Gli ultimi giorni dell’umanità (culturale)

Parole e corpi dal teatro di guerra ucraino [beta version]

Pubblicato il 31/03/2022 / di / ateatro n. 182

Sommario

0. Aggiornamenti (1 aprile 2022-…)

1. Prologo (1990-2021)

2. Operazione speciale (22 febbraio 2022-31 marzo 2022)

3. Artisti per l’Ucraina

4. Appendice | Perché la bellezza non salverà il mondo, ovvero i libri preferiti di Vladimir Putin

Aggiornamenti

1 aprile 2022, TikTok

I tutorial di make-up su TikTok sono diventati un mezzo per inviare messaggi impegnati: la Gen Z sta usando un gesto apparentemente “frivolo”, come quello di truccarsi, in un atto politico. Tra ombretti e mascara si invoca la pace in Ucraina, si diffondono istanze femministe e si raccontano drammi che riguardano i diritti umani. IL LINK

2 aprile 2022, Kharkiv

Almeno 53 siti culturali (tra cui 29 chiese, 16 edifici storici, quattro musei e quattro monumenti) sono stati danneggiati o parzialmente distrutti dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Lo ha annunciato l’Unesco.
Una delle Regioni più colpite dalla guerra è Kharkiv, dove sono stati colpiti il Memoriale dell’Olocausto, il Teatro di Stato per l’Opera e il Balletto e il Museo d’Arte. A Kiev “resistono”, per ora, i sette siti del patrimonio mondiale dell’Unesco, tra cui la cattedrale di Santa Sofia. IL LINK

3 aprile 2022, Mariupol

L’ambasciatrice della Lituania negli Usa, Audra Plepyte, ha scritto su Triwtter: “Mantas Kvedaravicius è stato ucciso a Mariupol dove stava documentando le atrocità di guerra delle truppe russe. Era stato premiato per i suoi documentari girati anche a Mariupol e in Cecenia”.
Tra i lavori del regista lituano, premiati nei principali festival europei, Barzakh (2011) sulla Cecenia. IL LINK

Mantas Kvedaravicius ha trovato la morte nella città assediata di Mariupol, la stessa dove sei anni fa aveva girato un documentario, Mariupolis (2016), presentato in anteprima al Festival di Berlino e acclamato dalla critica.

3 aprile 2022, Londra

Cambia il titolo di un’opera di Edgar Degas, da Danzatrici russe a Danzatrici ucraine.
Un portavoce della National Gallery, dove è esposto il quadro, ha dichiarato: “Gli studiosi discutono da diversi anni sul titolo di quest’opera, come testimonia la letteratura scientifica; tuttavia negli ultimi mesi la situazione politica ha aumentato la nostra sensibilità e dunque abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di aggiornare il titolo dell’opera per rispecchiare meglio il suo contenuto”.
Le ballerine sono agghindate con nastri gialli e blu, i colori dell’Ucraina. IL LINK

4 aprile 2022, La7 tv

Servant of the people, prodotta da Kvartal 95 (la società di produzione dello stesso Zelensky) è stata trasmessa tra il 2015 e il 2019 con successo di critica e ascolti sulla rete televisiva Ucraina ‘1+1’, approdando poi anche in Germania, Francia ed Emirati Arabi. Diventata un vera e proprio serie-documento, è stata nuovamente distribuita in Inghilterra su Channel Four ed è disponibile su Netflix negli Stati Uniti.
[In Italia] la serie non ha catturato un grande interesse. Maggiore lo share di Report su Rai3 che ha raccolto davanti al video 2.166.000 spettatori pari ad uno share del 9.5%. E ancora su Rete4 Quarta Repubblica ha totalizzato un ascolto medio di 970.000 spettatori con il 5.6% di share. Su La7 Servant of the People ha registrato 821.000 spettatori con uno share del 3.4%.

4 aprile 2022, Roma

Carlo Freccero, ex direttore di Rai2, in una riunione del comitato “DuPre”, aveva accostato le immagini di Mariupol a una sorta di fiction, instillando dubbi sulla loro autenticità. “Sappiamo che esiste materiale prodotto a scopo propagandistico, un buon esempio è il bombardamento dell’ospedale pediatrico a Mariupol con la sua influencer incinta dichiarata morta e ricomparsa poco dopo. Sono stati utilizzati attori per interpretare i feriti”, aveva detto Freccero, alludendo anche all’esistenza di filmati in grado di smentire le versioni ufficiali dei fatti.
Massimo Cacciari ha stroncato le valutazioni critiche di Freccero su Mariupol sentenziando: “Non sono per nulla d’accordo con questa e altre cose dette da Freccero. Il comitato DuPre non è un partito. Ciascuno può dire quello che vuole, io sono libero di bollare come sciocchezze le cose che ritengo tali”. IL LINK

5 aprile 2022, Mosca

Dopo la scoperta delle atrocità commesse dalle truppe russe a Bucha, un attivista, le mani legate dietro la schiena, giacca marrone e jeans scuro come una delle vittime, sdraiato a terra protesta silenziosamente in quattro luoghi simbolo della città: i giardini di Alessandro, sotto le mura del Cremlino; la chiesa Cristo Salvatore, simbolo rinascita della Chiesa ortodossa; e due vie dello shopping come la Nikolskaya e l’Arbat.

7 aprile 2022, Mosca

Chanel chiude le sue boutique in Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina. In una serie di video pubblicati sul web, le influencer locali tagliano con forbici e coltelli borse da migliaia di euro accusando il marchio di russofobia. La prima è stata l’attrice Maryna Yermoshkina, che sul suo social ha affermato che l’azienda “umilia i suoi compatrioti e discrimina le persone in base alla nazionalità. Non un singolo articolo o marchio vale il mio amore per la mia Patria e il rispetto di me stessa. Sono contro la russofobia e sono contro i marchi che sostengono la russofobia. Se possedere Chanel significa vendere la mia Patria, allora non ho bisogno di Chanel”. Tra le influencer che hanno accolto l’appello, Katya Guseva e la modella Victoria Bonya, che ha affermato: “Se Chanel non rispetta i suoi clienti, perché dobbiamo rispettare noi Chanel? Ciao ciao”.

7 aprile 2022, Instagram

Il modello Ivan Honzyk (honzykivan7), icona LGBT ucraina, in giubbotto e tacchi a spillo e in divisa militare.

7 aprile 2022, Twitter

Quattro scrittori ucraini vittime della guerra: Nadia Agafonova, Yuriy Ruf, Max Levin, Dmytro Evdokimov,.annuncia in un Tweet lo scrittore Andrei Kurkov.

7 aprile 2022, Vilnius

Rūta Meilutytė, 25 anni, attraversa lo specchio d’acqua colorato davanti all’ambasciata russa nella capitale della Lituania. La performance “è una chiamata ad agire a sostegno del popolo ucraino che sta affrontando il genocidio commesso dalla Russia”. IL LINK

8 aprile 2022, repubblica.it

“Siamo partiti dalle immagini virali trovate su TikTok, il social che più di ogni altro sta raccontando i ventenni in guerra.(…) E’ il nuovo capitolo della collaborazione tra repubblica.it e Scuola Holden.” IL LINK

Lo speciale si divide in tre sezioni: combattenti, rifugiati e pacifisti. Tre figure che, per noi, più rappresentano i protagonisti della guerra. Di ognuno abbiamo ricercato i video più virali sui social e li abbiamo inseriti in uno smartphone che permette di navigare i contenuti multimediali sullo schermo e ricreare l’esperienza di fruizione di TikTok.
Per Vincenzo Marino (uno dei curatori del progetto, che dal 2019 gestisce la newsletter ‘Zio’, n.d.r.): “Questo continuo accostamento di temi crea un effetto paradossale, angosciante, ma è l’unico modo che un ragazzo, o una ragazza, conosce per condividere una notizia di questo tipo. Fare un video, metterci una musica, scrivere qualcosa sotto, con il font tipico di TikTok. A noi può anche fare impressione, però è la modalità in cui si comunica attraverso queste piattaforme e ci racconta tanto di dove stiamo andando.” IL LINK

8 aprile 2022, Milano

“La nostra tournée nel vostro paese doveva finire il 13 marzo”, racconta Oleksandr Sacharov, direttore artistico del Circus-Theatre Elysium di Kiev, “ma il 24 febbraio è iniziata la guerra. Speravamo che finisse presto, ma ci siamo reci contro che il conflitto continuana a crescere di intensità. Allara abbiamo deciso di provare a organizzazare una nuova torunée, e molti teatri ci hanno aperto le porte.” A iniziare dall’Emilia-Romagna, e poi in Lombardia, Toscana, Veneto, Liguria, sono tante le sale che hanno richiesto lo spettacolo. (“la Repubblica”)

8 aprile 2022, Lonigo

Il corpo di ballo ucraino ha cancellato Il lago dei cigni in programma al Teatro Comunale di Lonigo (Vicenza), con tanto di étoile dell’Opera Nazionale di Kiev. Il motivo risiede nel fatto che il compositore della nota opera è il russo Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Il teatro vicentino si è detto “rammaricato della decisione”, appresa il giorno stesso, ma ha accettato la sostituzione con Giselle. Lo spettacolo era stato organizzato con finalità benefica per raccogliere fondi a sostegno del popolo ucraino. IL LINK

8 aprile 2022, Mosca

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, spiega che gli ucraini censurano i libri di cucina perché vogliono che la ricetta del boršč sia esclusiva della cultura ucraina, senza condividerla e questo è “razzismo, nazismo, estremismo”. IL LINK

13 aprile 2022, Tallinn

Terza giornata di dimostrazioni a Tallinn.
Lunedi 11 aprile, una dozzina di manifestanti si sono presentati davanti all’Ambasciata di Ungheria indossavano maschere antigas, per protestare contro gli acquisti di gas dalla russia, che non sono stati interrotti nonostante l’aggressione all’Ucraina.
Martedì 12 aprile, una decina di attivisti in bicicletta si sono presentati davanti all’Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca, chiedendo di adottare una politica più dura nei confronti della Russia.
Mercoledì 13 aprile alcune decine di donne si sono presentate di fronte all’Ambasciata di Russia, in Pikk Tänav, mettendo in evidenza le loro mutande insanguinate: “In Ucraina i soldati russi violentano e uccidono donne e bambini innocenti. Chiunque sostenga questa guerra sostiene anche questi crimini di guerra, accodandosi a degli assassini di cui sono complici. Questo è il nostro messaggio per i sostenitori del regime di Putin (in Russia, in Estonia e ovunque).”

17 aprile 2022

Dopo l’affondamento dell’incrociatore “Moskva”, la casa di produzione SoyuzMultfilm blocca un cartone animato del 1973, in cui un gruppo di giovani pionieri in immersione scopre una nave affondata da tempo, su cui è ben visibile una “Z”, la lettera che campeggia su molti mezzi militari russi in Ucraina.
Uno dei ragazzi spiega: “E’ chiaro, è un cacciatorpediniere fascista.”

IL LINK

17 aprile 2022, YouTube

L’appello a uomini d’affari, esperti di IT, attori, cantanti: “Compratemi un jet da combattimento”.

17 aprile 2022

22 aprile 2022, La7

L’acciaieria di Azovstal a Mariupol, a detta della propaganda russa, sarebbe la base di alcuni biolaboratori ucraini, sotto il controllo degli americani e della NATO.
La tesi sarebbe stata avvalorata dalla cartina della struttura, mandata in onda qui in Italia da PiazzaPulita, da Controcorrente su Mediaset e da Porta a Porta sui canali RAI.
Le cose non stanno così, perché la foto mostrata non riguarda l’acciaieria di Azovstal a Mariupol. Come riportato da Facta News, l’immagine è estratta dal videogioco Blackout, che non è mai realizzato a causa del fallimento della campagna di crowdfunding.
PiazzaPulita venerdì pomeriggio ha ammesso il proprio errore con un tweet.

IL LINK

Corrado Formigli

7 maggio 2022, Karkiv

Un bombardamento russo ha distrutto il Museo nazionale commemorativo lettera- rio di Hryhoriy Skovoroda, nella regione orientale di Karkiv. Qui visse gli ultimi anni e fu sepolto Hryhory Skovoroda, filosofo del ‘700, poeta, compositore di musica di origine cosacca ucraina, che lavorò e visse anche nell’impero russo. Entrambi i Paesi lo rivendicano come un loro figlio. IL LINK

Prologo

1990, San Pietroburgo

Gaudeamus, regia di Lev Dodin.

lev dodin E’ la storia degli uomini di un battaglione di costruzione, il livello più basso nell’esercito sovietico, la parte dell’esercito in cui i soldati sono usati quasi come schiavi per costruire e a volte per distruggere. A volte a qualche soldato può capitare di fare dei lavoretti e di prendere un po’ di soldi. Gaudeamus parla della vita in questo battaglione. Quello che mi aveva attratto, più che la storia in sé, è che il racconto di Kaledin conteneva una verità su quello che è l’esercito nella sua totalità, che umilia la gente e spesso la distrugge prima ancora di entrare in azione e contemporaneamente ha una grande forza di attrazione.
oliviero ponte di pino Da un certo punto di vista gli attori del Maly Teatr sono addestrati meglio dei soldati, visto quello che riescono a fare in scena…
lev dodin Come attori sono stati meglio addestrati rispetto ai soldati dell’esercito, anche perché non credo alla professionalità dell’esercito. IL LINK

23 ottobre 2002, Mosca

Il 23 ottobre un commando di una quarantina di indipendentisti ceceni assalta il Teatro Na Dubrovka, dove si sta replicando il musical Nord-Est. Ottocento persone, tra spettatori, attori e tecnici, vengono prese in ostaggio. Dopo due giorni di sequestro, le truppe speciali assaltano l’edificio, riempiendolo di gas. E’ una strage: il numero delle vittime resta incerto, ma si parla di oltre duecento vittime. Il teatro della morte invade i media di tutto il mondo, in diretta.
Alla tragica vicenda si rifanno tra l’altro il film Konferentsiya (Conference) (2020) di Ivan Tverdovskly, che ripercorre alcuni momenti del sequestro, e le opere di due artisti. In Operazione Bufera (2003) l’italiano Cesare Viel per tutta la durata della performance resta immobile, riverso su una poltrona rossa con la bocca spalancata, nella posa di un’immagine diventata virale, mentre un audio registrato diffuso nell’ambiente racconta alcuni momenti della vicenda vissuti da diversi punti di vista. L’americana Catherine Sullivan in Ice Floes of Franz Joseph Land (2003) ha isolato e filmato alcuni frammenti di un musical, una vicenda d’amore e d’avventura tratta dalla novella I due capitani e ambientata tra la rivoluzione bolscevica e la Seconda guerra mondiale. Crea una cinquantina di brevi pantomime, le riprende in video e le proietta su cinque schermi, accompagnate da una serie di immagini fotografiche. Con la sua installazione Catherine Sullivan vuole spingerci a riflettere sulla guerra, sul terrorismo e sul progresso, interrogandosi – come in altre sue opere – su che cosa renda teatrale il teatro.
Alla vicenda si ispirano anche i berlinesi Gob Squad, con Revolution Now! (2010, arrivato in Italia nel 2017). In uno scenario storico carico di tensioni a causa della crisi economica, mentre all’esterno imperversano i saccheggi (come nel Balcon di Jean Genet, almeno così si dice al pubblico in sala), un gruppo rivoluzionario insedia il proprio quartier generale proprio in teatro, sequestrando gli spettatori e cercando di coinvolgerli attraverso canti, proclami, slogan. Ma l’azione non resta confinata all’interno: attraverso una telecamera, la sala ha un occhio sullo spazio esterno, di fronte al teatro, dove altri attori cercano di convincere i passanti a fare irruzione sulla scena, come una folla di rivoltosi in un quadro ottocentesco.
Nel marzo 2003, dopo una rapida ristrutturazione, il sipario del Teatro Na Dubrovka si riapre su Nord-Est. Le poltrone e la moquette della platea da rosse diventano blu, la buca dell’orchestra è più vicina alla prima fila ma, come racconta Andreij Bogdanov, attore ed ex ostaggio, “su una delle passerelle sulla scena è rimasto un foto di proiettile che non abbiamo potuto riparare”. (Oliviero Ponte di Pino, Un teatro per il XXI secolo, FrancoAngeli, 2021)

2005, Mosca

“Gli occidentali hanno una tale passione per Putin da temere di prounciarsi contro di lui. (…) Non incontrando resistenza, si è fatto ancora più insolente.” (Anna Politkvskaja, uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006, giorno del 54° compleanno di Vladimir Putin, in La Russia di Putin; Adelphi, 2005)

2014, Odessa

“Il nostro primo gesto: tornare, nel cuore della città vecchia, al Teatro dell’Opera dove nel 2014, il primo anno della rivolta di Maidan, ho messo in scena la mia opera teatrale a favore dell’ingresso dell’Ucraina in Europa. Il teatro, ahimé, è chiuso.” (Bernard Henry Lévy, “la Repubblica”, 25 marzo 2022)

2016, San Pietroburgo

Dopo sedici anni Lev Dodin rimette in scena Gaudeamus. Lo spettacolo è insieme uguale e diversissimo, con nuovi interpreti giovani e giovanissimi: “Alcuni di loro non erano nati o lo erano appena quando lo spettacolo fece la sua comparsa sulle scene. Si sono appena diplomati all’Accademia, non hanno conosciuto direttamente l’Unione Sovietica né la perestrojka, possiedono un immaginario collettivo altro, rispetto a chi li ha preceduti nei ruoli. Gaudeamus è uno spettacolo che parla dell’essere umano, degli esseri umani, dei rapporti che li legano gli uni agli altri, del loro modo di rapportarsi al sistema, qualunque esso sia, giusto o ingiusto. Pertanto questa nuova versione del mio spettacolo viaggia nella direzione di una mancanza di significato della vita in senso atemporale e universale, sicché alcuni momenti, se vogliamo, acquisiscono un realismo e una violenza ancora più crudi: quel che si vede in scena è il circo della vita”.
A cambiare è stato soprattutto il contesto storico, dalla stagione della perestrojka all’era Putin, dalle confuse speranze al disincanto.

21 aprile 2019, Kiev

Volodimyr Zelensky, protagonista di una serie tv di successo, Servitore del popolo, sconfigge al ballottaggio il presidente uscente Petro Porošenko con il 73% dei consensi. Nella serie, Zelensky è un professore liceale che viene inaspettatamente eletto presidente dell’Ucraina. IL LINK

Volodimyr Zelensky veste profeticamente i panni di Napoleone.

Un’operazione speciale

22 febbraio 2022, Kiev

L’artista Aljoscha nudo di fronte al Monumento alla Patria in segno di protesta contro l’invasione russa in Ucraina. IL LINK

24 febbraio 2022, Samara

Dovevo incontrare un gruppo di nostri lettori, volare a Samara da Mosca. (…) Quando sono arrivato a Samara ho detto agli organizzatori dell’evento che l’unica condizione per la mia partecipazione era quella di iniziare l’incontro con una mia dichiarazione contro la guerra dal palco. Hanno accettato e l’ho fatta. Eravano nel più grande cinema della città, c’erano diverse centinaia di persone. Ho detto che la guerra che abbiamo iniziato è un crimine e una catastrofe, non solo per l’Ucraina, ma anche per la Russia. E la gente ha fatto un grande applauso. (…) Il giorno dopo ho deciso che dovevo prendere pubblicamente posizione, che non bastava Facebook. Ho il mio canale YouTube, Radio Dolin, con 150mila abbonati. Così abbiamo fatto un video contro la guerra, dove io e i miei colleghi – cineasti, registi, attori – tutti ci siamo pronunciati contro la guerra. 40 minuti di dichiarazioni contro la guerra. Lo abbiamo pubblicato, è stato visto in poco tempo da 320mila persone, abbiamo ricevuto un sacco di commenti, di tutti i tipi. Dalla rabbia contro di noi alla gratitudine di semplici cittadini. Poi ci sono state le leggi contro chi protesta per la guerra e in molti hanno iniziato a lasciare il paese.
Avete ricevuto minacce?
Sì, molte. Minacce anonime e per me una minaccia diretta nella vita reale: una grande lettera Z, il simbolo della guerra, che è stata disegnata sulla porta del mio apparteamento dove vivo con la mia famiglia. L’ho vista quando stavo già pensando ai bagagli, a come andare via. Ora siamo in Lettonia ma non eravamo preparati a questo. Non abbiamo conti bancari europei e tutti i conti bancari russi e le carte di credito sono bloccati. (…) Non sto emigrando, sto solo andando via dalla Russia perché in questo momento nel mio paese c’è una tenebra assoluta. (“In esilio per raccontare il dissenso”, colloquio con Anton Dolin di Alberto Flores D’Arcais, “l’Espresso”, 10 aprile 2022)

24 febbraio 2022, Milano

Modelle e influencer davanti allo show di Prada con i colori giallo e blu per portare un segno di speranza e di pace. IL LINK

25 febbraio 2022, Milano

“Abbiamo alla Scala La dama di picche diretta dal maestro Valery Gergiev, che ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Putin. Con il sovrintendente gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione, se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione.” (Giuseppe Sala, sindaco di Milano, “Corriere della Sera”)

28 febbraio 2022, Seycelles

Michelle Hunziker in vacanza con le figlie e le amiche: “Mi sono svegliata con degli incubi. Sentivo piangere bambini, donne e uomini nel sonno… provo disagio ad essere in vacanza, so che non posso cambiare le cose ma sento un senso d’impotenza”. IL LINK

2 marzo 2022, Twitter

Paolo Nori denuncia un caso di censura: all’Università Bicocca non vogliono che si studino autori russi.

2 marzo 2022, Instagram

Il soprano Anna Netrebko, attesa alla Scala il 9 marzo per Adriana Lecouvreur, ha “postato sul suo profilo Instagram sia una condanna contro ‘la insensata guerra di aggressione alla Russia’ che una foto che la ritrae assieme al suo scopritore, Gergiev appunto. Passate un paio d’ore, il soprano russo ha cancellato tutto rendendo, peraltro, il sito inaccessibile.” (“Corriere dellla Sera”, 2 marzo 2022)

3 marzo 2022, Roma

Ai Weiwei durante le prove di Turandot all’Opera di Roma: “Ogni artista ha il suo senso di giustizia, tutti vogliono costruire un mondo civile e democratico. Se a un artista, essendo amico di un politico, viene proibito di lavorare, stiamo andando verso una strada non più democratica. Se vogliamo limitare la libertà di parlare, andiamo verso una società tirannnica e autocrate. Se non abbiamo la possibilità di avere un’opinione, viviamo nel nazismo.” (“Corriere della Sera”)

4 marzo 2022, Milano

Giovanna Iannantuoni: “Come rettrrce di Milano Bicocca mi scuso per aver urtato diverse sensibilità in un momento così delicato, ma non era intenzione dell’Ateneo esercitare alcuna forma di censura. (…) Non si mette in discussione la cultura di un popolo e il ruolo che ha l’università nella sua diffusione. (…) Profondamente rammaricata per quanto accaduto con Paolo Nori, rinnovo l’invito allo scrittore a partecipare a un ciclo di incontri su Dostoevskij.”
Paolo Nori declina l’invito.

4 marzo 2022, Mosca

Il regista Lev Dodin pubblica una lettera aperta sul mensile “Teatr”:
“Dire “sono arrabbiato” è come non dire nulla. Come figlio della Grande Guerra Patriottica, non posso, nemmeno in un incubo, immaginare che i missili russi vengano sparati su città e villaggi ucraini, spingendo gli abitanti di Kiev nei rifugi antiaerei o costringendoli a fuggire dal loro paese. Nella mia infanzia, abbiamo giocato a difendere Mosca, Stalingrado, Leningrado, Kiev. Non posso nemmeno immaginare che oggi Kiev si difenda o si arrenda ai soldati o agli ufficiali russi. Il mio cervello si attacca al cranio e si rifiuta di vedere, di sentire, di immaginare tali immagini.
Gli ultimi due anni del flagello della pandemia universale avrebbero dovuto ricordare a tutti noi che viviamo da tutte le parti di ogni possibile confine quanto sia fragile e vulnerabile la vita umana, che in un solo minuto il mondo va in pezzi quando perdiamo le persone che amiamo. Non ci hanno ricordato questo. In questi giorni in cui viviamo, il mondo di coloro i cui cari muoiono sta cadendo a pezzi. Il mondo di coloro che uccidono i loro cari sta cadendo a pezzi.
La misericordia, la compassione e l’empatia non sono soggette alla volontà degli stati e dei politici. È impossibile dettare alla gente quando e per chi deve avere paura, quando e per chi deve avere pietà. Attualmente, nessuno Stato ha imparato a comandare i sentimenti degli uomini. La missione dell’arte e della cultura è sempre stata ed è ancora, soprattutto dopo tutti gli orrori del XX secolo, quella di insegnare agli uomini a prendere le disgrazie degli altri come proprie, a capire che non c’è una sola idea, anche la più grande e la più bella, che valga una vita umana. Possiamo già dire oggi: ancora una volta, la cultura e l’arte hanno fallito la loro missione.
Ho 77 anni, non mi è difficile immaginare cosa accadrà più tardi ovunque: la divisione in giusti e ingiusti, la ricerca di nemici interni, la ricerca di nemici esterni, i tentativi di modellare il passato, di accomodare il presente, di riscrivere il futuro. Tutto questo ha già avuto luogo nel XX secolo.
In questi giorni siamo arrivati nel futuro. In questi giorni è iniziato il XXI secolo. Tutti insieme abbiamo permesso che questo secolo arrivasse, ed è arrivato come è arrivato. Il ventunesimo secolo si è rivelato più orribile del ventesimo. Cosa ci resta da fare? Pregare? Pentirsi? Sperare, supplicare, esigere, protestare, avere fede? Probabilmente tutto quello che non abbiamo fatto finora: amare l’altro, perdonarlo come perdoniamo noi stessi, non credere al male e non confondere il male con il bene.
Ho 77 anni, ho perso molte persone che ho amato nella mia vita. Oggi, quando invece delle colombe della pace, volano sulle nostre teste i missili dell’odio e della morte, posso solo dire: “Basta!” L’organismo dell’umanità non può essere curato con la chirurgia. Qualsiasi operazione di ingerenza attira il sangue di colui che viene operato e infetta l’operatore con un’infezione incurabile. Fermare questa interferenza chirurgica, mettere lacci emostatici sulle ferite. Facciamo l’impossibile: facciamo il ventunesimo secolo che avremmo potuto sognare e non quello che stiamo facendo ora. Sto facendo l’unica cosa che posso: ti prego, fermati! Per favore, smettila”.
VI PREGO.
Lev Dodin”

5 marzo 2022, Napoli

Eugene Lavrenchuck, ex direttore del Teatro Polacco di Mosca, viene liberato su richiesta del Ministro della Giustizia Marta Cartabia. Era stato arrestato a Napoli il 17 dicembre 2021 su mandato della magistratura russa: “Mi proposero di sostenere l’intervento russo in Crimea. Dissi di no. Da quel momento sono diventato un nemico. Non vivevo più in Russia da 8 anni e mi hanno fatto arrestare ingiustamente dall’Interpol, senza che sapessi nulla di ciò che era stato costruito contro di me.” (“Corriere della Sera”, 5 marzo 2022)

7 marzo 2022, Facebook

Tugan Sokhiev si dimette dalla direzione del Teatro Bolshoi di Mosca e dell’Orchestre National du Capitole di Toulouse e lo annuncia su facebbok:
Prima di tutto devo dire la cosa più importante: non ho mai sostenuto e sarò sempre contro qualsiasi conflitto in qualsiasi forma… Durante gli ultimi giorni ho assistito a qualcosa che pensavo non avrei mai visto in vita mia. In Europa, oggi sono costretto a fare una scelta e a scegliere una famiglia musicale piuttosto che l’altra. Mi viene chiesto di scegliere un artista piuttosto che l’altro. Mi viene chiesto di scegliere un cantante piuttosto che l’altro. Presto mi verrà chiesto di scegliere tra Cajkovskij, Stravinskij, Sostakovic e Beethoven, Brahms, Debussy. Sta già succedendo in Polonia, paese europeo, dove la musica russa è proibita.
Non riesco a vedere come i miei colleghi, artisti, attori, cantanti, ballerini, registi vengano minacciati, trattati irrispettosamente e vittime della cosiddetta “culture della cancellazione”. A noi musicisti viene data una straordinaria possibilità e missione di mantenere il genere umano gentile e rispettoso verso l’altro suonando e interpretando quei grandi compositori. Noi musicisti siamo lì per ricordare attraverso la musica di Sostakovic gli orrori della guerra. Noi musicisti siamo gli ambasciatori della pace. Invece di usare noi e la nostra musica per unire nazioni e popoli ci stanno dividendo e ostracizzando.
A causa di tutto quello che ho detto sopra ed essendo costretto ad affrontare l’impossibile opzione di scegliere tra i miei amati musicisti russi e quelli francesi, ho deciso di dimettermi dalle mie posizioni di direttore musicale del Teatro Bolshoi di Mosca e Orchestre National du Capitole de Toulouse con effetto immediato. Questa decisione dovrebbe confermare a tutti gli interessati che sono una persona molto fortunata, a poter conoscere artisti del Teatro Bolshoi e musicisti dell’orchestra di Tolosa. È sempre un privilegio fare musica con tutti i meravigliosi artisti di quelle due istituzioni e io sarò sempre al loro fianco come MUSICISTA!!!!!” IL LINK

4 marzo 2022, Instagram

Jacopo Tissi, primo ballerino del Teatro Bolshoi, abbandona Mosca e giunge fortunosamente a Roma. Spiega su Instagram:
“’È difficile trovare le parole in questi giorni, tutti i momenti che ho vissuto fino ad ora e i tanti pensieri che mi girano per la testa.
Sono scioccato da questa situazione che ci ha colpito da un giorno all’altro e, onestamente, per il momento, mi ritrovo impossibilitato a continuare la mia carriera a Mosca.
Non riesco a descrivere quanto sia stato triste per me lasciare i miei insegnanti, i miei colleghi e amici; persone speciali che mi hanno fatto crescere come artista e come persona a cui sono e sarò sempre grato.
Come essere umano provo empatia verso tutte le persone e le loro famiglie che stanno soffrendo.
Nessuna guerra può essere giustificata. Mai.
e io sarò sempre contro ogni tipo di violenza.
Non possiamo lasciare che l’odio si diffonda, anzi, il nostro mondo dovrebbe essere pieno di armonia, pace, comprensione e rispetto.
Spero davvero e prego che tutte le guerre e sofferenze cessino al più presto.” IL LINK

7 marzo 2020, Los Angeles

Leonardo DiCaprio dona 10 milioni di dollari alle forze armate ucraine per sostenere gli sforzi bellici e umanitari nel paese, secondo Ukrinform, l’agenzia di stampa ucraina,
L’attore di Titanic ha radici ucraine per via della nonna materna, originaria di Odessa. IL LINK

9 marzo 2022

L’appello della comunità scientifica russa contro la guerra in Ucraina, pubblicato dal sito TrV-Nauka e dalla rivista “Science”, traggiunge 7500 firme.
Uno dei promotori, il biologo Mikhail Gelfand, spiega: “La lettera dimostra che molti scienziati si oppongono alle azioni russe in Ucraina e che, d’altra parte, hanno bisogno del sostegno della comunità scientifica dell’Occidente. Perché tagliare i legamni scientifici sarebbe ingiusto e controproducente”. IL LINK

9 marzo 2022, San Pietroburgo

Il Museo dell’Hermitage chiede la resituzione entro la fine del mese delle opere concesse in prestito a diversi musei e mostre, dal Beaubourg di Pargi alle Gallerie d’Italia di Milano. Pochi giorni dopo la richiesta sarà attenuata. Nel frattempo il Ministero della Cultura inizia a mappare le opera d’arte italiane in Russia. IL LINK

10 marzo 2022, “Libération”

L’attore americano Sean Penn, il filosofo francese Bernard-Henri Lévy, lo scrittore britannico Salman Rushdie e il musicista connazionale Sting pubblicano su “Libération” l’appello “Il destino del mondo si gioca a Kiev”:
“Il presidente Volodymyr Zelensky – scrivono – con il suo spirito resistente, il suo eroismo e la sua inflessibile lealtà ai valori democratici, è ammirato da tutti. L’Europa e gli Stati Uniti hanno un dovere politico e morale di stare al suo fianco, ora più che mai. Noi, che firmiamo questo appello, siamo orripilati dalla violenza commessa contro la popolazione civile dalle forze occupanti russe. I rifugi antiaerei sono trasformati in aule, gli ospedali vengono distrutti,. i bambini nascono in stazione della metro fortificate. A fronte di tutto ciò, l’esercito ucraino, supportato da decine di migliaia di civili, si arma, affronta e difende le proprie città. Ma attenzione. Non solo difendono le città: queste unità di soldati esperti, questi insegnanti, questi ristoratori, questi lavoratori, questi ballerini, queste donne e uomini di ogni ceto sociale, questi ribelli, difendono anche la nostra libertà. Combattono per un mondo aperto ed emanicipato. Combattono, in prima linea, per noi europei. Per questa ragione, dobbiamo agire, senza perdere tempo, per far smettere questa guerra”. IL LINK

12 marzo 2022, Nizhni Novgorod

Tra le centinaia di persone arrestate per aver manifestato contro la guerra,la diciannovenne Olga Misik esibiva un foglio bianco, senza alcuna scritta. Qualche giorno dopo trova la porta di casa imbrattata con la scritta “Traditrice!”. IL LINK

13 marzo 2022, Mosca

Dmitry Reznikov viene multato (480 dollari) per aver esibito un figlio bianco di soli asterischi: “È contro l’esercito”. IL LINK

14 marzo 2022, Novosibirsk

Il ballerino star ucraino atteso al Teatro degli Arcimboldi il 9 e 10 aprile, con il balletto Rasputin, ha annullato lo spettacolo lamentando una tendinite. (…) “Ci ha mandato la diagnosi dell’ospedale di Novosibirsk con le lastre che attestano la lesione al piede”. (…) Noto per il suo passato di eccessi e scandali, Sergei Poluinin aveva sollevato un polverone mediatico nel dicembre 2008 a causa della sua sterzata filorussa nei giorni del sequestro di tre navi militari di Kiev nel Mar Nero con post che inneggiavano a Punti (…) Poche ore dopo aveva mostrato sui social il suo petto con il tatuaggio fresco del volto di Putin. E’ lecito chiedersi se il grave incidente al piede dei giorni scorsi sia un effetto del crollo psicofisico del ballerino o l’ennesimno atto di autolesionismo di un divo estremo, avvezzo a infliggersi dolorose scarificazioni sulla pelle. (“Corriere della Sera”)

14 marzo 2022, Mosca

Marina Ovsyannikova, giornalista del Primo Canale della televisione russa, durante il principale telegiornale russo è piombata alle spalle della conduttrice con un cartello: “Fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”. Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, potrebbe essere punita con una sanzione amministrativa e qualche giorno in prigione. IL LINK

15 marzo 2022, Istanbul

Oxxxymiron tiene a Istanbul il primo di una serie di concerti contro l’invasione dell’Ucraina, “Russians Against War”.
“Sono arrabbiato perché la guerra in Ucraina sta andando avanti da due settimane. Ci sono decine di milioni di russi che sono categoricamente contrari a questa guerra. Penso che questo debba essere detto il più forte possibile. E così voglio annunciare una serie di concerti di beneficenza chiamati ‘Russians against war'”.
Il rapper russo (vero nome Miron Janovi Fedorov), oltre 2 milioni di follower, ha aggiunto: “In questo momento non è possibile organizzare concerti contro la guerra in Russia perché è assurdo solo a dirlo, tutto ciò che è contro la guerra è illegale. Siamo in piena censura totale. Chiunque si esprime contro la guerra finisce sotto processo. Per questo terrò il primo dei concerti il 15 marzo ad Instanbul, in Turchia, dove c’è un gran numero di russi. Ci sarà anche una live stream su Youtube, Instagram e Twitch”. IL LINK

16 marzo 2022, Mariupol

Centinaia di persone avevano cercato rifugio nei sotterranei del Teatro di Mariupol, sventrato dai bombardamenti che hanno devastato la città. Si parla di diverse centinaia di vittime. Per diversi giorni sarà impossibile raggiungere il teatro, a causa del protrarsi dei combattimenti. IL LINK

17 marzo 2022, Amsterdam

“Diamo il benvenuto alla prima ballerina Olga Smirnova del Russian Bolshoi Ballet e al solista Victor Caixeta del Mariinskij di San Pietroburgo nella nostra compagnia con effetto immediato Non è stato possibile per entrambi i ballerini continuare a lavorare in Russia a causa della guerra in Ucraina, motivo per cui entrambi hanno deciso di unirsi al Dutch National Ballet. Li accogliamo entrambi a braccia aperte. OIga danzerà il suo primo ruolo con la nostra compagnia nel balletto classico Raymonda (date da annunciare) che vedrà anche la partecipazione di Victor”. “Smirnova è stata esplicita nella sua recente denuncia dell’invasione russa dell’Ucraina che rende insopportabile per lei continuare a lavorare nel suo Paese.” (dal comunicato del National Ballet olandese) IL LINK

18 marzo 2021, Cellino San Marco

18 marzo 2021, YouTube

18 marzo 2021, Kiev

Muore in ospedale in seguito alle ferite riportate il 26 febbraio 2022 Artem Datsishin, primo ballerino dell’Opera di Kiev, Premio Serge Lifar e Premio Nureyev.
“E’ stato ucciso un nostro collega, un grande artista, solista di lunga data e uomo meraviglioso”, ha commentato su Facebook il direttore artistico dell’Opera Nazionale Ucraina. (“Corriere della Sera”, 19 marzo 2022)

20 marzo 2022, Stazione Spaziale Internazionale

I cosmonauti russi Denis Matveyev, Oleg Artemyev e Sergey Korsakov, appena arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale, indossano tute gialle e blu, i colori dell’Ucraina.

20 marzo 2022, Odessa

Massimo Giletti a Odessa per condurre Non è l’Arena su La7.

22 marzo 2022, Bologna

Alla Children’s Book Fair l’Ucraina ha presentato un impressionante stand vuoto. Un “manifesto che gli editori ucraini rivolgono ai colleghi degli altri paesi, chiedendo sostegno per tornare il prossimo anno con uno stand pieno di libri”, nelle parole dell’Ukranian Book Institute, che l’ha promosso insieme a PEN Ukraine, all’International Book Arsenal Festival e al Book Forum. (“la Repubblica”)

L’Ukrainian Book Institute ha anche chiesto, a nome delle case editrici del paese, agli editori europei di stampare all’estero e distribuire i libri ucraini ai milioni di rifugiati creati dell’invasione russa. In fiera a Bologna ce n’è già un esempio: un libro creato dalle edizioni ucraine My Bookshelf Publishing House in pdf e stampato a Bologna in un’unica, simbolica copia.
Si intitola The War: The Children Who Will Never Get to Read Books è un libro illustrato realizzato in brevissimo tempo da Masha Serdiuk e illustrato da Tetiana Kaliuzhna. Il suo editore ha mandato un messaggio: “Questo libro non avrebbe mai dovuto esistere. Perché è un libro su bambini che non potranno mai leggere libri. Perché le loro vite sono state portate via”: basato su storie vere, il libro intende raccontare senza “nessun abbellimento, nessun sentimentalismo. Solo la nuda, disadorna, brutta verità”.

24 marzo 2022, Lutovinovo Selo

A causa del conflitto, la giuria del premio per l’Albero Europeo dell’Anno squalifica il concorrente russo, la quercia piantata da Ivan Turgenev 198 anni fa. IL LINK

25 marzo 2024, Londra

Alexandra Tolstoy (nella foto con l’ex marito Sergey Pugacev): “Il giro degli oligarchi? Noioso. Le mogli non hanno niente da dire, parlano d’arte, ma è un interesse creato in modo artificiale. Forse la vita è interessante solo quando hai uno scopo, loro non ce l’hanno.” (“Corriere della Sera”, 25 marzo 2022)

25 marzo 2022, Napoli

Viene inaugurato a Napoli il murales di Jorit, sulla facciata dell’Istituto tecnico Righi nel quartiere Fuorigrotta di Napoli ed è accompagnato da un testo tratto da Uccellacci uccellini del grande Pier Paolo Pasolini. Lo street artist napoletano ha immortalato lo scrittore e filosofo russo dopo la polemica scatenata dalla sospensione del corso a lui dedicato all’Università Bicocca di Milano. IL LINK

25 marzo 2022, Kiev

Dmytro Kuharchuck, comandante del Reggimento Azov: “Il nazismo è lontamissimo da me. la nostra posizione ufficiale è un’altra: siamo nazionalisti ucraini. (…) Costruiamo relazioni che non si basano solo sul curriculum militare ma anche su principi morali universali. Io leggo Kant e diffondo i suoi insegnamenti nell’Azov. Devo dire che i ragazzi apprezzano”. (“la Repubblica”)

26 marzo 2022, Mosca

Vladimir Putin scende al fianco di J.K. Rowling, in un discorso alla tv russa: “La Rowling è stata cancellata perché non soddisfaceva le richieste dei diritti di genere. Adesso vogliono provare a cancellare un’intera cultura millenaria e vietano scrittori e libri. Stanno cercando di cancellare il nostro Paese”.
Per la scrittrice britannica, “Le critiche alla cancel culture dell’Occidente sarebbe meglio non arrivassero da coloro che in questo periodo stanno massacrando civili per il crimine di resistenza, o che incarcerano e avvelenano i loro critici”. IL LINK

27 marzo 2022, San Pietroburgo

L’artista Yevgenia Isayeva, sui gradini dell’edificio dell’Assemblea municipale lungo la Prospettiva Nevskij – la strada principale di San Pietroburgo – con il viso, le mani e il vestito imbrattati di sangue finto. “Il mio cuore sta sanguinando”, ha ripetuto in continuazione Isayeva, prima di essere portata via dagli agenti di polizia. IL LINK

30 marzo 2021, Roma

31 marzo 2022, Mosca

Durante un suo intervento in conferenza stampa con gli operatori della cultura, il Presidente Russo elogia il murales di Jorit: “Penso che molti sappiano, abbiano visto, come a Napoli un artista di strada di recente abbia dipinto sul muro di un palazzo il ritratto dell’ormai cancellato in Occidente scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Dà ancora speranza, che attraverso la simpatia reciproca delle persone, attraverso una cultura che collega e unisce tutti noi, la verità sicuramente si farà strada”. L’artista ha commentato di aver voluto mandare “un messaggio perché la cultura non sia mero nozionismo settoriale né piatta dialettica”. IL LINK

31 marzo 2022, Parigi

Gérard Depardieu, che nel 2013 arrivò a prendere la nazionalità russa, ha scaricato lo zar. (…) Ha definito le azioni del presidente russo come “folli e inaccettabili derive”, annunciando che tutto il ricavato delle tre esibizioni previste da oggi al teatro degli Champs-Elysées di Parigi con il suo show-concerto sarà devoluto in beneficenza alle “vittime ucraine”. Resta intatto (…) l’attaccamento alla terra russa e alla sua gente. “Il popolo russo non è responsabile delle folli e inaccettabili derive dei loro dirigenti come Vladimir Putin”.
Dopo aver ottenuto la cittadinanza russa, Depardieu aveva continuato per anni a fare l’elogio della sua “nuova patria”, dove si era trasferito per motivi fiscali. La Russia, secondo quanto più volte da lui ripetuto, è “una grande democrazia”.
Per rispondere all’attore transalpino si è scomodato addiritura l’attivissimo Dmitry Peskov, portavoce di Putin. Il Cremlino – ha riferito Peskov – è pronto a spiegare a Gerard Depardieu la “situazione” in Ucraina. Depardieu, ha detto Peskov parlando con i giornalisti, probabilmente non ha compreso pienamente la realtà della situazione. IL LINK

Artisti per l’Ucraina

Appendice | Perché la bellezza non salverà il mondo, ovvero i libri preferiti di Vladimir Putin

Vladimir Putin ama i libri e la lettura. Predilige la poesia russa, da Puskin a Esenin, ed è in grado di apprezzare nell’originale tedesco Heinrich Heine e Wolfgang Goethe. Frequenta la divulgazione scientifica e l’I-Ching, ma non ha mai letto un libro su di sé perché, dice, “so già tutto”.

Volendo fare una selezione tra i libri che il premier russo ama di più, si possono citare:

La favola di Kolobok
Protagonista di questa favola tradizionale russa è un pezzo di pane che prende vita. Tutti si fidano di lui e lui si fida di tutti, finché non viene mangiato da una volpe particolarmente astuta. Putin consiglia ai suoi collaboratori di leggere e rileggere questa storia: “Se prendete alla lettera i discorsi adulatori che vi fanno, e vi fate condizionare da quello che sentite, correte il rischio di farvi mangiare”.

Ernest Hemingway
Quando concesse un’ampia intervista alla rivista americana “Outdoor Life” sulla caccia e sulla pesca, ricordò che da ragazzo gli piacevano i romanzi di Jack London, Jules Verne ed Ernest Hemingway. “I protagonisti di quei romanzi, così coraggiosi e pieni di risorse, che si lanciavano in pericolose avventure, hanno plasmato la mia personalità e mi hanno fatto amare la natura”. Nell’occasione aggiunse che tra i romanzi di Hemingway i suoi preferiti erano Addio alle armi, Per chi suona la campana? e Il vecchio e il mare

Ivan Turgenev, Le memorie di un cacciatore
Nella stessa intervista, consigliò di leggere Ivan Turgenev, “uno dei grandi classici russi”, e soprattutto Le memorie di un cacciatore, che riflette “la filosofia della caccia in Russia, dove quello che importa è il processo, il fatto che tu sia così vicino alla natura e che tu comunichi con gli altri – non il risultato”.

Mikhail Lermontov
Durante la cerimonia di premiazione per l’Insegnante dell’Anno del 2016, Putin ha confessato di dover leggere spesso testi che non gli interessano, ma tiene sempre a portata di mano le poesie di Lermontov “per avere qualcosa a cui pensare, per distrarmi e in generale per ritrovarmi in un altro mondo, un mondo dove valga la pena vivere, bello e interessante”. Nel corso di un’apparizione televisiva ha addirittura analizzato una delle poesie di Lermontov, Addio, non lavata Russia.

Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe
Lo cita spesso e in un’intervista ha confessato di esserselo addirittura imparato a memoria. “Ci insegna”, spiega, “che siamo responsabili di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto”. Lo ha citato anche nel 2020, esortando i presenti a seguire l’esempio del Piccolo Principe: “E’ un problema di disciplina. La mattina, dopo che ti sei lavato a vestito, devi prenderti cura del tuo pianeta (…) E’ un lavoro noioso, ma molto facile”.

Alexandre Dumas, I tre moschettieri
In un’intervista al settimanale francese “Paris Match”, ha confessato di essere stato travolto da Dumas: “Quando ho finito di leggere tutti i suoi romanzi, ho sentito una specie di vuoto. Mi sono sentito prosciugato. Non riuscivo a capire che cosa dovevo fare, perché dopo aver letto quei libri non riuscivo a trovare niente di interessante”.
Nell’occasione Putin ha ricordato che Dumas era stato più volte in Russia e ha citato una sua osservazione: “Quando il presidente o lo zar siede nel suo palazzo, che cosa vede dalla finestra? Niente”. E ha commentato: “Il problema più grave – personale e professionale – di chi sta ai vertici del governo è l’isolamento”.

Ivan Ilyn, L’uomo che canta. Un libro di quiete riflessioni
Nei suoi discorsi all’Assemblea Federale, cita spesso questo pensatore russo, emigrato dopo la rivoluzione sovietica, e questo libro, ispirato dall’amore per la Russia e dalla fede ortodossa.

Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev, Il destino dell’uomo
Anche Berdjaev, il “filosofo della libertà”, abbandonò la Russia nel 1922, dopo la riviluzione. Putin lo ha citato in un discorso all’Assemblea Federale.

Omar Khayyam
Durante un’altra conferenza stampa, nel 2007, Putin rivelò i rimedi che usava contro il malumore: il suo cane Koni e le poesie di Omar Khayyam, un dono di sua moglie. In quelle pagine, ha detto, riusciva a trovare tante cose che lo aiutavano in situazione di quel tipo.

Sergei Esenin
Vladimir Putin ha sempre detto di provare grande rispetto per il “poeta contadino” a causa del suo amore sincero per la patria. Parlando con i giornalisti nel corso della campagna elettorale del 2012, ha recitato a memoria alcuni suoi versi:

Se gli ospiti celesti mi grideranno: “Lascia la Russia, vivi in paradiso!”
Io dirò: “Non ho bisogno di paradiso,
datemi la mia patria.”

Samuil Marshak, I dodici mesi
E’ uno dei libri che legge ai nipotini, come ha raccontato in una conferenza stampa del dicembre 2020: racconta di una giovane principessa, assai capricciosa, che offre una ricompensa a chiunque le porti un mazzetto di bucaneve la sera dell’ultimo dell’anno.

E soprattutto Tolstoj e Dostoevskij, naturalmente
Non sorprende che siano i suoi autori preferiti. Nella sua conferenza stampa annuale Linea diretta con Vladimir Putin, nel giugno 2021 ha dichiarato che Guerra e pace, il grande romanzo di Tolstoj sulla guerra contro la Francia di Napoleone, è tra i libri che lo hanno influenzato di più. Di Dostoevskij, ha consigliato Delitto e castigoe I fratelli Karamazov.

Il dialogo tra Ivan e Alyosha nei Fratelli Karamazov

Lo capisci questo, quando un piccolo esserino che non è ancora in grado di capire che cosa gli stanno facendo si colpisce il petto straziato con il suo pugno piccino, al freddo e al gelo (…) e piange lacrimucce insanguinate, dolci, prive di risentimento al “buon Dio” perché lo difenda? La capisci questa assurdità, amico mio, fratello mio, pio e umile novizio di Dio, tu lo capisci a che scopo è stata creata questa assurdità, a che cosa serve? Senza di essa, dicono, l’uomo non avrebbe potuto esistere sulla terra, giacché non avrebbe conosciuto il bene e il male. Ma a che serve conoscere questo benedetto bene e male, se il prezzo da pagare è così alto? Infatti, tutto un mondo di conoscenza non vale le lacrime di quella bambina al suo “buon Dio”.

(…)

Rispondimi a una domanda, ma rispondi francamente, lo voglio: se tu fossi l’architetto dei destini umani e volessi costruire un mondo in cui l’umanità alla fine troverebbe felicità, calma e pace. Fai questo lavoro, sapendo che si potesse ottenere solo a costo della sofferenza, se non altro da un piccolo essere innocente, da questo bambino, per esempio, che le batteva il petto con i pugni? Se l’edificio potesse essere costruito solo sulle lacrime inesplorate di questo piccolo, se fosse una necessità ineludibile senza la quale l’obiettivo non potrebbe essere raggiunto, accetteresti comunque di essere l’architetto dell’universo in tali condizioni?
“No, non sarei d’accordo,” rispose Alyosha con voce ferma.
– Puoi ammettere, inoltre, che gli uomini per i quali vorresti costruire questo mondo accettano di diventare felici a costo dei tormenti e del sangue di un piccolo innocente e, avendolo accettato, conoscono la felicità per l’eternità?
– No, non potevo ammetterlo, gridò Alyosha … “

(Fedor Dostoevskij, I Fratelli Karamazov, parte II, libro V, cap. IV)




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