Danae Festival a Milano | Un esplosivo anniversario creativo
Il report per TourFest 2023
L’aria fresca e le prime piogge arrivano in ritardo quest’anno, a ottobre inoltrato, insieme all’inizio del festival milanese Danae, che in questo 2023 compie 25 anni.
Danae è un progetto internazionale multidisciplinare nato nel 1999 grazie alla volontà di Teatro delle Moire, una realtà artistica creata da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani due anni prima, per ricercare e fare dialogare tra loro nuove forme radicali e linguaggi diversi del mondo della scena artistica contemporanea.
25 anni di Danae
Fin dai primi anni il festival predilige performance e spettacoli in luoghi inediti non sempre conformi al luogo comune teatrale, aiutando e collaborando a stretto contatto con gli artisti, progettando e curando progetti di residenze artistiche insieme all’associazione IntercettAzioni, il centro di Residenza artistica della Regione Lombardia. Grazie a questa collaborazione, si offre la possibilità ai nuovi progetti di fare esperienza, ricerca e soprattutto di avere un confronto con altre realtà e compagnie.
Terra Madre
La locandina dell’edizione 2023, realizzata da Marco Smacchia, testimonia la volontà di scendere nel profondo delle cose per farle eruttare in superficie in maniera esplosiva e organica come un vulcano attivo dalla lava incandescente. Un’immagine simbolo per il tema di quest’anno “Terra Madre”, rievocare le origini femminili della vita a stretto contatto con una forza naturale primordiale che è tutto tranne che romantica e accogliente.
In programma è rilevante la presenza di artiste donne italiane e internazionali che affrontano personalmente tematiche femministe e di genere.
Protagoniste anche tematiche come la morte, il sacro e lo scorrere del tempo, affrontate in modo trasversale da molti artisti in programma, per esempio da Francesco Marilungo nel rituale coreografico Stuporosa.
Molteplici anche gli strumenti e i linguaggi artistici tra teatro, videoarte, performance, laboratori interattivi e stimoli sonori che contraddistinguono Danae Festival per la sua stimolante e fruttuosa varietà.
Progetti carichi anche di messaggi politici forti, come il lavoro della ballerina e coreografa Paola Bianchi che torna al festival dopo tanti anni con un progetto fortissimo, frutto di un profondo studio di archivi storici di fabbriche ed aziende italiane. Lavoratori e lavoratrici di diverse generazioni incontrati durante le varie residenze artistiche diventano lo spunto creativo per creare un disegno coreografico carico di storie e racconti inediti. L’artista presenta due azioni coreografiche differenti, Fabrica 36100 [ Vicenza ] e Fabrica 16100 [ Genova ], all’interno dello spazio Fattoria alla Fabbrica del Vapore. In entrambi i lavori il corpo dell’artista è ipnotizzante e si contorce sempre più avvicinandosi all’immagine delle macchine industriali, ai loro suoni metallici e alla loro ripetitività.
Illuminante il progetto coreografico, quello presentato da Jacopo Jenna con Danse Macabre!, dove danza, video, suono e luci stregano e appassionano la tribuna del Teatro Out Off, luogo di presentazione di varie prime nazionali durante questa settimana di festival, insieme a Malgrés e L’albâtre di Clara Delorme, La Peau de l’Espace di Yasmine Huggonett e Notebook di Alexandra Bachzetsis.
Performance spettacolari quanto disturbanti dove gli eccessi e gli estremi del corpo umano schiaffeggiano nel profondo lo spettatore.
Gli incontri e i laboratori
Danae accoglie inoltre percorsi e interventi laterali agli spettacoli dove critici e performer stessi raccontano ed espongono il loro materiale teorico di studio e offrono al pubblico nuovi strumenti per interrogarsi sui processi artistici di uno spettacolo. Tra questi l’intervento di Enrico Pastore sul mondo teatrale femminile e sulle artiste della scena purtroppo dimenticate, o Chiara Bersani, autrice e coreografa che racconta la sua ultima performance Sottobosco grazie ad appunti, testi e pensieri inediti.
Prezioso per gli spettatori di Danae Festival anche il laboratorio Abito sonoro di Federica Terracina, pittrice e costumista specializzata nell’arte tessile che mette al centro di questo progetto la volontà di creare un’istallazione temporanea creata proprio grazie alle mani del pubblico. Un tappeto-mappa di un ipotetico arcipelago in mezzo al mare, tra isole e ponti di fili e tessuti annodati e cuciti insieme, con un sottofondo musicale immersivo grazie a cinture create dall’artista stessa che tramite sensori incorporati riproducono suoni e versi marini. Bastano poche indicazioni su come muoversi nello spazio e la richiesta di farsi trasportare dalla magica tecnica della manipolazione tessile: dopo pochi minuti si attiva una febbrile attività per accaparrarsi forbici, ago e filo e iniziare a pastrocchiare come bambini alle prese con nuove scoperte. Dopo due ore di lavoro Federica Terracina invita a staccarsi da terra per iniziare a contemplare dall’alto ciò che si è appena costruito: ma si fa fatica a srotolare gli intrecci appena creati e ritornare alla realtà frenetica della vita adulta.
Questo anniversario è stato per Danae festival ricco di varietà multidisciplinare e creativa, dove ogni tipo di spettatore, dal più piccolo al più grande è stato protagonista di storie e racconti che riguardano ognuno di noi nella nostra diversità. Da ricerche e performance ancora in fase di studio e approfondimento a spettacoli completi e rivelatori che regalano preziosi momenti intensi di puro stimolo creativo a spettatori e spettatrici milanesi facendoli dimenticare per qualche ora dello spaesamento dell’ora solare.
Tag: BersaniChiara (4), DanaeFestival (3), MarilungoFrancesco (3)