Oltre il coronavirus | Nasce il Sindacato degli Spettatori

Un nuovo movimento per la cultura italiana: difendiamo i diritti del pubblico di cinema, teatri, musei, festival

Pubblicato il 25/01/2021 / di / ateatro n. 174

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

PER UN SINDACATO DEGLI SPETTATORI

In questi mesi terribili si è parlato molto, e giustamente, dei diritti dei lavoratori dello spettacolo e della necessità di sostenere le imprese del settore.
Però quasi nessuno ha parlato dei diritti dello spettatore, se non in relazione ai rimborsi per i biglietti degli spettacoli annullati.
Tuttavia è chiaro che senza il loro pubblico gli spettacoli, i film, i concerti, ma anche le mostre e gli eventi, non hanno senso.
E’ altrettanto chiaro che le misure per contenere la pandemia hanno leso gravemente i diritti degli spettatori: il diritto alla cultura, il diritto a godere della bellezza, il diritto a incontrarsi e creare comunità, il diritto di discutere e confrontarsi, il diritto di crescere umanamente, come singoli e come collettività.

“Senza gli eventi dal vivo, ci sentiamo come sagome di cartone!”

Sappiamo anche che la partecipazione a un evento nello spazio pubblico, in presenza, è un’attività qualitativamente diversa rispetto al consumo di un prodotto culturale in streaming, nello spazio privato della propria abitazione e sempre più spesso in solitudine.
Come spettatori, non chiediamo rimborsi né ristori, che devono sostenere prima di tutti gli artisti. Chiediamo però che i nostri diritti di spettatori vengano riconosciuti, difesi e se possibile sviluppati, anche perché questa è la condizione che consente di difendere meglio i diritti dei lavoratori dello spettacolo.
Vogliamo dunque che sia garantito al più presto l’accesso ai luoghi della cultura (teatri, cinema, musei, eccetera), compatibilmente con la tutela della salute di lavoratori e spettatori.
La chiusura prolungata degli spazi culturali rischia di ingenerare nel pubblico – compresi anche noi – la sensazione che questi luoghi siano pericolosi per la salute. Le aperture contingentate degli spazi culturali, che tra il 15 giugno e il 25 ottobre ci hanno consentito di partecipare a numerosi eventi in sicurezza, hanno dimostrato che questo rischio è praticamente nullo.
Dopo il 25 ottobre abbiamo tra l’altro assistito a decine e decine di programmi televisivi che prevedono la massiccia presenza di spettatori, o meglio di “figuranti” (anche se questa ci pare una finzione giuridica), previe adeguate misure sanitarie (a cominciare dai tamponi rapidi). Questo approccio giustamente prudente potrebbe offrire indicazioni utili anche per teatri, cinema e musei.
Chiediamo dunque protocolli chiari e omogenei su tutto il territorio nazionale, che consentano di riaprire al più presto gli spazi culturali, in particolare per quanto riguarda:
# protocolli di distanziamento fisico (e non “sociale”);
# modalità di sanificazione degli spazi;
# uso di mascherine e di presidi sanitari per spettatori e lavoratori;
# segnaletica;
# eventuali tamponi (che tra l’altro renderebbero più facile il tracciamento sanitario).

Come spettatori consapevoli dei nostri diritti e dei nostri doveri, ci impegniamo a rispettare rigorosamente le misure che verranno adottate per garantire l’esercizio di quello che riteniamo un diritto inalienabile dei cittadini. L’accesso alla cultura nelle sue varie forme deve essere garantito a tutti e non può ridursi – per quanto riguarda lo spettacolo e la musica – allo streaming.

Questa richiesta urgente è imposta dall’angosciosa situazione di deprivazione che stiamo subendo e che sta creando gravi conseguenze a livello culturale, sociale ed economico. Ma non appena usciremo da questa emergenza, lanceremo a livello nazionale “Il Manifesto per i Diritti dello Spettatore”, chiedendo l’adesione dei teatri italiani.

Per adesioni e ulteriori informazioni vedi la pagina Facebook del Sindacato degli Spettatori.




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