Tra incanto e crudeltà, per la terza volta Emma Dante rivisita Giambattista Basile

Re Chicchinella e la morte nella tragedia in scena al Piccolo Teatro

Pubblicato il 11/03/2024 / di / ateatro n. 195

Famiglia, potere, solitudine, malattia, morte. Tanti sono i temi che Emma Dante affronta in questo spettacolo eccentricamente sopra le righe, terzo ed ultimo lavoro (dopo La Scorticata e Pupo di zucchero) tratto dalle fiabe barocche dello scrittore napoletano del Cinquecento, Giambattista Basile.
L’analogia tra la Napoli barocca e la fluttuante società odierna si palesa in questa pièce senza tempo in cui un re malato rivela tutta la sua tragica solitudine nonostante le attenzioni continue della moglie, della figlia e di tutta la corte. Ma ben presto si capisce che questa devozione che tutti gli dimostrano non è altro che l’ipocrita compassione di chi è attaccato alla materialità della vita. O meglio all’oro defecato dal re medesimo. Resosi conto di essere sfruttato, il re (Carmine Maringola, protagonista delle tre fiabe tratte da Basile), rifiuta di mangiare, ovvero si lascia morire. E morirà davanti agli occhi dello spettatore, in scena.

Emma Dante, Re Chicchinella

Perché negli spettacoli di Emma Dante si mangia, ci si veste e ci si sveste, si va di corpo e si muore. Soprattutto si muore, come nelle tragedie greche, ma con una sostanziale differenza: tutto, ma proprio tutto, succede davanti al pubblico. Solo l’antefatto viene ricordato dal re nelle prime scena, tutto il resto deve essere guardato perché è proprio il nostro sguardo a dare un senso allo spettacolo per ricordarci che ogni istante che passa è un istante di vita che se ne va.
Emma Dante ci ha abituati alla morte e allo slancio vitale di un teatro che riflette la sua visione tragicomica della vita. E quel richiamo grottesco alla triade cibo-morte-teatro, che ci travolge fin dai tempi di Palermo a/r e non si esaurisce mai, rinasce ogni volta che gli attori si concedono e si smascherano nel loro continuo spogliarello dell’anima.
Re Chicchinella fa ridere, come facevano ridere le favole di Basile, raccontate alla corte in un dialetto colto e allo stesso tempo scurrile, colorato come la Napoli barocca. Ma questa volta la regista palermitana trasporta nel suo teatro inclusivo riferimenti al balletto classico (dall’iniziale danza gallinesca a quella degli spaghetti), all’opera, a Eduardo passando da Molière. Dal Malato immaginario al Tartufo, i riferimenti sono espliciti nella caratterizzazione dei personaggi e nei loro costumi (il Dottore). L’ipocrisia si scontra con la lucidità del re che lamenta non tanto il suo dolore, ma piuttosto la mancanza di sopporto e la bruttezza di una moglie da sempre anaffettiva, arrogante e parvenue, la cui unica preoccupazione è elogiare la “bellezzitudine” della sua colta persona.

Emma Dante, Re Chicchinella

Questa solitudine, accompagnata dalla mancanza d’intimità verrà superata solo con la morte che significa liberazione dal dolore fisico e morale, ma anche ricongiungimento con la natura. La gallina, erede al trono, è il simbolo del trionfo della natura: l’animale ci rinsegna la sovranità della semplicità. Come la pecora nel film Misericordia, la gallina è l’unico personaggio veramente libero della pièce, e nel suo regale beccare spensierato intorno alla tomba del re, ci ricorda che l’hic et nunc è l’unica verità.
E poi c’è lui, Franco Battiato, a ricordarci che Bisogna morire, e non è una tragedia, è il senso della vita.

Emma Dante, Re Chicchinella

Re Chicchinella
Liberamente tratto da Lo Cunto de li Cunti di Basile. Luci di Christian Zucaro, costumi di Emma Dante e Sabrina Vicari.
Con Carmine Maringola (Re), Annamaria Palomba (Regina), Angelica Bifano (Principessa), Davide Mazzella (Paggio), Simone Mazzella (Paggio), Stephanie Taillandier (Dama d’onore), Viola Carinci (Dama di corte, infermiera), Davide Celona (Dama di corte), Roberto Galbo (Dama di corte), Enrico Lodovisi (Dama di corte), Yannick Lomboto (Dama di corte), Samuel Salamone (Dama di corte, Dottore), Marta Zollet (Dama di corte, Dottore), Odette Lodovisi (Gallina)
Musiche di Stefano Landi, Georg Friedrich Händel e Franco Battiato.




Tag: Emma Dante (10)