Focus AdoleScen[z]a | Lo spettacolo dal vivo per le giovani generazioni | 5. Quando il teatro non è una roba da vecchi (parte 2)
Altri spettacoli sugli adolescenti e sui loro problemi
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Mario Bianchi, Quando il teatro non è una roba da vecchi (parte 1) | 34 spettacoli sugli adolescenti e sui loro problemi
Nuove tecnologie / Una generazione messa all’angolo
Mandara Kè /C’è nessuno
(2021)
regia Gioacchino Cappelli
drammaturgia Elena Grimaldi e Gioacchino Cappelli
con Gioacchino Cappelli, Salvatore Tornitore, Sebastiano Sicurezza
trainer Marcello Cappelli
musiche Salvatore Tornitore
proiezioni Salvatore Caruso
scenografie Astia Santoni e Carla Saccucco
produzione Associazione culturale Mandara Ke
C’è nessuno della compagnia siciliana Mandara Kè in modo intelligente e spesso foriero di nuove sugestioni si occupa del rapporto delle giovani generazioni con internet, i media e i video giochi. Lo fa partendo dal fenomeno degli hikikomori, i ragazzi che si chiudono in casa, rifiutando ogni rapporto con gli esseri umani se non quelli mediati dalla rete: ragazzi che passano tutta la loro giornata davanti al pc, vivendo un completo sovvertimento dello scorrere del tempo e dei rapporti con la “realtà”, che riescono in solitudine a sostituirla con quella virtuale. Gioacchino, Gio, Jack (Gioacchino Cappelli, che scrive lo spettacolo con Elena Grimaldi), il nostro protagonista, il solo che vediamo dal vivo in scena, è infatti così. Pur stimolato dall’amico Seba, Brown, ad uscire nella vita reale, se ne sta nella sua camera a dialogare con chi sceglie lui di dialogare, non intuendo minimamente di essere in contatto solo con chi dallo schermo gli detta solo regole a cui per altro soggiace con entusiasmo, vivendo in una realtà parallela che nella sua testa è più consona alle sue esigenze. E infatti perchè mai un ragazzo come Gio dovrebbe uscire fuori tra la gente, se ha intuito che la sua generazione non potrà avere un futuro certo colmo di occasioni, se i sogni che aveva da piccolo si sono frantumati nella nostra di realtà, governata da chi del futuro delle nuove generazioni importa poco o niente? Da chi governa un mondo che lo vuole proprio così. Allora meglio quella che Gio si è inventato di realtà, dove con tutti i mezzi che la tecnologia gli offre la realtà la può reinventare a suo piacimento. Uno spettacolo che non si ferma solo sul rapporto tra i giovani e i nuovi media, ma che cerca di andare oltre, fornendo anche però, pur nella disillusione di un mondo migliore, una speranza: il padre di Gio ( Marcello Cappelli il vero padre dell’attore) alla fine infatti invita il figlio a sperare, a credere che il mondo possa essere diverso, basta crederci e non abbassare mai la testa.
Apocalisse tascabile
(2020)
di Niccolò Fettarappa Sandri
regia Niccolò Fettarappa Sandri, Lorenzo Guerrieri
con Niccolò Fettarappa Sandri, Lorenzo Guerrieri
Produzione Compagnia Fettarappa sandri / Guerrieri
Apocalisse tascabile è un’invettiva contro le regole imposte a tutta una generazione che invece chiede con forza di essere artefice del proprio futuro, rispetto alle altre che tutti gli spiragli di futuro occupano proditoriamente. Lo spettacolo, diviso in sequenze che si susseguono in un flusso continuo di provocazioni e di ribaltamenti sarcastici, rimanda direttamente alla situazione di una generazione come quella dei due interpreti, considerati come elementi da scartare, da liquidare, messi all’angolo perché inutili, per di più in contesto come quello della città di Roma vista come una madre matrigna, un luogo respingente in perenne putrefazione. Sulla scena, tra battute fulminanti intrise di feroce autoironia, c’è la rabbia di tutto questo mondo, così prorompente nella sua vitalissima acerbità, ma già così defunto, che si esprime anche con l’utilizzo significativamente vorticoso degli oggetti.
La guerra
Continua a camminare dritto
(2020)
testo Gabriele Clima, Renata Coluccini
regia Renata Coluccini
con Simona Gambaro, Stefano Panzeri
Progetto musicale Luca De Marinis, Raffaele Serra
Tratto dall’omonimo libro di Gabriele Clima
Produzione Teatro del Buratto
Protagonisti sono una ragazza e un ragazzo intrappolati in una Siria devastata dalla guerra. Fatma e Salim meriterebbero, come tutti i ragazzi della loro età, di vivere tutti i sogni della giovinezza, ma non è così. Fatma cammina nel deserto sotto un cielo stellato verso un campo militare per compiere suo malgrado un’impresa distruttiva più grande di lei. Salim invece cammina con suo padre verso una linea d’orizzonte e come talismano ha un libro, un libro rosso, appartenuto a un fratello speciale, Abed, che non voleva arrendersi e diceva che solo i libri possono fermare i kalashnikov, “perché se salvi i libri salvi la tua anima, e il tuo paese”. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo libro di Gabriele Clima con cui Renata Coluccini ha scritto il testo, segue separatamente (perché nonostante tutto il destino li porterà a essere soli con sé stessi in un mondo sempre più ostile) la storia dei due ragazzi che Stefano Panzeri e Simona Gambaro consegnano in modo esemplare al pubblico di adolescenti, sul bellissimo tessuto musicale creato per l’occasione da Luca De Marinis e Raffaele Serra, dove anche i suoni accendono l’effetto evocativo dei vari avvenimenti, connaturati con le emozioni dei due ragazzi. Tutto è espresso con delicatezza e acuto senso di pietà per i protagonisti, in una scena dominata da una rilucente parete di lamiera, che soccombe con un suono lancinante, avvertendoci della morte di Abed.
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