Ciò che tu chiami oscurità per me è luce
Out of context di Alain Platel al Teatro Ariosto di Reggio Emilia
Il sipario si apre su una scena illuminata a giorno, il palcoscenico è vuoto con l’eccezione di una pila di coperte rosse e due microfoni leggermente spostati rispetto al centro della scena. Lo si nota dopo i primi minuti passati ad aspettare che accada qualcosa, in quello spazio sospeso in cui tutto può ancora succedere e ogni oggetto si carica di significati potenziali.
Al limite estremo di questo tempo dilatato qualcosa accade davvero: uno dopo l’altro gli artisti si alzano dalle poltrone della platea, salgono sul palco, si spogliano e indossano le coperte rosse. Avvolti nelle coltri colorate i nove interpreti giocano a esplorarsi, muovendo le uniche parti del corpo rimaste scoperte. Le caviglie vengono disarticolate, le dita dei piedi si aprono a raggiera, le piante stridono sul linoleum scuro. Anche il volto è uno strumento di esplorazione, un mezzo per annusare gli altri, entrarci a contatto, farsi ascoltare.
All’incremento delle possibilità di movimento corrisponde la progressiva esposizione del corpo che lotta e si intrattiene in dinamiche di corteggiamento, per poi finire ad agitarsi coperto di sola lingerie colorata. Gli artisti si alternano ai microfoni. Mostrando i propri limiti ed esagerando le abilità, danzano fino allo sfinimento e tornano di nuovo alle coperte, ai piccoli movimenti nervosi, ai loro vestiti, ai posti in platea.
Out of context, uno spettacolo del 2010 di Alain Platel e La Geste, un gruppo nato dalla fusione di due storiche compagnie belghe: Le Ballets Contemporains de la Belgique (Les ballets C de la B), fondata da Platel nel 1984 , e Kabinet k del duo Laureyns-Manshoven. Frutto di un lavoro collettivo, Out of context è una creatura dal DNA sperimentale, crudo e tutt’altro che semplice.
I microfoni leggermente decentrati, i tempi dilatati quasi all’infinito, i movimenti esagerati per ostentazione o riserbo, contribuiscono a collocare questo spettacolo in quello spazio particolarissimo che il titolo stesso dell’opera sembra anticipare. Out of context è interamente giocato sul punto di rottura, in un “in between” che dà le vertigini senza far precipitare e che tocca dal vivo il pubblico stimolandone costantemente le reazioni. Risate e tensione, stupore e fastidio, tenerezza e terrore: le poltroncine dell’Ariosto si fanno conduttrici di sentimenti contrastanti e, attratte dalla forza magnetica del palcoscenico, traghettano gli spettatori in una sorta di grado zero della coscienza in cui interno ed esterno sembrano mescolarsi e si ha l’impressione di riuscire a guardarsi dentro. La discesa è talmente ripida che finisce per approdare in una profondità senza nome, un terreno in cui l’uomo si confonde con l’animale, la voce con il boato.
Viscerale in senso letterale, è un viaggio tra le pieghe dell’inconscio, un tuffo tra ricordi e pulsioni, umori e istinti primordiali, capace di raccontare senza filtri la carriera di Platel. Vi ritroviamo l’amore per Bausch (“for Pina” è il sottotitolo dello spettacolo), la ricerca sull’alterità dei corpi, la creatività caotica e la mescolanza degli stili che ne hanno caratterizzato l’esperienza artistica.
«Ciò che tu chiami oscurità per me è luce».
Con questa frase, inserita tra le pagine di Viaggio al centro della Terra, Jules Verne sembra fornire ai lettori una chiave per interpretare la conclusione del romanzo. La pronuncia il professor Lidenbrock al nipote Axel, sembra ripeterla Platel tra le pieghe più oscure di questo suo viaggio al centro del corpo.
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OUT OF CONTEXT- for Pina
Teatro Ariosto di Reggio Emilia, 25-26 febbraio 2023.
Danzato e creato da: Elie Tass, Emile Josse/Quan Bui Ngoc, Hyo Seung
Ye, Kaori Ito, Mathieu Desseigne Ravel, Mélanie Lomoff, Romeu Runa,
Rosalba Torres Guerrero, Ross McCormack
Ideazione e regia: Alain Platel
Drammaturgia: Hildegard De Vuyst
Assistente alla direzione: Sara Vanderieck
Luci: Carlo Bourguignon
Sound design & musica elettronica: Sam Serruys
Tecnico del suono Bart Uyttersprot
Costumi: Dorine Demuynck
Fotografia: Chris Van der Burght
Production management: Valerie Desmet
Produzione: laGeste (les ballets C de la B + kabinet k)
Coproduzione: Théâtre de la Ville (Parigi), Le Grand Théâtre de Luxembourg,
TorinoDanza, Sadler’s Wells (London), Stadsschouwburg Groningen,
Tanzkongress 2009/ Kulturstiftung des Bundes, Kaaitheater (Bruxelles), Wiener
Festwochen
Con il sostegno delle autorità fiamminghe e della città di Gand
Prima: 13/01/2010, Kaaitheater (Bruxelles)
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