Tovaglia a Quadri ad Anghiari | Quando il territorio diventa drammaturgia

Il report per TourFest 2023

Pubblicato il 04/09/2023 / di and / ateatro n. 193 | TourFest 2023

Le tradizioni culturali e culinarie diventano teatro di comunità
di Giulia Imbriani

Un borgo da scoprire
Tra le campagne toscane in provincia di Arezzo, a 500 metri sopra il livello del mare si erge Anghiari, un borgo medievale di quasi 6.000 abitanti, immerso nelle piantagioni di tabacco e premiato dalla Bandiera Arancione, il riconoscimento italiano che valorizza i piccoli Comuni dell’entroterra che si distinguono per l’offerta di qualità e accoglienza nel campo turistico ambientale.
Al Poggiolino, una piazzetta al centro del paese, nel 1996 nacque Tovaglia a quadri, un progetto condiviso di Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini, che racconta attraverso la creatività artistica le tradizioni culturali e culinarie del borgo.
Gli attori, in maggioranza abitanti di Anghiari e dintorni, si ritrovano e provano tre settimane prima del debutto, per poi animare, per ben nove serate dal 10 al 19 agosto, compaesani e turisti attraverso un rito collettivo dove insieme si mangia, si beve e si ride. In compagnia i veterani, tra cui Sergio Fiorini, Fabrizio Mariotti, Katia Talozzi, e le nuove reclute, come i giovanissimi Alessia de Santis e Michele Guidi, perché il ricambio generazionale è indispensabile.
Il festival si tiene all’interno della corte del Castello di Sorci, a pochi chilometri dal centro abitato, location scelta da tre anni, post Covid, per la maggiore capienza degli spazi e per la tranquillità del luogo che, ubicato fuori dal paese, reca meno disturbo alla vita quotidiana e privata degli abitanti di Anghiari.
Ogni anno storie locali e contadine si intrecciano con la contemporaneità. La ventottesima edizione, intitolata Gravidansia, è un fortissimo campanello d’allarme sia per la Toscana che per il resto d’ Italia, che a causa della crisi demografica è destinata a diventare un paese di vecchi con 0 nascite.

Gli infiniti sapori del teatro

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Tutto inizia con l’accogliente ingresso nel cortiletto del Castello di Sorci, dove camerieri sorridenti ti invitano a sederti insieme agli altri commensali davanti a lunghe tavolate con tipiche tovaglie a quadretti, con i manufatti firmati Busatti, l’azienda di tessitura locale che sostiene la manifestazione come sponsor e ne ha anche ispirato il nome. Sembrerebbe una perfetta cena estiva, nel giardino di una locanda, in compagnia di amici e parenti, quando il chiacchiericcio dei commensali viene interrotto dagli squilli di un telefono che fanno entrare nuovi ospiti ritardatari. Piano piano i tavoli si zittiscono a vicenda per sentire quello che hanno da dire gli strani personaggi accorsi dalla cucina e dal portone del castello o affacciati dalle finestre. Da affamati invitati ci si trasforma in curiosi spettatori di uno spettacolo che si svolge a vicinissimo contatto con gli attori, che si fanno largo tra le tavolate.
Quando l’ospite inizia ad abituarsi allo spettacolo ed è ormai entrato nella storia, la scena si interrompe e gli stessi attori annunciano l’arrivo dei giovani camerieri che danno ufficialmente inizio alla cena servendo gli antipasti.
Giusto il tempo di addentare l’ultimo crostino nero, tra i primi commenti dei vicini di tavolo, e mentre ci si versa a vicenda un bicchiere di vino, arriva la voce di un personaggio che riprende la storia interrotta. La serata continua convivialmente tra una portata e l’altra, per un totale di quattro, attraverso i piatti tipici della tradizione culinaria di Anghiari, tra cui i Bringoli al sugo finto e con prodotti a chilometro 0, che avvicinano ancora di più gli spettatori alle memorie collettive degli abitanti borgo.

Gravidansia, una storia di memorie e contemporaneità

Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini hanno deciso per quest’anno di affrontare un tema piuttosto scomodo sia per giovani che per anziani, la paura di avere figli e la conseguente preoccupazione che l’Italia raggiunga in pochi anni il numero al minimo storico delle nascite in Europa.

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Sono gli anziani pazienti e i dipendenti di una RSA pubblica scenografata proprio dentro il Castello di Sorci a interrogarsi sul futuro attraverso ricordi e racconti del passato. Tra un portiere di notte e un’operatrice sanitaria combattuti e stufi della condizione precaria della sanità pubblica, una cuoca insistente con la figlia letteralmente sempre di corsa per avere un nipotino, tra i pazienti, i medici, si intromette Ultimina, l’unica bambina rimasta in paese che lamenta scenari apocalittici. In un momento storico in cui il lavoro per i giovani è solo precario, fare dei bambini è troppo caro e si vive ormai “tutto di corsa” senza fermarsi a pensare (condizione necessaria per creare e produrre) perché non si ha mai tempo per fare tutto, siamo proprio destinati a estinguerci demograficamente?
Attualità e memorie coesistono grazie a storie e aneddoti che raccontano verità sul territorio tenute nascoste e dimenticate, come l’invenzione del caffè d’orzo distribuito in tutti i nostri bar, per cui dobbiamo ringraziare proprio un antenato abitante di Anghiari o le origini di Renè Favaloro, cardiochirurgo argentino inventore del by-pass coronarico, strettamente legato al borgo toscano. Dagli anni Settanta in poi migrarono infatti in Argentina, più precisamente nella città La Plata, moltissimi abitanti del territorio toscano tra cui proprio antenati di Anghiari. Tovaglia quadri ha deciso quest’anno di sancire una collaborazione che esiste ormai da tempo con questa città d’oltreoceano attraverso la trasmissione in diretta dello spettacolo dell’ultima serata, dove argentini legati affettivamente al borgo si soi no seduti a tavola con le tovaglie firmate Busatti, spedite apposta dalla fabbrica italiana, mangiando lo stesso menù e assistendo simultaneamente alla replica di Gravidansia.

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Se si è curiosi e attenti lo spettacolo non si conclude lì. Questo paesino medioevale anche la mattina seguente racconta profumi e storie. Chi pernotta a Anghiari e alloggia negli accoglienti appartamenti locali, tra le viuzze di questo affascinante borgo, può avere l’occasione di incontrare, al bar della piazza principale, uno dei protagonisti dello spettacolo della sera precedente che si gusta un caffè, o una attrice delle edizioni passate passeggiare tranquillamente e un’altra attrice, nella sua quotidianità, tornare a casa dal mercato, in compagnia del nipotino.
Tovaglia quadri è tradizione popolare, è una famiglia che racconta sé stessa attraverso uno spettacolo eno-gastronomico che permette, per una sera d’agosto, di perdersi sotto la luce delle nostre madri, le stelle.

Gravidansia: una drammaturgia tra memoria e futuro
di Fernando Marchiori

Verso il deserto demografico?

Se ancora nel secolo scorso poteva capitare di incontrare in Toscana un nome come Finìmola, testimonianza vivente del disappunto genitoriale di fronte alla sequela incontrollata di figli nati in casa, oggi anche qui avanza inesorabile il deserto demografico. Di questo passo (45.000 nati l’anno scorso contro i 91.000 morti) si fa presto a fissare in proiezione il punto zero della natalità intorno al 2040. A fare del caso toscano una eloquente sineddoche della situazione nazionale, ancorando come sempre un fenomeno dell’intera Penisola (e di molti paesi occidentali) a una concreta dimensione territoriale, ci hanno pensato Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini, autori della XXVIII edizione di Tovaglia a quadri intitolata, con consueto ed efficace gioco di parole, Gravidansia. Nel Castello di Sorci ad Anghiari l’atteso appuntamento con il teatro a tavola – una «cena toscana con una storia da raccontare in quattro portate» – è andato in scena per dieci serate, posti esauriti già in partenza, tante risate intelligenti e altrettanti spunti di riflessione su una materia delicata e complessa di urgente attualità.

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Se il borgo diventa una RSA

Protagonisti gli abitanti del borgo in azione fra le tavolate e affacciati alle finestre del palazzo, per l’occasione trasformato in una RSA alle prese con annosi problemi di finanziamento. Gli investimenti per gli anziani diminuiscono e le sale di maternità negli ospedali sono state chiuse una dopo l’altra. Il confronto fra il medico della sanità pubblica, fedele alla sua missione nel territorio, e quello della sanità privata, che ha fatto fortuna con la procreazione assistita, chiarisce gli interessi in gioco. Quando si chiama l’ASL, la segreteria automatica risponde: «Per assistenza digitare PIN vostra carta di credito».

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Tra gli ospiti della struttura un ex sindacalista della sanità, un ex ostetrica di campagna, un ex cuoco ipocondriaco, un personaggio fluido, detto Zia Settimia, che porta avanti una gravidanza di dodici mesi. Bambini non se ne vedono, a parte la figlia del portiere, Ultimina, costretta a giocare da sola e già sensibile alle istanze di Ultima Generazione. Tutti sperano nell’arrivo della cicogna, ma anche la giovane coppia che ogni tanto passa facendo jogging pensa più alla forma fisica e al divertimento che alla procreazione, e ben rappresenta quel «tutto di corsa che blocca ogni desiderio».

Da Finìmola a Ultimìna

Impressionante il confronto tra una Valtiberina scesa oggi sotto i trentamila abitanti (la media toscana è di 6.0 nuovi nati ogni mille abitanti, a fronte della media nazionale di 6,8, la più bassa d’Europa) e quella di un recente passato, il secondo dopoguerra, quando i medici di campagna si occupavano dei parti in condizioni di estrema povertà e mitiche levatrici come l’Erminda e la Colomba ad Anghiari e dintorni hanno fatto nascere diecimila bambini. Le loro immagini, come quella della Madonna del parto di Piero della Francesca (Monterchi è a poca distanza) sono appese ai muri del castello. Testimoniano di un tempo in cui «la ricchezza erano i figli, mentre oggi non si fanno figli per non perdere la ricchezza». O, per meglio dire, per la mancanza di adeguati sussidi e tutele.

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Non si tratta, ovviamente, di nostalgia per i tempi in cui poderi e paesi brulicavano di “citti”, le famiglie scandivano la prole con l’onomastica dei numeri ordinali (Primo, Secondo e poi avanti fino a Settimio, Ottavio…) e si emigrava in cerca di spazio e fortuna (anche da Anghiari molti partirono per l’Argentina, e l’ultima sera un collegamento con La Plata ha portato lo spettacolo in scena tra due mondi).

Tovaglia a Quadri 2023, Gravidansia (ph. Giovanni Santi)

Si tratta invece di uno sguardo scevro da pregiudizi su un fenomeno che, nell’indicare la decadenza di una società, incrocia molteplici questioni. Senza mai perdere la sua piacevolezza conviviale, la serata le affronta tutte. Con leggerezza ironica e, quando serve, con precisione documentaria. La crisi economica e la messa in discussione dei ruoli di genere, le politiche che favoriscono la sanità privata a scapito di quella pubblica, i temi dell’invecchiamento e della cura, del fine vita e delle adozioni, i nuovi italiani figli di immigrati e la paventata “sostituzione etnica”, fino alla maternità surrogata e alle sperimentazioni genetiche. Tutto torna e si tiene: la giovane coppia di camerieri che comunica solo per WhatsApp vocali, l’immaginario nascituro di Settimia che allo stetoscopio si sente ripetere «ISEE, ISEE», l’orzo servito a fine cena che un tempo si dava da bere alle partorienti per favorire la produzione di latte.

Il metodo di Tovaglia a Quadri

È il “metodo” ormai collaudato di Merendelli e Pennacchini. Una tessitura drammaturgica che, fatto ruotare il tema al centro, lo sviluppa per accostamenti e richiami centrifughi, sempre pertinenti, spesso scomodi. Una regia (di Merendelli) che muove gli attori come se dietro ciascuno ci fossero generazioni, che agisce i luoghi come se vi abitasse da sempre. E se si riesce a staccare gli occhi da quello che accade in scena – ma il fatto è che si è sempre, anche noi spettatori, letteralmente in scena – e si gira lo sguardo sui commensali intorno, sui tanti volti gioiosamente attenti, si ha l’impressione che anche per loro sia così, che un presente gravido di memoria possa far nascere un futuro migliore.




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