di.Verso terra di mezzo

A Napoli un laboratorio teatrale rivolto a donne italiane e straniere

Pubblicato il 01/06/2016 / di / ateatro n. 158

“…in un villaggio africano quando un cantastorie arriva alla fine del suo racconto poggia una mano sulla terra e dice “poso qui la mia storia così, forse, qualcuno, un giorno, portà raccoglierla.”
peter brook, i fili del tempo

Mani che si incrociano, occhi che si uniscono, si scontrano, si incontrano , corpi che si avvicinano, si tendono, vite. Vite che si incontrano e si raccontano…storie, parole, canti, una vecchia ninna nanna, un oggetto prezioso lasciato in un posto lontano, un ricordo, un sorriso, un piccolo rituale quotidiano, un’abitudine.. e ancora storie, parole che attendono di essere udite, racconti di tempi vicini e lontani, di luoghi cari, luoghi difficili, luoghi di affetti, luoghi di macerie, di viaggi. Viaggi infiniti. Lontano da casa. Quale casa? Dove sono? Dove torno? Cos’è ora il m io paese? C’è ancora qualcosa di me lì? Ci sono ancora io. Quale io?

Ecco ciò che siamo stati in questi mesi. Ecco ciò che è divenuto parte del processo di creazione e rielaborazione che nella pratica del teatro, dell’improvvisazione, ha trovato la sua forma, il suo spazio di condivisione, in questo percorso di incontro e di contaminazione. Un viaggio perenne nel passato, nelle vite, nelle storie che ci siamo regalate a vicenda. Un cammino tutto al femminile, alla ricerca di voci: voci di donne, custodi di parole e sigillo della memoria.
Un lavoro partito da narrazioni legate a storie personali ed esteso poi ad autori e drammaturgie espressioni della cultura, del sentire, della storia delle partecipanti e/o dei loro paesi (Russia, Ucraina, Sri Lanka, Serbia, Nigeria e Italia). Racconti, testi, memorie, cronache, come strumento attraverso il quale le vicende collettive sono entrate nella vita quotidiana e le vicende della comune esistenza si sono in una narrazione più ampia, il destino della condivisione e della contaminazione reciproca. Materia viva, animata, pulsante, su cui si è costruito il lavoro finale, un lavoro di scrittura scenica come memoria comune, rievocazione del passato e immagine, rappresentazione, figurazione del presente, ponte tra ciò che è e ciò che è stato. Fiume che scorre attraverso il tempo e collega mondi lontani, li custodisce, lI lascia scivolare da un tempo all’altro. Un lavoro fatto di lingue diverse e della fusione e l’utilizzo di diversi linguaggi scenici, dove le partecipanti hanno contribuito alla creazione ed alla realizzazione di tutti gli elementi che compongono la pratica teatrale in un percorso di ricerca che è passato dalle parole, agli oggetti, alle immagini, alle musiche, ai costumi alla scena.

di.Verso terra di mezzo a Percorsi d’arte

pina di gennaro

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