Un requiem post-punk inaugura il Mercurio Festival

5discorsiXdistruggereMe inaugra a Palermo Mercurio festival

Pubblicato il 16/10/2021 / di / ateatro n. 180

5discorsiXdistruggereMe: da sinistra, Margherita Ortolani, Roberto Cammarata, Simona Norato.

Vito Bartucca, M.A.R.Y. L.U.N.A

Lo scorso 23 settembre allo spazio Tre Navate, ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, esplode il Mercurio Festival, un evento dove gli artisti sono scelti da altri artisti. Inevitabile la riuscita di 5discorsiXdistruggereMe che è stato in residenza a Ravenna, ed è stato realizzato da Blitz; Già radiodramma, lo spettacolo teatrale nulla lascia al caso nella spasmodica e millimetrica volontà di essere autentica verità di teatro.

Vito Bartucca, Malebolge

Una scena del crimine con cinque numeri posti davanti alle cinque teste di creta realizzate da Vito Bartucca: sono Ciaulidda, Ashes to Ashes,  Conca d’oro, Malebolge, M.A.R.Y. L.U.N.A., ciascuna protagonista di una delle storie per ogni storia che rende Margherita Ortolani un ibrido sorprendente di donna-madre-amante-attore-voce-figlia-morta suicida.
Entrano i musicisti mentre sul palcoscenico campeggia una sediolina bianca e una luminaria costituita da un albero con cinque lampadine con al centro un’asta con microfono. Lì si posiziona Margherita Ortolani, attrice, autrice e regista. Indossa un abito nero, lungo ed elegante, e guanti bianchi da soubrette anni Quaranta.

Vito Bartucca, Conca d’oro

“Strincimi fotti. Mammina un mi lassari” è il mantra con cui ha inizio il dramma musicale. Si spegne la prima luce nel frastuono infero della chitarra di Roberto Cammarata e delle tastiere di Simona Norato.
Suoni elettrici più che elettronici, nell’avaria di un suono atavico, insieme ancestrale e postpunk.
Uno spettacolo teatrale del qui e ora dove “lacrime pisciate” si stagliano su ambientazioni da cinema di genere giallo o horror espressionista, ma ricordano anche cabaret alla Bob Wilson anni Novanta.

Vito Bartucca, Ashes to Ashes

I fatti narrati diventano poesia, urla, singhiozzi, sintomi di una vorace sensualità destinata a sfociare nel nulla.
È protagonista la morte ma non la testa del morto. Non è Vitti na crozza, ma un vero racconto, narrato a Ortolani dalla nonna.
Una conca d’oro è la città di Palermo celebrata da una ballata dei culi.
L’ultima a morire è M.A.R.Y. L.U.N.A., palesata su una t-shirt troppo grande con una scritta rosa shocking: si chiude così il quinto quadro.
La Lady Macbeth di Margherita Ortolani è una menade, come la definì all’inizio della sua carriera Giuliano Scabia. E’ una Madonna illuminata con un velo da sposa o un copricapo da infermiera.

Il dolore è un muto discorso di dolcezza. Il dolore è un lungo dialogo d’amore.

Per una palude di parole è necessario infuriarsi per non morire nella luce. Il buio ci salverà?

5discorsiXdistruggereMe

di e con Margherita Ortolani
regia in collaborazione con Dario Muratore
chitarra elettrica Roberto Cammarata
voce, piano, sampler, loop station, drum machine, timpano Simona Norato
scene, costumi e teste di creta di Vito Bartucca
produzione Blitz
Progetto nato da una commissione del Teatro Sanità.



InformazioniVincenza Di Vita

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