A cosa servono i Teatri Nazionali?
Come abbiamo scritto in diverse occasioni su ateatro.it, il decreto che riforma il FUS non offre chiare indicazioni di politica culturale, affidando la valutazione e l’indirizzo da un lato ai parametri quantitativi e dall’altro (forse) alla valutazione qualitativa della Commissione Prosa.
Alla vaghezza delle indicazioni del decreto, fa riscontro la ricchezza delle interpretazioni. Ecco come sono state variamente interpretate le funzioni e gli obiettivi dei teatri nazionali, la categoria ritenuta assai prestigiosa da amministratori e direttori di teatri.
Per RI-diventare Teatro d’Europa
Il Mibact il 5 novembre 2014 ha approvato un decreto (gazzetta ufficiale 286), sostanzialmente identico a quello che, già nel 1991, attribuiva al teatro milanese la qualifica di Teatro d’Europa, anche se il Ministro Franceschini ne parla come di “un atto atteso da tempo”.
“Questo provvedimento riconosce il giusto ruolo al Piccolo Teatro, da decenni fondamentale punto d’incontro della produzione teatrale europea e di artisti di fama internazionale”. Il comunicato del ministero prosegue ricordando che “fondato nel 1947 da Giorgio Strehler, il Piccolo è il primo Stabile italiano, in ordine di tempo, nonché in tournée in tutti i paesi del mondo, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Cina al Giappone, dall’Europa al Nord Africa, alla Nuova Zelanda. Il Piccolo gestisce anche una scuola di teatro, oggi condotta da Luca Ronconi, che ha diplomato centinaia di attori professionisti. Tutti questi elementi rendono il teatro diretto da Sergio Escobar una vera e propria eccellenza italiana che risponde pienamente ai nuovi criteri e modalità di assegnazione del Fondo unico dello spettacolo”.
Per avere un respiro internazionale
«È un’iniziativa non comune per l’Italia ed è interessante soprattutto perché si tratta del primo concorso lanciato con le nuove norme sullo spettacolo dal vivo – sottolinea il presidente dello Stabile di Genova, Eugenio Pallestrini -. Il nuovo direttore avrà dunque il compito di traghettare la nostra istituzione dalla configurazione di teatro stabile a quella di teatro nazionale. Sarà una svolta, un forte cambiamento». Anche per questo le istituzioni coinvolte, dalla Regione alla Provincia alla Camera di Commercio, hanno scelto di dare «un respiro internazionale, non solo europeo al concorso. Vogliamo fare bene e vogliamo farlo nella maniera più trasparente possibile».
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/08/22/ARtgszjB-stabile_diventare_direttore.shtml
Per premiare in nostro lavoro
(ANSA) – TORINO, 14 MAG 2014– Il Teatro Stabile di Torino otterrà dal Mibact il riconoscimento di Teatro Nazionale, mentre Teatro Piemonte Europa diventerà Teatro di rilevante interesse culturale. Lo ha annunciato Salvatore Nastasi, dg Spettacolo del ministero. “Stiamo preparando una riforma epocale dello spettacolo – ha detto alla presentazione del festival Teatro a corte – Torino e il Piemonte sono avanti”. I riconoscimenti sono “un premio al nostro lavoro”, commenta l’assessore regionale alla Cultura Michele Coppola.
Per avere maggiori finanziamenti
“L’obiettivo è riuscire a ottenere per Ert, che manterrà la sua sede a Modena, il riconoscimento di Teatro nazionale, cogliendo l’opportunità di avere maggiori finanziamenti in ottica triennale, e di accettare la sfida di allargare gli orizzonti, le relazioni e le coproduzioni internazionali, già molto vivaci, dell’ente teatrale”. Queste, nelle parole dell’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, le ragioni che, insieme al recesso della Provincia di Modena da Emilia Romagna Teatro Fondazione, hanno portato a presentare al Consiglio comunale del 15 gennaio alcune modifiche allo statuto di Ert.
Per risanare il teatro
“In questi ultimi mesi l’Amministrazione Comunale ha lavorato all’obiettivo di raggiungere lo status di Teatro di interesse nazionale per la Sicilia e Palermo. Si sono aperti tavoli con idee progettuali per la città di Palermo e, in sinergia con la Regione, un asse con la città di Catania. Anche nell’interesse del teatro Stabile di Palermo si ritiene che sia importante esplorare tutte le strade, avendo come obiettivo principe quello di Teatro Nazionale, che costituirebbe un’opportunità di rinascita e risanamento del Biondo. L’idea da noi più fortemente caldeggiata, che veda insieme al Biondo i teatri d’arte Libero, Garibaldi e Cuticchio, continua ad essere a nostro avviso il progetto culturale più valido per la Città, e le difficoltà tecniche e finanziarie da dover risolvere ai fini di tale soluzione sono un’ulteriore conferma della complessità e dunque validità della scommessa”. Lo dice l’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano, all’indomani della riunione a Villa Niscemi che invece sembrava aver scartato l’ipotesi.
http://livesicilia.it/2015/01/22/biondo-si-allasse-con-i-teatri-e-la-nostra-scommessa_589303/
Lei e il consigliere Occhipinti chiedete a gran voce le dimissioni di Alajmo. Ma in cosa ha sbagliato secondo voi, perché dovrebbe dimettersi?
Paolo_Caracausi_idv: “Perché, come da lui stesso dichiarato, ci stiamo presentando in ritardo all’appuntamento per l’ottenimento dello status di Teatro Nazionale e crediamo che Alajmo sia il principale responsabile, fermo restando che noi consiglieri abbiamo seguito, nei giorni scorsi, le vicende dei lavoratori del Biondo che hanno recentemente scioperato a causa dell’ulteriore riduzione dei loro stipendi. Riteniamo inoltre, che ci sia qualcosa che non va nei rapporti tra il direttore Alajmo e l’amministrazione comunale, perché non riusciamo a spiegarci come mai il consiglio comunale abbia approvato due milioni di euro a favore del Biondo, per poi dargliene, effettivamente, solo 145 mila. Da ciò consegue lo “scoperto” di conto corrente in banca e il pagamento di oltre duecentomila euro all’anno di interessi, soldi che poi vengono sottratti agli stipendi dei lavoratori per tentare di risanare questa situazione. Noi al momento non abbiamo niente di concreto in mano: sappiamo solo che l’assessore al Bilancio, che ha voluto Alajmo al Biondo, non ci dà i soldi, che esistono in cassa, mentre i lavoratori e le maestranze del Biondo patiscono la fame. Forse è prematuro chiedere le dimissioni di Alajmo in effetti, ma credo che se entro febbraio il Biondo non sarà entrato a far parte dei teatri Nazionali, credo che ciò rappresenti l’ennesima sconfitta della città sul campo della cultura. Il Teatro Stabile di Catania credo abbia pronta da mesi la candidatura, mentre noi invece continuiamo a giocare”.
Per sopravvivere
«Questo matrimonio s’ha da fare», Simone Millozzi, sindaco di Pontedera ci stà.Il suo collega Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente della Fondazione del Teatro della Pergola, ha lanciato l’idea di creare insieme una proposta di teatro nazionale della Toscana: il matrimonio tra la Pergola di Firenze e il Teatro Era di Pontedera.
Proposta che da Firenze arriva dopo il no ricevuto dal Metastasio di Prato. Nardella rivolge la sua attenzione a quella struttura che è considerata da tutti il luogo dove si fa sperimentazione e dove, proprio in questi giorni si celebra la figura di JerzY Growtosky,.
Unire i due teatri significa diventare teatro di interesse nazionale e sopravvivere alla riforma, in fase di realizzazione, dei teatri in Italia.
«Noi siamo pronti per questa evenienza e, come è noto, già facciamo parte del festival Fabbrica Europa che si tiene alla Leopolda di Firenze. La sinergia è ottimale, tra i nostri due teatri, che si sono occupati rispettivamente della tradizione e dei grandi appuntamenti a Firenze e del teatro innovativo e di ricerca a Pontedera».
Per assumere a tempo indeterminato…
Nell’ambito delle attività messe in campo per la candidatura al riconoscimento di teatro nazionale del prossimo gennaio 2015, che vede impegnato il teatro stabile stabile napoletano nella definizione dei requisiti e delle condizioni indicate dal Mibact, il Mercadante pensa anche ad ampliare il suo organigramma. Sul sito dello Stabile, i bandi di selezione di nuovo personale nelle aree di produzione, amministrazione, comunicazione, promozione e tecnica, per un numero complessivo di 15 nuove unità. Si tratterebbe di contratti a tempo indeterminato.
…e per licenziare
«In relazione alle vicende relative all’iter che ha condotto alla modifica dello statuto, al nuovo contratto per il direttore artistico e all’avviso di selezione per l’assunzione di 15 unità di personale a tempo indeterminato presso l’associazione teatro Stabile della città di Napoli che hanno irrimediabilmente compromesso il giudizio di affidabilità viene revocata la designazione di presidente del cda dell’associazione teatro Stabile di Napoli ad Adriano Giannola». E’ quanto si legge in una delibera proposta dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris e approvata dalla giunta comunale espressa non solo sulla revoca di Giannola, ma anche sulla presa d’atto delle dimissioni presentante dal rappresentante del Comune di Napoli nel cda, Adriana Pollice, «in radicale dissenso» con gli eventi legati al bando per le 15 assunzioni sul quale infuria la polemica, in particolare sull’assunzione della fidanzata del portavoce dell’assessore regionale alla cultura Caterina Miraglia e quella della moglie del consigliere comunale di Napoli Stanislao Lanzotti, che della Miraglia è il figlio.
Venuto meno il rapporto fiduciario nei confronti di Giannola, si è dunque proceduto alla revoca della designazione tanto che nella parte dispositiva della delibera viene specificato che «si dà mandato al competente servizio del dipartimento gabinetto del sindaco di procedere alla predisposizione dell’avviso pubblico per la presentazione di candidature per la designazione dei rappresentanti del Comune di Napoli nel consiglio di amministrazione dell’associazione teatro Stabile della città di Napoli».
«Adesso – conclude il sindaco De Magistris – si apre una fase nuova e siamo fiduciosi che nei prossimi giorni il ministero deliberi affinché il teatro Stabile di Napoli diventi finalmente teatro nazionale e che, quindi, al più presto possa anche partire la scuola di teatro che sarà diretta da Luca De Filippo».
http://www.diariopartenopeo.it/bufera-mercadante-il-comune-di-napoli-via-giannola-dal-cda/
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