#coronavirus 8 | Il teatro al tempo del Coronavirus
La resilienza passa dal web
I teatri sono chiusi: in quasi tutto il Nord Italia dal 24 febbraio, nel resto del paese da alcuni giorni. E dovremo fare a meno a lungo dello spettacolo dal vivo (e dei musei, delle librerie e delle biblioteche, e dello sport… oltre che di scuole e università). I danni economici sono enormi, e sono e saranno gravi anche i costi sociali di questa enorme crisi.
Nel frattempo il mondo del teatro sta provando a reagire. Sono decine e decine le iniziative lanciate in questi giorni, a dimostrazione di una voglia di reagire e di fare, di un desiderio di normalità anche in un momento di eccezionale gravità.
Sono diversi gli articoli che hanno provato a mappare “Il teatro al tempo del Coronavirus”: Massimo Marino su doppiozero.it, Sara Chiappori e Rodolfo Di Giammarco su “la Repubblica”, Roberto Canziani sul “Piccolo”, Valentina Capone su “Alley Oop” (sul sito del “Sole-24 Ore”).
Nel ribollire creativo, stanno emergendo veri e propri generi, che a volte accendono il dibattito: “Ma questo è teatro?”
Monologhi in diretta
I monologhi si riescono ancora a fare senza mettere a rischio la propria salute, magari dal salotto di casa. E dunque qualcuno ci sta provando e ci proverà. Del resto che il monologo teatrale in televisione funzioni benissimo lo ha dimostra Il racconto del Vajont con Marco Paolini. E poi, chi si accorge della differenza con uno spettacolo registrato?
Nessuno, per ora, ha già pronto un testo sull’incubo in cui siamo sprofondati, con le battute d’attualità (che segnerebbero un termine post quem) né in chiave tragica né in chiave comica. Ma bisogna solo avere pazienza, se la quarantena è abbastanza lunga qualcuno ci proverà.
Il repertorio in streaming
Quando gli spettacoli sono più impegnativi, il teatro dal vivo non si può fare nemmeno “a porte chiuse”. Per fortuna ci sono i video accumulati negli scorsi anni e finora di norma utilizzati solo da qualche studente al lavoro sulla tesi.
La Rai recupera dai suoi archivi vecchi spettacoli: Rai3 il giovedì rilancia Massimo Ranieri interprete di Eduardo De Filippo, Rai5 ripropone spettacoli, opere e concerti, RayPlay e RaiTeche consentono di vedere una dozzina di opere liriche e diversi spettacoli teatrali, più o meno recenti.
Con #INDIFFERITA. Teatro clandestino italiano in tempo di Coronavirus, Elvira Frosini e Daniele Timpano mandano in streaming su youtube ogni sera alle 20.30 uno spettacolo particolarmente significativo (e poco visto sia live sia in video) del nuovo teatro (e la domenica maratona-riassunto). La logica è quella del festival, con una precisa curatela.
Non si contano i teatri e le compagnie che contribuiscono a questo “ritorno al futuro”, mettendo a disposizione il proprio repertorio sul proprio sito.
In molti casi, le riprese degli spettacoli erano (e restano) a pagamento, anche per questioni di diritti, su piattaforme specializzate. Al suoi fan, il Teatro alla Scala consiglia una playlist di opere da recuperare.
Ed è subito dibattito: il teatro in video è vero teatro? O è un tradimento dell’esperienza live, della compresenza di attori e spettatori senza la mediazione della tecnica? E’ sempre irrimediabilmente noioso? Meglio niente, allora?
Per il Piccolo Teatro la risposta è chiara:
Carissimi fan, rispondiamo collettivamente alla domanda posta da moltissimi di voi, ovvero perché, in questi giorni di chiusura delle sale, non proponiamo attività in streaming. Anche noi osserviamo rigorosamente le norme che ci chiedono di privilegiare il più possibile il lavoro da casa: non ci è possibile realizzare una visione in streaming di spettacoli di archivio – né tantomeno in diretta – in quanto gli attori e i tecnici non possono raggiungere il teatro, né le prove possono svolgersi.
In attesa di ritornare “dal vivo”, che è la peculiarità del teatro, abbiamo deciso di proporvi alcuni post con le immagini delle produzioni più applaudite nelle scorse stagioni, mentre continuiamo a lavorare sulla programmazione futura.
Concorda il critico Simone Pacini, esperto di comunicazione della cultura online:
Il teatro in video è brutto, noioso e nessuno lo guarda. Rassegnatevi. Meglio un libro o Netflix, o del vino.
La regola sembra valere anche per Frosini-Timpano, ma c’è una scappatoia:
Il teatro in video è una cagata, lo sappiamo bene, anzi non è teatro, è solo un resto, ma quel che ci resta in questi tempi mesti son questi umani resti, questi poveri reperti di questa antica e strana religione in cui un tempo credevamo: il teatro.
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La forma breve
Se il teatro mal sopporta la traduzione in video, meglio inventarsi forme nuove.
Una prima chiave può essere la brevità, in ottemperanza del Primo Comandamento del Web: “Il tuo visitatore ha un attention span inferiore a quello del pesce rosso” (meno di 13 secondi). Quindi meglio stringere i tempi.
#ilbelcontagio (ideato da Federica Fracassi e Oliviero Ponte di Pino) propone su Youtube video-consigli di un minuto circa, per resistere al contagio “cattivo” del virus con il contagio buono della bellezza, della cultura delle idee.
Siamo di fronte a due contagi: uno cattivo, il Coronavirus, e uno buono: la cultura. Proviamo allora a contagiare le persone con cose belle, attivando una sorta di virus culturale. Partendo dalla frase “Il mio bel contagio è..” chiunque può inviare un breve video in cui leggere o interpretare un brano del proprio libro, autore o spettacolo preferito, lanciare un sogno, un’idea, un progetto culturale, cantare una canzone, in pratica tutto ciò che per una persona rappresenta Il bel contagio.
E si moltiplicano le video-pillole.
Pillole d’arte: ogni giorno alle 15 sul canale Youtube del museo vengono pubblicati 2 minuti di MAMBO, poi rilanciati sui social, con approfondimenti e commenti.
Pillole di poesia: Il Menu della Poesia, con i suoi Contagi diVersi, dal 16 al 23 marzo, in corrispondenza con la giornata mondiale della poesia.
Pillole di festival: Pistoia Dialoghi sull’uomo offre “Brevi riflessioni di alcuni relatori del festival per condividere i dubbi, le paure e soprattutto idee per superare le difficoltà assieme”; Pordenonelegge “raccoglie video consigli di scrittori e scrittrici per rafforzare l’invito #iorestoacasa e unirlo alla lettura”.
Pillole di Cassandra, offerte da Elisabetta Pozzi a partire dallo spettacolo a cui stava lavorando.
La maratona
E se fosse vero il contrario? Siamo chiusi in casa come Hikikomori, abbiamo già pulito casa e riordinato tutti gli armadi e tutti i cassetti, ci annoiamo. In questa accidia, può salvarci una maratona che ci ipnotizza per ore e ore, un flusso ininterrotto che accompagna ma non impegna.
E’ la formula scelta dal MiBACT per la raccolta fondi del 13 marzo, con attori e musicisti in diretta streaming dalle loro abitazioni dalla mattina a mezzanotte; dalle Buone Pratiche del Teatro il 14 marzo dalle 14 alle 20.30, con più di 40 video-selfie; dalla compagnia milanese Atir, con Atir on Air, una lunga no stop il 15 marzo.
Oltre al MiBACT, sversante della raccolta fondi (usando l’Artbonus) si è attivato anche il CSS di Udine con #iosonoMecenate, una maratona su Facebook, con gli attori regolarmente scritturati dal teatro:
l’iniziativa darà la possibilità al CSS, ma anche a comuni cittadini, a privati, aziende, associazioni, di dare un importante contributo: affrontare l’emergenza che stiamo vivendo pensando anche alla categoria più fragile e direttamente colpita del mondo dello spettacolo, sostenendo il lavoro degli artisti, sia creativo che in termini economici.
La serialità
Nell’era di Netflix sono numerose le proposte che puntano sulla serialità: un appuntamento quotidiano, a un’ora precisa, con un progetto che coinvolge diversi artisti. E’ il caso, oltre che di #INDIFFERITA, dei Racconti in tempo di peste di Sergio Maifredi e Corrado D’Elia per Teatro Pubblico Ligure, che ogni giorno alle 12 lancia su Facebook
inedite proposte culturali, realizzate appositamente per questa iniziativa, che siano un dono per il presente ed un viatico per il futuro. Si va in scena ogni giorno da mezzogiorno in punto con una storia, un racconto, una poesia dedicati a tutti noi. Questo è l’appuntamento sul web, nel luogo contemporaneo dell’incontro, del pensiero e dell’emozione. (…) Tra gli artisti e gli intellettuali che hanno aderito al progetto figurano Paolo Graziosi, Maddalena Crippa, Ermanno Bencivenga Piergiorgio Odifreddi, Gabriella Greison, Giuseppe Cederna, Elisabetta Arosio, Michele Sganga, Luigi Marinelli, Massimo Minella. “Un Decameron contemporaneo. Non teatro in gabbia, in cattività ma racconti nati qui e ora per noi, per Voi; donati da artisti, scrittori, giornalisti, poeti, musicisti. Perché l’arte, la parola, la musica è ciò che ci fa sentire insieme oltre la paura. Un tempo vuoto da riempire di straordinario, di tutto ciò che nella quotidiana fretta poteva apparire inutile”.
Anche Triennale Decameron: storie in streaming nell’era della nuova peste nera propone un fitto programma di appuntamenti, dopo aver invitato
artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi, giornalisti a sviluppare una personale narrazione (…) a partire dallo spunto del Decamerone di Giovanni Boccaccio (…), in diretta sul canale Instagram di Triennale. Tutti i giorni alle 17.00.
Leggere
E se bastasse leggere? E’ quello che ha provato a fare Emilia Romagna Teatro Fondazione sui suoi canali social: la lettura integrale (24 ore) della Coscienza di Zeno di Italo Svevo con gli attori della compagnia stabile.
I bambini
Giallomare Minimal Teatro offre Minimal Tv. Letture e storie per bambini dai 2 ai 120 anni.
Ma l’idea davvero geniale l’aveva avuta Bruno Munari. Proprio per celebrare quest’anno il centenario della nascita dello scrittore, Campsirago Teatro aveva pensato di riproporre le sue Favole al telefono in forma di spettacolo. Con la chiusura dei teatri, è bastato offrire di raccontare la Favole al telefono… al telefono:
Interagendo al telefono con l’attrice/attore i bambini giocheranno, sceglieranno, tra le storie che il ragionier Bianchi propone, quelle che vogliono ascoltare e trasformeranno insieme le favole di Rodari attraverso un gioco ispirato alla sua Grammatica della fantasia. Le nostre attrici e attori chiameranno i bambini per raccontargli del Ragionier Bianchi e giocare al telefono con le favole di Rodari. Ma il gioco non finisce qui! Alla fine, se lo vorranno, i bambini potranno poi, insieme ai loro genitori e nonni, inventare altre storie, scriverle a mano e inviarle per posta al Ragionier Bianchi presso Campsirago Residenza.
Tutti i genitori interessati possono prenotare “Le favole al telefono… al telefono!” per i loro bambini scrivendo a info@campsiragoresidenza.it e indicando il numero di telefono al quale una delle nostre attrici o attori chiamerà all’orario prefissato.
A mail ricevuta vi ricontatteremo per fissare il giorno e l’orario della lettura.
L’audio
E allora viva l’audio e dunque la radio. Su Radio3 i Teatri in prova di Laura Palmieri recupera gli spettacoli perduti:
Teatri chiusi, festival e spettacoli annullati, tournée saltate … il settore dello spettacolo dal vivo è fortemente attaccato dal corona virus. A Teatri in prova continueremo a raccontarvi gli spettacoli che sarebbero dovuti andare in scena in questi giorni, ad incontrare gli artisti e raccontarvi il loro percorso.
Ma c’è anche chi, come abbiamo visto, usa i vocali di whatsapp per incursioni teatrali a sorpresa: pensi che sia il messaggio di un amico, e invece è teatro…
Una tv?
A Firenze Stefano Accorsi, neo-direttore del Teatro Stabile, scende in campo con la sua popolarità, per mettersi a fare concorrenza ai network tv e ai giganti dello streaming:
La Fondazione Teatro della Toscana annuncia l’avvio della Firenze Tv. Un’azione sul Web multicanale e multiofferta per far vivere il teatro direttamente a casa degli spettatori, stante il momento di silenzio e necessaria chiusura delle sale a salvaguardia della salute pubblica a fronte alla diffusione del Covid-19.
Arte partecipata
Chi si sarebbe immaginato che il popolo italiano avrebbe partecipato a una gigantesca performance partecipativa? Invece sta accadendo, con i nostri vicino di casa che si esibiscono dal balcone le loro doti musicali e canore. Questa eruzione di creatività ha divertito e commosso gli osservatori stranieri, ma ha una storia molto molto lunga, che affonda le sue radici nella socialità delle nostre città.
Ma forse è solo un’evoluzione dell’esibizionismo dei selfie, di quella voglia di apparire che ormai è diventata una invadente espressione artistica di massa. Lo ha capito Don Giuseppe Corbari, parroco di Robbiano, provincia di Monza Brianza, che aveva chiedere ai suoi parrocchiani di inviargli le loro foto per riempire la chiesa mentre celebrava la messa in diretta radio durante l’emergenza coronavirus.
Comunità
Ma il teatro non è solo opere, prodotti da consumare: il teatro è anche comunità, i festival sono (o dovrebbero essere) comunità temporanee, più o meno strutturate.
La comunità di Kilowatt secondo Lucia Medri e Luca Ricci nel loro interventi alle Buone Pratiche del Teatro 2020
Esistono strumenti online che provano a recuperare il senso della comunità, come i social, le chat, i webinar. Ma in questa direzione c’è ancora molto da fare…
Pedagogia
E’ un brutto momento, cerchiamo di approfittarne. Rimettiamoci a studiare: per qualificarci professionalmente, per chiudere le voragini della nostra ignoranza, per seguire la nostra vocazione segreta… Del resto anche la scuola e l’università sono state costrette a reinventarsi online. Così – anche se non siamo bambini – si moltiplica l’offerta formativa, con corsi e lezioni one shot, e manuali scontati (naturalmente in versione ebook).
Resilienza
Il mondo del teatro ha voglia di reagire. Non vuole scomparire. Cerca di far appello alla propria fantasia. Vuole farsi vedere. Prova a riempire il vuoto del teatro con un pieno di attività e di invenzioni, quando l’infosfera è travolta da una flusso informativo che ipnotizza e stordisce. Ma piano piano troveremo un equilibrio, sempre fragile e instabile. E impareremo a usare le nuove tecnologie nelle loro inedite potenzialità.
Intanto è bello sognare che tutti gli italiani che non vanno mai a teatro (la grande maggioranza dei nostri connazionali) si lasci incuriosire da quella raffica di format e di proposte e chissà, una volta passata ‘a nuttata, non si ritrovi seduto sulla poltro di un teatrone o sulla panchetta di un teatrino.
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