#MilanoCORTEmporanea | parliamo di cinema con Milano Film Festival

Alessandro Beretta racconta il network dei festival cinematografici della città

Pubblicato il 21/04/2016 / di / ateatro n. 158

Milano Film Festival: breve presentazione
Qual è il vostro genere prevalente?

milano-film-festivalIl cinema e il talento, quindi lavoriamo sui primi passi del percorso autoriale di tanti nuovi registi. Lo facciamo attraverso i nostri due concorsi principali: uno per lungometraggi internazionali riservato ad opere prime e seconde e uno di cortometraggi per registi under 40. Molte di queste opere fanno parte di quello che chiamiamo “cinema invisibile”, ovvero tanti titoli che non trovano distribuzione in Italia non perché non siano di qualità, ma perché il sistema distributivo italiano – soprattutto agli alti livelli – è un po’ vecchio e ottuso, non crede nel pubblico, non osa. Lo stesso accade per molti documentari di grande qualità, che programmiamo principalmente nella sezione dedicata ai conflitti e ai problemi del sistema “Colpe di Stato”, ma il cliché vuole che il pubblico non vada a vedere i documentari. Il che è un peccato, anche perché grandi nuovi nomi del cinema italiano sono riconosciuti internazionalmente proprio in quel campo, come Michelangelo Frammartino, Leonardo Di Costanzo, Roberto Minervini.

 

Qual è la vostra mission?

Scoprire nuovo cinema e diffonderlo, ma alla pura mission editoriale se ne aggiunge un’altra che potremmo dire civile e che nasce dal fatto che Milano Film Festival è prodotto da “esterni”, associazione che da vent’anni cerca di reinterpretare l’uso dello spazio pubblico per la proposta culturale. Quindi, l’idea è di fare un festival di cinema per la città che coinvolga la città portandola anche in luoghi inattesi, anche per questo negli anni abbiamo usato teatri, il Parco Sempione o nell’ultima edizione abbiamo organizzato, attraverso un workshop, una proiezione segreta negli spazi di quello che sarà Mare culturale urbano. Di fondo, inoltre, c’è l’idea di collaborare con chi il cinema in città lo fa e lo studia, quindi coinvolgendo le scuole di cinema e facendo rete tra tanti soggetti. Non siamo un festival da star e red carpet, ma di piazza e la piazza è fatta di persone che dialogano e si scambiano idee e condividono esperienze e anche contenuti.

 

Cosa consideri innovativo nel vostro modello? Conta per voi essere a Milano e non altrove? E perché?


Milano-Film-Festival_980x571L’innovazione a dire il vero sta molto nel sacrificio, siamo un team più o meno tutti sotto i quarant’anni, tanti di noi hanno doppi e tripli lavori. Conta la passione, il passare le notti a vedere film e la voglia di connettere idee e persone. Ecco, in questo senso siamo poco istituzionali e ingessati e molto più “indie” come forma mentis. In questo, c’è innovazione, come nell’idea di creare un festival che non sia solo per addetti ai lavori o cinefili, ma che inviti tutto al pubblico a scoprire nuovi sguardi nel cinema. Essere a Milano, in questo senso, conta molto: il pubblico milanese è spesso composto da creativi, è attento e sveglio, non si spaventa davanti alle sperimentazioni e alle innovazioni nel cinema, è curioso. La città, d’altronde, è un polo culturale in continua crescita e di continua sperimentazione, anche nel creare manifestazioni culturali nuove e inattese. Certo, è lontana dalle grandi capitali europee, ma le distanze si stanno accorciando.

 

Qual è il vostro modello di business?


La sostenibilità del festival è fondamentale, quindi il lavoro più impegnativo è la costruzione del budget, che varia a volte come una fisarmonica, composto per un terzo di finanziamento pubblico (comune, ministero, comunità europea), per un terzo da aziende private con cui creiamo progetti dedicati e per un terzo dalla produttività interna (biglietti, abbonamenti, punti ristoro, gadget). È una sfida variabile, anno per anno.

 

Se dovesse definirci “contemporaneo”…

Contemporaneo è ciò che prova nuove forme, vuoi nel linguaggio, vuoi nella produzione.15004900499_a825e71523_z In questo al Festival ci stiamo attivando seguendo le innovazioni attraverso il Nastro Azzurro Video Talent Award dedicato a progetti crossmediali in fase di nascita. Contemporaneo è anche ciò che esplora il presente, penso ai documentari che allargano lo sguardo su temi che l’informazione sorpassa troppo velocemente. Ciò non toglie, comunque, che contemporaneo sia anche ciò che è profondamente e quasi in modo antagonistico “inattuale” e penso a certo cinema al confine tra i generi che abbiamo proposto negli anni.

 

Qual è la funzione del Milano Film Network e chi sono i suoi componenti?

downloadIl Milano Film Network (MFN) è la rete che unisce l’esperienza e le risorse dei sette festival di cinema milanesi per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e una serie di servizi per chi si occupa di cinema e audiovisivo a Milano e in Italia. Tutto è nato grazie al sostegno della Fondazione Cariplo e ha coinvolto sette festival di cinema della città di Milano – Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest – in un’ottica di confronto e di condivisione di esperienze organizzative, produttive e di sperimentazione, raccogliendo le esigenze delle singole realtà e ponendosi come referente autorevole per tutto il settore cinematografico e audiovisivo sul territorio.

 

Quali sono gli obiettivi del Milano Film Network?

Oltre alla condivisione, dove possibile, di professionalità tra i diversi Festival coinvolti e all’obiettivo, nel lungo periodo, di fare di Milano un polo fondamentale per l’attività cinematografica e audiovisiva nel panorama nazionale e internazionale le due tracce più attive attualmente, sotto la presidenza di Alessandra Speciale, direttrice del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina – sono la distribuzione e un bando riservato alla post-produzione di film italiani. Con la distribuzione si cerca di dare una chance proprio a quel cinema invisibile di cui vi raccontavo prima, per cui il Milano Film Network ha scelto ogni anno dalle diverse manifestazioni un titolo da riproporre nelle sale. L’ultima opera distribuita a livello nazionale è stato Arabian Nights, il capolavoro di Miguel Gomes dedicato alla crisi in Portogallo riletta con un occhio fantastico. Un film in tre parti, per sei ore di cinema, che nei classici circuiti distributivi non ha trovato spazio, nonostante sia stato molto apprezzato dalla critica mondiale. Il bando per la post-produzione, quindi per portare a termine un film, si svolge invece in alcuni Industry Days dedicati ai professionisti che potranno valutare lo stato dei work in progress dei progetti ammessi alla selezione. Il bando “In Progress 2016” è attualmente in corso.

 

Grazie a Alessandro Beretta.

#MilanoCORTEmporanea
STAY TUNED!




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