Speciale archivi. L’archivio come Wunderkammer

Il Fondo Giorgio Strehler a Trieste

Pubblicato il 23/01/2015 / di / ateatro n. 152

ABSTRACT

Tra i numerosi archivi e fondi raccolti nel Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” di Trieste, speciale rilievo ha il Fondo Giorgio Strehler, frutto della la donazione congiunta di Andrea Jonasson e Mara Bugni al Comune di Trieste (2005). I legami del regista, nato in questa città nel 1921, con le donatrici e la collocazione dei materiali al momento della sua morte, nel dicembre 1997, è la chiave che determina natura e caratteristiche del Fondo.

Una delle teche della stanza che ospita il FGS nel CMT (foto Marino Ierman)

Una delle teche della stanza che ospita il FGS nel CMT (foto Marino Ierman)

Si tratta di scritti, lettere autografe e non, biglietti, fotografie, libri (l’intera biblioteca personale) e molti oggetti appartenuti a Strehler, che si trovavano nella casa di Milano e in quella di Lugano. Oltre che a documenti e testimonianze relativi all’attività artistica, il Fondo permette accesso e consultazione (nei limiti determinati per legge, a tutela della privacy) di materiali che attingono dalla sfera personale dell’artista, e si manifestano come indici per la lettura di uno Strehler privato: profilo che a volte rafforza l’immagine pubblica che ne abbiamo, altre volte fotografa, dalla penombra, il suo spessore umano: dal Bildungsroman infantile e adolescenziale, segnato dalla scomparsa del padre (a 28 anni, quando lui ne aveva 3) e dalla vocazione musicale della madre, la violinista Alberta Lovrich, con cui si trasferirà a Milano; alla carriera teatrale abbagliante per raggiungimenti e riconoscimenti pubblici, cui si oppongono i pensieri opachi, affidati a lettere e biglietti, dell’uomo che prova infelicità, solitudine, insoddisfazione.

Lontano da sguardi pettegoli o morbosi, anzi filologicamente serrato nell’impianto di ricondizionamento e classificazione dei materiali, il Fondo permette di indagare carattere, affetti, passioni di Giorgio Strehler. E gli oggetti, in parte esposti in una stanza del Museo – che si affaccia sul Canale, a pochi passi dalla casa dove Strehler passò l’infanzia – tanto più si prestano alla funzione di reliquie laiche quanto più li si consideri icone di una Wunderkammer che condivide (con la devozione popolare del medioevo o l’invenzione dei musei risorgimentali) un carattere mitologico.

Una prima iniziativa pubblica (Strehler privato, con esposizione e pubblicazione del catalogo) è stata organizzata dal Comune di Trieste, a cura di chi scrive questa nota, in occasione del decennale della scomparsa (dicembre 2007 – marzo 2008).




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