Altre Velocità, 2005-2015
Ancora tu! La festa per il decennale, Bologna, 19 dicembre 2015
Il 19 dicembre Altre Velocità ha festeggiato i suoi dieci anni (o giù di lì), insieme ad amici, soprattutto artisti. La Sala Tassinari del Comune di Bologna era piena. La mia è una testimonianza personale, che non vuole dar conto di tutti i temi emersi ma esprimere impressioni ed emozioni. Ho seguito gli interventi che si sono succeduti per quattro ore, soprattutto ho partecipato con lo spirito leggero di una festa.
Non sempre condivido con Altre Velocità opinioni relative a spettacoli o a realtà teatrali, ma ho una sincera ammirazione per questo gruppo di giovani critici (e grandi lavoratori), intelligenti e appassionati, che hanno creato dal nulla una realtà di riferimento. Credo non amino essere definiti giovani, categoria altamente pericolosa in Italia, perché dà vantaggi pronti a ritorcersi contro ed è circondata da una nebbia di condiscendenza. La condizione generazionale non esclude affatto il possesso di una piena maturità e dieci anni non sono pochi. Sono dei professionisti dunque, impegnati a conservare i furori delle origini senza trasformarli in posizioni ideologiche.
Nel corso della giornata hanno parlato alcuni artisti emersi dopo la svolta del millennio, appartenenti a quello che una volta si chiamava Nuovo Teatro. Ascoltandoli, ho ripensato al popolo degli attori di cui hanno scritto Meldolesi e Taviani nel libro sul teatro italiano di primo Ottocento: epoca lontanissima, di rivoluzioni e controrivoluzioni, di acuta crisi del teatro di fronte allo strapotere e alle meraviglie del melodramma, in cui gli attori hanno ridato senso al teatro, con grande concretezza oltre che con le loro visioni, senza arroccamenti. E ho risentito l’aria descritta da Colette, per sei anni attrice di mestiere e per tutta la vita attratta dal mondo strano e unico dello spettacolo: quel misto di nobiltà e miseria, di senso di appartenenza e rissosità, di autorefenzialità e curiosità, di dipendenza dalle condizioni materiali e bisogno di sognare, di sopravvalutazione dei poteri del teatro e immersione nel presente, con sempre la disponibilità a tutte le fatiche, a tutti i sacrifici. Ci ho ripensato appunto, e ho percepito una realtà collettiva, al di là delle divisioni e delle separatezze, senza il senso deciso della propria individualità che caratterizzava i gruppi dei decenni precedenti.
Mi è piaciuto esserci ma ho respirato anche un’aria di chiusura, che non hanno dissipato né l’artista sardo che lavora metà dell’anno a Hong Kong né il richiamo al recente vincitore di X Factor di formazione squisitamente teatrale, né l’insofferenza dell’anonimato per sacrosanto desiderio di fama di un’attrice Premio Ubu. In compenso, l’ironia ha alleggerito tanti interventi, e questo non è poco, anzi mi è sembrata una cosa nuova: dal Manifesto di Nanou, con i suoi punti semplici e strategici, alla brillantezza di Berardi, al rapporto giocoso coi Padri di Punta Corsara. Una sorta di disincanto, che può riportare utilmente alla realtà, più che lo stato di depressione (certo non senza motivi) richiamato da molti interventi. Un disadattamento non solo personale, per dirla con Farina.
E’ stata una sfilata di uomini che spesso hanno parlato anche a nome delle donne. Lo indico come un dato di fatto, non una denuncia né una rivendicazione, non ci servono gli -ismi. Ma così mi sono sembrati ancor più sorprendenti tre interventi di donne. Colette parlava dell’ autobiografismo femminile come dato inevitabile (ai suoi tempi), qui la situazione sembrava quasi rovesciata. Roberta Nicolai, Silvia Costa e Paola Villani hanno posto problemi generali, hanno parlato consapevolmente della situazione attuale, hanno raccontato la necessità di rompere automatismi e situazioni stagnanti. Non devo accettare qualunque condizione ed essere pure grata perché faccio una cosa che mi piace, ha detto Paola, che ha smesso di fare teatro.
Non poteva mancare uno scontro in finale, a confermare la difficoltà di uscire dalla dialettica stretta di appiattimento/attacco, corteggiamento/messa al muro dell’avversario: su un tema importante, che merita davvero un seminario. Ma si può dire la verità, tutta la verità? E’ utile? Al centro il rapporto fra artisti e critici, sulla scia del mito persistente del critico che si sporca le mani – come fecero in altri tempi da pionieri Giuseppe Bartolucci e Franco Quadri – che oggi ha dato vita alla figura del critico che accompagna alcuni artisti, li promuove esplicitamente, anche per questioni di sopravvivenza, scrivendo su siti online, con una libertà che certo non può avere chi scrive su testate ufficiali e deve occuparsi non solo degli amici o di chi gli piace. La condizione adulta di Altre Velocità comporta anche lo scontro con i duri e i puri, che qualche volta hanno le loro ragioni se smettono i panni dei Savonarola. Bene hanno fatto a spiegarci Lorenzo Donati e Rodolfo Sacchettini. Il teatro è un luogo dove i conflitti d’interesse, grandi e piccoli, proliferano, sono quasi costitutivi. Il problema richiede la massima attenzione, perché anche da un esercizio critico non di parte, non connivente dipende l’apertura del nostro piccolo teatro alle sfide del mondo: teatro fra i teatri.
Hanno compiuto 10 anni (o giù di lì) e presentato i loro interventi:
Compagnie e artisti: Michele Bandini/Spazio Zut, Berardi/Casolari, Alessandro Carboni, Città di Ebla, Cosmesi, Silvia Costa, Fagarazzi & Zuffellato, Fibre Parallele, gli Omini, gruppo nanou, Menoventi, Orthographe, Punta Corsara, Reggimento Carri/Roberto Corradino, Teatro dei Venti, Paola Villani.
Operatori e festival: Edoardo Donatini/Contemporanea Festival, Gianluca Cheli/Kilowatt Festival, Roberta Nicolai/Teatri di Vetro, Pietro Valenti/Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Critici, studiosi e testate: fattiditeatro, Tihana Maravic, Il Tamburo di Kattrin, Teatro e Critica.Saluti istituzionali: Davide Conte – Assessore Cultura e rapporti con l’Università del Comune di Bologna.
Saranno presenti altresì artisti, docenti, studiosi, organizzatori. Elenco completo su www.altrevelocita.it
Ancora tu! è a cura di Lorenzo Donati, Agnese Doria, Alex Giuzio, Rodolfo Sacchettini, Serena Terranova. Con Valentina Bertolino, Francesca Bini, Francesco Brusa, Alessandra Cava, Lucia Oliva, Matteo Vallorani.
Tag: Altre Velocità (2), critica teatrale (85)
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