Il coraggio di essere noi stesse
Gentleman Anne di Magdalena Barile al Teatro Elfo Puccini di Milano
Le sorelle Brontë erano tutte lesbiche? Jane Austen era un travestito? E se Virginia Woolf fosse stata un uomo?
Irriverenti, provocatorie, ma pur sempre lecite. Sono queste le domande che riecheggiano in Gentleman Anne di Magdalena Barile – autrice di Gentleman Anne e altre pièce femministe pubblicato da Vanda Edizioni – in scena al Teatro Elfo Puccini dal 4 al 20 febbraio, con la regia di Elena Russo Arman, che è anche interprete dello spettacolo con Maria Caggianelli Villani.
Oggi. Il salotto di una grande abitazione borghese in cui sono in corso i lavori di ristrutturazione. Anna, padrona di casa e professoressa di letteratura romantica inglese, ripone i grossi e pesanti libri in un baule quando, tutt’a un tratto e senza preavviso, la sua allieva Jo irrompe nella stanza. Tuta da meccanico blu, capelli sbarazzini, modo di fare da ragazzina ribelle e una parlantina effervescente da far invidia a qualsiasi timido. Jo, giovane appassionata di letteratura inglese con il sogno di diventare scrittrice, è una fervida sostenitrice dell’omosessualità di alcune tra le più importanti autrici dell’Ottocento e del Novecento: da Jane Austen, alle sorelle Brontë, fino a Virginia Woolf.
Al centro delle ricerche letterarie di Joe c’è una scrittrice, Anne Lister. Soprannominata Gentleman Jack, è una gentildonna vissuta nel primo Ottocento in Inghilterra che, tra abiti da uomo e comportamenti maschili, ebbe il coraggio di vivere il suo lesbismo alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti, fino al coronamento di un ideale di libertà: il matrimonio con Ann Walker, ereditiera e sua vicina di casa, nonché finanziatrice dei suoi ambiziosi progetti imprenditoriali.
Anne e Ann, Anna e Jo. 1832 e giorni nostri. Passato e presente. Lo spettacolo cuce insieme due epoche diverse e lontane, unite però da un denominatore comune: quello della seduzione femminile e dei difficili legami tra le quattro donne protagoniste. Da un lato, il complesso rapporto tra le due nobildonne che vivono il proprio amore al di là dei pregiudizi di un’Inghilterra rigida e bigotta, messo a dura prova da Marianne, il grande amore di Anne Lister il cui ricordo tormenta Miss Ann Walker. Dall’altro lato, la complicata relazione tra una professoressa e la sua studentessa, che tenta le sue goffe avances, forte della convinzione che la docente sia attratta dalle donne e segretamente innamorata di V., sua ex allieva a cui ha dedicato il suo primo libro.
E se inizialmente Anna contesta alla Lister il suo atteggiamento maschilista verso il genere femminile e l’uso del suo fascino per i propri fini egoistici, ben presto Jo le mostra che in realtà lei, mentendo a sé stessa e scendendo a compromessi e inganni per raggiungere i propri scopi, ha messo in pratica le stesse dinamiche di Anne. Con una aggravante: a differenza della Lister, non ha avuto il coraggio di vivere il suo grande amore con V.
Jo: Sai perché Anne Lister ti dà tanto sui nervi? Non sopporti negli altri quello che non riesci a essere tu.
Anna: Lesbica?
Jo: Libera.
Figura emblematica che confidava le sue pulsioni amorose e i suoi amori saffici a diari segreti scritti con un linguaggio criptato da lei inventato, Anne Lister ha ispirato la serie TV BBC/HBO di Sally Wainwright Gentleman Jack – Nessuna mi ha mai detto di no. Ed è arrivata ora a teatro, con la penna vivace e incalzante di Magdalena Barile – che ci fa divertire con le esclamazioni colorite di Jo – e con la coinvolgente interpretazione di Elena Russo Arman e Maria Caggianelli Villani che, tra cambi di abito e di atteggiamento, interpretano con facilità due personaggi appartenenti a due epoche completamente differenti. O forse nemmeno troppo. Perché grazie ad Anna e Jo ci rendiamo conto che ancora oggi la “libertà di essere sé stessi” è una battaglia che dobbiamo combattere ogni giorno.
Gentleman Anne
di Magdalena Barile
regia Elena Russo Arman
con Elena Russo Arman e Maria Caggianelli Villani
luci Matteo Crespi
scene Elena Russo Arman, costumi Elena Rossi
musiche Alessandra Novaga
produzione Teatro dell’Elfo
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