolavori la cui qualità artistica è stata riconosciuta soltanto dopo la sua tragica morte, il 27 luglio 1890, una domenica. Una sera d’estate in cui van Gogh decise di togliersi la vita, sparandosi un colpo di rivoltella allo stomaco in un campo vicino dopo aver dipinto i suoi quadri. Lei, Michelina che, come Vincent, ha preso la scelta estrema e definitiva del suicidio per scappare dal disagio e dalla vergogna, dopo che il suo ex fidanzato ha pubblicato in rete un video con i loro momenti di intimità.

Mi manca van Gogh, Francesca Astrei

E dopo il silenzio cosa rimane? Il dolore di chi resta, la rabbia di chi sopravvive, il tormento di un fratello e di un’amica che restano soli, straziati dai sensi di colpa e con infinite domande a cui non riceveranno mai risposte. E allora per Théo van Gogh è forse questa l’occasione perfetta per rispondere a tutte quelle lettere che Vincent gli inviava senza ricevere mai risposta. Chiedergli perché ha commesso un gesto così tremendo. Esprimergli il suo amore. Dirgli che lui sarebbe stato per sempre al suo fianco e che non era solo. Lo stesso fa la guida turistica – di cui non conosciamo il nome – interpretata dalla intensa e profonda Francesca Astrei che, con la voce tremante e commossa, porta in scena la tematica del revenge porn. Critica a gran voce e senza paura quella comunità che rimane immobile davanti a fatti atroci e disumani. Una società perbenista che giudica le vittime e non i carnefici.
Un monologo di denuncia, toccante, coinvolgente, che Francesca Astrei porta con fierezza e dignità sul palcoscenico del Teatro Elfo Puccini, in quanto vincitrice del FringeMI Festival 2023.
Noi speriamo che le sue parole ci facciano riflettere, consapevoli che il teatro possa essere un luogo prezioso per veicolare questi messaggi oggigiorno sempre più importanti ed urgenti.

Monologo della buona madre
di Marta Pinosa

L’obiettivo è lo stesso del Monologo della buona madre, un racconto che è confessione, è ricostruzione, è la storia di una donna che voleva essere una ‘buona madre’. Un testo che ci parla di autonomia e dipendenza, della coraggiosa e instancabile lotta per diventare sé stessi.
Cosa vuol dire essere una buona madre? Esistono dei valori universali per definirla? Sono queste le domande alle quali il monologo cerca di rispondere. Una ricostruzione cronologica a una voce di una donna che diventa madre e smette di essere sé stessa per meritarsi l’amore dei figli e di chi la circonda.

Monologo della buona madre, Lea Barletti

Monologo della buona madre di e con Lea Barletti, che firma la regia con Werner Waas, indaga un tema considerato da molti come marginale, scontato e di poco rilievo, ovvero la maternità. Un tema che spesso ricade in modelli prestabiliti, standardizzati, che non considerano la complessità di questo ruolo.
L’attrice è sola in scena su un piedistallo, come se fosse in esposizione, un oggetto da museo con tanto di didascalia. Il racconto è accompagnato da una musica incalzante, come un battito cardiaco, che nei momenti di racconto dell’infanzia diventa quasi una ninna nanna. La madre è sola, accompagnata dalla voce della sua coscienza, o del suo altro io, un io che rimane nascosto e soffocato.
In scena una comparsa. È il padre, che non parla, non mostra emozioni, serve il cibo preparato da lei. Un padre costantemente amato, sempre pronto a giocare, che non rimprovera, perfetto. E poi una madre, che tenta di raggiungere la perfezione, si nega persino le sue passioni, senza – in apparenza – mostrare alcun cenno di debolezza.
Ed ecco che essere madre diventa una battaglia per l’amore dei figli, con il tentativo fallimentare della protagonista di scendere dal piedistallo e prendere in mano la sua vita e trovare il suo spazio nel mondo.
Uno spettacolo che lascia il segno per il suo impatto emotivo, ma che allo stesso tempo aiuta a “denunciare” la posizione di sottomissione e privazione, fisica e mentale, di una donna quando diventa madre.

MI MANCA VAN GOGH
di e con Francesca Astrei
luci di Francesca Astrei
con il sostegno di Fortezza Est
Vincitore FringeMI Festival 2023
foto di scena di Federico Malvaldi

MONOLOGO DELLA BUONA MADRE
uno spettacolo di Barletti/Waas
di e con Lea Barletti
regia di Lea Barletti e Werner Waas
musiche originali e sound design di Luca Canciello
con la partecipazione in scena di Werner Waas
produzione Barletti/Waas con il sostegno di ITZ Berlin




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