Buone Pratiche Oltre il Decreto: il messaggio di Anagoor

L'intervento per le BP Oltre il Decreto, Vicenza 17 maggio 2016

Pubblicato il 17/05/2016 / di / ateatro n. 159

Qui di seguito il messaggio inviata da Anagoor durante la sessione delle Buone Pratiche di Vicenza.

Vedi anche Mimma Gallina, Oltre il Decreto, FrancoAngeli, Milano, 2016, pp. 73.

copertina Oltre il DecretoSalutiamo scusandoci per aver dovuto lasciare l’incontro richiamati da urgenti impegni di produzione.

Ciononostante cogliamo l’invito di Ateatro a dare il nostro contributo.

Un contributo che non può che essere modesto, ma speriamo utile in qualche modo.

Se dobbiamo parlare di buone pratiche oggi, con l’occhio rivolto al futuro, non possiamo non partire da uno sguardo sul passato e sulla nostra storia come compagnia.

Anagoor è fiera della propria indipendenza, del proprio percorso autonomo, eppure non esisterebbe oggi se non si fossero allineate sinergie che nel tempo hanno consentito al progetto di crescere e delineare la propria identità, non solo meramente artistica.

L’alveo, la culla potremmo dire, di Operaestate ha significato per una decina d’anni formazione incessante, nutrimento su molti livelli, sostegno costante anche se non sistematico, nella costruzione progressiva di una relazione autentica, di una conoscenza reciproca tra operatori e artisti che ha assunto in alcuni casi anche la dimensione del test, della sfida lanciata alla compagnia attraverso forme di commissioni che diventavano esercizi, allenamento.

La natura di questa relazione nel tempo si è trasformata ed è diventata di ordine produttivo su specifici lavori. Questo è coinciso con la fase in cui la dimensione del progetto superava i confini territoriali, incontrando l’altro fondamentale soggetto per la crescita del gruppo, Centrale Fies. Il Festival di Dro e la sua Factory hanno implementato e rafforzato le capacità amministrative e strutturali della compagnia in un’ottica di accompagnamento al consolidamento professionale.

I Festival dunque hanno assunto la natura fondamentale di incubatori e promotori. E hanno accompagnato a lungo la crescita della compagnia. Per lungo tempo sono stati, però, gli unici soggetti di riferimento sul territorio, salvo qualche caso eccezionale come La Piccionaia o Echidna che hanno scommesso sui nuovi linguaggi e insieme lavorando sul pubblico in strettissima collaborazione con le compagnie vincendo la sfida. L’Astra di Vicenza, o il Duse di Asolo, traboccano, segno che il pubblico del contemporaneo, dei linguaggi multidisciplinari, c’è eccome e che si tratta appunto di individuare le buone pratiche in opposizione a cattive o inadeguate pratiche.

E adesso? E domani?

Stiamo avviando un dialogo attorno ad un progetto di produzione con il Teatro Nazionale del Veneto che vedrà la luce nel 2017 e stiamo per la prima volta cercando di costruire una piccola tournée con il circuito regionale. Sono questi i primi passi di un necessario sviluppo. Ma questa è una storia ancora tutta da scrivere.




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