Gli ultimi giorni dell’umanità (culturale)
Parole e corpi dal teatro di guerra ucraino [beta version]
Sommario
0. Aggiornamenti (1 aprile 2022-…)
1. Prologo (1990-2021)
2. Operazione speciale (22 febbraio 2022-31 marzo 2022)
3. Artisti per l’Ucraina
4. Appendice | Perché la bellezza non salverà il mondo, ovvero i libri preferiti di Vladimir Putin
Aggiornamenti
1 aprile 2022, TikTok
2 aprile 2022, Kharkiv
3 aprile 2022, Mariupol
3 aprile 2022, Londra
4 aprile 2022, La7 tv
4 aprile 2022, Roma
5 aprile 2022, Mosca
7 aprile 2022, Mosca
Chanel chiude le sue boutique in Russia in risposta all’invasione dell’Ucraina. In una serie di video pubblicati sul web, le influencer locali tagliano con forbici e coltelli borse da migliaia di euro accusando il marchio di russofobia. La prima è stata l’attrice Maryna Yermoshkina, che sul suo social ha affermato che l’azienda “umilia i suoi compatrioti e discrimina le persone in base alla nazionalità. Non un singolo articolo o marchio vale il mio amore per la mia Patria e il rispetto di me stessa. Sono contro la russofobia e sono contro i marchi che sostengono la russofobia. Se possedere Chanel significa vendere la mia Patria, allora non ho bisogno di Chanel”. Tra le influencer che hanno accolto l’appello, Katya Guseva e la modella Victoria Bonya, che ha affermato: “Se Chanel non rispetta i suoi clienti, perché dobbiamo rispettare noi Chanel? Ciao ciao”.
7 aprile 2022, Instagram
7 aprile 2022, Twitter
Quattro scrittori ucraini vittime della guerra: Nadia Agafonova, Yuriy Ruf, Max Levin, Dmytro Evdokimov,.annuncia in un Tweet lo scrittore Andrei Kurkov.
7 aprile 2022, Vilnius
8 aprile 2022, repubblica.it
8 aprile 2022, Milano
8 aprile 2022, Lonigo
8 aprile 2022, Mosca
13 aprile 2022, Tallinn
Terza giornata di dimostrazioni a Tallinn.
Lunedi 11 aprile, una dozzina di manifestanti si sono presentati davanti all’Ambasciata di Ungheria indossavano maschere antigas, per protestare contro gli acquisti di gas dalla russia, che non sono stati interrotti nonostante l’aggressione all’Ucraina.
Martedì 12 aprile, una decina di attivisti in bicicletta si sono presentati davanti all’Ambasciata della Repubblica Federale Tedesca, chiedendo di adottare una politica più dura nei confronti della Russia.
Mercoledì 13 aprile alcune decine di donne si sono presentate di fronte all’Ambasciata di Russia, in Pikk Tänav, mettendo in evidenza le loro mutande insanguinate: “In Ucraina i soldati russi violentano e uccidono donne e bambini innocenti. Chiunque sostenga questa guerra sostiene anche questi crimini di guerra, accodandosi a degli assassini di cui sono complici. Questo è il nostro messaggio per i sostenitori del regime di Putin (in Russia, in Estonia e ovunque).”
17 aprile 2022
17 aprile 2022, YouTube
L’appello a uomini d’affari, esperti di IT, attori, cantanti: “Compratemi un jet da combattimento”.
17 aprile 2022
22 aprile 2022, La7
7 maggio 2022, Karkiv
Prologo
1990, San Pietroburgo
23 ottobre 2002, Mosca
2005, Mosca
2014, Odessa
2016, San Pietroburgo
21 aprile 2019, Kiev
Un’operazione speciale
22 febbraio 2022, Kiev
24 febbraio 2022, Samara
24 febbraio 2022, Milano‘
25 febbraio 2022, Milano
28 febbraio 2022, Seycelles
2 marzo 2022, Twitter
2 marzo 2022, Instagram
3 marzo 2022, Roma
4 marzo 2022, Milano
4 marzo 2022, Mosca
5 marzo 2022, Napoli
7 marzo 2022, Facebook
4 marzo 2022, Instagram
7 marzo 2020, Los Angeles
9 marzo 2022
9 marzo 2022, San Pietroburgo
10 marzo 2022, “Libération”
12 marzo 2022, Nizhni Novgorod
13 marzo 2022, Mosca
14 marzo 2022, Novosibirsk
14 marzo 2022, Mosca
15 marzo 2022, Istanbul
16 marzo 2022, Mariupol
17 marzo 2022, Amsterdam
18 marzo 2021, Cellino San Marco
18 marzo 2021, YouTube
18 marzo 2021, Kiev
20 marzo 2022, Stazione Spaziale Internazionale
20 marzo 2022, Odessa
22 marzo 2022, Bologna
24 marzo 2022, Lutovinovo Selo
25 marzo 2024, Londra
25 marzo 2022, Napoli
25 marzo 2022, Kiev
26 marzo 2022, Mosca
27 marzo 2022, San Pietroburgo
30 marzo 2021, Roma
31 marzo 2022, Mosca
31 marzo 2022, Parigi
Artisti per l’Ucraina
Appendice | Perché la bellezza non salverà il mondo, ovvero i libri preferiti di Vladimir Putin
Vladimir Putin ama i libri e la lettura. Predilige la poesia russa, da Puskin a Esenin, ed è in grado di apprezzare nell’originale tedesco Heinrich Heine e Wolfgang Goethe. Frequenta la divulgazione scientifica e l’I-Ching, ma non ha mai letto un libro su di sé perché, dice, “so già tutto”.
Volendo fare una selezione tra i libri che il premier russo ama di più, si possono citare:
La favola di Kolobok
Protagonista di questa favola tradizionale russa è un pezzo di pane che prende vita. Tutti si fidano di lui e lui si fida di tutti, finché non viene mangiato da una volpe particolarmente astuta. Putin consiglia ai suoi collaboratori di leggere e rileggere questa storia: “Se prendete alla lettera i discorsi adulatori che vi fanno, e vi fate condizionare da quello che sentite, correte il rischio di farvi mangiare”.
Ernest Hemingway
Quando concesse un’ampia intervista alla rivista americana “Outdoor Life” sulla caccia e sulla pesca, ricordò che da ragazzo gli piacevano i romanzi di Jack London, Jules Verne ed Ernest Hemingway. “I protagonisti di quei romanzi, così coraggiosi e pieni di risorse, che si lanciavano in pericolose avventure, hanno plasmato la mia personalità e mi hanno fatto amare la natura”. Nell’occasione aggiunse che tra i romanzi di Hemingway i suoi preferiti erano Addio alle armi, Per chi suona la campana? e Il vecchio e il mare
Ivan Turgenev, Le memorie di un cacciatore
Nella stessa intervista, consigliò di leggere Ivan Turgenev, “uno dei grandi classici russi”, e soprattutto Le memorie di un cacciatore, che riflette “la filosofia della caccia in Russia, dove quello che importa è il processo, il fatto che tu sia così vicino alla natura e che tu comunichi con gli altri – non il risultato”.
Mikhail Lermontov
Durante la cerimonia di premiazione per l’Insegnante dell’Anno del 2016, Putin ha confessato di dover leggere spesso testi che non gli interessano, ma tiene sempre a portata di mano le poesie di Lermontov “per avere qualcosa a cui pensare, per distrarmi e in generale per ritrovarmi in un altro mondo, un mondo dove valga la pena vivere, bello e interessante”. Nel corso di un’apparizione televisiva ha addirittura analizzato una delle poesie di Lermontov, Addio, non lavata Russia.
Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe
Lo cita spesso e in un’intervista ha confessato di esserselo addirittura imparato a memoria. “Ci insegna”, spiega, “che siamo responsabili di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto”. Lo ha citato anche nel 2020, esortando i presenti a seguire l’esempio del Piccolo Principe: “E’ un problema di disciplina. La mattina, dopo che ti sei lavato a vestito, devi prenderti cura del tuo pianeta (…) E’ un lavoro noioso, ma molto facile”.
Alexandre Dumas, I tre moschettieri
In un’intervista al settimanale francese “Paris Match”, ha confessato di essere stato travolto da Dumas: “Quando ho finito di leggere tutti i suoi romanzi, ho sentito una specie di vuoto. Mi sono sentito prosciugato. Non riuscivo a capire che cosa dovevo fare, perché dopo aver letto quei libri non riuscivo a trovare niente di interessante”.
Nell’occasione Putin ha ricordato che Dumas era stato più volte in Russia e ha citato una sua osservazione: “Quando il presidente o lo zar siede nel suo palazzo, che cosa vede dalla finestra? Niente”. E ha commentato: “Il problema più grave – personale e professionale – di chi sta ai vertici del governo è l’isolamento”.
Ivan Ilyn, L’uomo che canta. Un libro di quiete riflessioni
Nei suoi discorsi all’Assemblea Federale, cita spesso questo pensatore russo, emigrato dopo la rivoluzione sovietica, e questo libro, ispirato dall’amore per la Russia e dalla fede ortodossa.
Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev, Il destino dell’uomo
Anche Berdjaev, il “filosofo della libertà”, abbandonò la Russia nel 1922, dopo la riviluzione. Putin lo ha citato in un discorso all’Assemblea Federale.
Omar Khayyam
Durante un’altra conferenza stampa, nel 2007, Putin rivelò i rimedi che usava contro il malumore: il suo cane Koni e le poesie di Omar Khayyam, un dono di sua moglie. In quelle pagine, ha detto, riusciva a trovare tante cose che lo aiutavano in situazione di quel tipo.
Sergei Esenin
Vladimir Putin ha sempre detto di provare grande rispetto per il “poeta contadino” a causa del suo amore sincero per la patria. Parlando con i giornalisti nel corso della campagna elettorale del 2012, ha recitato a memoria alcuni suoi versi:
Se gli ospiti celesti mi grideranno: “Lascia la Russia, vivi in paradiso!”
Io dirò: “Non ho bisogno di paradiso,
datemi la mia patria.”
Samuil Marshak, I dodici mesi
E’ uno dei libri che legge ai nipotini, come ha raccontato in una conferenza stampa del dicembre 2020: racconta di una giovane principessa, assai capricciosa, che offre una ricompensa a chiunque le porti un mazzetto di bucaneve la sera dell’ultimo dell’anno.
E soprattutto Tolstoj e Dostoevskij, naturalmente
Non sorprende che siano i suoi autori preferiti. Nella sua conferenza stampa annuale Linea diretta con Vladimir Putin, nel giugno 2021 ha dichiarato che Guerra e pace, il grande romanzo di Tolstoj sulla guerra contro la Francia di Napoleone, è tra i libri che lo hanno influenzato di più. Di Dostoevskij, ha consigliato Delitto e castigoe I fratelli Karamazov.
Il dialogo tra Ivan e Alyosha nei Fratelli Karamazov
Lo capisci questo, quando un piccolo esserino che non è ancora in grado di capire che cosa gli stanno facendo si colpisce il petto straziato con il suo pugno piccino, al freddo e al gelo (…) e piange lacrimucce insanguinate, dolci, prive di risentimento al “buon Dio” perché lo difenda? La capisci questa assurdità, amico mio, fratello mio, pio e umile novizio di Dio, tu lo capisci a che scopo è stata creata questa assurdità, a che cosa serve? Senza di essa, dicono, l’uomo non avrebbe potuto esistere sulla terra, giacché non avrebbe conosciuto il bene e il male. Ma a che serve conoscere questo benedetto bene e male, se il prezzo da pagare è così alto? Infatti, tutto un mondo di conoscenza non vale le lacrime di quella bambina al suo “buon Dio”.
(…)
Rispondimi a una domanda, ma rispondi francamente, lo voglio: se tu fossi l’architetto dei destini umani e volessi costruire un mondo in cui l’umanità alla fine troverebbe felicità, calma e pace. Fai questo lavoro, sapendo che si potesse ottenere solo a costo della sofferenza, se non altro da un piccolo essere innocente, da questo bambino, per esempio, che le batteva il petto con i pugni? Se l’edificio potesse essere costruito solo sulle lacrime inesplorate di questo piccolo, se fosse una necessità ineludibile senza la quale l’obiettivo non potrebbe essere raggiunto, accetteresti comunque di essere l’architetto dell’universo in tali condizioni?
“No, non sarei d’accordo,” rispose Alyosha con voce ferma.
– Puoi ammettere, inoltre, che gli uomini per i quali vorresti costruire questo mondo accettano di diventare felici a costo dei tormenti e del sangue di un piccolo innocente e, avendolo accettato, conoscono la felicità per l’eternità?
– No, non potevo ammetterlo, gridò Alyosha … “
(Fedor Dostoevskij, I Fratelli Karamazov, parte II, libro V, cap. IV)
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