Speciale archivi. L’archivio come Wunderkammer
Il Fondo Giorgio Strehler a Trieste
ABSTRACT
Tra i numerosi archivi e fondi raccolti nel Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” di Trieste, speciale rilievo ha il Fondo Giorgio Strehler, frutto della la donazione congiunta di Andrea Jonasson e Mara Bugni al Comune di Trieste (2005). I legami del regista, nato in questa città nel 1921, con le donatrici e la collocazione dei materiali al momento della sua morte, nel dicembre 1997, è la chiave che determina natura e caratteristiche del Fondo.
Si tratta di scritti, lettere autografe e non, biglietti, fotografie, libri (l’intera biblioteca personale) e molti oggetti appartenuti a Strehler, che si trovavano nella casa di Milano e in quella di Lugano. Oltre che a documenti e testimonianze relativi all’attività artistica, il Fondo permette accesso e consultazione (nei limiti determinati per legge, a tutela della privacy) di materiali che attingono dalla sfera personale dell’artista, e si manifestano come indici per la lettura di uno Strehler privato: profilo che a volte rafforza l’immagine pubblica che ne abbiamo, altre volte fotografa, dalla penombra, il suo spessore umano: dal Bildungsroman infantile e adolescenziale, segnato dalla scomparsa del padre (a 28 anni, quando lui ne aveva 3) e dalla vocazione musicale della madre, la violinista Alberta Lovrich, con cui si trasferirà a Milano; alla carriera teatrale abbagliante per raggiungimenti e riconoscimenti pubblici, cui si oppongono i pensieri opachi, affidati a lettere e biglietti, dell’uomo che prova infelicità, solitudine, insoddisfazione.
Lontano da sguardi pettegoli o morbosi, anzi filologicamente serrato nell’impianto di ricondizionamento e classificazione dei materiali, il Fondo permette di indagare carattere, affetti, passioni di Giorgio Strehler. E gli oggetti, in parte esposti in una stanza del Museo – che si affaccia sul Canale, a pochi passi dalla casa dove Strehler passò l’infanzia – tanto più si prestano alla funzione di reliquie laiche quanto più li si consideri icone di una Wunderkammer che condivide (con la devozione popolare del medioevo o l’invenzione dei musei risorgimentali) un carattere mitologico.
Una prima iniziativa pubblica (Strehler privato, con esposizione e pubblicazione del catalogo) è stata organizzata dal Comune di Trieste, a cura di chi scrive questa nota, in occasione del decennale della scomparsa (dicembre 2007 – marzo 2008).
Tag: archivi teatrali (61), Giorgio Strehler (17)
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