Focus AdoleScen[z]a | “Qui nessuno è il capo”: lo SCT Centre di Torino per i minori stranieri non accompagnati
Il teatro per il potenziamento e la socializzazione di life e soft skills spendibili in ambito lavorativo
Il contesto
Il laboratorio è parte del progetto Un giorno ci dite dove ci accompagnate, capofila CIFA ONG, sviluppato sul territorio di Torino e provincia, con l’obiettivo di rafforzare il progetto di vita di minori stranieri non accompagnati con percorsi di integrazione e autonomia. Condividendo questi obiettivi, un’equipe multidisciplinare composta da operatori di Teatro Sociale e di Comunità del Social Community Theatre Centre, accompagnati da mediatori linguistico-culturali e educatori, ha condotto un ciclo di otto incontri rivolti a 15 ragazzi che hanno iniziato quest’anno il percorso di studio presso uno dei CPIA della città di Torino.
I partecipanti, di età compresa tra i 15 e i 18 anni, condividono con i coetanei italiani alcuni interessi tipici di questo periodo della vita, come la sfida di definire una propria identità adulta, l’interesse per la musica o per un certo uso dei social media. Tuttavia, la loro condizione ne determina anche dei bisogni specifici, come il forte interesse ad accedere al mondo del lavoro, dato dalle responsabilità di sostenere economicamente le famiglie, o la mancanza di punti riferimento stabili in questo momento della vita (perché arrivati da poco in Italia, o per via del sistema di accoglienza che spesso non permette la costruzione di legami a lungo termine con figure di riferimento).
Il laboratorio si è dato pertanto i seguenti macro obiettivi: promuovere il benessere all’interno del contesto di formazione dei partecipanti; generare spazi di costruzione ed espressione dell’identità del singolo e del gruppo, attraverso l’emersione e socializzazione di elementi personali all’interno della “comunità” dei partecipanti per promuoverne la motivazione alla partecipazione; promuovere l’apprendimento dell’italiano L2; sviluppare competenze trasversali (life e soft skills) nell’ottica della promozione del benessere dei partecipanti e di un futuro trasferimento di queste competenze in ambito lavorativo.
Il laboratorio in sintesi
L’intervento formativo ha utilizzato i linguaggi teatrali ed espressivi per sviluppare competenze trasversali (life e soft skills) nell’ottica della promozione del benessere dei partecipanti e di un trasferimento di queste competenze in ambito lavorativo.
Momenti conviviali a base di chiacchiere, tè e biscotti hanno sempre aperto e concluso il laboratorio, per favorire il confronto informale con e tra i partecipanti, che permettesse di aggirare le barriere linguistiche. Il forte interesse dei partecipanti per il mondo del lavoro ha portato il gruppo a sviluppare una serie di attività volte allo sviluppo di competenze trasversali e all’acquisizione di conoscenze utili ad accedere al mondo lavorativo, che hanno avuto come esito la realizzazione di CV, creati a seguito di un lavoro che ha usato arti performative e visive per far emergere interessi e competenze dei partecipanti.
Giochi teatrali di mimo, improvvisazione e role playing hanno permesso ai ragazzi di raccontarsi superando le barriere linguistiche. Grazie ad un supporto narrativo per immagini, che abbiamo chiamato “ritratto”, i partecipanti hanno esplorato ed espresso i propri interessi e le proprie competenze afferenti sia alla sfera lavorativa che a quella personale, nonché al loro background formativo. I focus di questa attività sono stati la consapevolezza di sé e la narrazione attraverso l’utilizzo di immagini o disegni. Dalle immagini, si è poi passati alla parola, organizzando le informazioni nella struttura del CV. Questo processo ha permesso di dare largo spazio anche all’apprendimento della lingua italiana, soprattutto attraverso l’uso integrato di immagini, espressione verbale (uso della parola ascoltata e prodotta, orale e scritta), espressione non verbale, e con una serie di attività performative utili a esplorare il setting del colloquio di lavoro, simulando momenti, giocando con personaggi e oggetti, attraverso attività che traevano ispirazione dall’intervista al personaggio e attività di role playing.
I partecipanti, per molti dei quali l’esperienza del laboratorio teatrale era nuova, hanno partecipato con divertimento alle attività ludiche, apprezzandone il potenziale trasformativo e soprattutto la possibilità di acquisire conoscenze sul mondo del lavoro in Italia, e hanno trovato particolarmente utili le consapevolezze acquisite sulle proprie competenze ed esperienze lavorative come elementi da poter spendere nel loro futuro lavorativo.
Il titolo Qui nessuno è il capo dato al laboratorio prende spunto da una battuta di uno dei ragazzi durante un’attività, che li vedeva coinvolti in un role playing sul colloquio di lavoro, e che ci è sembrato raccontare bene il clima di lavoro collaborativo e paritario che si è creato tra i partecipanti del laboratorio.
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