#BP2020 | Il questionario e il tavolo di lavoro sui festival
In vista delle Buone Pratiche del Teatro, Milano, Fondazione Feltrinelli, 14 marzo 2020
Partendo dal tavolo di lavoro in vista delle Buone Pratiche 2020, ateatro.it, in collaborazione con Trovafestival, ha ideato un questionario per mappare nel modo più ampio possibile il rapporto tra festival e territori.
Il questionario si rivolge ai festival culturali in Italia e nel Canton Ticino, con l’obiettivo di conoscere (e far conoscere) meglio la loro attività e il loro rapporto con il territorio in cui operano. Questo primo sondaggio sarà utile per individuare, mappare e sviluppare le modalità di coinvolgimento e relazione con partner e strutture locali.
I risultati serviranno per individuare alcune Buone Pratiche da presentare nel prossimo incontro Le Buone Pratiche del Teatro in Fondazione Feltrinelli il 14 marzo 2020.
Il questionario è disponibile al link https://www.sondaggio-online.com/s/6d22e0e
Il documento iniziale del tavolo di lavoro
Festival: un mondo in evoluzione
I festival nascono come momenti di aggregazione collettiva, in cui partecipare a una ritualità eccezionale rispetto al ritmo “feriale” delle normali stagioni teatrali e musicali. Nel corso del Novecento alcuni festival (la Biennale, Avignone, Edimburgo, Spoleto e in campo musicale Rossini Opera Festival o Puccini Festival) si sono imposti come eventi culturali di rilevanza internazionale, grazie anche a finanziamenti ad hoc che ne hanno consentito lo sviluppo. Questi festival svolgono varie funzioni:
# vetrina di grandi produzioni internazionali;
# promozione-attrazione turistica per il territorio;
# preservare e divulgare la tradizione.
Dagli anni ’80-90 del Novecento si sono sviluppati festival di dimensioni minori, caratterizzati da un preciso impegno culturale, che hanno avuto diversi obiettivi:
# valorizzare il nuovo teatro;
# scoprire e far crescere nuovi talenti (negli ultimi anni con il meccanismo delle residenze);
# produrre spettacoli (in funzione di supplenza a un sistema teatrale poco proenso al rischio);
# scoprire nuovi pubblici;
# valorizzare i territori (in una dimensione non solo turistica).
Trovafestival
Oggi la “formula festival” gode di enorme successo: Trovafestival ha censito un totale di 948 festival culturali in Italia (e Canton Ticino), tra cui quasi 300 festival teatrali e 90 festival di danza, di durata variabile tra i 2 giorni ai 5 mesi.
Dei 287 festival di teatro, 65 fanno riferimento all’area del “Nuovo teatro”, 15 al “teatro di strada”, 8 al “teatro classico”, 8 al “teatro di figura”, mentre 8 si concentrano sulla drammaturgia.
Il successo della formula festival è confermato dall’alto tasso di natalità: ogni anno nascono in Italia decine di nuove manifestazioni culturali. Passa quasi inosservato (ed è poco studiato) il rovescio della medaglia: sono numerosi anche i festival che chiudono i battenti, spesso dopo le prime edizioni, a volte dopo una lunga parabola. In genere la morte di un festival è determinata dalla mancata sostenibilità, che può avere diverse cause (dal momento che molte manifestazioni vengono sostenute dal denaro pubblico, il cambio di una amministrazione locale può comportare la condanna a morte di una manifestazione).
Di fronte a uno scenario in costante mutamento, la visione tradizionale dei festival è ancora efficace?
Si stanno affermando-affiancando nuovi modelli di festival? Con quali caratteristiche?
Che cos’è un festival oggi?
Per rispondere a queste domande, è opportuno un passo indietro.
Che cosa si intende oggi per festival?
Le definizioni sono molteplici e ognuno tende ad adattarle sulla base delle proprie esigenze.
Per esempio, la sociologia dà rilevanza alla stagionalità, alla ritualità, al legame con il territorio e con il pubblico.
# Getz definisce l’evento “una celebrazione pubblica tematizzata che ha una durata limitata nel tempo”;
# McDonnell ritiene che gli eventi siano “rituali specifici o celebrazioni che sono consciamente programmate e realizzate per rimarcare occasioni in qualche modo speciali”;
# per Maussier (2010) festival è un evento costituito da una serie di spettacoli e rappresentazioni a carattere monodisciplinare o pluridisciplinare che si svolgono in un breve arco di tempo, con un forte richiamo al territorio in cui viene organizzato e contrassegnato da un particolare contenuto.
Il MiBAC, nel Decreto Legge 2017 di assegnazione del FUS, all’Art. 17 richiede ai festival di teatro di “una pluralità di spettacoli nell’àmbito di un coerente progetto culturale, di durata non superiore a sessanta giorni e realizzati in uno spazio territoriale identificato e limitato”.
Richiede inoltre:
a) sovvenzione di uno o più enti pubblici;
b) direzione artistica in esclusiva, relativamente
all’àmbito teatro, rispetto ad altri festival sovvenzionati;
c) disponibilità di una stabile ed autonoma struttura
tecnico-organizzativa;
d) programmazione di almeno dodici recite sia di
ospitalità, sia di produzione, sia di coproduzione, con la
partecipazione di un minimo di cinque compagnie;
e) programmazione di almeno uno spettacolo in prima
nazionale;
f) prevalenza di compagnie italiane.
La valutazione quantitativa tiene conto di parametri come il numero degli spettatori, delle recite, delle compagnie ospiti. La valutazione qualitativa, a cura della Commissione Consultiva, tiene conti di vari elementi (per esempio “Qualità della direzione artistica” e “del personale artistico e/o degli artisti ospitati”, “Innovatività dei progetti, sostegno alla contemporaneità e assunzione del rischio culturale”, “Intercettare nuovo pubblico e incrementare la capacità di fruizione”, ma anche del rapporto con il territorio, definito in generici e burocratici: “Sviluppare l’impatto di crescita turistica Sviluppo domanda in luoghi di impatto turistico e accordi di partenariato con operatori pubblici e privati del turismo e del patrimonio”).
I festival di approfondimento culturale rappresentano una tipologia diversa dai festival teatrali e musicali, ma dal confronto tra le diverse tipologie possono nascere riflessioni utili, Per Guerzoni (2008), i festival di approfondimento culturale sono “una manifestazione dedicata a un preciso tema culturale, che prevede una pluralità di eventi concentrati spazio-temporalmente, appositamente concepiti per un pubblico non specialistico, in cui vi sia contestualità tra produzione e consumo, unicità del prodotto offerto e centralità dell’oralità, senza forme di competizione, discriminazioni extratariffarie, finalità di lucro e vendite predominanti di prodotti e servizi.”
Partendo da queste definizioni di carattere generale, è possibile segmentare i festival secondo altre caratteristiche e tipologie.
I festival possono essere caratterizzati sulla base delle discipline (per esempio teatro, musica, cinema, approfondimento culturale…), anche se di recente si sono affermati festival tematici, che dunque hanno una vocazione multidisciplinare.
Trovafestival ha identificato in questi anni alcune caratteristiche che differenziano e caratterizzano i vari festival: per rendere il progetto più efficace per operatori e pubblico, può essere utile rivedere questa griglia, per tener conto di una realtà in rapida evoluzione.
Si possono elencare caratteristiche quantificabili come:
# location (festival urbani, festival nei piccoli centri e nelle città medie, festival monocentrici e festival diffusi);
# dimensione (numero di eventi e di location, budget) e afflusso;
# durata;
# impatto economico.
Tra gli aspetti qualitativi, si possono individuare per esempio:
# progetto culturale (e rischio culturale);
# modalità curatoriali;
# modalità gestionali (a cominciare dalla sostenibilità) e organizzative;
# rapporto con il pubblico e modalità di partecipazione;
# rapporto con il territorio.
Bastano queste caratteristiche a definire un festival?
Esistono altri parametri rilevanti?
Quali sono le “buone pratiche” che stanno cambiando la natura dei festival?
I parametri finora individuati riflettono l’evoluzione attuale dei festival teatrali?
I festival come elemento di democrazia
Nel fragile ecosistema culturale del paese, in questi anni i festival (non solo teatrali) sono stati un elemento di pluralità e democrazia, molto più agili e flessibili delle grandi istituzioni culturali del paese. Come possiamo garantire che possano continuare a svolgere questa funzione?
I festival e la felicità
Che rapporto c’è tra i festival e il benessere e la felicità di chi lo frequenta? Degli abitanti del suo territorio?
Festival e territori
Se un festival storico come Spoleto o com Santarcangelo venisse spostato in un’altra città sarebbe la stessa cosa?
Ci sono festival pensati come format ripetibili e altri che basano la propria unicità sulla relazione con il territorio in cui si svolge, incrementando anche il “turismo culturale”.
Ma che rapporto deve avere un festival con il territorio che lo ospita e lo sostiene?
Il coinvolgimento delle realtà territorio in che modo può avvenire?
Che rapporto deve avere un festival con il suo territorio? (sia per quanto riguarda la partecipazione del pubblico “locale” sia per quanto riguarda il coinvogimento del tessuto economico, a cominciare dalle strutture ricettive…)
In che modo il festival culturale è in grado di valorizzare il territorio, dal punto di vista culturale, sociale, reputazionale, economico?
Obiettivi del progetto
A partire da queste considerazioni, Ateatro e Trovafestival vogliono aprire una riflessione con operatori ed esperti, con l’obiettivo di riflettere sulle trasformazioni dei festival e del sistema festival (se ne esiste uno), e se partendo da questa consapevolezza possiamo individuare obiettivi comuni.
Direzione tavolo:
Giulia Alonzo (Trovafestival)
Oliviero Ponte di Pino (ateatro.it)
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