Teatro Fonderia Leopolda | Il progetto Teatro Scuola e Società

L'intervento a "Lo spazio del possibile" , Follonica, Teatro Fonderia Leopolda, 26 maggio 2023

Pubblicato il 15/06/2023 / di / ateatro n. 192 | Le funzioni e la gestione dei teatri comunali

Il 26 maggio 2023 il Teatro Fonderia Leopolda di Follonica ha ospitato Lo spazio del possibile. Eugenio Allegri e il teatro come politica culturale dei territori, la giornata di studi promossa dal Comune di Follonica e dal Teatro Fonderia Leopolda, contenuti e curatela a cura di Oliviero Ponte di Pino (Ateatro) e Luana Gramegna (Zaches Teatro), organizzazione, logistica e tecnica a cura di Ad Arte Spettacoli srl.
Quella che segue è la relazione di Simona Musano (Operatrice culturale, collaboratrice di Eugenio Allegri). Nei prossimi giorni pubblicheremo le altre relazioni e il report della giornata.
Info sull’iniziativa alla pagina Lo spazio del possibile. Eugenio Allegri e il teatro come politica culturale dei territori.
Nei prossimi mesi Ateatro rilancerà il progetto con nuovi approfondimenti e incontri.

E’ tanta l’emozione e la commozione nello stare qui ora, davanti a voi e con voi, a fare esattamente quello che Eugenio auspicava nelle frasi finali delle sue riflessioni, dove spiega i motivi che lo hanno spinto a scrivere. Cito per chi non ha ancora letto il testo…

per riattivare ed eventualmente condividere una coscienza politica e sociale che induca a trovare nuove occasioni per più approfonditi scambi di visioni, di opinioni, di idee e di pensiero.

E io proprio della sua visione del rapporto tra teatro e istruzione voglio parlarvi.
Come molti di voi sanno, per Eugenio questo rapporto, teatro–istruzione, era (è) imprescindibile. Era fortemente convinto e ci ha ampiamente mostrato, come l’educazione alle arti e al linguaggio teatrale nelle specifico, possano davvero contribuire all’innalzamento del livello culturale e civico di una comunità, a stimolare il pensiero critico, per diventare più consapevoli e responsabili, così da creare di fatto il senso di unione e appartenenza alla comunità stessa.
Nel processo di progettazione di ogni nuova stagione, fin dalla prima qui nel 2015, la parte rivolta ai giovani e alle scuole è stata fondamentale.
L’abbiamo chiamata Teatro Scuola e Società. Spettacoli, laboratori, incontri, dibattiti e tanto altro per la scuola e per la Città. Il linguaggio del teatro che si mette al servizio della scuola e della comunità tutta per affrontare i grandi temi della società.
Riporto qualche esempio.
Abbiamo affrontato il tema dei diritti e della giustizia, per le scuole elementari e medie con dei matinée e delle visite al bus ambulatorio di Emergency; per i più grandi con un incontro pubblico con Alessandra Ballerini, l’avvocata della famiglia Regeni e con un laboratorio tenuto da Johnny Lodi con alcuni ragazzi delle superiori che hanno poi portato in scena per i loro compagni e per il pubblico adulto un emozionante spettacolo, Giovani contro, dedicato proprio a Giulio Regeni.
Abbiamo affrontato lo scottante tema del cyber bullismo e delle dipendenze da internet.
E ancora, i ragazzi delle superiori si sono interrogati e confrontati, con un laboratorio spettacolo condotto da Giorgio Zorcù, sul tema della condizione femminile e sul rapporto uomo/donna.
A marzo 2022, proprio qui, su questo palco, circa 60 ragazzi hanno portato in scena per i propri compagni, il Festival dei Canti, un incredibile e faraonico lavoro di Eugenio e Johnny Lodi; ma di questo vi racconteranno direttamente i protagonisti.

Io invece voglio raccontarvi meglio di un lavoro che mi ha particolarmente colpita e che porto nel cuore, il tema della stagione 2018/2019: l’Identità.
Mentre stavamo sviluppando le proposte per il pubblico più adulto, ci siamo interrogati sul percorso da proporre ai più giovani. Per Eugenio è stato chiaro fin da subito, io poi ho cercato le figure giuste ai cui affidarlo. Perché non ci si può adagiare solo sull’importanza, sull’urgenza dei temi, fondamentale per il successo della proposta è il livello del linguaggio.
Cito sempre dal suo testo…

perché il pericolo di barbarie aumenta quando questo sistema viene pensato con grave insufficienza intellettuale, con approssimazione e insensibilità, con manifesta incapacità o anche solo al risparmio di energie e impegno personali; peggio ancora se per calcolo politico o economico.

E questo vale anche per il livello delle proposte alle scuole, ovviamente.
Così gli studenti di scuole elementari e medie, hanno indagato la propria identità collettiva attraverso lo studio, il gioco e il dibattito sulla Costituzione e la visione dello spettacolo Ogni bambino è un cittadino.
Mentre i ragazzi delle superiori hanno affrontato l’eterno dilemma dell’Essere o non essere con L’Amleto di Shakespeare alla ricerca e affermazione della propria identità individuale.

Le ragazze e i ragazzi del progetto Fila Q sul palco del Teatro Fonderia Leopolda

Ma le proposte di Eugenio non cadevano mai dall’alto, il primo passo era sempre quello dell’ascolto e del confronto con chi, quotidianamente, vive e guida i ragazzi e ne registra i bisogni, i cambiamenti, parlo ovviamente di dirigenti e insegnanti, che vi racconteranno poi personalmente le ricadute di questo tipo di lavoro e di questo tipo di approccio.
Non vi racconto tutto questo per auto celebrazione, per mettere un punto. Anzi, se è vero che siamo qui per riaccendere il dibattito, bisogna partire dal fatto che molto è ancora da fare e non ci si può sedere sul conquistato, o si rischia di perdere anche quello. Lo sa bene chi questo lavoro lo sta portando avanti qui a Follonica, e che ci tengo a ringraziare, come la compagnia Zaches e Johnny Lodi.
Condivido il profondo turbamento e la preoccupazione che Eugenio aveva per il modo giovanile.
Da diverse parti si sentono sempre più forti espressioni del disagio dei giovani, bombardati dall’errato ma incessante messaggio che l’essenziale siano i soldi, la vita agiata, l’arrivismo, l’immagine, ma la loro naturale e istintiva sete di relazione, di espressione di se, di affermazione e di crescita li porta a cercare, esplorare, trovando però troppo spesso un deserto fatto di vuoti schermi, aggressività, derisione, arrivismo, povertà culturale, cliché di genere; insomma senza possibilità altra, senza possibilità di scelta.
L’assenza di educazione sentimentale poi, argomento molto caro a Eugenio e tema proposto nella stagione 2019/2020, ha delle terribili ricadute sulla capacità relazionale dei ragazzi; avere emozioni che non si sanno leggere e veicolare, fa sentire fragile e inappropriati, con conseguenti esplosioni di malessere, che sempre più spesso sfociano nella violenza.
Personalmente ho una profonda fiducia nei ragazzi, nella loro capacità di risposta agli ostacoli, alle difficoltà e ai cambiamenti che la società sta facendo e richiede di fare, ma non possiamo delegare solo a loro, non possiamo lasciarli soli nel cammino.
Così come le amministrazioni e le istituzioni non devono lasciare soli insegnanti e operatori. Ci deve essere una visione comune e un reale sostegno, un reale riconoscimento di questo lavoro, per continuare a farlo, e farlo bene. Perché oggi, sono convinta, bisogna ancora di più, esserci, intervenire, proporre, accompagnare. Mostrare che c’è altro.

E’ nostra responsabilità fornire ai più giovani gli strumenti e le risorse per poter essere liberi di scegliere chi essere e come essere.
Eugenio lo ha fatto col teatro.

Le ragazze e i ragazzi del progetto Fila Q: “Se la gente non va a teatro, non è perché il teatro è in crisi. E’ la gente che è in crisi.”

Dalla sua scomparsa, circa un anno fa, sento come una sorta di… chiamata alle armi; non armata. Ora tocca a noi. Non solo per non disperdere ciò che è stato fatto, ma anche e soprattutto per continuare a portare avanti il dialogo, il lavoro, l’opposizione all’omologazione e all’imbruttimento, dell’anima, dell’animo umano.

…continuare a fare tutto questo e sempre meglio, se possibile…

per camminare insieme verso quel futuro che tutti noi immaginiamo e sappiamo poter essere migliore.

Follonica 26 maggio 2023




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