Speciale Ferracchiati | Il Lettore tra testo e spettacolo, tra regista e attori, tra scena e pubblico
La tragedia è finita, Platonov di Liv Ferracchiati al Piccolo Teatro di Milano
Un giovanissimo Anton Čechov e il suo Platonov. Un dramma in quattro atti scritto a Mosca nell’inverno del 1880 e dedicato all’attrice Marija Ermolova, che lo rifiutò, spingendo l’autore deluso a distruggerlo.
E’ proprio il Platonov di Anton Čechov il punto di partenza di La tragedia è finita, Platonov di Liv Ferracchiati, spettacolo premiato con una Menzione Speciale alla Biennale Teatro 2020, in scena dal 9 al 14 novembre 2021 al Piccolo Teatro di Milano.
“Solo” la scintilla iniziale, perché nello spettacolo del testo del giovane Čechov restano solo alcune scene e gli intrecci – o forse drammi – amorosi del protagonista, Platonov, conteso tra le quattro donne che ruotano insistentemente intorno a lui: la moglie Sasha, la padrona di casa, la moglie del figliastro di quest’ultima, Sof’ia, e una giovane collega.
Il regista ha però inserito una figura inedita: il Lettore, interpretato dallo stesso Ferracchiati. Come se stessimo leggendo l’opera insieme a lui, iniziamo a vedere le scene che hanno per protagoniste quattro donne follemente innamorate, che si scagliano contro il maestro elementare ventisettenne: ma questo inguaribile Don Giovanni incline all’alcol resta immobile davanti alla loro disperazione, perché per sua natura incapace di scegliere tra le dame che gli si offrono.
E se inizialmente il Lettore si limita a osservare incuriosito la vicenda dall’esterno, a poco a poco si inserisce nella narrazione fino ad aprire un vero e proprio dialogo con i personaggi e si confronta con le quattro donne innamorate e ferite. E le ascolta, come se avesse vissuto milioni di volte situazioni analoghe, e tuttavia appare incapace di trovare soluzioni al loro dolore e alle loro delusioni. E il Lettore si incontra e si scontra con Platonov, scoprendosi però estremamente simile a lui nei pensieri e nelle parole – ma in fondo chi non si identifica con i propri beniamini?
Con estrema naturalezza – segnale di una conoscenza non superficiale dell’opera – Liv Ferracchiati destruttura il testo e lo inserisce in un quadro totalmente nuovo, in cui emerge un’altra figura chiave: il pubblico. Un pubblico che entra nella riflessione del Lettore per poi esserne completamente risucchiato. La quarta parete viene abbattuta, perché, senza nemmeno accorgersene, gli spettatori iniziano a dialogare con Platonov e con il Lettore, dando vita a dei momenti di puro divertimento.
Partendo dalla trama del Platonov e dai suoi personaggi magistralmente ridisegnati dal regista e eccezionalmente interpretati da Riccardo Goretti, Francesca Fatichenti, Alice Spisa, Petra Valentini e Matilde Vigna, Liv Ferracchiati porta in scena uno spettacolo dove non esistono dimensioni prestabilite e ruoli preimpostati.
Un Lettore che sale sul palcoscenico direttamente dalla platea, a dimostrazione che ogni spettatore presente in sala potrebbe essere il lettore del Platonov. Un Platonov, le cui tragedie esistenziali e sentimentali non sono poi così distanti da quelle che tutti noi viviamo quotidianamente. Ferracchiati e il Lettore, due facce della stessa medaglia le cui vite si intrecciano durante tutta la rappresentazione. Fino a quando non è più possibile distinguere dove finisce la storia del personaggio e inizia quella di chi lo porta in scena – e ancora ci domandiamo se le gatte di cui parla Liv siano le sue o quelle del personaggio che interpreta.
Platonov, le quattro donne, il Lettore, il pubblico e Ferracchiati. Destini e ruoli che si sovrappongono, dimostrando come queste realtà apparentemente distanti siano invece estremamente vicine. E attraverso il gesto finale di liberazione, quando le dame si strappano i magnifici ma fragili abiti di carta, intonando con la voce rotta Ciao ciao di Francesco De Gregori, ci riscopriamo reali e simili nella tragicità e comicità delle nostre esistenze.
La tragedia è finita, Platonov
di Liv Ferracchiati
con scene dal Platonov di Anton Čechov
con Francesca Fatichenti, Liv Ferracchiati, Riccardo Goretti, Alice Spisa, Petra Valentini, Matilde Vigna
aiuto regia Anna Zanetti
dramaturg di scena Greta Cappelletti
costumi Francesca Pieroni
ideazione e realizzazione costumi in carta e costumista assistente Lucia Menegazzo
luci Emiliano Austeri
suono Giacomo Agnifili
lettore collaboratore Emilia Soldati
consulenza linguistica Tatiana Olear
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
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