La malinconia della scrittura da Eduardo a Mimmo Borrelli
Il Gelo in scena alla Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio di Napoli per Efestoval
La Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco è un luogo dell’altrove nel centro storico di Napoli, a cui Mimmo Borrelli è legato poeticamente perché vi ha messo in scena alcuni dei suoi lavori più importanti. Questo luogo di grande valore artistico e museale ha accolto dal 17 settembre 2022 Il gelo, nell’ambito di Efestoval, festival nato nel 2015 e diretto dallo stesso Mimmo Borrelli.
Si tratta di un lavoro intimo e pieno di gloria, con un impianto scenico dato da pochi elementi di grande efficacia: una sedia e una scrivania che danno le spalle all’altare principale, coltelli, qualche libro poggiato sulla scrivania, una bottiglia d’acqua, un copione con i versi di uno spettacolo dal lirismo efficace e clamoroso, un’altra sedia sulla quale siederà il performer alla fine della pièce posta un po’ più indietro rispetto alla scrivania, quasi nascosta per accogliere con umiltà la voce di Eduardo De Filippo a conclusione dell’oracolare messinscena. Ognuna di queste parti costituenti dello spettacolo è resa con grazia e potenza da Borrelli e con generoso coinvolgimento attoriale e con consapevole necessità autoriale.
Come dichiara Borrelli,
Il filo conduttore è rappresentato dai personaggi di Eduardo che non vedremo mai più interpretati da lui. C’è un incipit sulla solitudine della scrittura, in quanto Eduardo scriveva le poesie quando si trovava da solo. In questo contesto ho inserito la mia poesia Il gelo, che tratta di un autore che non riesce a trovare l’ispirazione, ma ho voluto anche fare un omaggio al Sindaco del rione Sanità, un’altra anima di uomo buono che per sopravvivere uccide un’altra anima del Purgatorio. Mentre l’inizio si sviluppa su alcune battute iconiche di Eduardo, che lo hanno reso popolare a Napoli, grazie alla televisione.
Da veri e propri tormentoni alla malinconia della scrittura il passo è breve. Ma vi è anche la “malinconia dell’autore che combatte con le anime dei suoi personaggi.
Non manca il tema natalizio, strettamente connesso con l’elemento mortifero. È dato dalla presenza di tre bambini che hanno i nomi dei tre Re Magi e sono i figli dell’ex prete, che si è spogliato per perseguire la vocazione al matrimonio e alla riproduzione filiale. Secondo Borrelli, c’è in questo una sorta di “critica da parte di uno dei tanti figli di Napoli messi al mondo senza alcun senso”. C’è anche, tuttavia, sottotraccia, il tema dell’edizione di Efestoval che in questa edizione è “il sottosuolo”: “la lava della memoria nel suo morire che dal mare prende forma e devastante fertile desolazione. Il corroso che anima il post moderno.”
È stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro, così ho fatto.
Questa è la conclusione con voce registrata originale di Eduardo De Filippo nel suo ultimo discorso pubblico, il 15 settembre 1984 a Taormina. Così si conclude un pezzo importante di storia del teatro contemporaneo napoletano, accolto da fragorosi applausi e standing ovation.
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