In Italia esistono due categorie di teatranti: quelli che frequentano le Buone Pratiche organizzate da Ateatro e quelli che provano a imitarle (male).
Ci aveva provato lo scorso anno fa Luca Barbareschi, con l’imbarazzante prima (e ultima) edizione del Premio Buone Pratiche del Teatro, che modestamente Luca si era auto-assegnato. Pochi mesi dopo, purtroppo, il Teatro Eliseo da lui diretto e gestito ha chiuso e non si sa se mai riaprirà.
Adesso ci riprova (ricopiando Ateatro) San Patrignano, che il 29 ottobre 2022 ospita una giornata dedicata alle Buone Pratiche del Teatro Sociale in Europa.
Il marchio delle Buone Pratiche del Teatro non è registrato, perché riteniamo che sia patrimonio comune del teatro italiano: infatti abbiamo sempre proceduto in maniera aperta e inclusiva.
Tuttavia, per evitare equivoci, mi pare corretto specificare (ho chiesto conferma a Oliviero Ponte di Pino e Mimma Gallina) che l’Associazione Culturale Ateatro, che dal 2004 organizza le (vere) Buone Pratiche del Teatro, non ha nulla a che vedere con questa iniziativa.

Per quanto mi riguarda, sono davvero lieta che San Patrignano, nota finora soprattutto per le sue Cattive Pratiche, provi a imboccare la strada delle Buone Pratiche. Per prima cosa, però, la smetta di copiare, che resta una pessima pratica.
Posso solo augurare al progetto di non fare la fine del Teatro Eliseo.
Per risolvere i problemi, non è sufficiente appropriarsi di un’etichetta, ovvero far finta che tutto cambi per non cambiare niente (e per intercettare e distribuire fondi europei a qualche parrocchietta di amici degli amici).
Questi goffi tentativi di imitazione sono solo una conferma del successo del progetto di Ateatro. Ma se volete un consiglio, diffidate delle imitazioni.
Questi non sono nemmeno capaci di inventarsi un titolo decente: di sicuro non hanno in testa molte idee.

IL LINK
Il teatro sociale e di comunità su ateatro
Le Buone Pratiche del Teatro Sociale e di Comunità (2016).

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