#BP2016 | Spunti di riflessione per un dibattito aperto sul futuro delle residenze italiane

Riflessioni e provocazioni sull'Articolo 45

Pubblicato il 28/02/2016 / di / ateatro n. #BP2016 , 157 , Passioni e saperi

Questo intervento vuole aprire una discussione su questo forum in previsione dell’incontro delle Buone Pratiche del 27 febbraio 2016, stimolando gli operatori a esprimersi su alcuni nodi che riteniamo irrisolti e sul futuro delle residenze artistiche italiane.

Le residenze
Le residenze artistiche italiane sono frutto delle trasformazioni che hanno messo in crisi il sistema produttivo in questo periodo storico e specificatamente quello teatrale: il successo delle residenze in Italia è dovuto soprattutto alla capacità di ritagliarsi uno spazio non istituzionale, andando a intercettare le esigenze a cui le altre forme del teatro italiano non riuscivano più a rispondere, per cercare di costruire un raccordo tra produzione, distribuzione e territorio, con particolare attenzione verso il mondo emergente della nuova creatività. Caratteristiche principali riconosciute sono: forte radicamento nei territori, sviluppo di una capacità di diversificazione delle risorse, riscoperta di luoghi di cultura abbandonati o ampiamente sottoutilizzati, flessibilità della progettazione delle attività nel corso del tempo.

L’Articolo 45
Il fermento attorno al tema delle residenze ha visto più volte gli operatori confrontarsi nel corso degli scorsi anni (si veda il percorso di Nobiltà e Miseria) ed è stato infine raccolto dal Ministero all’interno del nuovo DM del luglio 2014.
L’Art. 45 del DM si configura oggi come un progetto sperimentale di durata triennale e con la peculiarità di una collaborazione fra Ministero e Regioni interessate: il tavolo nazionale ha elaborato un Accordo generale, sottoscritto da tutte le istituzioni, che prevede poi delle attuazioni locali, con una dotazione economica congiunta Ministero e Regioni (nella proporzione 40-60).
L’Art. 45 ha quindi tentato di fotografare una realtà già in atto e che con successo è riuscita a interpretare il proprio tempo in maniera efficace.

L’indagine di C.Re.S.Co.
Dall’indagine informale svolta da C.Re.S.Co. nella prima annualità, si è fatta una prima analisi degli elementi positivi del decreto nella sua struttura, e dei punti di criticità emersi durante l’attuazione.
Elementi positivi sono stati sicuramente il rispetto delle differenze locali e la concertazione fra Ministero, Regioni e fra istituzioni e operatori, realizzando un modello finora inedito per il settore; mentre si sono rilevati elementi di criticità quali la cristallizzazione di alcuni parametri per le residenze che hanno fatto invece proprio della dinamicità il loro punto di forza, e una interpretazione dell’articolo solo come una fonte di nuovo finanziamento a livello regionale anziché una proposta di progettualità strutturata.
Un’ulteriore riflessione andrà fatta, a conclusione del triennio, sulla scelta di aver concepito l’accordo coprendo i “progetti di residenza”, intesi come ospitalità di artisti e azioni sul pubblico, non lasciando di fatto spazio a un contributo alla “struttura” residenza, che quindi può utilizzare questi fondi per realizzare azioni specifiche e che difficilmente troverebbero copertura in altro modo, ma continua ad avere dei problemi di reperimento risorse per la sua sussistenza tout court.

Dal punto di vista dell’analisi dei parametri e dei numeri del progetto, emergono alcuni dati interessanti:

# il finanziamento minimo per la realizzazione dei progetti, così come previsti dalle tre azioni dell’Accordo e facendo un breve calcolo dei costi di minime sindacali, organizzazioni, allestimenti e comunicazione non dovrebbe scendere sotto i 40.000 euro, laddove cifre inferiori indicherebbero la mancata copertura dei costi essenziali di ospitalità (nonché del rispetto dei minimi di legge);
# nella crescita dei luoghi di residenza, sarebbe necessario riconoscere nelle spese di allestimento interventi migliorativi degli spazi per renderli maggiormente atti all’accoglienza delle compagnie;
# nel rispetto delle caratteristiche del settore a livello nazionale e internazionale, la durata dei 20 giorni minimi di residenza è un forte elemento critico nell’attuazione della dinamica interregionale. Le residenze sono, infatti, spazi di ricerca e non un palliativo per soccorrere l’asfittico sistema produttivo italiano. (40 o 60 giorni di residenza non costituiscono più un momento di ricerca ma è un tempo di produzione).
# il vincolo per il quale i titolari di residenza non possono essere ospitati in altri luoghi, nato per prevenire cattive pratiche di scambio, rischia di ingessare la mobilità di artisti e compagnie.

Azioni da intraprendere di questo triennio
Ci sono azioni che potrebbero già essere intraprese nel corso del triennio a supporto dei progetti:

# creare occasioni per lo scambio di buone pratiche relative al public engagement, sfruttando magari gli incontri nazionali;
# condivisione delle azioni di supporto e programmazione in particolare degli under 35, per aumentare concretamente la loro visibilità e le possibilità di farsi conoscere fuori dai singoli territori;
# sviluppare un progetto ad hoc sull’internazionalizzazione per fornire strumenti operativi a quelle strutture che ancora non dialogano con l’estero (circa la metà dei selezionati), tramite il confronto, lo scambio di best practice e l’incontro con soggetti internazionali.

Alcune provocazioni sulle residenze

Vi lanciamo in conclusione alcune provocazioni.

# La natura delle residenze è stata pienamente interpretata dall’articolo 45?
# Come si supportano le strutture che fanno residenze al di là dall’articolo 45?
# Quale funzione le residenze devono svolgere principalmente?
# Quale ricaduta ha avuto il progetto sugli artisti ospitati in residenza? Quale trattamento hanno ricevuto dai titolari di residenza? La loro residenza è servita veramente a far crescere la qualità del loro lavoro?

Saremo felici di raccogliere tutte le vostre osservazioni.

I documenti di C.Re.S.Co.

Cresco Residenze – Indagine informale 2015
Cresco Residenze – Riflessioni per un dibattito aperto




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