Teatro e ricerca 2024 | Appunti per una riflessione sulla ricerca
Uno sguardo gettato sui punti critici del processo artistico
Il tema della ricerca si pone in una posizione centrale in tutta l’arte del Novecento, associato spesso a determinate correnti e stili e finendo per sovrapporsi, o confondersi, con altre definizioni riferite a esperienze creative come avanguardia, sperimentazione, innovazione. È una questione piuttosto confusa. A volte pretestuosa.
La ricerca implica un particolare sguardo che un artista ha sul proprio lavoro. È uno sguardo insofferente, critico oltre ogni interesse, uno sguardo sezionatore che porta a considerare ogni passo avanti nell’evoluzione del progetto artistico per ciò che è: un momento in cui qualcosa accade e si manifesta, a prescindere dalla forma che prenderà l’opera, e a prescindere da quale sarà il momento decisivo il cui sviluppo sarà essenziale per la forma dell’opera. Ma questo qualcosa che accade che fine fa? Ha senso occuparsene o sono materiali di scarto senza valore, visto che nell’opera, apparentemente, non ce n’è traccia?
In altre parole, che ne è delle strade che non verranno percorse fino in fondo? Se un cammino di ricerca può essere raccontato, è possibile farlo proprio a partire da quello che sembra perduto, ripercorrendo i sentieri interrotti percorsi solo per qualche passo, ma fondamentali per arrivare all’opera. Materiali a volte paradossali, informi, che vanno però a disegnare una costellazione di significati interni al processo artistico, lo compongono, pur non appartenendo in modo esplicito al suo esito. Rimangono a lato come testimonianza di un cammino che ha deciso di non arrestarsi, e al tempo stesso si è soffermato sui problemi che gli si sono posti lungo la via. Problemi complessi, che sorgono quando si tenta di affrontare le domande sull’uomo e il suo agire nel tempo.
Problemi che non si possono risolvere e proprio per questo non possiamo ignorare. Ed è la vastità di certe questioni a rendere il confronto possibile con chiunque. La consapevolezza di questi problemi complessi mette immediatamente in crisi ogni dogma, ogni disciplina, ogni senso comune. E solo così si possono attraversare discipline, generi e stili, servirsene senza rimanerne vittima inconsapevole, intuendo cioè che certe cose sono già state scoperte, dette o fatte e che ripercorrerle ha senso proprio sul piano della ricerca e dello studio.
La permeabilità del processo artistico nei confronti delle domande riferite a una conoscenza più ampia non è, quindi, in sé la ricerca. Ne è piuttosto l’occasione. La ricerca è lo sguardo gettato sui punti critici del processo artistico, quando la domanda filosofica si pone in maniera evidente, e l’artista compie la scelta di non eluderla lasciando che il suo percorso per un attimo si interrompa. Le orme lasciate sul sentiero, nei momenti in cui il passo si ferma, sono la ricerca.
IL LINK
Teatro e ricerca 2024 | Il progetto con il video dell’incontro del 4 febbraio 2024: Thomas Richards in dialogo con Marco De Marinis, Simone Faloppa, Hyun Ju Bak, Raúl Iaiza, Jessica Losilla-Hébrail, Oliviero Ponte di Pino, Tommaso Urselli.
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