Focus Adolescen[z]a | Per far volare in alto il teatro ragazzi
In forma a Vicenza a cura di Assitej dal 13 al 15 settembre 2023
Gli uccelli sono maestri di vita, tanto che Battiato ci ha dedicato una canzone nel 1981.
Il Teatro Ragazzi italiano quest’anno ha voluto ispirarsi a una pratica uccellesca, ovvero farsi il nido e abitare un luogo dove deporre, covare e far schiudere idee, progetti, sogni. Il grande nido che ha accolto lo stormo di compagnie provenienti da tutta Italia (e anche oltre) è stato preparato dal Teatro La Piccionaia (un altro luogo di uccelli!) a Vicenza. Sicuri e confortevoli all’interno di questo evento studiato e organizzato da intrecci di attività e agende ben strutturate, son stati tre giorni dove covare e esser covati. Attendere senza preoccuparsi di cosa uscirà al momento della schiusa. Fermarsi e semplicemente stare, tuttalpiù riflettere, proprio come un uccello fa nel momento in cui non resta che aspettare.
In forma è un evento di Assitej, l’insieme di teatri, compagnie, circuiti e organizzatori teatrali impegnati nel Teatro Ragazzi. Un evento dove tutti i soci si incontrano non tanto per progettare o realizzare qualche altra diavoleria teatrale per corrompere con la bellezza bambini e ragazzi e farli innamorare del teatro, ma piuttosto uno spazio per formarsi, fare network, vedersi e conoscersi. Come se fosse una specie di riunione di famiglia annuale!
Ogni anno c’è qualcuno che organizza, accoglie e ha l’onore di far da cerimoniere: nel 2023 è La Piccionaia di Vicenza che ha affiancato Assitej per allestire tutto a puntino. Uno sforzo organizzativo congiunto che ha fruttato giorni di apprendimenti ma anche di confronti, esperienze e gite lungo il Retrone.
L’ottava edizione di questo appuntameno aveva come titolo “farse el gnaro/far mente locale”. Gnaro? Cos’è? Beh, ce lo siamo domandati tutti mentre prendevamo aerei, auto, treni e autobus per raggiungere la città palladiana. Gnaro è il nido, il concetto di casa arricchito da più significati.
Questa stratificazione semantica è stata sviluppata all’interno del rapporto tra teatro e abitare e non ha potuto evitare di tirare in ballo il concetto di “riqualificazione urbana” che sta facendo da protagonista in un periodo dove sostenibilità e ripensamenti di vecchi schemi mentali la fanno da padroni. Non è più possibile pensare il teatro senza che faccia i conti con questo ragionamento. La chiacchierata tra il pedagogista Marco Dallari, l’urbanista Marisa Fantin e il regista Carlo Presotto ha voluto proprio esplorare questa relazione.
Un inizio, quello del 13 settembre, che ha dato la possibilità di aprire notevolmente il pensiero e diminuire la trappola dell’abitudine a pensarsi sempre negli stessi schemi, funzioni e definizioni.
Presotto è stato amabile moderatore e ottimo provocatore. Così facendo ci ha permesso di scoprire della cameretta del piccolo Marco Dallari tutta agghindata a tema western e che la cameretta di Marisa Fantin non era troppo frequentata dalla sua inquilina visto che passava la maggior parte del tempo all’aperto in mezzo ai campi. Due nidi diversi che hanno permesso di crescere due pensatori davvero interessanti per un dialogo sui luoghi da considerare come “palinsesti della nostra esperienza”. Palinsesti dove si depositano le storie delle interazioni delle persone con l’ambiente, gli oggetti, le altre persone. Qui entra in gioco il Teatro!
Chi, infatti, si potrebbe occupare di rendere visibili le storie delle nostre interazioni con i luoghi? Chi si può prendere la briga di salvare tracce, percorsi, racconti altrimenti volatili, renderli espliciti e poterli “usare” per riqualificare spazi in degrado civile e culturale? Chi può rendere leggibile e scrivibile il territorio e trasformare lo spazio (fenomeno percettivo) in luogo (fenomeno esperienziale)?
La risposta a tutte queste domande è che non c’è luogo senza esperienza e non c’è esperienza senza racconto e il Teatro in questo campo, mi spiace per tutte le altre arti, la fa da padrone.
Di fronte alle sfide delle transizioni ecologica e tecnologica l’architettura e l’urbanistica si preoccupano di riutilizzare e rigenerare, mentre il teatro si riappropria dei luoghi riqualificandoli. “Restituisce nuova vita e ruolo ai teatri, ma rende teatri anche luoghi diversi, rigenerandone la funzione e le relazioni, restituendo vita ai loro racconti latenti o costruendone di nuovi.”
(dalla descrizione dell’evento In Forma 2023)
Questo incontro plenario è stato la stura che ha poi spinto a esplorare l’argomento in diversi workshop che hanno avuto il compito di fornire competenze o spunti necessari ad arricchire il concetto di abitare: Luca Mori ha rispolverato l’Utopia del 1516 di Sir Thomas More e l’ha usata con grande sapienza per porre questioni che intersecano le attività quotidiane di un teatrante, come quella di progettare assieme alla sua comunità per elaborare non solo prodotti culturali ma anche un vivere la cultura e costruirla assieme a partire magari dall’accordarsi su come ricostruire la civiltà su un’isola deserta; Diego Dalla Via (che insieme alla sorella è scrittore e interprete per La Piccionaia di Sbum! Yes, we cake, premiato con l’Eolo Award 2023) ci ha condotti in un labirinto di domande sul tema di “una caduta al contrario”, giusto per mettere in dubbio ciò che pensavamo di sapere già… beh, spoiler, sappiamo ben poco su “quanto perdiamo di noi nell’altrove”.
Marco Zorzanello ha invece proposto un’interessante provocazione per esplorare la grammatica delle immagini, ossia quella di ragionare in modo visivo ma cercando di approcciarsi alle immagini (pensate un po’) senza la vista!
La giornata del 13 settembre si chiudeva così, mentre un gruppo si affidava a Valentina dal Mas per sperimentare “il nido” attraverso il proprio corpo, l’altro si dirigeva per la magica esperienza La porta d’acqua guidata da Carlo Presotto dove pagaiare e stare in silenzio per ascoltare storie sulla trasformazione di Vicenza attraverso il fluire dell’acqua e del tempo. Nel mentre io adocchiavo il luogo che sarebbe stata la mia ultima tappa prima del meritato materasso: l’Osteria Il Cursore ha un ottimo sformato di porro e un amabile rosso della casa.
Il 14 settembre non si perde tempo e si inizia con un incontro al Teatro Astra con Roberta Paltrinieri (sociologa dell’Università di Bologna) e Fabrizio Panozzo economista della Ca’Foscari. A questo incontro di “warm up” seguono i tavoli di lavoro: uno condotto dalla Paltrinieri, uno dal Panozzo e l’altro da un ospite d’onore Yannick Boudeau già General Manager e Producer nella Compagnie la Casquette, compagnia di teatro ragazzi di Bruxelles dal 2007, e co-fondatore di ASSITEJ Belgium nel 2014, il quale ha salutato all’apertura del 13 settembre con una lode all’evento “un’iniziativa da replicare negli altri Assitej sparsi per il mondo” (dall’inglese tradotto da me).
Ho avuto il piacere di partecipare al tavolo di lavoro condotto da Roberta Paltrinieri che, a prescindere dai temi protagonisti nella discussione che faticherei non poco a riassumere, ha fatto emergere un’eccitante confronto tra diverse generazioni di operatori del teatro ragazzi in Italia. La lente si è poi spostata sulla questione del ricambio generazionale e sulle modalità con cui si passerà la palla e si metterà in pratica il modo di dire “largo ai giovani!”.
Nel pomeriggio Matteo Balbo assieme a Silvia Sette hanno condotto un laboratorio sui luoghi a misura di bambino, Marco Boaria di ALDA (European Association for Local Democracy) ha introdotto al favoloso mondo dei programmi di finanziamento europei, mentre Marcella Iannuzzi e Sara Cavaliere di LABSUS proponevano un’esperienza per la creazione di un patto di collaborazione tra amministrazioni locali, scuole e enti culturali. Un’esperienza quest’ultima che ha messo in luce quanto alcuni strumenti debbano essere ancora molto limati per adattarsi alle esigenze di tutti gli enti che entrano in campo per la costruzione di una cittadinanza culturale.
Il secondo giorno si è chiuso così, mentre arrivava il mio turno di salire su un packcraft e pagaiare nel Retrone.
Il terzo giorno si apre con la riunione dei soci di Assitej Italia, l’Assemblea annuale occasione di confronto per scoprire cosa sta bollendo in pentola in termini di progetti sul territorio nazionale e mondiale. Per Assitej “Un appuntamento necessario, denso non solo di relazioni di attività svolte, ma anche momento di lancio e di apertura a nuove iniziative e progettualità”.
In summa è stata un’esperienza che mi ha permesso di portare a casa diversi titoli da aggiungere al mio scaffale dedicato ai libri per bambini, ma anche i volti del teatro ragazzi italiano, piacevoli incontri di vecchie amiche che non pensavo di rivedere presto e una quantità di sorrisi da riempirne la valigia.
IN-FORMA 2023 è stato curato da Assitej Italia e realizzato in collaborazione con La Piccionaia per far scoprire che esistono nidi scavati, tumuli, tane, a ‘fiasco’ o a ‘piattaforma’, sospesi o interrati ma l’importanza del nido non è solo quella di avere un luogo dove crescere protetti, ma anche di avere un punto da cui prendere il volo. Il progetto di Assitej sembra proprio quello di essere trespolo per i propri associati, quindi auguro a tutti di prendere il volo e portare in alto il Teatro Ragazzi!
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