Under28 | Arriva il lockdown? Buio anche in rete!
Il polemico Buio in rete! degli Oblivion
È inutile girarci attorno: il futuro è arrivato e ci ha trovato impreparati. Il mondo dello spettacolo dal vivo italiano non era pronto per affrontare l’improvviso cambiamento provocato dalla pandemia. Improvviso? No, la necessità di adattare l’offerta culturale ai media contemporanei e ai linguaggi delle nuove generazioni non è spuntata fuori tutto d’un tratto il 23 febbraio 2020 come un capodoglio in mezzo al lago Trasimeno.
La transizione verso l’universo del web non era solo un cambiamento annunciato, ma sarebbe dovuto essere in atto già da anni in Italia. Basta pensare all’esempio inglese: la piattaforma Digital Theatre permette l’accesso al vasto panorama teatrale inglese (e non solo) a un pubblico potenzialmente globale dal 2009 e non si pone come rivale dell’esperienza dal vivo, ma come supporto al Teatro.
Anche i social media non sono stati sfruttati nel pieno delle loro potenzialità finché, nel panico delle chiusure di massa, non sono stati presi d’assalto come un pozzo nel deserto. Il risultato? Improvvisare sui social è come improvvisare sul palco: non viene bene senza tecnica ed esperienza.
In questo mare di pixel in tempesta, tra cavalloni di post abbozzati e impetuose correnti di foto dal formato sbagliato, alcuni intrepidi surfisti sono riusciti a restare in piedi sulle loro tavole. Un esempio virtuoso viene dalla compagnia Oblivion, che da tempo coniuga il proprio lavoro dal vivo alla pubblicazione di contenuti digitali su diverse piattaforme. Anche durante questo primo anno di pandemia, il gruppo ha dato vita a numerose attività online: dirette YouTube e Instagram, video, post…
Tuttavia, l’iniziativa di maggiore impatto è stata senz’altro #buioinrete, ovvero l’interruzione dell’attività sui loro social fino alla riapertura delle sale teatrali e l’oscuramento del canale YouTube per una settimana a partire dal 27 ottobre 2020 (in quel periodo veniva vietata nuovamente l’apertura dei teatri). Il motivo? Come si legge sulla pagina Facebook della compagnia, “…Se dal teatro si può prescindere nella vita reale, lo si faccia anche in quel sostituto fittizio che è il web”.
Un buio rumoroso, un rumore fatto di vuoto: #buioinrete ha chiaramente messo in evidenza il rapporto simbiotico tra spettacolo dal vivo e online. I teatri restano chiusi, quindi anche lo sconfinato palcoscenico della rete deve esserlo, dal momento che il teatro e più in generale lo spettacolo dal vivo hanno una dignità, indipendentemente dall’ambiente di rappresentazione. L’iniziativa ha sfruttato a pieno le potenzialità di alcuni dei principali mezzi di comunicazione contemporanei per trasmettere un messaggio forte e ben strutturato, suscitando un certo spaesamento, soprattutto tra il pubblico più affezionato, che non poteva più godere delle performance della compagnia né dal vivo, né sul web.
#buioinrete è un esempio di come i social media possano essere impiegati in modo proficuo per dare una voce al mondo del teatro e, più in generale, a quello dello spettacolo dal vivo. Ecco perché è necessario porre la stessa cura e attenzione che vengono riservate ad essi nella vita reale anche nella loro esistenza digitale: bisogna imparare a promuoverli e a distribuirli con consapevolezza, tecnica e cognizione anche online. Perché il futuro è arrivato e bisogna viverlo per non precipitare nel passato.
Tag: coronavirus (99), Under28 (29)